29. È QUESTIONE DI TEMPO

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Ecco che suona la sveglia, salto dal letto e vedo l'orario.
Sono le 8.00 a.m. Non so perché sia suonata, io non ho mai messo una sveglia in tutta la mia vita. Scendo giù e vado in cucina. La nonna era seduta davanti al tavolo, controllava il giornale mentre sorseggiava un caffè.
«Buongiorno.» disse nonna.
«Buongiorno, chi mi ha messo la sveglia ieri notte?» presi del succo nel frigo.
«Oh giusto, ľho messa io.»
«Perché?»
«Oggi torna nonno, quindi resterai a casa.»
«In realtà, avrei già altri programmi.»
«Cosa? Non vedi il nonno da una settimana. Sai che tuo nonno ti vorrebbe vedere...» fece per dire altro, ma la interruppi.
«Ho capito, ma ho promesso a Brandon che sarei andato insieme a lui a prendere la macchina.»
Iniziò a fissarmi, riflettendo, poi continuò:
«Va bene, ma per cena ti voglio qui.» disse facendo un sospiro.
«Grazie nonna, ti voglio bene!» le diedi un bacio sulla guancia e andai di sopra.

Mio nonno si chiama Richard. È abbastanza anziano però lui mi dice sempre di sentirsi ancora giovane.
Nonno è amante della natura, infatti l'ultima settimana l'ha trascorsa nel bosco, non molto lontano da casa.
Per me è come se fosse un 'padre', perché mi è sempre stato accanto, insieme a nonna, nei periodi in cui soffrivo tanto.
Io darei la mia vita per loro.

Tra non molto sarebbe venuto Brandon e io dovevo ancora prepararmi!
Prima di andare a prepararmi, finii di leggere il capitolo del mio libro preferito "TUTTE LE VOLTE CHE HO SCRITTO TI AMO", parla di una ragazza di 16 anni, di nome Lara Jean Song che scrive varie lettere d'amore. Ne scrisse cinque, ognuna indirizzata a un ragazzo di cui si innamorò. In quelle lettere confessava al destinatario ciò che l'aveva attratta, il motivo per cui quell'amore doveva essere messo da parte. Perché questo è lo scopo delle lettere di Lara: archiviare un sentimento che non avrebbe mai potuto dichiarare. Non si tratta di lettere da spedire ma solo da piegare e custodire con cura nella cappelliera che le ha regalato la madre. Ma un giorno, chissà come, chissà per mano di chi, quelle lettere sono arrivate a destinazione creando confusione e imprevisti tra cui, la gestione di una finta relazione con il compagno di scuola Peter.

Facendomi coraggio, mi dirigo verso il bagno come un bradipo.
Mentre sto per entrare nella doccia, squilla il telefono.
«Pronto Brandon?» rispondo.
«Ciao amore, tra un'oretta io e mio padre veniamo a prenderti.»
«Perché? Che ore sono?» chiesi, come se non facessi parte di questo mondo.
«Sono le 11:30 a.m.»
«Cosa?! Vado a fare la doccia.» risposi alzando la testa per guardare l'orologio e poi attaccai.
Non sono mai stata così pigra!

Entrai nella doccia. Mi insaponai e sciacquai in fretta, poi uscii di corsa dal bagno.
Aprii la porta, e ritrovai nonna, che mi stava aspettando.
«Nonna, ti serve qualcosa?»
«Volevo solo dirti che sei in ritardo.»
«Nonna, non impiego le ere glaciali per prepararmi. Non ti preoccupare.»
Lei mi guardò sorridendo e poi uscii.

Cominciai a prepararmi: presi un paio di jeans e una maglietta nera, e delle scarpe bianche. Iniziai a vestirmi. Mi infilai i jeans quando sentii dei passi provenienti dalle scale. Pensai fosse nonna, ma qualcun'altro aprì la porta, senza bussare.
Mi coprii di scatto con il cuscino la parte superiore del corpo dato che indossavo solo il reggiseno. Controllai chi fosse la persona che aprì quella benedetta porta (non ve lo dico nemmeno, ci siete arrivati anche voi).
«Bello scherzo!» dissi rivolgendomi a Brandon.
«Non volevo spaventarti. Stiamo aspettando solo te.»
«Sì va bene, ma dovrei finire di vestirmi. Se ti girassi magari potrei mettermi la maglietta.» risposi ridendo.
Brandon però non mi ascoltò, anzi, cominciò ad avvicinarsi.
«Ehm, Brandon, potresti girarti?» provai a dirgli, ma niente. Lo iniziai a guardare dritto negli occhi, mentre lui continuava ad avvicinarsi. Afferrò il cuscino e lo appoggiò sul letto.
Sembrava che il tempo si fosse fermato. Ci guardavamo negli occhi, immobili, senza dire niente.
Brandon mi spostò una ciocca dei capelli dietro l'orecchio e iniziò a baciarmi. La stessa situazione si é presentata tre volte, ma questa era la più strana; ero in reggiseno, ed era la prima volta che mi guardava negli occhi in quella maniera.
Ad un certo punto si siede sul letto, continuando a baciarmi, io mi sedetti su di lui, mentre le sue mani si spostarono sui miei fianchi.
Era tutto perfetto, fino a quando non sentiamo mia nonna arrivare.
«Joanie!» gridò la nonna.
Brandon sgranò gli occhi, corse in bagno e si chiuse a chiave. Nonna aprì la porta di scatto.
«Dov'è Brandon?»
«È andato un attimo in bagno…» risposi indossando velocemente la maglietta, la nonna Angie annuì e se ne andò.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Brandon uscì dal bagno.
«Beh, forse dovresti uscire, così finisco di prepararmi.» dissi io, per rompere il ghiaccio.
«Sì, forse hai ragione.» disse lui, poi se ne andò.
Finii di prepararmi, così scesi in cucina, dove trovai Edward, Brandon e nonna che mi aspettavano. Avevano la faccia di qualcuno che aveva appena scoperto un crimine.
«Tutto questo tempo?» ci chiesero.
«Beh, a Brandon serviva il bagno, mentre io dovevo prepararmi, per cui…» io e Brandon ci guardammo sorridendo.
«Possiamo andare?» chiese Edward aprendo la porta.
«Certo!»
«Non fare tardi! Mi hai capito?» mi ricordò mia nonna.
«Sì stai tranquilla, non me ne sono dimenticata.» dissi chiudendo la porta d'ingresso e salutandola.

Attraversammo il cortile per raggiungere l'auto e prendere posto.
Mi sedetti sul sedile posteriore dell'auto e quando Edward mise in moto l'auto iniziai ad ammirare l'ambiente circostante.
Il mio sguardo fissava il cielo, era d'un azzurro intenso. Devo dire che il cielo a volte mi aiuta a pensare, forse è strana come cosa.
«Come la vorresti la tua prima macchina?» chiede Edward al figlio.
«Non lo so, sono molto indeciso. Joanie a te come piacerebbe?» disse voltandosi verso di me.
«Beh, l'auto non é mia, per cui non penso debba deciderlo io.» dissi e tutti iniziammo a ridere.

Arrivammo all'auto concessionaria e Brandon aveva proprio l'imbarazzo della scelta. C'erano moltissime auto davvero belle, e alcune erano anche davvero costose. Si girò un po' intorno, ma nessuna era adatta per lui (o almeno, questo era quello che pensava). Il padre continuava a suggerirgli dei modelli, ma per Brandon non era mai abbastanza.
Io ed Edward stavamo per perdere le speranze, fino a quando non vede un'auto che davvero lo colpì.
«Che dici di questa papà?» Non saprei descrivere il modello dell'auto, ma a prima vista non sembrava adatta per un neopatentato.
«Non mi sembra tanto adatta per un diciottenne…» gli fece notare giustamente il padre.
«Papà, credo tu abbia notato la mia indecisione, ma adesso sono sicuro della mia scelta.» disse molto convito.
Ad un certo punto si avvicina a noi un signore, gli avrei dato 40 anni, vestito in maniera abbastanza semplice, che molto probabilmente lavorava lì. Quest'ultimo ci dice:
«Mi dispiace signori, ma quest'auto é stata già acquistata, la verranno a ritirare tra un paio di giorni, però ci sono altre auto come questa. Volete dare loro un'occhiata?»
Accettammo. Andammo in un'altra sala, ancora più grande di quella di prima.
«Eccola questa è uguale all'altra, cambia leggermente il colore.» dissi avvicinandomi al veicolo.
«Molto bella, che dici la prendiamo?» chiese Brandon al padre.
«Certo. Possiamo ritirarla già adesso?» chiese Edward al signore.
«Passate tra due giorni.»

Salimmo in macchina e decisi di chiamare la nonna per dirle che stavamo tornando.
Dopo un po' di silenzio, decisi di chiedere loro una cosa:
«Perché non venite a cena da noi?» chiesi a Brandon. «Facciamo una cena per il nonno, non lo vediamo da un po' di tempo. C'è anche la famiglia di Louise.» aggiunsi.
«Non lo so, devo avvisare Clara.» rispose Edward.
«Perché non viene anche lei?» gli chiesi.
Cercai di convincere Edward, così avrei passato un'altra serata insieme a Brandon.
«Va bene mi hai convinto, avviso Clara.» disse Edward cercando di prendere il cellulare.
Chiamò la moglie al telefono, avvisandola della cena. Rimasero in chiamata per ben dieci minuti, una volta conclusa Edward posò il cellulare, dicendo che Clara aveva accettato.

Dopo cinque minuti arrivammo a casa di mia nonna, parcheggiammo la macchina nel vialetto, dove vi erano già l'auto di Louise e quella di Clara.
Una volta entrati in casa, salutai tutti. La mamma di Brandon si avvicinò a lui, chiedendogli:
«Allora avete scelto questa macchina?»
«Sì certo, la andiamo a ritirare tra due giorni.»
Dopo qualche minuto, tra chiacchiere e risate, sentimmo la porta aprirsi. Nonno varcò la soglia di casa, e, quando vide tutte quelle persone quasi si spaventò. Appena vidi il nonno, corsi ad abbracciarlo. Non lo vedevo da moltissimo tempo.
«Mi sei mancato troppo!»
«Ma sono stato fuori due settimane.» rispose, ricambiando l'abbraccio.
Ci spostammo tutti quanti in salotto (non so nemmeno io il motivo), qui nonno conobbe i genitori di Brandon e Brandon stesso.
Dopo 20 minuti di conoscenza, la nonna urla:
«A tavola!»
Mentre tutti si alzavano, urlai:
«Vado in camera e ora torno.»
Salii le scale per andare al piano di sopra, presi il mio cellulare e lo misi a caricare, dato che mi aveva totalmente abbandonato già da un po'.
Lo appoggiai al comodino, poi sentii qualcuno bussare alla porta.
«Posso entrare?» mi chiede Brandon aprendo un po' la porta.
«Certo Brandon, entra.»
Entrò in camera, chiuse la porta, forse per evitare che qualcuno ascoltasse la nostra conversazione.
«Volevo chiederti scusa…»
«Per cosa?»
«Per quello che è successo oggi…»
«Oh…» Sì, avevo davvero dimenticato cos'era successo «Non ti preoccupare, so che non avevi intenzione.» lo interruppi e gli risposi voltandomi.
«Sì. Scendiamo giù?»
«Va bene.»
Mentre scendevamo in cucina, non riuscivo a non guardarlo in maniera stranita. Doveva dirmi qualcosa ma evidentemente non aveva il coraggio.

Ci sediamo a tavola e inizio a guardarmi intorno. Inizio a pensare a quante cose sono cambiate da quando ero piccola fino ad ora.
Da piccola la famiglia che avevo non poteva essere considerata una "vera" famiglia. Ora invece ho amici sinceri, un ragazzo che mi ama, dei nonni magnifici. Questa si che è una vera famiglia.

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