10. Il Rito

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Artemisia non è solo una pianta. È un luogo dove le persone della città si recano per trovare un rimedio che i medici non hanno, soprattutto quello della città. Le donne entrano anche solo per vedere con i loro occhi quello che racchiude. A volte, invece, entrano per chiedere qualcosa. È un luogo pacifico, bianco e rilassante. All'apparenza non ha niente di strano, un comunissimo negozietto di erboristica con un gusto un po' retrò nell'arredamento, con il campanellino che segnala l'ingresso dei clienti, ma la suo interno sembra di essere in una farmacia del secolo scorso. Al centro del negozio un grosso bancone bianco e, alle spalle, una parete piena di bottigliette e vasetti contenenti distillati, polveri o ramoscelli essiccati, ognuno con la propria etichetta. Per me, ormai, rappresenta la quotidianità ma per chi non lo conosce ha un aspetto retrò.

Ho raggiunto mia madre nel pomeriggio, dopo aver trascorso una mattinata tra pozioni e appunti. Man mano che i giorni passano, acquisto sempre più confidenza sugli ingredienti e i risultati cominciano a farsi vedere. Tra le mie mani un sacchetto con dei rametti di Achillea che mamma mi aveva chiesto di portarle dalla casa della nonna. A quanto pare aveva finito le scorte.

"Non vede il cartello sulla porta? Non siamo ancora aperti!" -dallo scantinato esce un ragazzo che non avevo mai visto prima. Non molto più alto di me e decisamente troppo magro, per i miei gusti.

"Mi scusi..."

"Torni dopo" -il tono scorbutico non mi è mai piaciuto e mai mi piacerà. Maleducato!

"Sono la signorina White" -cerchiamo almeno di non fulminare un essere umano alla prima libera uscita dal controllo di Sally.

"Sì, certo. La signorina White" -virgolettando con le dita il mio nome- "è ad Oxford a studiare. La fortunata." -adesso comincia seriamente a rischiare la morte.

"Bhe, la figlia della tua capa, a quanto pare, è tornata a casa e gradirebbe parlare con sua madre" – da dietro la cassa, un vasetto si rompe da solo, senza che nessuno di noi due lo abbia toccato. Questa volta tocca all'iperico. Spero ti vengano talmente tante piaghe da doverne usare una piantagione intera! Il maleducato, si gira e si precipita a raccogliere con la scopa quel che può.

"Perfetto! Adesso può uscire, per favore?" – dovrei stare calma ma il suo tono mi urta ancora di più e un altro vasetto fa la fine del precedente. Per terra e in mille pezzi. Ok, Liz. Inspira ed espira. Non ti ha fatto niente. Non ti ha minacciata. È solo un cretino.

"Va bene....ti chiami?"

"Alex"

"Ok, Alex, io esco ma se la signora White ti chiede se è passata la figlia sei pregato di dirle che l'hai cacciata dal negozio" -lascio quel poveretto a vedersela con dei vasetti rotti e una possibile ferita alla mano. Argh, insopportabile. Sono curiosa di sapere come se la caverà con quelle povere signore con dolori da ciclo senza la loro tisana all'Achillea.

*

Il bosco che circonda la casa, nel cuore della notte, ha un fascino tutto suo. Soprattutto se lo si frequenta con una torcia e un lungo vestito bianco indosso. Il girono del proprio compleanno si pensa a fare tutto fuorché attraversare i boschi per arrivare ad una meta che non si conosce. La ricorrenza del compleanno è particolare nella mia famiglia, come ormai tutto. Il 26 marzo compiamo gli anni tutte noi, Sally, Emma ed io. Negli anni passati c'era sempre la componente strana del nostro compleanno ma quest'anno lo stravolgiamo un po' di più. Quest'anno Sally lo ha definito un battesimo. Non so bene a cosa o stia andando in contro ma ho la sensazione che presto lo scoprirò. Sally ed Emma si voltano a guardarmi prima di spostare l'ultimo ramo e rivelare una piccola radura. Al centro un falò che brucia e, tutto intorno, donne con fiaccole accese che ballano una musica silenziosa che sentono solo loro.

"Vieni Fiorellino" -Sally mi prende la mano e mi mette davanti alle donne che ballano in cerchio.

"Queste sono le nostre compagne. Le nostre amiche" -anche Emma si affianca a me e stringe l'altra mano.

Il cerchio si ferma improvvisamente e le donne vengono nella mia direzione porgendomi le mani e salutandomi come se non vedessero l'ora che arrivassi. Nella folla si fa largo una donna anziana, più di Sally, e mi porge un bicchiere di legno con all'interno un liquido che non riesco ad identificare. Una signora il cui volto è segnato dal tempo ma di una bellezza eterea. Lunghi capelli grigi definiti in leggere onde e gli occhi scuri come la notte. Quel tipo di occhi in cui ci si potrebbe perdere e lasciare al loro interno la propria anima. Come tutte le altre è vestita di bianco, all'apparenza normale ma percepisco qualcosa di profondamente diverso rispetto a tutte noi. I suoi occhi sono troppo fissi per essere umana. Mi incita a prendere il bicchiere dalle sue mani e con gli occhi mi incoraggia a berne il contenuto davanti a tutte le altre. Sono confusa e anche leggermente intimorita. Mi volto verso mia madre ma nel suo sguardo c'è solo comprensione e incoraggiamento.

"Coraggio Fiorellino. Non potrà che farti bene. Ti sentirai libera"

"Di cosa è fatto?"

"Questo è il tuo battesimo cara." -intinge due dita all'interno del bicchiere e compone dei segni sulla mia fronte fino alle labbra. Contorna le mie labbra due volte con l'unguento ed io mi abbandono alla sensazione delle sue dita su di esse. Delicatamente porgo il contenitore alla donna e lei se ne va. Scompare all'interno della folla di donne.

"Benvenuta tra di noi" - intorno a me le donne del falò mi abbracciano e poi tornano alle loro postazioni.

Tutto quello che accedeva prima che arrivassi riprende il suo corso ma con una sensazione differente. Il ballo, improvvisamente, diventa più lento e la litania che cantano risulta ovattata alle mie orecchie. Vengo condotta insieme alle donne e comincio a muovermi come loro, senza sapere veramente quello che sto facendo. Mi guardo attorno e seguo i loro movimenti. Mi lascio trasportare.

All'improvviso sento un rumore alle mie spalle e mi fermo. Guardo nella direzione del suono e lo seguo. Assomiglia al sussurro del vento e chiama il mio nome. Abbandono le altre e mi inoltro nel bosco. Intorno a me solo la luce della luna che mi indica il passaggio. Mi fermo in una radura e davanti a me un gufo.

Quando ero bambina nonna mi aveva detto che il gufo, la maggior parte delle volte, indica uno spirito protettore ma che può essere anche il tuo nemico. Colui che nasconde l'oggetto del tuo destino.

È difronte a me e le sue ali si muovono a rallentatore. Cerco di avvicinarmi ma è come se fossi bloccata. Lo fisso e lui mi guarda di rimando. Rimaniamo così per alcuni minuti. Poi il gufo comincia ad avanzare nella mia direzione ma non riesco a scostarmi. Rimango immobile. Aumenta la sua velocità e scompare nel mio stomaco come una nebbiolina. Mi tocco lo stomaco ma non sento dolore e nemmeno vedo delle ferite.

Il mio sguardo si sposta dalla parte lesa alla luna. Lei mi osserva e so che mi sorveglia. Mi sdraio sul prato e continuo ad ammirarla. Il suo bagliore mi conforta e, così, mi abbandono al sonno.

*

La testa mi pulsa così forte che non riesco a tenerla più sul cuscino. Provo ad aprire gli occhi ma la luce del sole mi è nemica e così li richiudo. Mi porto il lenzuolo fin sopra la testa e spero che il dolore scompaia. Ma non accade. Decido di scendere dalle scale, avvolta nel mio lungo maglione, e sperare che un thè con le erbe di Sally possano aiutarmi. Sally ha una miscela particolare per i dopo sbronza.

Il fischio del bollitore mi risveglia dal sonno e rovescio l'acqua per il thè calmante. La cucina è deserta. Non so neanche che ore sono. La mia unica compagna è la tazza fumante tra le mie mani. Mentre aspetto che si raffreddi leggermente, cerco di ricordare quello che è successo la notte scorsa ma più ci provo e meno ci riesco. Come se tutto fosse offuscato da una nebbia fitta che non mi permette di vedere.

Quello che ricordo è l'insistenza di Sally e mia madre per farmi indossare un abito bianco molto scollato e portarmi con loro nel bosco. Ricordo le donne che ballavano e cantavano intorno al fuoco. La signora anziana con gli occhi fissi. Ricordo l'unguento sulle mie labbra. Il resto è totalmente cancellato. L'ultima cosa sono io che osservo la luna. Spero solo di non ave combinato qualcosa di strano. Non ricordo nemmeno come sono arrivata nel mio letto. O come mi sia tolta il vestito. Forse dovrei preparare una pozione per la memoria. Oh, forse, sarebbe meglio se finissi il thè e mi facessi una bella doccia.

Lo scrosciare dell'acqua nella vasca ha un potere calmante. Anche se è pomeriggio inoltrato non rinuncio alla luce delle candele. Quando si fa un bagno sono d'obbligo. Rendono l'atmosfera perfetta. Lancio dentro alla vasca un sacchetto di tela con dei fiori secchi di Passiflora. Perfetta per rilassarsi. Appena fanno il loro effetto mi immergo e chiudo gli occhi. Abbandono la testa contro il bordo e rimango lì. Cerco di ricordare qualcosa ma è tutto confuso. Nel buio dei miei pensieri, un gufo si presenta davanti a me. Grande e bianco. E, subito, le parole della nonna. Il gufo è uno spirito animale. Può proteggerti ma è anche un predatore. Può portare molto dolore. È difficile capire le sue intenzioni. Le sue parole risuonano nella mia mente come se ci fosse l'eco mentre il gufo piomba su me.

Mi sveglio urlando nella vasca ma, intorno a me, non c'è altro che candele e acqua calda. Cerco di riprendermi ma un fischio nelle orecchie mi impedisce di concentrarmi. Lentamente torno alla normalità e, al posto del fischio, un altro suono arriva alle mie orecchie. Il campanello della porta. Oh, ma andiamo. Adesso?! 

Esco dalla vasta indenne, miracolosamente, e mi avvolto in un asciugamano troppo corto. Scendo le scale rischiano una caduta e un secondo trauma mentre il campanello continua a suonare. Arrivo! Arrivo! Ma perché la gente si presenta da te nei momenti meno opportuni. Riesco a raggiungere il pomello della porta e ad aprire ma dietro ad essa mi ritrovo una chioma rosso fiammante che non vedevo da un po'.

"Sibyl!"

"Liz!"

ACHIELLEA 

(PER USO INTERNO)

PER CALMARE I CRAMPI ALLO STOMACO PREPARARE UNA TISANA: VERSA 200 ML DI ACQUA BOLLENTE SU 3 GRAMMI DI PIANTA TAGLIATA FINEMENTE AL MOMENTO. LASCIATE IN INFUSIONE IN UN RECIPIENTE COPERTO PER 15 MINUTI E POI FILTRARE. BERE LA TISANA DOPO I PASTI. 

IPERICO 

(PER USO ESTERNO)

IN CASO DI PIAGHE, METTERE 70 GR DI SOMMITA' FIORITE IN 250 ML DI OLIO DI MANDORLE, FAR MACERARE PER 6 SETTIMANE IN UNA BOTTIGLIA BEN CHIUSA, ESPONENDOLA AL SOLE PER UN GIORNO INTERO. DA CONSERVARE LONTANO DALLA LUCE E DA USARE IN CASO DI BISOGNO. 

COMMENTO DELL'AUTRICE:

CIAO A TUTTI! QUESTA SETTIMANA ABBIAMO UN BATTESIMO MAGICO! VI HO MESSO DUE RICETTE DELLE PAINTE CHE HO NOMINATO. NEI PROSSIMI CAPITOLI CERCHERO' DI CONTINUARE SU QUESTAA STRADA, MAGARI ALTERNANDO CON QUALCHE DOLCE. ANCHE PERCHE', CI STIAMO AVVICINANDO ALL'AUTUNNO E LE GIORNATE PIOVOSE CHIAMANO DOLCI E FORNO. SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CI VEDIAMO MARTEDI' PROSSIMO CON NUOVE AVVENTURE. 

- LIZ

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