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L'intensità della vita dovrebbe essere direttamente proporzionale alla gioia dell'essere vivente.
In realtà non è così.
Chi vive intensamente gode di ogni momento, coglie ogni opportunità che la vita gli offre.

Purtroppo, a volte, vivere una vita intensa non significa necessariamente godersi ogni istante.
Bethsabea stava vivendo intensamente ogni istante di quella vita, gettandosi a capofitto negli obblighi lavorativi e familiari, ma non era gioiosa.

Chiariamo, il lavoro la gratificava molto, le piaceva l'ambito di cui si occupava, ma le rubava talmente tante ore che a stento riusciva a tornare a casa per cena la sera.

Lei non se ne rendeva minimamente conto, ma il suo problema principale era la mancanza di Alec, l'unico ad illuminarle le giornate e alleggerire il fardello lavorativo che si portava dietro.

Quel venerdì sera, però, una sua amica di vecchia data l'aveva convinta a raggiungere una festa organizzata poco fuori città.

Clemence era sempre stata la più festaiola del suo vecchio gruppo, per cui reperiva tutti gli eventi mondani nel raggio di chilometri.

Quella sera avevano declinato quasi tutti, per cui alla fine si era ritrovate solo loro due sole, e nonostante Beth avrebbe voluto tirarsi indietro, le era dispiaciuto lasciare sola la sua vecchia amica.

"Non dimenticare di vestirti di bianco" le aveva ricordato la donna quando le aveva telefonato poche ore prima per annunciarle che sarebbero state solo loro due.

Non che le dispiacesse passare del tempo con lei, aveva apprezzato sempre la sua compagnia, ma non era in vena di festeggiamenti poiché si sentiva leggermente scombussolata.

Però questo white party a cui la stava trascinando, a quanto ne aveva capito, era una festa molto esclusiva, per cui si era armata di forza e coraggio e aveva iniziato a prepararsi.

Per fortuna aveva trovato nel guardaroba un tubino bianco con una profonda scollatura, e l'aveva indossata insieme a una giacca bordeaux e i decolté dello stesso colore, dopodiché aveva pazientemente atteso l'arrivo di Clemence.

Il suo vestito era monospalla, corto ed attillato, con una fascia che faceva anche da mezza manica. Indossava una giacca blu elettrico e le scarpe dello stesso colore.

Ovviamente aveva osato molto più di lei, ma nonostante ciò, quando la vide, iniziò un elogio senza fine che si concluse solo quando arrivarono al locale.

"Qui lavora un mio amico" le aveva spiegato, aggirando la fila di persone che attendeva di entrare e dirigendosi verso l'entrata secondaria.

Lì un omone dall'aria burbera si sciolse alla sua vista, accogliendola in un caloroso abbraccio. Probabilmente era qualcosa di più di un amico, almeno per lui.

"Lei è Beth, una mia amica" la presentò all'uomo, premurandosi di accarezzargli il petto.

L'uomo le sorrise in risposta, poi le lasciò entrare nel locale.
La musica era altissima e le luci illuminavano i presenti creando strani giochi di luce con i loro vestiti bianchi.

La gente si stava scatenando ma Beth non aveva voglia. Presero posto a un tavolino, anche se ben presto vennero invitate a ballare.
Clemence si gettò nella folla senza pensarci due volte, Bethsabea declinò elegantemente l'invito.

Non si sentiva in vena di ballare e inoltre la musica troppo alta la infastidiva. A tutto ciò si aggiungeva un leggero fastidio allo stomaco che l'accompagnava da quella mattina e che non portava assolutamente nulla di buono.

"Dai Beth, vieni a ballare" la chiamò Clemence, urlando dall'esterno della pista di ballo e continuando a scatenarsi con il ragazzo che l'aveva invitato.

A Beth quella scena ricordò, seppur in parte, ciò che era successo da Infernos, anche se lei aveva accuratamente evitato di strusciarsi su Alec, almeno all'interno della discoteca.

"Non mi sento molto bene" le urlò di rimando posandosi una mano sulla stomaco, ma dubitò che l'amica l'avesse sentita.

Quando il cameriere le passò davanti con un vassoio pieno di cocktail dall'odore estremamente forte fu colpita da una nausea che le provocò un conato di vomito.

Riuscì a raggiungere il bagno e in men che non si dica stava vomitando anche l'anima su quel water dall'aria non troppo igienica.

"Beth, dove cazzo sei?" la voce di Clemence la raggiunse dall'ingresso dell'abitacolo e con un grugnito scomposto riuscì a farsi identificare.

"Ti porto in ospedale, andiamo" si preoccupò l'amica, e nonostante le proteste di Beth la trascinò alla sua auto.

Era andata nel panico perché Beth non aveva bevuto e l'aveva cercata per una decina di minuti, per cui doveva aver perso molti liquidi. Certo, non era un medico e non poteva fare una diagnosi accurata, ma era certa che non fosse normale vomitare così tanto.

Beth rimase cosciente per tutto il tempo, in attesa che l'anziano dottore che l'aveva fatta stendere sul lettino e le aveva ficcato, con poca eleganza ma molta cura, la flebo nel braccio le portasse notizie sulle sue condizioni.

Erano pochi giorni che si sentiva scombussolata, ma aveva accusato lo stress che gli provocava il lavoro e in generale la sua intera situazione familiare, anche se a quanto pareva si sbagliava.

"Signorina, ma lei sa di essere incinta?" esordì il dottore scostando le tendine in cui era stata avvolta per motivi di privacy.

Ecco, quello era un vero problema.

N.d'A.

Tan tan taaan. Non ve l'aspettavate vero? Sono piena di sorprese! Dunque, cosa ne pensate? Che cosa succederà adesso? Come al solito, sono aperte le scommesse ahahaha
Oramai ci siamo quasi, manca un ultimo capitolo più l'epilogo per completare questa storia, ma ovviamente le sorprese non terminano qui! 🌱

flyerthanwind

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