22 ~ Momenti di terrore

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"Oah".

Un rumore agghiacciante fece sobbalzare i quattro compagni. Erano i mostri che si stavano svegliando. I cuccioli deglutirono e andarono a nascondersi dietro ad una poltrona.

"Ora mi sento molto meglio" disse Scarlett strofinandosi la pancia. Storm si stiracchiò e sbadigliò.

I cagnolini si comprimevano sotto alla poltrona, tra i cuscini e dietro ai braccioli. Il fruscio provocato dai loro movimenti arrivò fino alle orecchie dei mostri.

"C'è qualcuno nel nostro castello" gridò Scarlett adirata. Storm rizzò le orecchie.

"Nessuno può entrare qua dentro... e chiunque non rispetterà questa regola morirà...". Risero maliziosamente.

"Facciamo più piano, ragazzi. Con tutto il nostro frusciare si saranno accorti sicuramente di noi..." bisbigliò Ettore. Ma ormai era tardi. I mostri erano già in piedi e ora li stavano cercando.

"Dove siete piccoli visitatori... abbiamo qualcosa che vi piacerà molto..." dicevano in tono gentile Storm e Scarlett. Ma sotto i baffi nascondevano un ghigno malvagio.

"Oh, no! Ci hanno scoperti!" uggiolò Sissi nascondendosi di più dietro al bracciolo su cui si trovava. Ettore fece lo stesso. Portò una zampa alla testa per vedere i dintorni attentamente. Wild scrutava da sotto la poltrona e Lily si arrampicò sullo schienale per osservare dall'alto. Sissi si aggrappava al bracciolo con tutte e quattro le zampe e guardava i mostri che si stavano avvicinando.

I cuccioli, intanto, meditavano su come fare per liberarsi dei due malvagi. "Ho trovato! Andiamo verso la finestra. Ci seguiranno. E noi li butteremo giù" disse Ettore cercando di farsi sentire il meno possibile. Gli altri tre annuirono.

In quel momento i mostri li videro. "Storm, guarda lì!" urlò Scarlett indicando la soffice poltrona da cui sbucava una piccola coda gialla. Storm si girò e osservò meglio.

"Ma sono i cani dei venti che abbiamo ucciso!" continuò lei.

Storm la guardò di traverso e disse: "Ma non erano nelle nostre pance?".

La compagna si colpì la fronte e scosse la testa. "Sì, imbecille. Ma adesso sono lì. Non perdiamo tempo. Catturiamoli!". I due si avvicinarono di soppiatto alla poltrona.

I quattro cagnetti si staccarono dalla poltrona e si ritrovarono nuovamente con le zampette a terra.

"Venite qui, bei cagnolini! Avanti..." esclamavano i mostri.

Lily uggiolò. "Wild, ho paura".

Il dalmatino la guardò e disse: "Non temere, Lily. Ce la faremo! Ma, in effetti... Non ho mai avuto tanta paura come adesso in tutta la vita". Cominciarono a guaire entrambi.

Sissi, seccata, li osservò ed esclamò in tono provocatorio: "Fatevi forza, fifoni. Non è niente di preoccupante, forse...". Dentro al cuore anche lei era terrorizzata.

Ettore continuava per la sua strada, senza preoccuparsi dei discorsi degli altri. I malvagi erano sempre più vicini.

"Fate in fretta. Correte!" disse Ettore quando vide che i mostri gli stavano alle calcagna. I cani cominciarono a correre.

Sissi correva mettendo tutta la forza che aveva sulle sottili zampe, ma poi mise male la gamba. Fece una capriola e in men che non si dica si ritrovò a pancia all'aria. "La mia povera zampa!" uggiolò dolorante.

I mostri la guardarono ridendo. "Ciao, carina... Ci rivediamo. Di' pure ciao ciao ai tuoi amici".

La poverina mugolò e cercò di allontanarsi. Ma come faceva ad andare veloce su tre zampe?

Scarlett era tornata con un coltellaccio appuntito. Gocciolava rosso sangue. Lo usavano per tagliare le ali degli sventurati cani dei venti. Ma ora volevano solo ucciderla. Velocemente. Sissi guaì e gridò aiuto. Ettore si voltò e la vide a terra, con quelle ombre mostruose vicinissime.

"Non c'è tempo da perdere. Sissi ti salvo io!". Attivò il jet-pack e si diresse a tutta velocità verso la cagnolina che si proteggeva la testa con le zampe.

Il coltello era a meno di un centimetro da lei quando Ettore gridò ruotando gli occhi: "Come fate a essere così stupidi... Non vi accontenterete mica di una piccola labrador...".

Storm si arrabbiò e cercò di catturarlo, ma Scarlett lo prese per un'ala dicendo: "Non ascoltarlo. Cerca solo di salvare la sua 'bella'".

Ma Storm alzò le braccia: "Però non ha tutti i torti...". E volò verso Ettore.

Lily e Wild guardavano da dietro un mobile di legno. Ettore li vide e gridò: "Aiutateci anzi che star lì a far niente! Teneteli occupati".

I due dalmata si guardarono con occhi terrorizzati e uscirono abbaiando dal loro nascondiglio.

Scarlett li guardò e pensò: "Due dalmata sono molto meglio di una piccola cucciola di labrador".

E stava per volare via, quando si ricordò della loro furbizia. "Prima lego la piccola peste... in modo che non le vengano strane idee in testa...". Prese una corda che era abbandonata a terra e la strinse attorno al corpo di Sissi, che gemeva e gridava. Poi si allontanò, dirigendosi verso i due cuccioli a macchie che corsero via.

Ettore raggiunse Sissi e si fermò, cercando di disfare il grosso nodo. Per fortuna la corda era legata malamente e in poco tempo la cucciola era di nuovo libera.

"Grazie Ettore, come farei senza di te!".

"Ora non c'è tempo da perdere!". Sissi divenne rossa osservando l'eroico compagno. La sua zampa stava molto meglio ed era pronta a correre di nuovo.

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