Capitolo 12

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Lo spettacolo dimostrativo - parte seconda


Era tutto pronto e Ayumi, seduta in un padiglione per gli attori, era concentrata e immobile come una statua.

Mi sono sempre domandata, Maya, come tu riesca a calarti così profondamente nel personaggio... qual è il momento in cui questo accade? Quando ti metti la maschera che ti cambia completamente e ti permette di vivere la vita di qualcun altro? Nel momento in cui sali sul palco? In attesa dietro le quinte? Alla prima battuta? Quando ho impersonato Oligerd è stata la prima volta in cui mi sono calata completamente nel personaggio e sono rimasta sconvolta quando tu mi dicesti che ti accadeva ogni volta... Ma io sono un'attrice, Maya, io interpreto, non mi trasformo nel personaggio. Ho creato la mia Akoya, una donna con dentro uno spirito divino con le sue fragilità, debolezze, ma anche forza e coraggio. E un amore inscindibile, che va oltre la morte, che sono riuscita a trasmettere anche al grande Akame, il mio Isshin, e lui a me. Diventare Akoya non mi interessa, il mio lavoro è dare vita a lei, non darle la mia vita, anche se solo per un po'... È vero, sei stata capace di trasmettermi la tua Akoya nonostante la mia cecità, usciva dal palco ed entrava nei cuori tanto che anche io sono stata capace di sentire il tuo amore per Isshin e il tuo dolore per l'inettitudine degli uomini e la mancanza di rispetto che hanno per la vita e la natura... ma questo non significa che io non sia capace di fare altrettanto! E ora guarda la mia Akoya, Maya!

Venne chiamata l'entrata in scena. Ayumi chiuse gli occhi e quando li riaprì Akoya era dentro di lei, che lo volesse o meno.

Masumi era in piedi nell'area adibita al buffet, fissava il padiglione che ospitava il gruppo di Ayumi Himekawa. La signorina Mizuki, perfetta nel suo abito da pomeriggio, era alle sue spalle e poteva avvertire la sua presenza rassicurante e discreta. Gli aveva già riferito che Maya non ne aveva voluto sentire di andare all'ospedale, che voleva vedere lo spettacolo, ma aveva acconsentito a farsi medicare sommariamente.

Ah Maya, cosa devo fare con te...?

Individuò il fotografo francese Hamil appoggiato ad uno dei tubolari del padiglione. Si guardarono per un momento, non l'aveva più risentito dalla loro telefonata, poi lui venne distratto da qualcosa che catturò la sua attenzione. Sollevò la macchina e scattò una serie di foto.

Quando venne chiamata l'entrata in scena per il nuovo spettacolo, il pubblico si diresse verso la platea sedendosi compostamente. La giuria e la signora Tsukikage erano in un posto riservato al centro. Maya avrebbe voluto parlare con lei, la tensione di attendere il verdetto la stava logorando. Quando uscì dal padiglione vide immediatamente la signorina Mizuki. Gli antidolorifici stavano facendo effetto e riusciva a camminare diritta. La prova l'aveva completamente svuotata, impersonare la Dea Scarlatta aveva risucchiato tutte le sue energie.

- Vieni, Maya, andiamo a sederci, lo spettacolo sta per iniziare - la segretaria le mise un braccio intorno alle spalle e la diresse gentilmente verso la platea. C'era tanta gente in piedi, ma lei si affidò completamente a Mizuki.

Come sarà la Dea Scarlatta di Ayumi? Lei sarà capace di mostrare una vera dea, non come la mia, così terrena e familiare...

Si sedette persa nei suoi pensieri e si rese conto che Mizuki non era più con lei. Si girò a destra e notò che accanto a lei c'era un anziano signore che non dette segno di averla riconosciuta, ma quando si voltò a sinistra incontrò gli occhi azzurri e penetranti di Masumi nello stesso istante in cui anche lui si girava, certo di vedere Mizuki.

- Maya... - sussurrò con occhi spalancati chiamandola per nome.

