21. Underneath the lovely London sky

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"To know that I miss you

so much when you leave;

to know that I need you

like the air that I breathe.

To know that I want you

with a passion so blind,

is to know that i love you-

with no doubt in my mind."

To Know - Lang Leav

Nel silenzio dell'immensa cucina di Harry, il campanello del forno rintocca e la colazione sfornata con attenzione. Un banana bread al cioccolato, una goduria. Il profumo sale le scale, silenziosamente passa sotto le porte per atterrare alle narici degli abitanti della casa. Una maniglia si piega e un piccolo uragano corre verso la fonte del profumo che l'ha svegliata. Non mi muovo dallo sgabello e aspetto che Makenna arrivi. Le mie aspettative non vengono disilluse. Dopo pochi minuti un cinguettio spunta dalla porta della cucina e si posiziona di fronte a me. Appoggio la tazza di thè il tempo di tagliarle una fetta di torta e poi torno a soffiare sopra all'acqua fumante. Makenna divora la torta come se non mangiasse da giorni e il suo nasino viene ricoperto da un sottile strato di zucchero a velo che la rende più buffa ancora.

"Zia, perché tu non mangi?" - i suoi occhietti mi guardano con un misto di preoccupazione e curiosità. So dove vuole andare a parare. Ogni momento che passa assomiglia sempre di più a Sally.

"Perchè, cara la mia piccola pulce, ormai siamo in ritardo. Corri a prepararti!" - aggiro il tavolo per cercare di prenderla al volo ma lei scappa dalla mia presa e corre al piano superiore. Da sopra il lavello, sento l'acqua della doccia aprirsi e so che Makenna mi ha dato retta e si sta preparando. Fortunatamente, io sono già pronta e posso sistemare il piccolo casino che ho lasciato nel lavello. Ciotole, cucchiai e teglie sporche che necessitano di una lavata. Dalla porta della cucina, una presenza famigliare entra e si siede nello stesso posto della pulce. Non parla ma non ce ne è bisogno.

"Una fetta sola Harry. Troppi dolci fanno male a chiunque, persino a te" - con la coda dell'occhio vedo che si taglia una fetta grossa il doppio di quella della nipote. Harry non mi risponde nemmeno. Troppo impegnato a godersi la sua fetta di dolce. "Oggi accompagno io Makenna a danza, è un problema?" - Harry non sente una parola di quello che ho detto. Annuisce silenziosamente. Lo prendo per un sì. Lo abbandono mentre contempla la fetta di dolce e raggiungo mia nipote. Nascosta dietro la porta, la sento parlare a bassa voce con i suoi peluche mentre si veste. È adorabile.

*

La mia mano scorre tra le pagine di un'edizione troppo bella per restare a prendere polvere. Roger mi aveva dato appuntamento in una stradina ma, appena uscita dalla metropolitana, ho notato questo piccolo tesoro di libreria. Mi sono catapultata dentro ad aspettare. I miei occhi si sono innamorati appena li ho posati sulle vetrate. Una struttura anni 40 che abbraccia scaffali ricolmi di libri. Pochi sono quelli di nuova uscita. Anzi, direi quasi nessuno. Appena varcata la soglia mi sono subito resa conto, anzi forse è stato l'odore, che questo gioiellino racchiude edizione che oggi definiremmo vintage. Mi sono lasciata incantare dalla sezione di letteratura inglese e, in particolare, da un'edizione con copertina in tessuto ricamato. Il titolo, stampato a caldo in foglia d'oro, è circondato da ricami in stile liberty. Un magico intreccio di rami, fiori e foglie per creare una piccola gemma. Sfoglio le pagine con un'accuratezza dovuta. Ne sono completamente rapita ed affascinata. Sotto una delle vetrate c'è una piccola panchina sulla quale mi siedo per poterlo leggere. Nonostante conosca a memoria questo racconto, le emozioni sono sempre nuove e inaspettate. Di quelle che ti riscaldano il cuore e fanno comparire un sorriso accennato, e timido, sulla labbra. La luce dei raggi colpisce la carta e le parole prendono ancora più vita. Appoggio il gomito sullo schienale della panchina per vedere l'effetto della luce sulla pagina e ne rimango ammirata. Improvvisamente un'ombra copra la mia lettura e l'attenzione si proietta sulla persona dietro al vetro. Non appena lo focalizzo, una smorfia a metà strada tra un sorriso e una risata fa capolino sul mio viso. Chiudo il libro e appoggio delicatamente il naso sul vetro per fare una smorfia e, dall'altra parte, Roger si mette a ridere e si toglie gli occhiali da sole. Lascio il libro delle meraviglie al legittimo proprietario ed esco dal quel piccolo angolo di felicità.

"Sapevo che ti averi trovata qui" - gli occhiali a penzoloni sullo scollo della maglietta e i capelli scompigliati gli donano un'aria trasandata che, mio malgrado, è in grado di farti sciogliere come neve al sole.

"Ma allora lo hai fatto apposta, ammettilo!" - gli pungolo il petto e la sua risata calda riempie le mie orecchie. Questa volta voglio essere io a fare il primo passo. Mi avvicino e, alzandomi leggermente sulle punte, sfioro le sue labbra. Il suo petto si alza per raggiungere il mio e il suo respiro arriva per farci capire che la distanza tra di noi è proprio poca.

"Se continui così...sarò costretto a rapirti" - la linea della labbra da tesa si tira leggermente in su, formando una piccola smorfia di felicità.

"Poi lo senti tu mio fratello?" - io, invece, scoppio a ridere in mezzo alla strada ma senza lasciare la sua maglietta e, tanto meno, lui.

"Potremmo combattere per il tuo onore. Sono bravo a battere i bugni sul petto, sai"

"Non ne dubito ma non avrebbe effetto. Harry non fa a botte" - mi sciolgo dall'abbraccio che ho creato io e mi distanzio un paio di centimetri- "Allora, progetti per oggi?"

"Improvvisiamo" - Roger mi prende per mano e, così, legati ci incamminiamo senza sapere esattamente dove.

*

Da dietro una vetrata riesco a vedere Makenna, tutta tutù e chignon, che sgambetta davanti ad uno specchio. Roger ed io stavamo prendendo del cibo per poter fare un picnic in un parco quando Harry mi ha chiamata pregandomi di andare a prendere Makenna. Era stato incastrato in un pranzo di lavoro importante e Jules era dalla madre nella campagna. Non sarebbe mai arrivata in tempo. Roger non mi ha nemmeno lasciato il tempo per porre la domanda che già stava pagando e andando alla metro più vicina per essere qui. Nel tragitto mi ha chiesto come fosse mia nipote e rideva di ogni cosa gli raccontassi.

La lezione finisce in uno scrosciante applauso fatto dalle bambine. Makenna è l'ultima a a raccogliere le sue cose, così, busso al vetro per farmi notare. Il suo volto si illumina di felicità e, correndo, scompare dietro la porta dello spogliatoio. Aspettiamo nella sala d'attesa, seduti su un divano e Roger è palesemente agitato.

"Non ho ancora capito perché hai insistito. Non riesci nemmeno a star fermo" - mi abbandono sulla schienale sfogliando, svogliatamente, una delle tante riviste appoggiate sul tavolino.

"E se non le piaccio?" - la rivista mi cade sulle gambe e mi esce una risata improvvisa. Come puoi non piacerle?

"Respira e calmati. Makenna non morde nessuno" - ed è vero. È una bambina troppo dolce e non farebbe del male ad una mosca- "E poi...non puoi non piacerle" - gli lascio un bacio sulla guancia ruvida dall'accenno di barba. Con questo gesto, non so come, i suoi muscoli si distendono leggermente.

Dal corridoio sentiamo delle voci acute di bambine che si salutano e il mio tenero funghetto corre verso di me. Quando ci raggiunge mi salta, letteralmente, al collo e mi cosparge di baci.

"Perchè non è venuto papà?" - i suoi occhi, per un breve istante, si rabbuiano.

"Ha avuto un imprevisto al lavoro e ha mandato me....non sei contenta?" - le iridi blu si accendono nuovamente e torna a sorridere. Lentamente, si avvicina al mio orecchio e mi chiede chi sia l'uomo buffo al mio fianco- "Lui è Roger. Ci porta a fare un picnic, ti và?" - Makenna lo fronteggia e lo osserva dalla testa ai piedi.

"Se fai soffrire la zia te la faccio pagare" - in una finta maniera minacciosa, gli punta il dico contro. Me ne sto nel mio angolino ad osservare Roger sbarrare gli occhi mentre io cerco di ridere sotto i baffi.

"Sì signora. Agli ordini" - Roger si mette una mano sul cuore e Makenna abbassa l'indice per poi, sorprendendoci entrambi, abbracciarlo. Lo vedo rilassarsi e buttare fuori tutta l'ansia che stava trattenendo da mezz'ora. Roger cerca il mio sguardo ed io gli mimo un visto. Usciamo tutti e tre dall'edificio e tendo la mano affinché Makenna la prenda per non perderla ma lei avvolge quella di Roger e il mio povero cuore perde un battito. Lui, d'altro canto, è imbarazzato e non sa cosa fare se non stringere la piccola manina bianca. Il mio funghetto, non contenta, si posiziona in mezzo a noi e poi avvolge anche la mia mano, sorridendoci.

*

Clapham Common è un grande parco a sud di Londra e famoso per le domeniche passate a fare picnic sotto le fronde degli alberi. Una grande distesa di verde si palesa davanti a noi e Makenna comincia a saltare sul posto per poi lasciarci le mani e correre da una parte all'altra. Mi sento stringere da un braccio forte e dei forti addominali cozzano contro la mia schiena. Il naso di Roger si strofina sul mio collo dove posa dei leggeri baci che mi fanno socchiudere gli occhi.

"Ti piace?" - non ho la forza per parlare. Annuisco e mi giro per lasciarli l'ennesimo bacio. L'ennesimo in questa giornata. Makenna si ferma nel suo correre e decide che quello sarà il posto perfetto per stendere la coperta. Roger la raggiunge e, con lei, sistema tutto il necessario. Vederli interagire è una delle cose più tenere. Ridono e si abbracciano. Makenna di ferma quando la tavola improvvisata è pronta e mi fa cenno di raggiungerli.

"Zia guarda che bello!"

"Lo vedo, tesoro. Avete fatto un bel lavoro" - mi siedo sulla coperta e, così, spensierati cominciamo a consumare il nostro pranzo. L'unica cosa sulla quale ho insistito era il dolce. Quello lo avrei scelto io e, senza sapere come si sarebbe evoluta la giornata, ho scelto bene. Niente di eccessivo anche perché non abbiamo un frigorifero portatile. Dio salvi i muffin al cioccolato e lamponi.

Poco lontano da noi, sotto al gazebo al centro del parco, una piccola orchestra suona e tiene compagnia a tutti noi. Dal nulla, coppie di anziani si stringono in un abbraccio e oscillano a tempo di musica. Seguendo il loro esempio, anche i bambini ballano, a loro modo. Faccio cenno a Makenna quel piccolo gruppo di bambini cosicchè li raggiunga ma lei non si muove. Non dice nulla e osserva, da sotto le lunghe ciglia, Roger che, non lasciandosi perdere quello sguardo furbetto le fa un cenno. Si alza dalla coperta e mi porge la mano.

"Vuole, adorabile signorina, concedermi questo ballo?" - Roger rimane lì, in piedi di fronte a me, con la mano protesa verso di me.

"Molto volentieri" - appoggio la mano su quella di Roger e la sua stretta mi rilassa. Mi giro a guardare Makenna avvertendola di non muoversi da dove si trova. Non voglio perderla. Poi chi lo sente suo padre. Raggiungiamo il gazebo e, stringendoci, seguiamo le altre coppie nell'ondeggiare.

Roger avvicina le labbra al mio orecchio e, dolcemente, fa una richiesta che addolcisce il mio sguardo e apre un sereno sorriso sul viso.

"Non vado da nessuna parte"

*

La luce leggermente bluastra del pc illumina il piccolo salottino di casa e il cursore scorre rapido nelle mail ricevute. Sono due giorni che non controllo la mia casella e il lavoro si è un accumulato. Tra una mail di Crane e un suo complimento coperto da un mezzo rimprovero per averlo abbandonato mentre la nave affonda, noto una mail di Charles. Sta cercando un assistente per gli esami della sessione estiva e per sostituirlo in qualche lezione e ha pensato a me. Sono lusingata certo, ma tenere una lezione mi terrorizza alquanto. Nonostante questo decido di accettare e prendermi questo impegno. Crane non lo accetterà facilmente ma, siccome non è una mia scelta non penso avrà qualcosa da ridere. Dovrò parlare con Charles per capire al meglio il calendario delle lezioni e degli argomenti. Non sono mai stata il tipo di studente che vende i propri manuali universitari, a meno che non si tratti di materie che so per certo non sarebbero state di utilità per la specialistica, come filologia o letteratura. Infatti, nella libreria c'è ancora una grossa parte composta dai miei vecchi manuali e dalle decine di fogli che, meticolosamente, riunivo e catalogavo con i colori in grossi faldoni. Qualcuno avrebbe potuto avvertirmi della malattia che stavo sviluppando ma nessuno ha avuto il coraggio. Pensandoci mi viene da ridere. Estraggo il più grande dei raccoglitori. Quello dove conservo ancora le lezioni di Charles che mi hanno ispirata nella mia carriera universitaria e che, poi, mi hanno permesso di fare il lavoro che amo. Lo sfoglio e non posso non notare la pessima calligrafia che avevo all'inizio e che poi, per fortuna, ho migliorato. Sembravo una gallina con la penna in mano. Nemmeno un medico avrebbe saputo scrivere peggio di me. Alla mie spalle, Cagliostro comincia a miagolare per la luce del mio telefono. Meglio di una suoneria per l'arrivo di un messaggio. Makenna. Apro la notifica e vedo che mi ha mandato un video. Questa situazione nella quale Jules ha dato un telefono ad una bambina mi stupisce sempre di più ma non posso mettere becco nelle sue decisioni. Anche se vorrei e quanto vorrei.

L'inizio tremante mi fa sorridere e poi, ad un tratto, mi ammutolisco. Il video che ha registrato ritrae Roger e me, stretti tra le braccia dell'altro, che balliamo. I nostri sguardi sono incatenati negli occhi dell'altro. Sembriamo chiusi dentro una bolla tutta nostra. Una piroetta e torno stretta a lui. Un sorriso, una risata e la sua mano che accarezza la mia schiena. Le sue labbra che si posano sulla mia fronte. Ricordo la sensazione di morbidezza di quelle labbra carnose. Guardo ammirata come, tramite la fotocamera di un telefono, possano saltare all'occhio sensazioni così vivide. Il video di interrompe bruscamente. Come se a Makenna fosse caduto il telefono.

Zia, mi piace il tuo fidanzato :) 

COMMENTO DELL'AUTRICE 

And we are back!!!!! Finalmente, dopo i bagordi delle feste, siamo tornate. Abbiamo aspettato il Carnevale che, notoriamente, tutte le feste porta via, per ritornare con le nostre eroine. Gli appuntamenti rimangono sempre gli stessi. Flowers, Sweets and Secrets vi aspetta il martedì e Changeling, il giovedì. Non dimenticate che potete trovarci anche su Instagram :) Buon rientro ragazzi!!!!!

-Liz

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