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Cassandra era decisamente in fissa con i vestitini perché quella mattina, dopo essersi svegliati tutti a ora di pranzo poiché la notte avevano fatto molto tardi, si era messa a rovistare indignitosamente il suo guardaroba alla ricerca di un vestito. E il suo guardaroba era pieno di vestiti. Bianchi, rossi, rosa, neri, colorati, ce n'erano per tutti i gusti, ma lei ne cercava uno in particolare.
Color "panna", come Isabelle aveva tenuto a rettificare quando il suddetto vestito era venuto fuori, lungo fin sopra il ginocchio, con una strana fantasia che a malapena si vedeva, alla vita c'era un cinturino marrone.  Naturalmente Cassie non aveva indossato le calze ma solo un paio di tacchi vertiginosi, però Beth e Isabelle l'avevano costretta a prendere un giubbino. Non faceva freddo come Londra, ma l'aria era comunque decisamente pungente. Nemmeno Isabelle aveva le calze, ma, anche se indossava un vestito lungo, sentiva spesso le folate di vento che le raggelavano le gambe. A Londra non era le era mai capitato di uscire senza coprirsi troppo, eccetto la sera della discoteca, e ricordava benissimo di essersi svegliata abbracciata ad Alec nel suo letto con le coperte addosso e il corpo ghiacciato per tutto il freddo che aveva preso la sera prima. Dal quel momento si era ripromessa che non sarebbe mai più uscita senza almeno le calze, e infatti, nonostante Manchester fosse relativamente più calda di Londra, aveva deciso di indossare un jeans a vita alta e un maglioncino bianco corto che adorava. Gli stivaletti alti che aveva comprato poco prima di partire la tormentavano, ma non poteva fare a meno di adorare come riuscissero a farla sembrare casual ed elegante al tempo stesso, nonostante fosse una contraddizione.
Ma Bethsabea era una contraddizione.

A pranzo Cassie li portò in un ristorante molto carino fuori dal centro della città, attorno al quale sorgevano tutti edifici molto particolari. Uno di quelli era molto più alto degli altri e spiccava particolarmente anche per il suo colore blu elettrico in mezzo a tutto quel grigio. La porta era aperta e si sentiva della musica provenire dall'interno. A Beth sembrò di riconoscere uno dei pezzi che suonava lei da bambina con il piano, ma suppose si fosse sbagliata.
Sorprendendo tutti, Cassandra annunciò che quello era il locale nel quale avrebbe assistito al concerto di lì a poco. Era un sorta di piccola orchestra composta da un pianista, due violoncellisti e due chitarristi che suonavano pezzi di Chopen, Beethoven, Mozart e altri grandissimi della musica, e dunque Beth poteva non essersi sbagliata quando aveva riconosciuto un pezzo.

"Suona una mia amica qui" aveva spiegato Cassandra dopo avergli fatto prendere posto in una della file, "è una dei violoncellisti".

A Beth venne da domandarsi che tipo di amica fosse e se fosse lei il motivo per cui Cassie aveva tentato di mettersi così in mostra lì a Manchester, ma le sembrò una cosa molto indelicata da chiedere, così si fece gli affari propri, ridacchiando tra sé dopo aver notato che anche Seth e Mark stavano facendo delle considerazioni.

Isabelle e Patrick, invece, stavano seduti vicini, un po' in disparte dal cuore della conversazione, e si tenevano teneramente per mano.
Beth pensava che fossero molto carini, ma un po' troppo sdolcinati per i suoi gusti. Infatti lei non sopportava l'idea di baciarsi pubblicamente ogni tre passi e di avere le mani perennemente intrecciate.

Ma a questi le mani non sudano mai?

L'inizio melodioso della sinfonia la riscosse dai suoi pensieri ed iniziò a concentrarsi sul concerto. C'erano due violoncellisti, come aveva detto Cassandra, due donne. Una era sulla quarantina, i capelli rossi tagliati a caschetto, un rossetto scuro sulle labbra e non abbastanza correttore per coprire le rughe che iniziavano a spuntare sul viso.
L'altra, invece, era molto più giovane, forse sulla ventina, ed aveva i capelli neri come le pece, lunghissimi.

Mentre osservava concentrata le proprie dita muoversi sul violino, Beth non poté fare a meno di constatare quanto fosse bella. E brava anche!

Osservò Cassandra che la scrutava concentrata da lontano, forse in cerca di qualche piccolo cambiamento, ma dalla sua espressione soddisfatta sembrava non ce ne fossero stati.

A fine concerto, la biondina si avvicinò alle quinte insieme agli amici ed attese impazientemente che ne uscisse l'amica.

"Lucy!" urlò non appena scorse una lunga giacca nera dietro la tenda.

La ragazza si riscosse all'improvviso e la guardò per un attimo incredula, poi corse da lei. Si strinsero in un abbraccio che ai coinquilini sembrò infinito dato che le osservavano da ogni angolazione leggermente a disagio.

"Che ci fai qui, Cassie?" domandò la moretta alzando lo sguardo e mostrando i suoi fantastici occhi verdi. Erano talmente chiari che sembrava emanassero luce. Beth ne restò affascinata a tal punto da imbambolarsi.

Cassandra spiegò che aveva portato i suoi coinquilini in gita turistica e poi la invitò a casa quella sera per stare un po' insieme.

Beth si stupì che non sapesse nulla del ritorno in città dell'amica ma pensò che ci fossero state delle divergenze tra loro prima che partisse e che lei aveva pensato di risolverle così.

La sera, a casa, c'era decisamente troppa gente per i gusti di Beth. Almeno trenta dei più stretti amici di Cassandra era piombati in casa sua con alcool e tanti pacchetti di sigarette e avevano iniziato a fare festa. Suppose che anche Cassie fosse una festaiola dato che li aveva accolti tutti a braccia aperte, anche se poi si era appartata con Lucy a parlare.

Beth, invece, se ne stava seduta sul divano, un po' in disparte, perché non sopportava l'odore di fumo. I ragazzi le passavano davanti noncuranti continuando a ridere e divertirsi, ma lei era stanca.

Mark stava flirtandando con un gruppo di ragazze mentre Seth, Patrick e Isabelle facevano amicizia.

D'un tratto fu riscossa da un suono e vide un telefono illuminarsi sul tavolo, ma inizialmente non aveva capito fosse il suo. Se ne accorse quando una lucina blu al led iniziò ad accendersi ad intermittenza. Prese il telefono e notò che c'era un messaggio da un numero che non conosceva.

"Non mi dai nemmeno un bacio di saluto e sparisci per un intero week-end? Complimenti, molto maturo per una che vuole conoscerti".

"Io non voglio conoscerti, Alec. E non sono affari tuoi dove passo i week-end" rispose lei senza pensarci troppo. Sapeva che poteva essere solo lui.

"Oh, che carina, non hai il mio numero ma capisci lo stesso chi sono!". Tutto ciò le puzzava molto di presa in giro.

"Come hai fatto ad avere il mio numero?".

"Cassandra" rispose solamente lui, e lei staccò il telefono e si alzò dal divano. Avrebbe soffocato Cassandra a mani nude non appena fosse riapparsa in mezzo a tutta quella gente, intanto era andata a prendere qualcosa da bere. Sapeva che effetto le faceva l'alcool così prese solo un shot di vodka alla pesca e capì che la vodka non faceva per lei. Le bruciava esageratamente la gola e aveva assunto una faccia che avrebbe fatto ridere anche una delle guardie della regina Elisabetta.

"Credo che la vodka non faccia per te" ironizzò qualcuno accanto a lei. Era un ragazzo molto alto, moro, con gli occhi scuri. Sembrava un tipo palestrato e molto sicuro di sé, e aveva un bellissimo sorriso.

"L'ho appurato da sola" rispose lei fredda allontanandosi e tornando a sedersi. Sperava che il ragazzo si fosse allontanato, ma solo quando si fu sistemata sul divano notò che l'aveva seguita e si era seduto accanto a lei.

"Te ne vai senza dirmi come ti chiami?" domandò sfoggiando uno dei sorrisi che probabilmente utilizzava per provarci con le ragazze.

"Esattamente" rispose lei fredda guardando dritta di fronte a sé.

"Io sono Alex" disse porgendole la mano.

Beth ragionò un po'. Alex probabilmente era il diminutivo di Alexander, che era il nome completo di Alec, che era a Londra e anche da lì riusciva a tormentarla.

Si alzò dal divano senza molte spiegazioni e si allontanò il più in fretta possibile dal ragazzo. Egli, ancora seduto, tentava di capire cosa avesse fatto di sbagliato, perché lei era la prima ragazza con cui parlava e di cui non conosceva il nome dopo le prime tre parole di conversazione, e probabilmente sarebbe stata anche l'unica e sola, ma Beth al momento aveva un problema con gli Alexander.

N.d'A.
Eccoci qui, non so voi ma io fare uma statua a quella santa di Cassandra 😂 E che dire di Beth... Alec è sempre nei suoi pensieri 💘
Ci vediamo presto con il nuovo capitolo, intanto commentate e lasciate una stellina, e ricordate che mi trovate su Instagram come @flyerthanwind_
Saluti e baci ad un metro di distanza 😉
flyerthanwind

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