- Sa-Salve signor Hayami... - balbettò lei riuscendo a mantenere il distacco anche se usò quel cognome con cui l'aveva chiamato per anni. Maya cercò la signorina Mizuki che doveva averle ceduto il suo posto. Lo sguardo di lui si addolcì e se qualcuno l'avesse osservato in quel momento avrebbe compreso ogni cosa.

- Complimenti per la sua Dea Scarlatta, è stata davvero autentica - le sorrise nello stesso identico modo in cui lo aveva fatto per la ragazza lupo nel foyer.

- Sono... Sono felice che le sia piaciuta - il suo volto si illuminò in un sorriso caldo anche se il cuore le batteva all'impazzata.

- Il suo intenso amore per Isshin ha conquistato completamente la platea e l'accettazione del sacrificio nella scena finale verrà celebrata per mesi dai giornali - Masumi tornò a guardare il binario dove stava per iniziare il secondo spettacolo dimostrativo.

- Qualcuno mi disse di rendere reale una dea nel mondo di oggi e l'unico modo che avevo per farlo era portare la purezza dell'amore dalla realtà alla scena... e ho potuto farlo solo perché ho compreso cosa significhi avere un'anima gemella - gli confessò Maya con la voce lievemente tremante e le mani in grembo strette a pugno.

- Se la trovassi, l'anima gemella, sono convinto che mi renderei conto di quanto prima sia stato veramente solo - mormorò Masumi continuando a guardare davanti a sé - Deduco che tutto questo si debba al suo ammiratore - e si voltò a guardarla con un'espressione enigmatica che Maya non decifrò.

- Senza di lui non avrei mai potuto essere seduta qui accanto a lei con la Dea Scarlatta che infiamma ancora le mie vene... - gli confessò abbassando lo sguardo e arrossendo. Lui rise.

- Beh, ragazzina, alla fine mi ha battuto in ogni campo, e non so se ringraziare o meno questo ammiratore che le regala le rose... - alcuni intorno a loro si voltarono incuriositi e Maya ebbe l'improvviso istinto di rispondergli per le rime udendo quel "ragazzina" che l'aveva irritata per anni. Invece incassò la testa fra le spalle per la vergogna.

- Dovrebbe, è la persona migliore che io abbia mai conosciuto, lo amo profondamente e niente di ciò che lei potrà mai fare o dire minerà ciò che provo per lui - Maya espresse ogni parola aiutandosi con lo stesso sistema che usava sul palco. La voce non tremò, il corpo rimase rilassato, lo sguardo limpido e diretto. Masumi la fissò incapace di rispondere, l'unica cosa che avrebbe voluto fare era stringerla fra le braccia.

Gli attori comparvero nelle prime scene e Maya voltò lo sguardo dedicandogli completa attenzione. L'apparizione di Ayumi come dea all'inizio del primo atto la sconvolse più di quanto avrebbe voluto ammettere. Ciò che aveva visto della sua rivale nella valle dei susini si era affinato dando vita ad una vera dea. Ci fu un brusio generale quando la sua voce pura e limpida invase l'aria e si interrogò su ciò che stava accadendo sulla Terra, sul fatto che gli uomini si stessero uccidendo a vicenda.

- Chi mi sta chiamando? Proprio loro non si rendono conto che è il cuore degli dei di cielo e terra a far muovere e ad aver cura della loro vita... Il destino del mondo deve essere deciso dagli uomini! Se la gente non si accorge dei suoi errori... ordino ai draghi di tuonare in cielo e di spaccare la terra allagando i campi! - Ayumi si mosse sinuosa, sembrava addirittura non toccare terra, come se fluttuasse realmente.

- Qualcosa di strano mi sta attraversando... Cosa sarà? Fa caldo... è incredibile! Ma non è solo questo, è anche temibile ma soavemente penoso... provo gioia ma nel contempo una profonda tristezza che mi strappa il cuore! Cosa sono questi sentimenti mai provati finora? Sento che mi sta accadendo qualcosa! È pericoloso! Non bisogna avvicinarsi! Ma è talmente dolce da non poter resistere... Come si trasformerà il mio corpo in quel momento? Salirà al cielo come una spirale oppure verrà inghiottito dalla terra? Non capisco! -

In questa scena Ayumi aveva un'espressione completamente diversa da quella di Maya, era quasi impaurita e si era rannicchiata su se stessa perdendo la regalità divina con cui aveva incantato il pubblico.

- È meravigliosa... - sussurrò Maya - Una dea vera e propria... -

Si passò una mano sul fianco avvertendo una fitta dolorosa.

Io non mi muovevo affatto in quel modo... sembra volare e fluttuare, come se fosse discesa dal cielo realmente...

Masumi sentì il suo lamento sommesso e si voltò a guardarla. Era completamente affascinata dallo spettacolo, stava seduta in avanti e le ricordò il momento in cui Maya aveva visto la signora Tsukikage interpretare la Dea nella valle dei susini.

Lo spettacolo proseguì, gli attori riuscirono perfettamente a far dimenticare l'ambiente scarno e industriale dello Shuttle X e a sostituirlo con la valle e il medioevo giapponese. Maya muoveva le labbra ripetendo ogni battuta, protesa in avanti, rapita e ammaliata dallo spettacolo. Una lacrima scese quando venne raccontata la storia di Isshin e strinse lo sguardo quando apparve il generale Terufusa.

E ora Ayumi vediamo quanto è reale il tuo amore per Isshin e vediamo il grande Akame cosa è in grado di fare... riuscirete a battere due ragazzini e la loro storia d'amore?

Masumi osservò Maya farsi lentamente indietro e appoggiarsi allo schienale della sedia, gli occhi spalancati, la bocca socchiusa, il respiro accelerato.

Rivive ogni cosa... è di nuovo lì sul palco con il suo Isshin...

Akoya e Isshin intonarono le battute dell'innamoramento rapendo pubblico e giuria. Ayumi era fresca, quasi civettuola e ardita nelle risposte a Isshin mentre lui dimostrava tutta la paura di poterla perdere con una parola sbagliata. Akame incarnò il perfetto Isshin, come doveva essere a quell'epoca e Maya temette per Sakurakoji.

- Non esistono età, aspetto, rango, quando si incontrano queste due anime si attraggono vicendevolmente cercando l'altra metà di se stesse, ansiose di trovare l'unità implorano pazzamente l'altra. Questo significa innamorarsi... - Ayumi afferrò le mani di Akame e Maya allungò di scatto la mano sinistra e afferrò quella di Masumi lasciandolo di stucco. La tirò verso di sé trattenendola anche con l'altra mano. Ripeteva le battute sommessamente stringendo la mano grande fra le sue. Masumi si guardò intorno, ma tutti erano conquistati dallo spettacolo così si rilassò e lasciò che gliela stringesse in quel modo possessivo.

- Innamorarsi è implorare pazzamente l'anima di un'altra persona. Nemmeno io ci posso credere veramente. Una così straordinaria sensazione l'ho provata ora per la prima volta - Ayumi era raggiante, appassionata e follemente innamorata di Isshin, molto più di quanto non lo avesse dimostrato Maya con la sua spontaneità.

- Solo se ti penso mi sento inebriata. Solo se sento la tua voce mi emoziono. Lo sai quanto sono felice quando ti tocco - Ayumi appoggiò entrambe le mani aperte sul torace di Isshin che sussultò al tocco ardito.

Anche Maya sussultò, non aveva pensato di toccare Sakurakoji in quel modo, lei l'aveva visto più come un tocco spirituale che fisico, per questo aveva scelto i polpastrelli, solo per indicare la connessione. Presa dalla recitazione di Ayumi, separò le dita della mano sinistra e le incrociò a quelle di Masumi che cercò di mantenere una posizione diritta sulla sedia.

Maya... non ti rendi neppure conto di quello che fai... e io... io vorrei solo portarti via da qui...

Sorrise e chiuse le dita sulle sue in quel contatto nascosto e intimo.

