1. Auguri

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Dazai

Quando mi sono svegliato questa mattina non c'era una torta con le candeline ad attendermi. Niente regali da spacchettare. La valigia che conteneva ciò che è rimasto di me era davanti alla porta d'ingresso. La Signorina Margherita gioca con un ciuffo di capelli ribelli che fugge dalla treccia. È sempre stata cortese ma non ho percepito un solo grammo di affetto in quel sorriso. Ha compiuto diligentemente il lavoro che le è stato affidato: controllare i miei progressi dopo la dimissione dall'ospedale. Dopo il mio goffo tentativo di tagliarmi le vene con una lametta.

Sorride impacciata «Auguri»

Non rispondo. Auguri per cosa? Da oggi sono maggiorenne per lo Stato Italiano, le stesse leggi che hanno deciso di affidarmi a questa casa famiglia dopo la morte dei miei genitori ora non mi tutelano più. Sono maggiorenne, non ho ancora terminato le superiori ma che gliene frega. A quei vecchiacci seduti sulle comode poltrone del comando importa solamente dei bambini. 

Noi ora non siamo più nulla.

Non sono abbastanza grande per trovarmi un lavoro e neppure per affittare un appartamento.

Il mondo fuori da quella porta mi spaventa. Non mi vuole.

Perché non mi hanno lasciato morire?

Chuuya

«Addio stronzi!» sbatto la porta di questo posto di merda dove sono stato rinchiuso per ben due anni. Teste di cazzo assurdi. Pensavano davvero che stare seduti a confessare le proprie seghe mentali potesse essermi utile?

Utile un cazzo. Tutte le loro finte parole "Chuuya caro, devi parlare del dolore che ti porti dentro altrimenti questa rabbia ti distruggerà" non sono servite a donarmi un tetto sopra la testa. Non sarà la rabbia a farmi fuori ma questo governo marcio che mi sbatte nuovamente per strada. Cosa che credete che possa fare un ragazzino da solo? Siete seri?

Gli adulti sono fatti di parole vuote.

Purtroppo solo scendendo l'ultimo gradino noto la volante della polizia ferma sul marciapiede e quel coglione di Kunikida che mi sorride. 

«Bene bene oggi la viperetta compie gli anni»

«Fottiti stronzo» gli regalo un bel medio «Sei qui a gioire del mio sfratto?»

Ride divertito «No cretino, sali in macchina. Ho trovato un posto dove potrai stare»

Cosa?

«Non credere che lo stia facendo per te» continua lui «Inizio ad andare in là con gli anni, faccio sempre più fatica a correrti dietro. Se riesco a tenerti lontano dalle gang ci guadagno anch'io»

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