5 ~ Un incontro rischioso

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Wild fiutava e fiutava, avventurandosi per il cupo bosco in cerca di cibo. Nessuna traccia invitante sembrava giungergli al naso, se non il dolce profumo della natura addormentata. Gocce di resina rossastra decoravano i fusti freddi degli alberi come piccole perle ambrate. Un soffice strato di aghi di pino ricopriva il terreno, emettendo rumori sordi ogni volta che il giovane cane bianco e nero lo calpestava. Il cielo nero, privo della più piccola stella, sembrava fissare Wild che, senza paura, proseguiva nella sua ricerca.

Non credeva più di riuscire nel suo intento, quando, improvvisamente, sentì un delizioso profumo di carne. Lo seguì a lungo, senza staccare il naso da terra, e presto la sua fatica fu appagata: al fondo di quella traccia così invitante si trovava un grande barbecue su cui erano adagiate tre enormi e succose salsicce fumanti. Dovevano essere belle calde e morbide. A Wild venne l'acquolina in bocca.

"Ecco qua la cena per me e per gli altri" esclamò soddisfatto il cucciolo. Ma poi gli venne un dubbio: da dove venivano quelle salsicce? E soprattutto: che ci faceva un barbecue così grosso nel bel mezzo di una foresta? Ma lui e i suoi compagni avevano bisogno di mangiare per essere in forze e pronti a eventuali combattimenti. Non poteva tornare da loro a zampe vuote. Loro si fidavano di lui e lui si era preso un impegno che, per quanto rischioso, doveva portare a termine.

Cercò di sbarazzarsi dei suoi dubbi, volò accanto al grande arnese, prese le salsicce e tornò a terra deliziato. Ma un forte rumore di passi lo fece sobbalzare: due enormi ombre si stavano avvicinando minacciose.

"Lo sapevo... I mostri sono arrivati. Il barbecue e le salsicce appartenevano a loro!" mormorò il dalmata irrigidendosi come il fusto di un albero. Il suo corpo prese nuovamente a tremare convulsamente.

Le due immense creature sembravano essere persino più grandi dei pini, e la terra vibrava ogni volta che le loro zampe possenti la percuotevano. Le loro voci, cavernose, rimbombavano poderosamente nella radura, cariche di risate inquietanti e parole macabre.

Il povero Wild, spaventato, corse a nascondersi dietro a un cespuglio, lasciando a terra delle piccole impronte nere. Prima, infatti, era finito in una profonda pozzanghera scura. Aveva provato a rimuovere il fango umido dalle zampe leccandole a lungo, ma non era bastato: ormai la sostanza viscida era stata assorbita dal pelo, imbrattandolo di marrone.

I due mostri si avvicinarono lentamente al barbecue non notando il piccolo intruso. Wild era terrorizzato. Il cuore gli batteva forte nel petto e in quel momento avrebbe desiderato essere rimasto al sicuro a Maestrale, nel suo paese. "Siamo in grande pericolo" pensò mentre il sudore già gli imperlava la fronte.

Dopo poco una voce possente gridò: "Il Regno dei Venti non ha speranze contro di noi, mia cara!".

Poi rispose una voce altrettanto inquietante: "Certo, mio caro. Con quei cani faremo delle belle pellicce... e saranno uno spuntino delizioso, ah, ah, ah!".

Wild tremò a sentire quelle parole: ormai gran parte dei piccoli villaggi di cui era costituito il Regno dei Venti era stata saccheggiata e i suoi abitanti rapiti. Si chiedeva se i mostri li avessero già uccisi e divorati tutti oppure se, per aumentare ulteriormente quella dolorosa agonia, li tenessero prigionieri a lungo per poi mangiarli. Poi, cosa se ne facevano due creature così grandi delle pellicce di animali così piccoli e insignificanti in confronto a loro? Era solo per divertimento, per pura crudeltà. Il loro cuore era duro come pietra, gelido come un ghiaccio che non poteva essere sciolto neanche dalla più incandescente delle fiamme.

Quando vide che i mostri si stavano avvicinando al barbecue, Wild indietreggiò per nascondersi meglio tra le foglie verdeggianti e ombrose del grande cespuglio.

"Non vedo l'ora di addentare un bel pezzo di carne. Ho una fame..." esclamò Storm massaggiandosi la pancia immensa, simile a un pozzo senza fondo.

A quel punto i due mostri con la testa di cane e il corpo di drago alato si avvicinarono al barbecue per prendere le salsicce ma... non c'erano. "Dove sono le salsicce?" si domandavano.

Storm appariva particolarmente nervoso e irritato. Rumori potenti cominciarono a fuoriuscirgli dalla pancia, simili ai rombi dei tuoni durante una tempesta.

"Ma perchè apprezzano tanto questo cibo? Per loro non è altro che uno stuzzichino" pensò Wild con le orecchie basse.

Ben nascosto, stringeva in bocca la carne tutto tremante, ascoltando i terribili discorsi di Storm e Scarlett e sperando che non vedessero le sue impronte. Ma non erano così stupidi da non notare quelle macchie scure per terra.

"Quelle sono impronte di cane dei venti. Questo significa che uno di loro ha rubato le nostre salsicce!" disse Storm accorgendosi delle nere orme canine. I suoi occhi fiammeggiarono crudeli.

"Queste impronte ci porteranno da lui e, quando l'avremo trovato, lo mangeremo e, se con lui ci saranno altri cagnacci, mangeremo anche loro... e poi, perché no, un bel giretto in paese..." continuò Scarlett con tono assai malizioso.

Storm rispose con una inquietante risata che fece agitare ancora di più Wild, che pensò: "Oh no! Questa è la fine! Dobbiamo scappare subito! Corro...". Detto ciò, sparì nell'oscurità della foresta.

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