38. Mirror mirror on the wall

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Mesi fa avevo comprato uno specchio con una pesante cornice di gesso. Di quelli che non puoi appendere al muro così, seguendo la tua vena estetica, l'ho appoggiato alla parete con affianco delle piccole pile di libri, i miei preferiti. Mi piaceva l'idea di avere un oggetto così. Mi attirava come risultava la mia immagine riflesso sulla superficie. Appena arrivato, ho passato molto tempo a guardarmi. Non per vanità, ok forse un pochino.

Rannicchiata sul pavimento di legno, la mia immagine risulta nettamente differente da quella delle prime volte. Non più solare, priva di occhiaie e stanchezza. Con le gambe circondate dalle braccia, cerco di non pensare molto. Sono due giorni che cerco di isolarmi. Chiusa nella mia stanza, ferma davanti allo specchio, solo Cagliostro e Roger entrano ogni tanto. Uno per cercare di aiutarmi e l'altro per farmi mangiare qualcosa.

L'incantesimo di Zoe ha funzionato e siamo riuscite a contattare la mamma e Sally che, subito dopo aver capito la gravità della situazione, si sono mosse da casa per venire qui. Non hanno perso tempo. Appena arrivate, hanno tirato fuori dalle loro borse libri, pozioni e tanti altri oggetti che non avevo mai visto. Forse perché mamma li teneva a debita distanza da noi.

Hanno provato per un giorno interno a rintracciare Jessica, con l'aiuto di Eva e sembrava che ce l'avessero fatta ma niente. Il luogo era vuoto. Lo sconforto e la rabbia hanno preso il sopravvento su molti di noi. Sopratutto io. Mi sono rinchiusa in camera mia. Non ho voglia di parlare con nessuno. Non ho nemmeno le forze per fare qualcosa. Non riesco nemmeno a dormire. I sogni sono sempre più inquietanti e ricorrenti. Sono ancora nella radura ma non riesco ad andare oltre. Non capisco cosa fare. L'unica sensazione che riesco a provare è un grande freddo, fin dentro le ossa, e la rassegnazione di non poter sfuggire.

*

Ho freddo e la pelle imperlata da goccioline di acqua. Abbasso lo sguardo e noto che i miei piedi sono immersi in un fitto prato verde. Ruoto su me stessa alla ricerca di qualcuno o qualcosa che mi faccia capire dove sono. Da dietro dei cespugli, una figura esile esce. Lunghi capelli castani e la pelle chiara come il latte. Mi si blocca il respiro.

Marguerite.

So che è lei. Siamo uguali. Lentamente, e con cirsospezione, compie pochi passi nella mia direzione. I suoi occhi percorrono la mia figura da capo a piedi. Sembra che riesca davvero a vedermi. Per un attimo ci ripensa e si muove per tornare nella foresta ma non lo fa. Rimane ferma. Mi osserva ancora e poi si avvicina.

"Chi sei?"- la sua voce è flebile. Sembra che non abbia le forze nemmeno per parlare. Mi volto per capire con chi stia parlando ma non c'è nessuno oltre a me. Possibile che...

"Elizabeth" - non so cosa fare. In fondo alla mente si forma il sospetto che non sia veramente un sogno. Non ricordo di essermi coricata sul letto. Non ricordo di essermi mossa dal pavimento. Forse invece mi sono addormentata sul pavimento e qualcuno mi ha spostata. O forse sono ancora sul legno.

Marguerite, si tranquillizza a sentire il mio nome e avanza senza timore. Si ferma a pochi pacchi da me e mi tende la mano, sorridendomi.

"Vieni con me..." - lunghe dita bianche e delicate si protendono verso di e l'ultima cosa che ricordo prima del buio assordante è la mia stretta a quelle dita.

Sbatto gli occhi nervosamente e la mano è tesa a toccare la superficie riflettente. Sono tornata nella mia stanza, davanti al grande specchio. Gli occhi circondati da pesanti segni rossi e le guance smunte. Ancora con le gambe rannicchiate.

"Era lei." - dal fondo della stanza, appoggiata allo stipite, Eva mi guarda con un velo di tristezza. Non le rispondo apertamente ma intuisco che sappia che è vero. - "Fatti guidare da lei e potrai fare grandi cose."

"Non era un sogno, vero?"

Il suo capo oscilla lievemente e i lunghi capelli corvini riflettono la luce in un gioco ipnotico.

"Sei riuscita a proiettarti. Senza incantesimi....e lei è riuscita a sentirti."

Lo sguardo torna allo specchio e alla figura che ritrae.

"Devi farti un bagno e mangiare qualcosa." - Eva mi raggiunge e mi aiuta a sollevarmi da terra.

*

Le mani di Zoe mi massaggiano la testa e cercano di eliminare lo stress che ho accumulato. Lei ed Eva hanno fatto in modo che nessuno potesse entrare in bagno. Ha chiesto a Zoe di aiutarla perché convinta che ci sia un qualche tipo di sigillo sulla mia pelle. Un qualcosa che blocca la mia magia.

Le mani di Zoe hanno iniziato a percorrere il mio corpo prima di farmi immergere nella vasca da bagno. Mi hanno di cercare di rilassarmi il più possibile ed è quello che cerco di fare con la testa appoggiata al bordo e gli occhi chiusi.

"Apri gli occhi e dimmi quello che vedi davanti a te." - faccio come mi viene ordinato. Sopra il velo dell'acqua è comparsa una grossa matassa argentata.

"Una matassa di fili argentata."

"Va bene...ora richiudi gli occhi e rilassati il più possibile. Vediamo di sciogliere questa cosa."

