15.Buonanotte

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Dazai

Non riesco a dormire. Mi giro e rigiro nel letto sperando che quest'ansia crescente mi abbandoni,  un peso al petto non mi permette di respirare bene. La cosa strana è che non desidero tagliarmi. Ad essere sincero ci ho pensato una paio di volte, quando non riesco a dare un senso al groviglio di emozioni l'unica soluzione è quella. Lo è sempre stato. Eppure questa volta è diverso. Francis in qualche modo mi ha scosso, e Aki che già ha trovato la sua strada... lei è in una situazione simile alla nostra, ci stiamo diplomando nello stesso periodo eppure sembra così lontana. Irraggiungibile. Su un altro livello. 

Ho detto nostra.

Perché l'ho fatto? Il desiderio della lama è sopito mentre un altro molto forte sta battendo contro la cassa toracica. Non riesco a dormire perché desidero parlare con Chuuya di quanto accaduto oggi.

Ho paura.

Dopo la morte dei mie genitori non sono più dipeso da nessuno. Non c'è stata una sola volta in cui abbia desiderato condividere i miei pensieri con qualcuno. Ho fatto terapia come consigliato dai dottori ma non vivevo quegli incontri con piacere. Ora...

Mi metto seduto sul letto, al buio. Cerco di fare dei respiri regolari per calmarmi.

Ho bisogno di parlare con Chuuya.

Ho paura di dipendere nuovamente da qualcuno.

Se mi affeziono a lui e poi se ne va cosa resterà di me? Non posso sopravvivere ad un altro abbandono. Non posso.

Sento le chiavi girare nella toppa. Mi volto verso il rumore col cuore che martella nel petto, mi sento come un cerbiatto stanato dal cacciatore.


Chuuya

«Cristo santo!» esclamo appena la luce illumina il viso pallido di Dazai. Il cuore mi martella nel petto per lo spavento «che cavolo ci fai seduto al buio» le sue pupille sono dilatate, sembra davvero un cerbiatto stanato dal cacciatore. Cosa cazzo è  successo? Gli hanno fatto del male? 

«Scusa non volevo spaventarti» la voce è un sussurro, le dita non smettono di torturare la stoffa del pigiama.

Mi lascio cadere seduto sul mio letto proprio davanti a lui. Ha lo sguardo perso nel vuoto, non è ai livelli di quando è arrivato qui ma sembra improvvisamente regredito e non mi piace. Adoro i suoi progressi, la voce squillante e i timidi sorrisi.

«Vuoi dirmi cosa è successo?» le parole mi escono senza volerlo, oppure lo voglio? Da quando mi importa di qualcuno?

«Francis» 

Sentirlo pronunciare quel nome mi da un brivido, cosa ha fatto quello stronzo? Avevo annusato qualcosa di strano in lui.

Fa un enorme respiro, sembra che stia raccogliendo ogni briciola di coraggio che ha in corpo per parlare «oggi ha raccontato del suo lavoro, dei suoi studi, del fatto che andrà a convivere con Edgar e poi anche Aki se ne andrà. Cioè lei ha la nostra età, si sta diplomando adesso e ha già trovato casa e io ... io non so come dovrei sentirmi... non so come mi sento... è tutto confuso»

Quel fiume di parole mi travolge e fanculo capisco ogni singola emozione che contengono. Fanculo! Fanculo! Fanculo! Continuo a ripetere nella mia testa mentre mi alzo e inspiegabilmente stringo Bambi in un abbraccio. Lui si congela. Io mi congelo.

Cosa ho appena fatto? 

Un rantolo sulla mia spalla. Non credo stia piangendo perché riconosco in quel verso il suono dell'incastro perfetto, quando il pezzo del puzzle che tenevi tra le dita trova lo spazio adatto nel disegno. Ho la sensazione che l'emozione che non sapeva spiegare improvvisamente abbia trovato una definizione. Anzi lo so con certezza, perché è così anche per me. Sento le sue spalle rilassarsi, un tenue calore mi scalda il petto.

«Francis non mi piace» gli dico «cerca di stargli lontano. Ok?»

«Ok» risponde lieve.

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