- Cosa sono nome e passato rispetto al poter vivere con me ora che mi hai incontrato? Questo può bastarci. Abbandona, te ne prego, il tuo passato... diventa solo mio, della tua Akoya! - Ayumi lo implorò, cercando di convincerlo.

Maya strinse la presa e si voltò verso Masumi, un'unica lacrima scese lungo la guancia.

- È meravigliosa, sento vibrare l'amore che li lega... - sussurrò terrorizzata. Poi si voltò di nuovo tornando a guardarli e lui non ebbe tempo neanche per replicare. Ayumi era bravissima ed era innegabile che ci fosse una differenza fra loro...

- Tu sei l'altra parte di me. Io sono l'altra parte di te - confessò Ayumi inginocchiandosi e abbracciando le gambe del suo Isshin.

Ayumi! Quanta passione!

- Io sono te. Tu sei me - rispose Akame cadendo a terra in ginocchio - Ti penso con tenerezza. Non sapevo che ci fosse tanto ardore dentro di me! Amore mio eravamo stati separati ma ora torniamo a essere uno! -

Masumi vide chiaramente lo sguardo di Maya farsi vacuo, come se fosse perduta in ricordi lontani oppure avvinta talmente alla recitazione da aver riaccolto la dea dentro di sé.

Akame sollevò il volto della sua Akoya e la baciò dolcemente.

La sua Akoya è passionale e combattiva...

- Io ti amo - gli confessò - Finora nessuno mi ha trattato come una ragazza normale, sei la prima persona... Quando ho incontrato te sono riuscita finalmente a sentirmi una ragazza come le altre... - Isshin l'abbracciò stretta facendo comprendere l'angoscia e l'amore che lo tenevano legato a lei.

Incredibili i due modi di rappresentare questo innamoramento... Mi dispiace per la Himekawa, ma quello di Maya era più convincente, più autentico!

E fu chiaro che Ayumi eccelleva nella rappresentazione divina della dea quando qualche scena dopo cercò di spiegare agli abitanti del villaggio come catturare i tre ladri camuffati da artisti di strada. I suoi movimenti, la sua voce, il suo aspetto, era una dea in tutto e per tutto.

La sua dea è meravigliosa, non posso competere, non posso competere!

Masumi sentì Maya tremare perfino attraverso la mano. Gliela strinse, lei si voltò e Masumi lesse nel suo sguardo la certezza di aver perduto il confronto.

L'atto arrivò alla sua conclusione. Il pubblico iniziò ad alzarsi per raggiungere il buffet. Maya fissava ancora ad occhi spalancati il centro del palco naturale.

- Hai intenzione di rovinarti la carriera da subito? - sentì Masumi sussurrarle all'orecchio. Maya si voltò sbattendo le palpebre e arrossendo, poi lui sollevò un sopracciglio indicando le mani unite che lei non aveva lasciato andare anche se lui aveva provato a districarle. Arrossì ancora di più e lo lasciò andare immediatamente.

- Scusi... mi-mi scusi io non mi ero resa conto - balbettò insicura, la pelle che ardeva come avesse un fuoco sotto.

Masumi rise e alcuni si voltarono a fissarli. Si alzò sistemandosi la giacca e senza aggiungere altro la lasciò da sola raggiungendo il padiglione. Maya restò a bocca aperta qualche attimo, poi si guardò intorno. C'era seduta una sola persona che si voltò a guardarla: era la signora Tsukikage. Maya tremò e, incapace di sostenere il suo sguardo enigmatico, lo distolse e fissò le mani in grembo.

Avrei dovuto sapere che Ayumi avrebbe saputo rendere perfetta la Dea Scarlatta. Io sono approssimativa, ho poca esperienza... perché la signora ha voluto farmi confrontare con lei? Sapeva già che avrei perduto la sfida, perché mi ha fatto partecipare a questo scontro?

Si portò le mani al volto e pianse sommessamente senza accorgersi che le persone stavano tornando a sedere e stava per iniziare il secondo atto.

- Non è da lei abbattersi così, lo spettacolo non è ancora finito e la giuria non si è pronunciata - la voce fredda di Masumi la riportò alla realtà. Si asciugò le lacrime e tornò a guardare il palco naturale.

- Potrebbero anche finire qui per me... ho già visto quello che dovevo... - mormorò Maya demoralizzata.

- Non crede che dovrebbe lasciare ai giudici il loro compito e lei occuparsi di fare l'attrice? - si voltò a guardarla freddamente e le ricordò quando in passato aveva usato quella maschera per spronarla. Sorrise e annuì.

- Ma come, non ha niente da dire? - la incalzò Masumi stupito.

Maya scosse la testa gentilmente - Non questa volta... - gli rispose serena.

Come ho fatto in passato a non accorgermi di quello che faceva? Quando mi chiamava ragazzina aveva proprio ragione...

Continuò a guardarlo e a sorridergli e lui si sentì a disagio sotto quello sguardo così felice.

Cosa vedi, Maya, quando mi guardi così?

Gli attori presero il loro posto e lo spettacolo ricominciò.

La scena in cui Isshin inizia a ritrovare la memoria dopo aver compreso che Akoya è la Dea Scarlatta ebbe un impatto molto forte sul pubblico. Akame riuscì a rendere perfettamente l'agonia dello scultore e la sua indecisione, e la perdita della divinità da parte di Akoya ormai perdutamente innamorata di un uomo mortale venne interpretata magistralmente da Ayumi che sembrò all'improvviso goffa e impacciata, come se la leggiadria con cui si era mossa le venisse dagli elementi e dalla natura, dal suo essere dea.

Maya rimase per tutto il tempo pietrificata sulla sedia e Masumi le lanciò qualche occhiata ogni tanto per assicurarsi che respirasse ancora...

Mi piacerebbe farti vedere il tuo volto in questi momenti, quando la recitazione ti avvince così tanto da farti dimenticare tutto quello che c'è intorno a te...

Anche l'incarcerazione di Isshin da parte del Generale venne interpretata da Akame in modo completamente diverso. Ayumi recitò magistralmente il suo deperimento in assenza della sua anima gemella e quando il Generale andò a trovarla, il loro dialogo scosse le menti e ravvivò i cuori nel momento in cui Akoya riacquistò la sua divinità e perfino Terufusa, sull'onda della passione sprigionata dalla spiegazione di Akoya, eccellé nell'interpretazione comprendendo che uccidersi a vicenda non era la strada giusta.

- Ha convinto anche me... anche me... - mormorò Maya con gli occhi sbarrati di fronte a tanta perfezione recitativa.

Masumi si voltò a guardarla nella sua immobilità.

Cosa faresti se ti dicessi che Ayumi non ci vede e che la signora Tsukikage lo sa? Ti demoralizzeresti senza renderti conto che la differenza fra voi è abissale e non lo penso perché sono coinvolto, sei un vero talento, Maya... la signora ne è consapevole... e la tua Dea Scarlatta è stata davvero superba!

Quando Ayumi attraversò il campo di guerra sembrò un angelo vendicatore tale era l'ira che emanava.

- Presuntuose e stupide anime addormentate! Non udite la voce del cielo? Non udite la voce della terra? Ci sono dei nel cielo e dei sulla terra. Unendosi fra di loro generano un essere umano. Gli uomini aspirano all'anima divina e per questo essa dimora in loro. Svegliatevi! Svegliatevi! Siate coscienti della vostra vera natura. Siatene coscienti! Siate coscienti di essere vivi! Ascoltate il racconto della terra. Il vento è il mio cuore. Il fuoco la mia forza. L'acqua è la mia vita. La terra è il mio amore. Prendetene atto, scoprite di essere stati trattati con teneramente. Pensate... Pensate al pianto del cielo e a quello della terra come fosse quello delle vostre madri. Svegliatevi! Rendetevene conto! -

Maya strinse gli occhi di fronte a quella divinità arrabbiata che cercava invano di attirare l'attenzione degli uomini e fece per alzarsi, ma come era avvenuto tempo prima in un altro teatro e in altra occasione, sentì la sua mano serrata in quella di Masumi.

- Si sieda - le intimò fissandola freddamente - Andare via non cancellerà l'esito dello spettacolo - tenne ferma la mano piccola nella sua condividendo lo stesso ricordo che aveva assalito Maya.

- Mi lasci! - sibilò strattonandolo - La prego... - lo supplicò quando vide che non la lasciava.

- Si sieda - le ripeté tornando a guardare lo spettacolo - Cosa direbbe la signora Tsukikage? -

Maya si bloccò e si lasciò andare sulla sedia riportando lo sguardo sul palco nell'istante in cui la bellissima Akoya entrò nella zona proibita con gli altri abitanti del villaggio. Sentì la stretta di Masumi farsi più delicata quando lei si mise tranquilla, ma non fece niente per lasciare la sua presa, in quel momento era l'unica cosa che le permetteva di non fuggire.

Isshin apprese dalla nonna di Akoya cosa lei realmente fosse comprendendo ciò che lo aspettava se avesse voluto intagliare la statua della dea dal tronco del susino per portare la pace. Gli spiriti cercarono di fermare Isshin e durante le colluttazioni ricevette una ferita reale e sulla guancia destra comparve un taglio profondo. Akame approfittò alla perfezione di quell'imprevisto rendendo la scena più drammatica.

Akoya, rigenerata dal susino, affrontò Isshin nella scena finale.

- Io e il vento siamo la stessa cosa. Io e il fuoco siamo la stessa cosa. Io e l'acqua siamo la stessa cosa. Io e la terra siamo la stessa cosa. Gli esseri che volano, strisciano, nuotano, corrono nei campi. Io sono uguale a voi! Montagne, cielo, mare. Sono i miei fratelli! Io sono uguale a voi! Io e l'universo siamo la stessa cosa. Io e tutta la natura siamo la stessa cosa! Chi sono io? Sono un essere che unisce il cielo e la terra! -

E infine il momento del sacrificio della dea, dell'unione delle due anime nello scultore che con la statua avrebbe riportato la pace e trasmesso quell'amore infinito a tutte le persone che avrebbe incontrato nel suo vagabondare.

Brava Ayumi, ma l'immobilità di Maya è stata più convincente! Maya sei troppo coinvolta per renderti conto delle differenze...

Quando l'imperatore con le sue ultime battute a chiusura dell'opera uscì di scena, si levò un lungo applauso che crebbe d'intensità. Maya si guardò intorno stralunata. Erano tutti in piedi e l'ovazione chiamò gli attori alla ribalta.

Si alzò è applaudì insieme a tutti gli altri, convinta e atterrita dal risultato che avrebbe potuto ottenere. Vide la giuria ritirarsi e il pubblico raggiungere il padiglione del buffet e sentì un fitta dolorosa che le attraversò il fianco.

- Maya - udì il suo nome e si voltò sulla destra vedendo Sakurakoji, ma lui stava già fissando Masumi che ricambiò freddamente. Passò lo sguardo da uno all'altro imbarazzata, poi l'uomo che amava si girò dando le spalle ad entrambi e senza una parola raggiunse Mizuki che lo attendeva nella parte più esterna delle sedute.

- Sakurakoji... - lui le tese la mano e lei la prese per non cadere.

Non è come quando stringo la sua... il mio cuore non batte adesso, le mie dita non tremano e i miei occhi non cercano i suoi...

- Andiamo, gli altri ci aspettano - Yu la guidò e Maya si lasciò trascinare.

- Quando sapremo il responso della giuria? - domandò debolmente.

- Sono convinto che non dovremo aspettare molto - le sorrise in modo gentile continuando a trascinarla.

Quando raggiunsero il padiglione vennero circondati dai giornalisti presenti all'evento che cominciarono a tempestarli di domande, la più frequente riguardava la storia d'amore, se la condividevano anche nella realtà.

Maya arrossì, ma Sakurakoji rispose con fermezza al suo posto.

- Sono spiacente di deludervi, ma siamo solo due professionisti che si sono cimentati in una storia molto complessa - e sorrise a tutti i giornalisti che passarono ad altre domande coinvolgendo anche Kuronuma e gli altri attori.

Dopo quello che le sembrò un tempo interminabile, anche il gruppo di Onodera uscì dal padiglione e i giornalisti si gettarono su di loro lasciandoli finalmente in pace. Maya scambiò un breve sguardo con Ayumi che si interruppe appena un giornalista le fece la prima domanda. Spaziò in mezzo alla folla e quando trovò gli occhi azzurri che le interessavano scoprì che la stavano già fissando. Arrossì, avrebbe voluto raggiungerlo, ma ogni cosa nel suo volto, nella sua postura, le indicarono che non era una buona idea. Si trovò incredibilmente a rimpiangere le volte in cui lo incontrava alla fine degli spettacoli e immancabilmente lui la irritava...

Maya, avrai tutto ciò che ti è stato negato fino ad oggi e non dovrai più chiedere niente a nessuno...

- Come pensa andrà a finire? - gli domandò Mizuki seguendo il suo sguardo che terminava sulla schiena della ragazza che amava, intenta a chiacchierare col regista Kuronuma.

- Non lo so... - mormorò Masumi accendendosi una sigaretta.

Il brusio allegro e le acute domande dei giornalisti si spensero gradualmente costringendo tutti a voltarsi verso il tavolo che era stato allestito su una pedana rialzata. Tutti i giornalisti spostarono le telecamere e si appostarono ai piedi del tavolo.

- E pare che non dovremo attendere molto - constatò Masumi incrociando le caviglie e appoggiandosi ad uno dei grandi tubolari del padiglione.

Entrarono i giudici dell'Associazione Nazionale dello Spettacolo e la signora Tsukikage. Presero tutti posto e il Presidente Yamagishi fece un breve discorso introduttivo, poi passò la parola all'anziana attrice che mostrava il suo consueto sguardo indecifrabile.

- Siamo infine arrivati al culmine di questa avventura. La scelta di questa locazione come teatro era volta al solo scopo di tirare fuori il massimo dai registi e dagli attori e devo dire che ha ottenuto l'effetto sperato, ben oltre le mie aspettative. Così come le due attrici designate nel ruolo della Dea Scarlatta - fece una pausa d'effetto fissando le due giovani che si erano avvicinate.

Masumi notò sorridendo che in realtà la signora non smetteva mai di recitare...

- Maya, Ayumi, la vostra Dea Scarlatta mi ha riempito di gioia e insieme agli altri attori e registi siete riuscite a portare in questo arido palco la magia della valle dei susini - sorrise anche se era evidente quanto fosse stanca.

- Ma ora terrò fede a quanto pattuito e designerò l'erede della Dea Scarlatta e l'attrice a cui cederò i diritti dell'opera di Ichiren Ozaki - espirò e chiuse gli occhi facendo un'altra pausa d'effetto. La tensione era palpabile, gli sguardi febbrili, i cuori dei coinvolti palpitavano incessanti.

- Maya Kitajima - disse la signora e un boato chiassoso si levò dalla folla presente.

Non ci posso credere! Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta!

Ayumi accanto a lei abbassò la testa, tremante e sconfitta.

La signora fece un gesto con la mano - Ma desidero che anche Ayumi Himekawa la interpreti, anche se non ne possiederà i diritti - aggiunse, e si scatenò un delirio di domande, grida, applausi.

Maya si girò verso Ayumi e l'abbracciò di slancio. La sentì rigida dapprima, poi avvertì le sue braccia delicate intorno alla vita.

Piangevano entrambe avvolte dalle grida e dagli applausi.

- Ti importa di dividerla con me, Ayumi? - mormorò Maya fra i singhiozzi.

- No, Maya, no! - le rispose la rivale, ma quando serrò l'abbraccio sentì che Maya si irrigidì emettendo un debole lamento.

- Cosa c'è, Maya? - si staccò subito, ma Maya le afferrò le mani stringendole.

- Non è niente, non preoccuparti - sussurrò, la guardò in volto e rimase congelata - Ayumi, ma tu... - i suoi occhi! Ora che ce l'aveva davanti si rese conto immediatamente che qualcosa non andava.

- Non è niente, non preoccuparti - le fece eco sorridendo e scuotendo la testa.

Ha recitato senza vedere! È lei, solo lei che merita di ereditare la Dea Scarlatta!

Fece per allontanarsi, per avvisare la signora Tsukikage, ma Ayumi la fermò afferrandola per un braccio.

- Lei sa tutto. Fidati della signora Maya, fidati del suo giudizio - mormorò mantenendo un completo autocontrollo.

Che assurda situazione! Perché Ayumi non vede? Cosa sarà accaduto? Ma ha ragione, se la signora ci ha scelte deve aver visto qualcosa in entrambe!

Maya si voltò raggiante cercando il suo sguardo di zaffiro e quando lo incontrò le stava sorridendo e sollevò il calice che teneva in mano in un brindisi di felicitazioni solo per lei.

Mio ammiratore! Come vorrei poterti abbracciare e sentire le tue braccia che mi stringono!

La signora Tsukikage riprese la parola portando un po' di quiete nel padiglione rumoroso.

- Domani mattina firmeremo tutte le carte e da lunedì partiremo con le nuove prove - spiegò lentamente, impossibilitata a nascondere ancora la sua reale stanchezza - La regia sarà affidata al signor Kuronuma che dirigerà con me l'opera e la parte di Isshin verrà affidata a Yu Sakurakoji - seguirono altri applausi e esclamazioni che fecero tremare il padiglione.

Poi prese la parola il Presidente designando tutti gli altri attori nei vari ruoli.

- Ci riserviamo di scegliere il teatro dove avverrà la rappresentazione e le prove si terranno presso le sale dell'Associazione Nazionale dello Spettacolo. Ed ora concediamoci di brindare tutti insieme a questo grande evento e godiamo dell'ottimo buffet -

I calici si levarono e il tintinnare dei cristalli riverberò nell'aria mentre calava la sera. La signora e il Presidente vennero assediati dai giornalisti e Maya sgattaiolò fuori per respirare un po'. La notte stava scendendo e gli operai stavano sistemando il palco naturale del binario, togliendo cavi e riflettori. Chiuse gli occhi e rivide il ruscello e in un attimo fu di nuovo nella valle dei susini. Si mosse lieve fra le rocce e i detriti, evitando di calpestare la poca vita che cresceva. Si avvicinò ad una roccia alta e ci appoggiò i gomiti. Guardò in basso come se si specchiasse nell'acqua e a qualcuno che l'avesse vista da fuori avrebbe dato proprio quell'impressione. Allungò una mano a sfiorare l'acqua e sospirò.

- Io e il vento siamo la stessa cosa. Io e il fuoco siamo la stessa cosa. Io e l'acqua siamo la stessa cosa. Io e la terra siamo la stessa cosa. Gli esseri che volano, strisciano, nuotano, corrono nei campi. Io sono uguale a voi! Montagne, cielo, mare. Sono i miei fratelli! Io sono uguale a voi! Io e l'universo siamo la stessa cosa. Io e tutta la natura siamo la stessa cosa! Chi sono io? Sono un essere che unisce il cielo e la terra! - recitò i versi, ma in maniera completamente diversa, riflessiva, come se parlasse a se stessa. Un battito di mani la riscosse e la riportò alla realtà.

La signora la stava osservando a poca distanza.

- Di nuovo, Maya, ma questa volta voglio che mostri la tua rabbia - le disse. Lei deglutì passandosi una mano sul fianco che improvvisamente aveva preso a pulsare in modo fastidioso. Eseguì come la signora aveva chiesto indossando la maschera della Dea Scarlatta.

Udì un altro battito di mani e si riscosse abbandonando quella maschera capace di portarla in quel mondo magico.

- Sei pronta, Maya? - le chiese penetrandola con la sguardo. La giovane si avvicinò lentamente tenendosi una mano sul fianco.

- Sì, signora, sono pronta - le confermò senza esitazione.

Posso affrontare qualsiasi cosa lei abbia in mente per me, signora Tsukikage!

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