25. QUEL VECCHIO BAULE

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Sono già passati quattro giorni da quando siamo tornati ad Austin e devo dire che la California già mi manca. Mi manca trascorrere le giornate sulla spiaggia, mano nella mano con Brandon, con il vento tra i capelli, con in sottofondo le onde che si spostavano e che ci bagnavano i piedi.

Sono a casa mia, insieme a Louise e siamo distese sul divano a vedere la tv, con due buste di patatine sulle gambe. Dopo pranzo sarebbe venuto Brandon per passare del tempo insieme a noi. In questi giorni non ci siamo visti a causa dei troppi compiti che ha da fare prima che inizi la scuola.
Manca ancora tempo per l'inizio della scuola, quindi non ci voglio pensare!

«È pronto!» urla la nonna Angie dalla cucina.
«Arriviamo.» le rispondiamo.
Andiamo a sederci a tavola.
Pollo al forno con patate come contorno. Devo davvero descrivere il sapore del cibo di mia nonna? Non siate ridicoli, é ovvio che mia nonna cucini benissimo!
Nonna dà sempre due pezzi di pollo ciascuno, non é mai capitato che mettesse un pezzo di troppo o un pezzo mancante, a meno che non le venisse richiesto.
Finisco il primo pezzo, e mentre addento il secondo, mia nonna chiese:
«Tesoro, come sta il tuo fidanzatino?»
«Sta bene, più tardi viene qui.»
«Bene, è così carino quel ragazzo!»
«Sì, nonna...»
Ad un certo punto, si sente il telefono squillare. Il telefono di Louise...
«Sta squillando un cellulare.» disse la nonna bevendo un sorso d'acqua.
«È il mio!» Louise balzò dalla sedia.

(POV Louise)
Corsi in salone, cercando il cellulare tra i cuscini del divano. Suonava, suonava senza sosta.
Dopo un po' lo trovai e lessi il suo nome: il nome di colui che amavo con tutta me stessa.
«Jason!» era proprio lui. «Ciao amore. Come stai?» gli chiesi.
«Bene, tu?»
«Tutto bene, mi manchi da morire!»
«Anche tu, amore. Lo sai che se potessi starei lì con te. Cerca di pensare che io stia lì vicino a te: immagina di guardare un film sul divano, mentre sei tra le mie braccia; immagina di essermi sempre vicina anche se stiamo lontani.»
«Non è facile.»
«Lo so.» mi rispose.
«So di non averti mai detto niente di sdolcinato, non so nemmeno io perché, so solo che me ne pento. Me ne pento eccome. Meriti di sentire parole dolci più spesso, come non meriti di soffrire questa distanza.»
In quel momento mi si sciolse il cuore: non aveva mai parlato così, non mi aveva mai dedicato nessuna frase d'amore come stava facendo adesso. Stavo per piangere, ma mi trattenni, anche se sapevo che con lui posso esprimermi del tutto.

Passammo circa venti minuti a telefono, non volevo riattaccare, non volevo affatto. Non ci sentiamo quasi mai, ogni giorno mi sento vuota perché lui non é qui con me.
«Jason, ora devo andare. Ti prego, sentiamoci più spesso, ogni giorno mi sento vuota.»
«Va benissimo, tu non ti preoccupare, sappi che ti amo e cercherò di non farti soffrire questa maledetta distanza.»
«Grazie amore, ti amo.»
«Anch'io.»
Attaccammo insieme.

(POV Joanie)
Finimmo di pranzare, io e Louise andammo in camera.
«Chi era a telefono?» chiesi, anche se già sapevo cosa mi avrebbe detto.
«Jason.» rispose sdraiandosi sul mio letto.
«Vi sentite tutti i giorni?»
«No, erano due giorni che non ci sentivamo.» mi rispose con lo sguardo rivolto al soffitto. Vedendola sembrava che stesse sognando, sicuramente immaginava Jason accanto a lei. Mi sdraiai vicino a lei, presi il telefono e iniziammo a guardare video idioti su YouTube.

Suonano al campanello e nonna Angie va ad aprire. Sapete chi é, non fatemelo ripetere.
«Buongiorno signora, c'è Joanie?» era la voce di Brandon.
Da camera mia sento la sua voce. Mi fiondo giù all'entrata di corsa, come se stessi facendo una maratona. Appena lo vedo mi fiondo su di lui, abbracciandolo. Brandon quasi cadde all'indietro. Mia nonna sobbalzò, e disse:
«Da quando non vi vedete?»
«Due giorni.» dissi.
«Avrei pensato che fossero due anni, a quanto pare mi sbagliavo.» rispose ridendo e tornò in cucina.

Entrammo nella mia camera. Lui salutò Louise con una stretta di mano, si sedette sul letto e iniziammo a parlare del più e del meno. Poi lui se ne esce con:
«Vi ricordate quando abbiamo fatto il falò sulla spiaggia?» disse Brandon.
«Ovvio, chi se lo dimentica!» risposi.
«Dovremmo fare un'altra vacanza come questa l'anno prossimo.» disse Louise.
«Sarebbe bellissimo!» risposi.
Iniziammo a ridere come degli idioti: questi sono i momenti stupendi che ogni adolescente dovrebbe vivere; mi sento felice e spensierata quando sono con i miei amici.
Dopo un po' entrò Angie con un vassoio in mano, c'erano delle bevande e del cibo.
«Vi ho portato dei frullati.»
«Grazie nonna.»
«Di cosa state parlando?» chiese.
«Di quello che abbiamo fatto a Malibu.» rispose Brandon mangiando un biscotto.
«Da come ne parlate, queste vacanze sono state il paradiso.» disse nonna.
«Lo sono state.» disse Louise.
«Certo, sarebbero state davvero belle se non avessi pensato ai miei tutto il tempo.» sgranai gli occhi. NON VOLEVO DIRLO, MI É USCITO DALLA BOCCA DA SOLO.
Nonna mi guardava confusa, così come Brandon e Louise. Quest'ultima però non sembrava sorpresa: sapeva che durante la notte in cella avevo pensato a mamma pur di farmi passare l'attacco di panico.
Ero imbarazzata, DAVVERO IMBARAZZATA.
Ci fu un silenzio tombale per due minuti, fino a quando nonna disse:
«Venite con me, vi faccio vedere una cosa.»
Nonna uscì dalla camera, aprì la porta e fece uscire prima noi, poi ci seguì per poi superarci e guidarci in soffitta.
Perché proprio lì?

Angie camminava per tutta la soffitta come se fosse alla ricerca di qualcosa. Io ero confusa, non capivo.
«Cosa cerchi nonna?» chiesi.
«Lo vedrai, tesoro!» esultó Angie.
Ad un certo punto si avvicinò ad un vecchio baule, sulla cui superficie c'era uno strato spesso di polvere, nonostante nonna lo avesse coperto con un lenzuolo. Lo aprì e ne uscirono varie foto.
«Nonna, cos'è questo?»
«Tua madre, ogni volta che andava in vacanza con i suoi amici, scattava foto ricordo, per non dimenticare tutti i bei momenti che passava. Questa é lei da piccolina, questa foto l'ho scattata io. » mi porse una sua foto: c'era una bellissima bambina, con un costumino blu, in piedi che si reggeva sulla sdraio per non cadere. Il nonno era vicino a mamma, guardava nell'obiettivo sorridendo, mostrando i denti e gli zigomi enormi.
Esattamente, perché mi sta facendo vedere le foto di colei che ha abbandonato sua figlia? Cosa dovrei farmene? Ormai sono in conflitto con i miei sentimenti: non riesco a capire se mi manca o se la voglio fuori dalla mia vita. Ormai i miei pensieri sono in confusione.
«Nonna, cosa... cosa dovrei farmene?»
«Non dire così.  Almeno sai perché se n’è andata?» disse a voce un po’ alta..
«Lo so benissimo, ma poteva almeno dirmi qualcosa di più. Non le è mai importato niente di me!» dissi asciugandomi gli occhi colmi di lacrime. «Stai forse giustificando la donna che ha abbandonato tua nipote come un cane in mezzo alla strada?»
Lei mi guardò con sguardo neutro, non capivo cosa provava.
«Tesoro, non fare così. Sai che non è vero, è solo che tua madre aveva bisogno dei suoi spazi. Me lo disse l'ultima volta che la sentii, un bel po’ di tempo fa.» mi disse nonna e Brandon mi abbracciò.

La nonna rimise la foto nel baule.
«Ora riprenditi Joanie, vi faccio vedere un'altra cosa.»
La nonna si mise alla ricerca di qualcos'altro.
«Ma cos'è? Un lenzuolo?» chiese Louise.
«È una tenda da campeggio.»
«Carina!» rispondemmo entusiasti.
«Perché non andate in campeggio prima che inizi la scuola?» ci chiese la nonna cercando qualcos'altro nel baule.
«Devo chiedere ai miei.» le rispose Louise.
«Stessa cosa vale anche per me. Ma credo non ci siano problemi.» aggiunse Brandon.

Scendemmo nel salotto, e la nonna prese il telefono e si sedette su una sedia.
«Che fai?» chiesi.
«Telefono i loro genitori.»
«Non c'è bisogno...» rispose Brandon, cercando di afferrare il telefono dalle mani di Angie.
«Ciao Jasmine come stai?» la nonna si mise a parlare per dieci minuti poi le chiese… «Jasmine, questi ragazzi hanno deciso di fare un campeggio, Louise può avere il permesso?»
Angie attaccò.
«Cosa ha detto?» Louise era molto ansiosa.
«Ha detto che va bene.» Louise era felicissima. «Brandon dammi il numero di tua madre.» aggiunse.
Brandon glielo dettò.
«Signora sono la nonna di Joanie, come va? Suo figlio vorrebbe andare in campeggio con la sua fidanzata e una loro amica. Ha il permesso?»
«Certo.» sentimmo la voce di Clara.
«La ringrazio, arrivederci.»
Attaccarono.
«Nonna sei grande!» dicemmo.
«Lo so.» disse ridendo, sembrava fiera e se ne andò fuori in giardino.

Non vedevo l'ora di andare in campeggio, non l'ho mai fatto prima d'ora ma so che sarebbe stata un'esperienza magnifica.

SPAZIO ALL'AUTRICE
Carissimi lettori e lettrici, eccomi con un nuovo capitolo!!
Spero che vi piaccia se è così lasciate una stellina oppure commentate 😉

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