La testa torna contro il bordo della vasca e le palpebre si fanno pesanti. La matassa è ancora presente davanti a me, nonostante gli occhi chiusi. Vedo dei fili sottili che riescono a scollegarsi e pian piano anche quelli grossi. Vedo i colori di Zoe agire intorno al peso. La vedo lavorare con fatica perché i suoi colori hanno preso una via rossa. Ad un certo punto, un grosso peso si fa strada nel mio petto. Tira per uscire e io inizio a boccheggiare alla ricerca d'aria.

"Tienila ferma!" - sento la voce preoccupata, tesa di Zoe. Sulle spalle, due mani fredde e morbide mi premono dentro la vasca mentre io annaspo sempre di più. La matassa sopra di me, con un suono sordo, si scioglie. Il contraccolpo prende alla sprovvista tutte noi. La vasca si crepa ed io, nuda e bagnata, mi ritrovo riversa a terra. Zoe ed Eva cercano di aggrapparsi alla prima cosa che riescono a trovare per mantenere un certo equilibrio e non cadere a terra, rischiando di farsi male.

Dalla porta irrompono gli altri inquilini del mio piccolo appartamento. Sally e mia madre rimangono in disparte, vicine allo stipite mentre Roger accorre per aiutarmi e coprirmi con un asciugamano. Anche Cagliostro entra con lui e cerca di leccarmi la mano che mi pizzica.

"Ahia!" - la osservo e noto che un pezzo della vasca mi ha tagliato il palmo. Una linea pulita, dritta con poco sangue. Mi sarei aspettata di più.

"Che diamine avete fatto?!" - la voce di Roger è molto preoccupata. Mi sento coprire la schiena con del morbido e mi aiuta a sollevarmi da terra. L'acqua sul pavimento non mi aiuta e sono costretta ad aggrapparmi a lui. "Stai bene?"

Difficile dare una risposta definitiva. Mi sento davvero come se avessi avuto un peso sul petto per tutto questo tempo e non me ne fossi mai resa conto. Sento i miei polmoni pronti per respirare il doppio dell'aria di prima, la pelle la percepisco più resistente e percorsa da una forza nuova. Riguardo la ferita alla mano e noto che si sta rimarginando da sola. Nessun incantesimo o unguento. Non ho fatto niente di quello che avevo fatto a Mackenna a Londra. Nessuna formula. Sorrido.

"Sì, ora sto bene." - lui cerca di sorridermi di rimando ma lo vedo teso. Mi solleva del tutto da terra e mi riporta in camera, con Cagliostro che ci segue.

*

"Sicura di stare bene?"

La mano calda di Roger ha quasi timore a toccarmi e rimane a pochi millimetri dalla spalla. È sempre stato con me sul letto, insieme a Cagliostro. Nessuno dei due si è scontrato nemmeno un momento.

"Sono sicura."

Girandomi, incontro il suo viso e la profonda ruga tra le sopracciglia. Lo sguardo basso. Voglio spazzarla via e ci provo ma la ruga rimane lì. Fissa, profonda. Mi avvicino e gli poso un leggero bacio sulle labbra ma so che non farà molto.

"Dimmi cosa succede." - mi sistemo meglio tra le lenzuola.

"Per quello che riguarda il bagno non ho spiegazioni. È una cosa che affronterò dopo aver ritrovato Mackenna." - un respiro profondo e via - "Per il resto...Ho scoperto che Cagliosto non è un gatto. Cioè, non è solo un gatto. Da Eva ho toccato un libro e ho avuto una visione. Lui è un essere umano ma ne so ancora davvero troppo poco."

Un miagolio infondo alle lenzuola ci fa voltare tutti e due. Quel batuffolo nero non si scompone anzi, sostiene i nostri sguardi e non ha voglia di cedere.

"Dopo?" - mi viene da sorridere. Anche questa l'affronteremo un'altra volta.

"Dopo."

"Altro?"

"C'era un strega, secoli fa. Era la strega che seguiva Cagliostro. Era potente e molto. Noi White discendiamo da lei ed io sono identica fisicamente a lei. Questo è uno dei motivi per cui lui è qui."

Un profondo sospiro fuori esce dalle labbra di Roger. D'istinto mi avvicino ancora di più. Lascio scorrere una mano sulla barba appena più lunga del normale.

"Quello che posso dirti è che la supereremo. Dopo quello che hanno fatto Zoe ed Eva mi sento molto più forte, libera. Ce la faremo."

"Lo so. Solo...dovrei essere io a consolare te."

"Non ti preoccupare." - un altro bacio, più profondo del precedente, e il pizzicore della barba mi fa il solletico.

*

Ormai è notte fonda. In casa dormono tutti, solo Cagliostro è vigile. Senza fare troppo rumore, mi alzo per rimettermi nella stessa posizione di questa mattina. Seduta sul pavimento, rannicchiata davanti al pesante specchio. Non so bene come fare per tornare in quella radura.

Cagliostro scende dal letto e comincia a strusciarsi contro le mie caviglie, facendo le fusa.

"Non so come fare...ma ho bisogno di lei. Di sapere come usare i miei poteri."

Si fa prendere in braccio con tranquillità e si lascia cullare. Faccio passare la mano sul pelo morbido e lucente. Suoi occhi gialli mi scrutano il viso con interesse e preoccupazione. Sono ipnotici e non riesco a distogliere il mio sguardo. La sensazione del mio corpo è quella della leggerezza e sospensione nell'aria.

Guarda lo specchio.

La voce di Cagliostro arriva nella mia mente come un sussurro che solo io posso sentire. Obbedisco e lo specchio non riflette più solo la nostra immagine. Al posto del grande armadio, la radura dei miei sogni si manifesta e ancora più infondo, Marguerite.

D'istinto mi avvicino alla superficie per poi ritrovarmi ancora una volta nella radura.

"Ti stavo aspettando." 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro