Capitolo 5

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

«Jane Austen manda un messaggio fondamentale: nonostante la difficile scelta tra la ragione e il sentimento, apparentemente sempre in lotta tra loro, viene a galla il problema complesso per quanto riguarda la gestione del dolore. Voi cosa ne pensate a riguardo?» domanda il professore di Letteratura americana dopo aver concluso la spiegazione sull'opera Ragione e sentimento.

Alzo la mano e il professore mi sorride facendomi capire di avermi notata. «Sì, signorina...» lo sento dire.

«Lily, Lily Evans» mi presento. «Io penso che il suo pensiero sia molto profondo e vero. Le due sorelle, Elinor e Marianne, nella loro vita soffrono, sentono la mancanza del padre ma nonostante ciò, anche se sono sempre in contrasto, ci sono l'una per l'altra. Ragione e sentimento, quindi, anche se all'apparenza sembrano continuamente in lotta, solo se sono uniti, possono aiutarci a reagire ai dolori a cui la vita ci sottopone. Infatti, trovo molto importante affidarsi ad entrambi, perché sono due elementi che coesistono».

Claire, seduta accanto a me, mi sorride e mi bisbiglia un «sono d'accordo con te».

«Il dolore non svanisce da un momento all'altro» sento dire da qualcun altro. Mi giro verso di lui e mi accorgo che è Nicholas, seduto in qualche fila dietro. «Non svanisce se ci affidiamo ad entrambe le cose. Anzi, credo che la ragione sia l'unica cosa che possa aiutarci. Se smetti di avere dei sentimenti o non li hai sarà tutto più semplice. Non soffrirai più».

Aggrotto la fronte «sarà tutto più semplice?» ripeto confusa. «Io credo che una persona i sentimenti li abbia, forse li ha nascosti solo per non soffrire più. Ma è sbagliato, loro ci rendono umani».

«Lily, giusto?» mi prende in giro con un sorriso beffardo, consapevole di riportare l'attenzione di ogni studente su di noi.

Cos'è? Fa finta di non sapere il mio nome?

«L'amore ti porta esclusivamente a soffrire. Inoltre, io non ci credo. Per questo, dato che secondo me non esiste, bisogna seguire la ragione e non il sentimento. Esso può distruggerti. Un giorno sei felice, ma quello dopo sarai persa. È conveniente che gli esseri umani possano soffrire così tanto per dei banali sentimenti? Seguire la ragione renderebbe tutto più facile, non ti porterebbe a soffrire e non porterebbe a distruggere gli altri. Perché non solo rovinerà la tua persona, ma anche di quelle che hai accanto» afferma con un'espressione  seria e con un tono duro.

Molte cose che dice sono vere ma mi irrita dargli ragione. Non ci vedo niente di male nel desiderio di amare e di essere amati nonostante possa portarti a soffrire.

«Sono entrambi dei pensieri discutibili, ragazzi. Complimenti, il confronto è ciò che voglio nelle mie lezioni. Mi dispiace interrompervi ma è finita la lezione» ci avvisa il professore.

«Wow! Non pensavo che Nicholas fosse così profondo. Oltre ad essere bello, è anche un filosofo» commenta sorpresa Claire quando iniziamo a uscire dall'aula.

«Se lo dici tu...» bisbiglio a bassa voce.

«Perché? Non lo pensi anche tu?» inarca il sopracciglio.

«Io lo trovo solo irritante».

«Beh, rimane sempre uno stronzo Lily. Ah, ecco Josh e Naomi» indica i nostri amici, i quali sono seduti su una panchina, in giardino, con gli occhi abbassati su uno smartphone.

«Raggiungili, io prendo uno snack. Vuoi qualcosa anche tu?» chiedo fermandoci fuori dall'aula.

«No, ho uno yogurt nello zaino»

«Okay, allora ti raggiungo» le sorrido e mi avvio al distributore automatico. Aspetto che una ragazza ritiri il cibo che ha inserito e afferro il portafoglio dallo zaino. Inserisco le monete e digito il numero del Kinder Bueno. Aspetto che scenda ma mentre lo fa, si blocca. «No. Cavolo» emetto e colpisco il distributore sperando che scenda.

Mai un giorno in cui funzioni correttamente.

«Problemi?» sento dire da qualcuno.

Nicholas mi affianca e cerca di usare qualche trucco per sbloccarlo. Per fortuna, agitandolo un po' con le braccia, fa cadere il Kinder Bueno e lo afferra accasciandosi per terra. Si alza e me lo consegna nelle mani.

«Grazie» borbotto e mi allontano da lui.

Improvvisamente mi afferra il polso e mi trascina in un angolo del corridoio. «È stato divertente prima» ridacchia.

«No, è stato irritante» cerco di allontanarmi, ma lui mi blocca afferrandomi di spalle e mi fa appoggiare di schiena al muro. «Ti sposti?»

«Devo darti una cosa» sbotta stringendo i denti.

«Non mi devi dare niente»

Sbuffa e mi lancia uno sguardo truce. «Vieni con me» mi afferra la mano. La lascio immediatamente e lui alza gli occhi. «Ficcanaso» mi richiama.

«Ho detto che...» inizio a dire ma lui mi riprende la mano con forza.

«Stai zitta e vieni» borbotta per poi uscire da un'uscita secondaria rispetto a quella di dov'è Josh. Raggiungiamo il parcheggio e lo vedo fermarsi davanti ad un suv nero. Capisco subito che è suo, quando lo apre e mi dà il recipiente in cui c'erano i brownies, i quali ora sono spariti completamente. Noto immediatamente che non è presente neanche una briciola e che in compenso è pulito, segno che lo ha lavato prima di riportarmelo.

«Questo è tuo» sbotta prima di afferrare qualcos'altro rannicchiandosi ancora una volta. Si alza di nuovo in piedi e chiude il suo suv con la chiave. «Questo è per te» emette dandomi un recipiente con al suo interno due fette di torta al cioccolato.

Lo guardo confusa e noto che si affretta a darmelo per nascondere la sua espressione. «Per me?» scandisco sorpresa.

Annuisce e si porta una mano tra i capelli.

«Non...» inizio a dire.

«Non so se ti piace, ma dato che ho mangiato i tuoi brownies... ho pensato di ricambiare il favore dandoti due fette della torta al cioccolato».

È proprio Nicholas Price il ragazzo che ho davanti? Addirittura, mi sembra leggermente imbarazzato.

«Mi piace tantissimo. È la mia torta preferita» affermo elettrizzata facendolo sorridere. «Lo immaginavo».

«Grazie» scandisco questa parola guardandolo negli occhi.

Scuote la testa e fa spallucce. Afferra il recipiente di plastica vuoto e il Kinder Bueno e si posiziona dietro di me. Sento che mi apre la zip dello zaino e li inserisce al suo interno. «Come uccidono le brave ragazze, Holly Jackson» lo sento leggere poco dopo.

«È semplicemente il libro che sto leggendo» taglio corto.

«Lo so» chiude la zip dello zaino e si riposiziona davanti a me. «Lo leggi sempre. Cos'è? Sei una lettrice o sei un'innata Sherlock Holmes?»

«Sono una lettrice» mi giustifico sorridendo. «E per tua informazione, essendo una donna sarei Enola, la sorella di Sherlock».

«Non pensavo che Sherlock avesse una sorella».

«Ciò perché non guardi Netflix» lo prendo in giro.

«Non mi serve guardarlo se posso guardare qualcosa di meglio» mi fa l'occhiolino. «Il corpo di una donna nuda è ancor più eccezionale».

Oh sì, giusto. Per lui esiste solo il sesso.

«Dimenticavo questo lato di te» mormoro infastidita.

Non è affatto bello che lui si porti a letto chiunque gli capiti davanti. I ragazzi così, per me, sono solo degli immaturi che non sono in grado di vedere oltre al fisico. E lui è uno tra quelli.

«Sbagli perché proprio ieri...» inizia a dire e lo zittisco chiudendo gli occhi e portandomi le mani sulle orecchie.

«Non mi interessano i tuoi particolari» blatero per poi aprire le palpebre e spostare i palmi.

«Ma sono così affascinanti» fa un ghigno eccitato con gli occhi che gli si illuminano al solo pensiero.

«Non è affascinante che usi le donne come trofei».

«Ohoh sì che lo è...» ridacchia. «Io le uso nel modo in cui preferiscono. Da davanti o da dietro. In qualunque posizione, in qualunque gioco vogliono cimentarsi. Anche se io ho le mie preferenze riguardo le posizioni del Kamasutra» mi racconta con orgoglio e di scatto lo colpisco con il suo recipiente che ho tra le mani. Lo sento ridere e afferra di getto il mio braccio, fermandomi. «Non essere gelosa, Evans. Se vuoi possiamo farlo anche noi, quando vuoi, dove vuoi» mormora con tono sensuale.

Arrossisco alle sue parole e abbasso gli occhi imbarazzata. «Te lo scordi» alzo gli occhi verso di lui «Non verrò a letto con te, né ora né mai» ribatto decisa facendolo sorridere.

«Lo vedremo» mi fa l'occhiolino.

Apro il recipiente e annuso la torta. Il suo odore. Dio, mi rende così felice. Ovviamente la torta, non lui. Afferro una fetta e me lo porto alla bocca. Chiudo gli occhi e l'assaporo come merita. Avverto improvvisamente un materiale freddo sul mio viso e mi accorgo che Nicholas mi sta accarezzando l'angolo della bocca e leggermente le labbra.

«Ti stai sporcando tutta» sussurra e i miei occhi cadono sul suo pomo d'Adamo che si alza e si abbassa. Deglutisco davanti a ciò e al suo contatto col mio corpo. «Non che mi dispiaccia» afferma con tono perverso. Alzo gli occhi e scuoto la testa.

Il suo tocco mi rabbrividisce e mi ritrovo nuovamente a deglutire e a guardarlo negli occhi. Non so come, ma mi ritrovo a osservare le sue labbra, e quando se ne accorge, allunga un labbro all'insù.

«Ficcanaso, placa gli ormoni» blatera togliendo la mano dal mio viso e afferrando da una tasca un pacchetto di fazzoletti. Colta in flagrante, mi zittisco. Lui con un piccolo sorriso sulle labbra, mentre do un altro morso alla fetta, si limita a guardarmi.

«È davvero buona... davvero l'hai fatta tu?» domando sorpresa.

«No, in effetti l'ha cucinata una giovane professionista in cucina che ho incontrato ieri sera in un locale. Puoi ben immaginare com'è andata la serata, o meglio la notte».

Istintivamente smetto di mangiare e gli consegno nuovamente il recipiente con uno sguardo truce.

Non si sarà davvero permesso di farmi mangiare una torta cucinata da un'altra ragazza?

«Scherzavo, ficcanaso» ridacchia mentre me lo restituisce in mano. «L'ho cucinata io» mormora con una sicurezza che è in grado di convincermi e riprendere a mangiare. Finisco la prima fetta di torta e afferro la seconda. Improvvisamente, però, afferra il mio polso e le dà un morso. Lo guardo zittita e gli scocco un'occhiataccia mentre mastica. Mi porto alla bocca la fetta e gli do un secondo morso, nel punto in cui c'è il segno del suo. Lo vedo masticare e io faccio lo stesso. Appena finisce, do l'ultimo morso.

Quando smette di masticare, si pulisce le labbra con il fazzoletto e lo appallottola tra le mani infilandolo nella tasca dei pantaloni. Ne estrae un altro dal pacchetto e lo porta sulla mia pelle. Mi pulisce le labbra e arrossisco automaticamente.

Avverto così forte il suo odore al tabacco e al cedro che cerco di ispirarlo senza che se ne accorga, smorzandolo con un sospiro. Mi porta il fazzoletto anche alle mani e sorrido.

È proprio bello vederlo così. È come se si prendesse cura di me e il gesto che ha fatto riesce a toccare il mio cuore delicatamente, il quale non smette mai di battere davanti a lui.

Nicholas si è aggiudicato una tregua a cui prima non davo per via di Josh. So che se ci vedesse quest'ultimo andrebbe su tutte le furie ma sono decisa a lasciarmi andare con Nicholas, almeno per il momento.

Abbandono l'ascia di guerra da qualche parte e sento un pizzico di libertà impadronirsi di me. Appena finisce di pulirmi le mani, accartoccia il fazzoletto e afferra quello che aveva infilato nella tasca dei jeans. Si allontana per qualche secondo e si dirige a buttarli dentro ad un cestino, poco distante da noi. Ritorna da me e afferra il recipiente. Apre l'auto con la chiave e lo riappoggia dentro.

«Non c'è bisogno, te lo riporto domani già lavato» cerco di dirgli ma lui chiude la portiera e l'auto.

«Stai tranquilla ficcanaso. Anche se non mi dispiace il tuo pretesto per avvicinarti di nuovo a me» mormora allungando un labbro.

«Sei tu quello che ne ha bisogno per parlarmi ogni volta» lo prendo in giro.

«Uh beccato» fa una smorfia portandosi le mani davanti ai suoi splendidi occhi.

Splendidi? Dio, adesso cosa mi prende?

Se le toglie dopo qualche secondo e mi sorride.

Iniziamo a dirigerci di nuovo verso le aule parlando del suo intervento di stamani. Quando scopro che l'ha fatto apposta, gli scocco un'occhiataccia che non lo risparmia ma che lo fa sorridere. Ci fermiamo davanti al corridoio e gli riservo un piccolo sorriso di gratitudine. «Grazie... ho apprezzato molto il tuo gesto» confesso.

«Lo so» inarca la schiena verso di me.

«Lil...» mi richiama Claire avvicinandosi, ma appena nota la persona con cui sono, si blocca.

D'impulso mi allontano e raggiungo la mia amica di qualche passo. Si limita a osservarmi per poi passare lo sguardo su di lui e di nuovo su di me. Arrossisco imbarazzata e lei mi sorprende con un sorriso. «Non so cosa ci fai con lui, ma non mi dispiace e non sono una spia».

«Claire io...» inizio a dire.

«Lily, andiamo in aula» afferra il mio braccio zittendomi.

Credo che il suo gesto significhi andiamo, Josh non lo saprà. E anche se lo sapesse, non me ne importerebbe. Non cambia niente tra di noi, ma non ne sono tanto sicura.

Mi giro verso Nicholas e lo noto appoggiato di schiena al muro con gli occhi fissi su di me. Poi però ciò che vedo mi fa perdere il sorriso: Keyla si avvicina a lui con un ghigno, gli dice qualcosa che lo fa sorridere e lui le lascia un bacio sulla guancia. Mi rigiro verso Claire e deglutisco cercando di ignorare il gesto che ha appena fatto a un'altra ragazza. Un gesto pieno di complicità che appesantisce il ricordo del momento appena trascorso con lui.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro