9. DI NUOVO AMICI!

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Ritornai sotto il mio ombrellone. Da lontano vidi Corinne che mi raggiungeva. 
«Joanie perché non ti unisci a noi? Sei qui da sola, ti starai annoiando!» disse come se le importasse qualcosa.
«Non ti preoccupare. Louise dov'è?» 
«Ancora in acqua. Ho visto che parlavi con qualcuno; ma era Brandon?» chiese, guardandosi intorno come per cercarlo tra la folla. 
«Sì, ci siamo solo salutati.» risposi. 
«State insieme?» me lo chiese come se non ci credesse, o meglio, come se non volesse crederci.
«Cosa? No.» 
«Stareste bene insieme! Perché non ci provi?» fece un occhiolino. 
«Scordatelo! Poi non ti impicciare!» risposi in maniera molto maleducata, ma non mi importava: non erano affari suoi quelli, e non le avrei certo detto tutto quello che provavo per Brandon.
«Va bene, calmati. Era solo un consiglio.» 
La ignorai, e, forse perché si era sentita non al centro dell'attenzione, tornò sotto il suo ombrellone. 
Me ne andai dalla spiaggia, anche perché era quasi ora di pranzo. Non avvisai nemmeno Louise, che era ancora in acqua, quindi tornai a piedi in albergo. Arrivata, presi l'ascensore ed entrai in camera, dove le mandai un messaggio, con la speranza che appena uscita dall'acqua l'avrebbe visto. 

In attesa del suo ritorno, mi feci una doccia, mi preparai per pranzo, navigai un po' su Instagram, sdraiata sul letto ad ascoltare un po' di musica. 
Principalmente ascolto musica anni '80, mi piace svagarmi un po', cantare a squarciagola e ballare come una scema. C'è gente che pensa che questa sia musica vecchia, ma secondo me non capisce nulla. Penso che questa sia la musica che, insieme a quella anni '90, ha caratterizzato la storia.
Dopo un po' entrò Louise in camera. 
«Ho letto il messaggio. Perché te ne sei andata prima?» disse posando la borsa sul letto. 
«Perché volevo farmi una doccia.» 
«Hai sempre una scusa pronta quando c'è qualcosa che non vuoi dirmi! Ormai ti conosco, so come sei.» disse sorridendo. 
«A dire la verità, ho parlato con Brandon.» 
«Finalmente ce ľhai fatta! Cosa gli hai detto?» 
Le raccontai tutto, ogni particolare. 
«Non ti preoccupare, farete pace. Lui è troppo buono, si scuserà sicuramente perché si sarà sentito davvero uno stronzo.» disse Louise abbracciandomi. «Ora mi devo preparare anch'io, ho fame.» aggiunse. 
«Ma come fai ad avere sempre fame?!» ridemmo come pazze. 
Finito di prepararci, andammo al ristorante dell'albergo, dove ci aspettava la famiglia di Louise al tavolo. Ci sedemmo e salutammo tutti.
«Allora Joanie, vi state divertendo qui?» mi chiese Jasmine, portando alla bocca un pezzo di pane. 
«Tantissimo!» risposi abbastanza entusiasta. 
«Sono contenta! Anche Louise mi dice che le piace stare qui. Vi vedo contente.» sorrise. 

Finito di mangiare, Tom e Jasmine decisero di portare Ben al parco giochi, perché da quando siamo arrivati, chiede ininterrottamente di poterlo accompagnare.
«Volete venire con noi?» ci chiese Tom. 
«Credo che rimarremo in camera.» rispose Louise. 
«Ok, noi torneremo per ora di cena.» ci dissero, salutammo e andammo in camera. 

Sono le cinque del pomeriggio. Mi stavo annoiando, così chiesi a Louise se le andava di fare una passeggiata sulla riva. Mi è sempre piaciuto camminare sulla sabbia, di pomeriggio, a osservare il tramonto. 
Arrivate sulla spiaggia, iniziammo a camminare, tra chiacchiere e risate.
Sentire le onde del mare mi fa sentire leggera, senza pensieri. Si stava benissimo, non c'era nessuno, solo io e la mia migliore amica. 
«Joanie, guarda chi c'è!» disse lei, guardando alle mie spalle. 

Avevo già capito di chi parlasse...

«Non me lo dire! Non può essere!» non capisco come faccia! Ho un chip addosso che gli mostra dove io sia ogni volta?!
Non avevo voglia di sentirlo, così iniziai a pensare se fosse o no il caso di andarmene. 
Si stava avvicinando sempre di più. 
Vicino a lui c'era una figura, un po' più bassa di lui. Credo abbiate capito chi sia.
Corinne mi era sempre più antipatica. Aveva degli atteggiamenti che odio.
Ecco che già da lontano alzò la mano per salutarci, sempre con quel sorriso da ebete. Louise la salutò, io feci solo un cenno. 
«Ciao ragazze.» ci disse Corinne. 
Brandon neanche mi guardò. 
«Come va?» le chiese Louise. 
«Tutto bene, specialmente qui in spiaggia, a quest'ora, con il tramonto. È così romantico!» e non so perché guardò Brandon. 
Devo essere sincera: quel comportamento mi diede fastidio. Non sapevo se volesse farmi credere che stesse con lui o meno. Sta di fatto che non le avrei creduto se avesse annunciato il loro fidanzamento, neanche se fosse sceso Gesù in terra a dirmi che quel che diceva era il vero.
All'improvviso arriva qualcun'altro, gli amici di Brandon. 
«Hey Brandon!» disse il suo amico. 
«Hey Dave, ciao, ora arrivo.» gli rispose. «Ci vediamo ragazze.» e se ne andò. 
Corinne rimase con noi. 
«Sai Joanie, io e Brandon ci siamo conosciuti qui al mare. Il suo appartamento si trova sopra al mio. Condivide l'appartamento con quei ragazzi che hai visto. Iniziammo ad uscire la sera e poi siamo diventati amici. È una persona molto speciale per me.» sembrava che Corinne volesse farmi ingelosire. In quel momento mi venne l'impulso di prenderla a schiaffi, purché la finisse di prendermi in giro in maniera così sottintesa. Odio questi atteggiamenti.
Io non capivo per quale motivo mi abbia raccontato questa storia. Cosa avrei dovuto farmi di questa informazione?!
L'unica cosa che feci fu un sorriso ironico. 
«Ok ragazze, io vado, ci vediamo.» la salutammo. Mi diede l'impressione che si fosse avvicinata solo per prendersi gioco di me, per cercare di farmi salire i nervi.
«Joanie, Brandon sta tornando.» mi disse Louise.
«Ma non se ne era andato?» 
«Non so. Sai che faccio ora? Me ne vado e vi lascio soli, così parlate un po'.» 
«No, rimani!» ma purtroppo Louise se ne era già andata e Brandon si avvicinò.
«Che ci fai qui?» gli chiesi. «Non te ne eri andato con Dave?» chiesi, come se lo stessi rimproverando.  
«No. Mi voleva solo chiedere se domani sera c'ero per una festa con lui. È una festa in discoteca.» 
«Sarà divertente allora!» risposi in maniera indifferente. 
«Eh già.» 
«Allora... se non hai altro da dirmi, io me ne vado.» gli dissi, dopo qualche secondo di silenzio. 
«No, aspetta un secondo.» mi prese per la mano e mi fermò. Il mio cuore iniziò a pulsare più velocemente di prima.  «Volevo chiederti scusa. Sono stato davvero uno stronzo nell'evitarti. Quindi... come se non fosse successo niente?» chiese. 
«Certo.» il mio umore cambiò radicalmente; ero contentissima, non potevo desiderare altro. 
«Sai, io ci tengo a te. Non ho mai smesso di tenere a te, e in questi giorni sono stata male.» ammisi.
A questo punto mi prese per la mano, mi avvicinò a lui e mi abbracciò. 
«Domani sera che ne dici di venire alla festa con me?» 
«Dici davvero?» dalla gioia stava per andarmi la saliva di traverso. 
«Certo, perché no?» mi rispose sorridendo. 
«Va benissimo, non vedo l'ora.» gli risposi, felicissima. 
«Ti va se ti accompagno all'albergo, visto che sei sola.» 
«Certo, con piacere.» 
Quindi ci incamminammo e arrivammo davanti l'albergo. 
«Allora ci vediamo domani sera alle 9:00 a.m., ci conto.» 
«Certo. Ci vediamo domani allora.» 
«A proposito, puoi invitare anche Louise, se vuoi. A domani.» e mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. 

Ero al settimo cielo! Non mi sarei mai aspettata una proposta del genere. Mi sentivo come la prima volta che mi chiese di uscire. Quella sera perfetta, in cui il mio cuore mi era arrivato in gola, per quanto fossi emozionata. 

Andai in camera e raccontai tutto a Louise.

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