18.Cambiamenti

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Dazai

Sento bussare, alzo la testa dal libro preparatorio per il concorso che mi ha lasciato il prof...Marco... non è più il mio prof.

«Avanti»

Una piccola testolina blu fa capolino dalla porta  «Ciao Osamu» entra silenziosamente e la chiude dietro di sé, tra le mani stringe un sacchetto della spesa che nasconde appena una tela «sto per andare via»

Mi alzo di scatto e le sono davanti «traslochi oggi?» la mia voce suona stridula.

Lei alza due occhioni pieni di stelle su di me  «ora» arrossisce un po' «volevo salutarti e darti questo» allunga il quadro con le braccia tese.

Solo qualche giorno prima la notizia della sua partenza mi aveva destabilizzato, credevo che non sarei mai riuscito a crearmi un futuro, invece adesso sento nel cuore un calore inaspettato. Sorrido, felice per lei, felice per davvero senza alcuna remora o invidia.

Prendo dalle sue mani il sacchetto, ne estraggo il dipinto e rimango senza parole.

Aki ride «la tua espressione meravigliata è da riportare su tela»

«Ma questo è il dipinto del tuo esame!» guardo la figura che nuota verso la luce e finalmente in lei riconosco me stesso. 

«Te lo regalo»

«Cosa? No è troppo bello, importante ...» le parole mi muoiono in gola nel vedere il suo sorriso.

«Un dipinto acquista valore solo agli occhi di chi lo apprezza e credo che tu sia l'unico che possa comprendere pienamente quello che ho voluto rappresentare» i suoi occhi sono lucidi.

Sento una lacrima scendermi lungo la guancia. Appoggio delicatamente il quadro sul letto e l'avvolgo in un abbraccio.

«Grazie» sussurro con voce roca «grazie di tutto»

«Non ho fatto nulla per cui valga la pena ringraziarmi»

«Il tuo nulla per me è stato importante»


Chuuya

Anche questo colloquio è andato male, ne sono certo. L'appartamento che ho visto questa mattina, un buco senza luce, costava troppo per quel poco che prendo inoltre dovevo dare una caparra che non ho e avere un garante. Insomma una giornata di merda dove ho trottato per tutta la città senza ottenere nulla in cambio, ora ho circa dieci minuti di riposo prima di dovermi preparare per andare a lavorare.

Sono frustato, il tempo passa e l'ansia di rimanere senza un tetto sopra la testa inizia a trapanarmi lo stomaco notte e giorno.

Salgo le scale diretto alla camera e vedo Aki uscire, ha gli occhi lucidi e le guance arrossate. Una strana sensazione si annida nel mio cuore ma non so darvi un nome. Lo stomaco inizia a bruciare.

«Ciao» mi paro davanti, non mi aveva notato e sobbalza. "Cosa cazzo facevi in camera con Bambi?" le vorrei chiedere e invece mi esce un «tutto bene?»

Lei sorride, sorride sempre cazzo! Ma dove lo prende tutto questo ottimismo, questa serenità, dove cazzo l'ha trovata? La vendono al supermercato? Perché nessuno ci dice come si fa ad acquistarla?

«Ho appena salutato Osamu»

Osamu, il fastidio aumenta. Perché?

«Sto andando via»

«Cosa?» la domanda esce dalle mie labbra prima che abbia il tempo di elaborare un vero pensiero. Dunque trasloca già, per lei l'incubo è finito. Ha un futuro. Un luogo tutto suo.

«Si, e sinceramente speravo di incontrarti. Volevo dirti di non lasciare mai solo Osamu, l'unico motivo per cui Lucy non l'ha divorato sei tu. Se non ci fossi stato probabilmente avrebbe fatto la fine di Noemi»

«Non capisco cosa vuoi dire» divorato? Noemi? Sembrano parole senza senso.

«Se non hai ancora capito che genere di persona sia significa che sei riuscito a tenerti abbastanza lontano, continua così. E tieniti accanto Osamu. Ciao stammi bene» mi saluta sorpassandomi e scendendo le scale.

Non ho assolutamente capito cosa volesse dirmi, che fosse un avvertimento? Che la bionda avesse qualche rotella fuori posto si capiva anche senza il suo intervento, ma Bambi che c'entra in tutto ciò? Lei non l'ha nemmeno mai guardato.

Entro in camera ancora assorto e vedo Bambi seduto sul letto che fissa un quadro che tiene tra le mani, ha gli occhi rossi da pianto. Il bruciore allo stomaco ora risale su lungo la trachea. La scrivania è piena di fogli, sta studiando per il concorso.

Alza i suoi occhi brillanti su di me e mi sorride felice «bentornato»

Rimango attonito a fissarlo, la luce entra dalla finestra e lo circonda rendendolo luminoso, sembra quasi provenga da lui.

Anche Bambi presto se ne andrà, ha un futuro radioso davanti.

Che ne sarà di me?

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