0. Memories with no past

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

La notte sussurra, il lamento confessa, il petto si innalza.

La pelle nera del manubrio si riempie di grinze sotto la mia stretta pressante, intrisa di tutta quella paura che non mi permette di compiere il fatidico passo nell'ignoto. La suola dei miei vecchi stivali sfiora il pedale dell'acceleratore, quasi pregandolo di prendere questa decisione per me e di gettarsi dove io non riesco nemmeno a guardare; lui mi ignora, scrutandomi attonito con occhi che in realtà non esistono e con pupille che hanno origine solo ed esclusivamente dalla mia insana immaginazione.

Il timore di sbagliare c'è sempre, ovunque, in ogni secondo, in ogni anima disposta a correre il rischio pur di raggiungere quel frammento di libertà nascosto in capo al mondo. Nessuno conosce preventivamente quello che gli aspetta e questo, se da un lato ci dà la spinta per scoprirlo, dall'altro ci frena e ci incatena al familiare pavimento della nostra quotidianità.

Ma io non ho paura del futuro; ho paura di non poter mettere fine a questo infinito ciclo di decadenza.

Le unghie rovinate penetrano nel tessuto del volante mentre il mio sguardo si indurisce, grida, e il muscolo nel mio petto colpisce con forza la gabbia toracica nel quale è contenuto. Un sospiro sottile accompagna il rombo dell'animale meccanico che si mette in moto e vibra sotto il peso dei miei flebili ricordi. L'ultimo sguardo mi spara nel petto un colpo mortale, mentre i miei occhi si riflettono nel vecchio finestrino che mi separa dall'edificio della devastazione.
Il palazzo grigiastro è stato l'unico mio compagno in questa discesa, colui che ha assistito alla mia morte spirituale in questi ultimi cinque mesi e colui che non ha potuto fare nulla per fermarmi. Ho visto la paura, toccato con mano la malinconia e percepito la vita perdere il suo sapore tradizionale, acquistandone uno peggiore, nauseabondo, a tratti terrificante.

Non c'è nessuno che, oltre quelle mura spente e ricoperte di sporcizia, mi aspetti con un misero sorriso sulle labbra e le braccia spalancate per darmi conforto. Avrei potuto adottare un animale che potesse tenermi compagnia, ma non l'ho mai fatto. Perché affezionarsi a qualcuno per poi vederlo sparire come cenere tra le mie dita nel bel mezzo di una tempesta?
Nessuno sopravvive al mio fianco. Sono una calamità naturale, una via senza uscita, una problematica diciannovenne perseguitata dalla nube più nera che si possa immaginare.

Non sono dunque i legami ad impedirmi di scappare e di cercare altrove, bensì la paura di non riuscire a trovare mai quello che sto cercando. Le delusioni hanno marchiato a fuoco la mia vita, la mia nascita, la mia intera esistenza.

Non mi aspetto minimamente che con questo viaggio possa cambiare qualcosa, ma non mi resta che fare quest'ultimo tentativo.

Non ho soldi, né un ricordo felice a cui aggrapparmi, né un qualche tipo di eredità come consolazione a un altro buco nell'acqua.
Niente di niente.
Le mie iridi si innalzano, accarezzano l'ambiente scarno del vecchio pulmino di mio padre, cercando almeno di percepire qualche avventura del suo passato che tuttora mi appare effimero come il vento.

Purtroppo per me, per quanto io lo desideri, un oggetto appartenuto a uno sconosciuto non cambia la conoscenza che potrò mai avere di quest'ultimo.

È giunto il momento del lancio, dritto verso quello che spero non sia un altro fallimento nella mia vita.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro