25. EVA

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"And she need no prince

or knight to save her,

because her might is enought to tame dragons"

Nikita Gill

Non ho idea di quanto tempo abbiamo passato in quell'auto. Non ho badato all'orologio. Quello che mi importava era respirare e stringere Cagliostro. Lui, invece, era assolutamente rilassato tra le mie braccia e non ha emesso un verso. Fino ad ora, quei pochi vampiri che ha conosciuto, ha sempre soffiato in loro presenza. Non una volta l'ho visto reagire in modo così positivo.

"Vuoi qualcosa da bere?"

La voce bassa della donna mi risveglia dal mio sonno. Seduta su una poltrona di velluto bordeaux, con in braccio Cagliostro, la osservo mentre mi indica una brocca in cristallo con del liquido rosso al suo interno. Le faccio un cenno di diniego e lei alza le spalle. Intorno a noi, quadri dalle pesanti cornici e tende in broccato coprono vetrate da cui traspare un filo di luce del lampione. Non ricordo nemmeno come siamo arrivate in questa stanza. Devo essere stata sotto shock tutto il tempo. Diciamo che trovare in casa la moglie del mio vicino, con cui ho avuto una storia, seppur breve, che mi minaccia e tenta di aggredirmi sono motivi sufficienti per cadere in uno stato di confusione.

"No? Come preferisci" - la donna, dalla pelle chiara e i capelli corvini, aggira il tavolino degli alcolici e si siede, sistemando la gonna del tubino, sul divano. In modo da fronteggiarmi. Mi osserva ed io mi sento così a disagio che abbasso lo sguardo. - "Dunque....mi sembra il caso di fare le presentazioni" - un sorso di vino - "Io sono Eva"

"Elizabeth Wh..." - dal divano, Eva nasconde un sorriso in un altro sorso di vino.

"Lo so....sei la nipote di Sally White"- la mia faccia di dubbio e curiosità deve suggerirle qualcosa - "Oh, lei ha i suoi uccellini....ed io i miei."

Essere l'oggetto del suo sguardo mi mette in soggezione. Non so come comportarmi con un vampiro. Non sono del tutto pratica. Sopratutto, se quel vampiro, ti salva da un'altro vampiro che ha tentato di aggredirti.

"Cosa vuoi?" - di istinto, stringo di più Cagliostro a me. Non mi piace questa situazione.

"Da quanto hai quel gatto?" - con il bicchiere in mano, indica Cagliostro che si volta ad osservarla. Studiarla.

"Come?"

"Da quanto?" - dalla sua posizione, sposta il muso di lato e poi, con un balzo, scende dalle mie gambe. Cerco di recuperarlo, scusandomi, ma Eva mi ferma con un gesto della mano e mi rimetto seduta. Cagliostro, invece, gira per la stanza, annusando, per poi sedersi di fronte a Eva.

"Da un mesetto, perché?" - lo accarezza e lui si fa toccare senza alcun problema.

"Curiosità...ho un debole per i gatti neri" - lui le siede accanto e si lascia pasticciare. La mia confusione continua ad aumentare minuto dopo minuto. - " Allora, Elizabeth...."

"Liz....il nome intero lo usano solo in famiglia"

"Va bene....Liz. Dimmi, cosa voleva da te Jessica" - eccolo il momento delle carte.

"Come la conosci?"

"Oh, ho spie ovunque" - i suoi occhi, sotto le folte e lunghe ciglia, mi scrutano.

"Voleva che mi allontanassi da due uomini"

"Il cane e il vampiro? Tipico di lei. Vuole tutto per se. Sempre stata così"

"Sembra che tu la conosca bene." - non so quanto possa fidarmi di lei ma a vedere come si comporta Cagliostro forse dovrei darle una possibilità.

"Non stiamo parlando di me..." - è affascinante vedere come si muove. Come accavalla le gambe e posa il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolino affianco al divano. - "Ammetto, però, che devo dire qualcosa. Altrimenti non possiamo aiutarci." - come aiutarci.

"Perché?" - la sua risata è qualcosa che ti lascia interdetto. Più la guardo e più mi affascina.

"Oh, sennò che divertimento c'è." - prende in braccio Cagliostro e lo accarezza fino alla coda. - "Sono stata io a trasformare il tuo vicino. Com'è che si chiama?"

"Will"

"Ah, già. L'umano che ha voluto morire per proteggerti. Non ti sembra medievale come scelta. In fondo, non hai bisogno di protezione."

"Davvero? E allora perché sono ancora qui?" - un leggero vento si alza nella stanza.

"Non scaldarti, piccola strega. Non sono io quella che devi temere ma Jessica" - lentamente, il vento si placa. - "Ti offro il mio aiuto in questo gioco. Sei solo caduta in mezzo ad una scacchiera e non conosci le regole."

"Quale gioco?"

"Sei troppo curiosa. Non bisogna dire tutto al primo appuntamento, no?" - si alza dal divano con ancora Cagliostro in braccio e si allontana. - "Forza, seguimi."

Usciamo dal salottino e percorriamo un lungo corridoio con appesi quadri di varie epoche. Su qualcuno mi soffermo più a lungo ma mi ridesto subito dopo che Eva mi chiama per farsi seguire. Di colpo, si ferma davanti ad una doppia porta intarsiata e dai pomelli lucenti. Mi fa cenno di prendere il gatto e poi apre le porte. Dietro, una biblioteca privata ricolma di libri. Al di sopra, un soffitto, dipinto a mano, ritrae una scenetta bucolica con ninfe, satiri e angioletti. Immediatamente sotto, due grandi candelabri in cristallo illuminano la stanza. Mi giro intorno alla ricerca di una fine ma tutto quello che vedo sono solo libri.

"Qui puoi trovare grimori, erborari....persino fotoromanzi, se vuoi svagarti."

"Che cos'è?" - il gatto scappa da me e salta su un tavolo, annusando un vecchio tomo con una spessa copertina rossa. Lo raggiungo e studio il volume. Ad un primo sguardo sembrerebbe essere veramente antico. Sicuramente francese, visto lo scritte. Ma oltre a quello non sono in grado di dire altro. Uno strano filo, però, mi collega a questo manuale. Cagliostro annusa la mia mano ma Eva cattura l'attenzione di tutti.

"Non siamo qui per fare i topini da biblioteca." - dichiara dopo aver sbattuto, forse con troppa forza, un grosso volume di incantesimi. - "Porta a casa questo. Studialo e sei hai delle domande, sai dove trovarmi."

"A dire il vero non lo so." - Eva ammicca nella mia direzione.

"Allora....io so dove trovarti." - mi accompagna fuori dalla biblioteca. "Winston ti accompagnerà alla porta. Winston!" - alle sue spalle si manifesta un signore anziano, sessantenne, con la livrea da domestico. I capelli curati e tagliati corti, gli spessi occhiali da vista. Non mi rivolge la parola. Si limita ad oltrepassarmi ed aspettare che saluti Eva.

"Grazie."

"Non farlo...non ancora, almeno." - abbassa lo sguardo nella direzione di Cagliostro e si fissano a lungo. Come stessero conversando o trovando un'intesa a qualcosa che ignoro.

**

Sulla via di casa mi risuonano nella mente le parole di Eva. Il suo avvertimento, o offerta di aiuto, mi tranquillizza. O forse è solo il suo fascino che mi fa pensare questo di lei. Le strade di Oxford, alle prime luci dell'alba, sono tranquille. Solo i panettieri hanno le luci accese e il profumo di farina e lievito nell'aria. Ma continuare a rimuginare e cercare difetti in ogni persona che incontro non mi porterà da nessuna parte.

Con le cuffie nelle orecchie, e Cagliostro al mio fianco, ho solo voglia di tornare a casa e buttarmi sotto la doccia. Per la strada mi fermo davanti alla vetrina della caffetteria sotto casa. Oltre il vetro, le ragazze sistemano le paste negli espositori e i ragazzi macinano il caffè. Il profumo che riesco a sentire oltre il vetro è qualcosa di cui ho sentito la mancanza in queste ultime settimane. Guardo verso il basso. In fondo, un pasticcino e un buon cappuccino non potrebbero peggiorare la situazione.

"Che ne dici?" - Cagliostro guarda oltre la porta e poi se ne và. Lasciandomi lì, da sola. Non ho più il timore che scappi e non torni più. Mi tolgo le cuffie e mi faccio tentare da una grossa brioche ai lamponi e una tazza stracolma di cappuccino al cacao.

Sedersi e gustarsi la colazione in totale silenzio è una delle cose che mi piaceva fare prima di tutto questo delirio. Avere a che vedere con stregoneria e sovrannaturale mi ha destabilizzata non poco. Non posso dare torto a mia madre e la sua volontà di crescerci all'oscuro di tutto. Se non avessi avuto l'incidente non avrei mai scoperto quello che sono. Se avessi continuato a vivere una vita ordinaria, però, mi sarei persa il divertimento e poi Zoe. Non avrei mai avuto una cugina. La morsa della fame, però, ha la meglio sui miei pensieri.

"Ciao" - davanti alla colazione, o meglio al tavolino, appare Will.

"Ciao." - balbetto goffamente cercando di non strozzarmi con il liquido caldo. - "Tu non dovresti uscire di giorno"

Si appoggia alla sedia vuota e sorride, sicuramente di me e delle mie domande sciocche.

"Diciamo che Oxford non è sempre luminosa. Oggi è prevista pioggia tutto il giorno. Posso fare quello che mi pare."

"Ah."

"Posso sedermi?" - indica la sedia su cui è appoggiato e non mi sento di negargli il posto.

"Ci sono altri tavolini" - averlo di fronte mi mette a disagio. Ricordare che per colpa sua, ma sopratutto mia, ho mandato all'aria la situazione con Roger.

"Propongo un accordo..." - Will aggira la sedia e si accomoda noncurante della mia faccia sgomenta e alterata. - "non parleremo. Nemmeno una parola. Però, prima mi fai fare colazione seduto qui."

Mi sento con le spalle al muro. Magari riesco a parlare di quello che è successo l'altra sera. Non faccio in tempo a dire qualcosa che una ragazza arriva per prendere l'ordinazione di Will. Sgomenta, guardo la ragazza e poi lui che, come se nulla fosse, mi guarda divertito.

"Non avevo detto niente."

"Avevamo detto niente parole. Solo...la colazione."

Avrei bisogno di chiedergli, anzi dire, delle cose ma questo teatrino mi da il tempo per pensare a come intavolare la conversazione.

Non oggi.

**

L'acqua bollente che scorre sulla pelle, le candele accese e un profumo di sambuco erano quello di cui avevo bisogno. Per rilassarmi di più, ho acceso lo stereo ed una delle mie playlist preferite. Come cura l'anima Loius Armstrong nessuno. Cagliostro è rimasto sul divano a farsi gli affari suoi.

Dopo la colazione, Will mi ha riaccompagnata davanti a casa. Ha insistito. Non ci siamo detti nulla se non ciao. All'imbarazzo sono abituata ma non alla codardia. Mi sono gettata sotto il getto dell'acqua con la precisa convinzione che domani mattina chiarirò tutto.

Il rumore assordante del frigorifero vuoto mi mette in allarme. Prendo di volata un foglietto, una penna e mi lascio andare sul divano dove, insieme a Cagliostro, scrivo la lista della spesa. Non si può morire di fame. Decido di prendermi questa prima domenica di Giugno con calma. Mi regolo il mio ritmo fatto di lentezza e coccole. Dopo un tempo che mi sembra decisamente troppo, ne ho davvero bisogno. La lista, alla fine, è lunga tre post it. Devo veramente fare la spesa.

Seguendo il dettame della lentezza, prendo la mia crema dal bagno, un pantalone comodo e una maglia ancora pesante. Giugno è solo all'inizio ma Oxford non da soddisfazioni per il caldo. Il tempo oggi chiama pioggia e thè caldo sul divano. Magari davanti ad una serie tv come Firends. Al solo pensiero mi viene da ridere. Mi ricordano molto gli amici di Zoe e Sybil. Una truppa sgangherata ma legata.

Sai Liz, forse è il caso che li lasci perdere entrambi, per un po', e ti concentri un po' su te stessa. Vedrai che tra qualche giorno ti sentirai meglio, e se ne hai bisogno puoi tornare quando vuoi. Anzi, forse è meglio se veniamo noi da te, eh?

Le parole di Sybil dovrei imprimerle a fuoco sulla pelle. L'ultima volta che mi sono trovata in una situazione del genere sono corsa via. Questa volta no. Non vado da nessuna parte. Resto ad Oxford e mi assumo le mie responsabilità.

"Cosa dici...niente uomini per un po'?" - Cagliostro mi guarda con un muso offeso e poi si volta dall'altra parte. Lo prendo in braccio e poso un bacio tra le orecchie. - "Tutti tranne tu. Come faccio a lasciarti? Eh?" soddisfatto della risposta, mi lecca il naso.

Il bollitore suona e una tazza bollente di tisana mi fanno compagnia, insieme alla coperta e al gatto, al rewatch di Friends. Sono costretta a mettere in pausa quando il telefono comincia a suonare. Sullo schermo compare il nome di Harry. Ruoto leggermente il telefono vero il gatto.

"Che dici...lui posso ancora sentirlo?!" - con il sorriso sulle labbra sposta l'icona verde per rispondere.

"Cherry!"

"Ciao Harry. Come stai?" - la voce del mio fratellone è un rilassante che non avevo previsto. D'istinto mi lascio scivolare sul cuscino, quasi rannicchiata. Mi è mancato.

"Bene...tu? Ha chiamato Sally"

"Sta bene? Le è successo qualcosa?" - sapere che la nonna lo ha chiamato mi mette in allarme.

"Tranquilla, sta bene. Mi ha velatamente ordinato di chiamarti. Hai bisogno?" - Sally, sempre la solita. Avrà mandato una delle sue cocorite a vedere cosa combinavo.

"Ah...no, cioè...sì, ho bisogno." - mi alzo per cominciare a camminare per il salotto. Ormai sta diventando un'abitudine fare avanti e indietro.

"Dimmi tutto" - sempre pronto ad aiutare la sua sorellina.

"Ricordi quando ti raccontavo dei miei problemi sentimentali? Ecco, questo è una di quei casi." - mordicchiare le pellicine è un modo per stemperare la tensione che mi attanaglia ogni volta che voglio affrontare questi argomenti con lui.

"Mi siedo"

"Ecco...ho cominciato a frequentare un collega, poi ho scoperto che era sposato. Dopo, sono uscita con un amico di Ezra ed è andata bene...per un po'." - i silenzi di Harry aumentano la mia ansia. - "Poi...ho fatto una cosa bruta...veramente brutta."

"Tipo cosa?" - sento scricchiolare la sedia di Harry dal telefono e so che si sta preparando a sentire il grande botto.

"Tipo che sono andata a letto con il primo ragazzo e il secondo lo ha scoperto....e abbiamo litigato e...e..."

"E..."

"E se ne è andato." - per pochi secondi, che a me sembrano davvero tanti, non altro che forti sospiri dall'altra parte. -"Beh?"

"L'aria di Oxford non ti fa bene...o forse è l'influenza di Sally."

"Non scherzare Harry...è una cosa seria!" - dall'altra parte sento chiaramente mio fratello trattenere le risate.

"Lo so...lo so."

"Allora smettila di ridere!" - vuotato il sacco mi sento svuotata. Mi rimetto seduta e Cagliostro mi monta sulla gambe.

"Beh, Cherry...hai davvero trovato il modo di complicare tutto."

"Lo so"- mi esce più come un lamento.

"Senti...non li conosco ma forse dovresti prenderti del tempo per te. Stai lontano dagli uomini per un pochino. Forse ti schiarisci le idee." - adesso sono io a trattenere le risate sotto i baffi. Ed Harry se ne accorge. - "Cosa?"

"Tu non lo puoi sapere ma, ieri, un'amica mi ha detto la stessa cosa."

"Allora dalle retta."

"Assolutamente. Lontano dagli uomini. Capito." - ma per quanto?

COMMENTI DELL'AUTRICE⭐

Ciao a tutti!
Dunque, sono qui con una tazza di thè caldo e sono tutta per voi.
Dall'inizio. Jessica che si offre di aiutare Liz contro Jessica. Ma come mai si conoscono? (No spoiler) 
Poi, Will che torna. Chissà quale saranno i suoi motivi.
Infine, il mio amato Harry e le sue chiacchierate con Liz. Sono sempre un piacere da scrivere.

Spero vi sia piaciuto. Vi aspetto al prossimo capitolo.

Baci ~ Liz 😘

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