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Londra era sempre una città molto piovosa, e Bethsabea aveva imparato a conoscere ed apprezzare quella pioggia leggera nei sei mesi che vi aveva appena trascorso.

Il suo tirocinio era terminato, l'esame passato brillantemente e non restava altro che fare le valigie per tornare a casa. Suo padre non vedeva l'ora di sottoporla a tutti gli accertamenti che riteneva necessari.

Il giorno dell'esame aveva salutato i suoi supervisori e i suoi colleghi -Margherita con la consapevolezza che ben presto si sarebbero riviste- e non restava che salutare i coinquilini alla fine. Cassandra era già partita, mentre gli altri erano ancora a Londra: Isabelle e Patrick per la sessione estiva, Seth per la stagione culturale, Mark per lavorare. Non aveva più rivisto Alec dopo quella notte passata a parlare e ridere. Lui non si era più fatto sentire e a Beth andava benissimo perché evitava di dovergli dire di no. Sospettava fosse quello il motivo per cui non l'aveva richiamata, per non dover sentire un no come riposta; probabilmente non gli era mai capitato.

Mentre aspettava il taxi che l'avrebbe portata all'aeroporto si fece trasportare dalla nostalgia. Quello che per sei mesi era stata la sua routine, la sua quotidianità, non l'avrebbe rivissuto mai più. Non avrebbe più sentito il profumo di caffè della vicina italiana che alle sei e mezzo del mattino lo preparava al marito, o il profumo di uova fritte e pancetta che la signora del piano di sotto preparava ai suoi figli prima di portarli a scuola. Le sarebbe mancata Londra e la sua pioggerella fine, almeno lì nessuno si spaventava vedendola così pallida.

Nonostante Shadowland avesse più o meno lo stesso clima, il caldo si avvertiva diversamente perché non c'era smog, essendo abbastanza piccola.
Il volo Londra-Belfast non durò molto e all'aeroporto ad attenderla c'era suo padre. Il dottor Daniel Horn era un uomo sulla cinquantina col viso contornato di rughe e un corpo che iniziava a risentire dell'età, nonostante si fosse sempre curato. Nella sua vita, Beth non l'aveva mai visto con una t-shirt, nemmeno quando andavano in vacanza. Viveva di camicie in inverno ed estate e portava perennemente gli occhiali da sole, lo stesso modello da sempre, per quel che poteva ricordare Beth. Aveva gli occhi chiari, per cui anche il minimo colpo di vento era fastidioso.

"Papà!" esclamò Beth dopo averlo visualizzato nella folla. Era un uomo molto affettuoso e molto legato alla figlia, per cui le corse incontro e i due si strinsero in un lungo abbraccio.

"Insomma, com'è Londra?" domandò l'uomo, nonostante anch'egli la conoscesse bene.

"Piovosa" scherzò la ragazza mentre insieme andavano a ritirare le valigie.
Capiva che il padre era irrequieto, e ne immaginava anche il motivo. Entrambi i genitori si era spaventati quando aveva detto loro di essere svenuta, ma, mentre la madre si era fatta tranquillizzare dalle sue parole, il padre voleva tastare con mano la veridicità di tutte le analisi che le erano state fatte.

"Papà, sto bene" provò a rassicurarlo inutilmente la giovane.

"Oh lo vedo che stai bene, ma voglio comunque assicurarmene. Andiamo subito in ospedale così facciamo tutte le analisi e stasera siamo a casa per la cena" disse in fretta Daniel prendendo due valige della figli tra le mani.

"Quale cena?" domandò Beth incuriosita. Nella sua famiglia, seppur molto tradizionalisti, i genitori si erano rassegnati a non cenare insieme dato che ognuno aveva orari diversi e preferivano riunirsi per pranzo. Infatti spesso Daniel lavorava fino a tardi e tornare a casa per cena voleva dire terminare il lavoro a casa, magari in camera o in soggiorno, ed erano una cosa che Vanessa non sopportava perché la sera era stanca e voleva avere solo pace e tranquillità.

"Tua madre non l'ha detto? Ha prenotato in un ristorante, solo per noi tre. Da quant'è che non mangiamo tutti insieme?" chiese retoricamente il padre non aspettandosi una risposta. 

In effetti, Beth non lo ricordava.

***

"Forza, siete pronte?" urlò Daniel dall'ingresso della loro villetta a Shadowland. Dopo un'intera giornata in ospedale a digiuno Beth aveva tantissima fame, e mentre chiudeva il laccetto delle scarpe poteva sentire benissimo il suo stomaco che brontolava.

Aveva appena finito di chiudere la zip al vestito di sua madre quando Daniel rientrò nella stanza: "Dai su che siete belle, ma siamo in ritardo".

Ed erano belle davvero. Vanessa indossava un abito lungo col corpetto rosa e la gonna a righe, mentre Beth aveva preferito un abito nero attillato con le sue scarpe preferite.

Il ristorante in cui aveva prenotato era a Coleraine, in centro. Sembrava un locale piccolo da fuori, ma in realtà la sala era molto ampia. Il cameriere li guidò ad un tavolo quadrato accanto al muro con vista direttamente sul vicino parco. Sembrava un locale decisamente carino e non troppo impegnativo.

Dopo aver ordinato chiacchierarono del più e del meno, poi Vanessa parlò a Daniel dell'episodio di Jocelyne. Infatti, dopo che Beth le aveva detto di aver incontrato Alec, si era tenuta in contatto con Edmund per avere notizie sulle condizioni di salute della moglie.

"Ho saputo che domenica è stata male di nuovo" disse Vanessa, chiarendo molte cose. 

Alec non si era più fatto sentire perché aveva cose molto più importanti a cui pensare. Non che le dispiacesse. Certo, a vederla così, sembrava fosse una giustificazione, e se si fosse ripresentato avrebbe avuto un buon motivo, ma era sicura che non sarebbe mai capitato, dunque.

La conversazione deviò un paio di volte, dagli ospedali a Firenze, passando per i viaggi, la Svizzera e l'Italia, naturalmente. Vanessa era contentissima che Beth andasse in Italia, lei non ci andava da un po' di tempo e quando Beth era una bambina l'aveva portata con sé qualche volta. Voleva che conoscesse il posto e anche la famiglia, per cui il breve soggiorno a Firenze fu la scusante per fare una breve vacanza a Roma.


N.d'A.

Buona domenica! Ecco a voi il nuovo capitolo, spero ne facciate buon uso anche se non succede granché. Presto ci sposteremo in Italia, un breve soggiorno a Firenze e poi dritti su Roma. La città eterna saprà accontentarvi ;)

flyerthanwind

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