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Bob

 Le parole di Cloe riecheggiano nella mia mente, lasciando un'impronta indelebile.

Rimango in silenzio per un attimo, lasciando che il peso delle mie stesse incertezze mi catturi. Non sono sicuro, lo ammetto a me stesso. Ma c'è una parte di me che desidera ardentemente provare, dare a Jake una possibilità, vedere se può essere un padre per Ophelia. È un rischio, lo so, ma ogni volta che guardo Ophelia, il desiderio di dare un senso al suo passato cresce dentro di me.

«Non sono sicuro, ma voglio provare».

Rispondo finalmente, cercando di trasmettere un filo di sicurezza nella mia voce.

«Forse è il momento di dare a Jake la possibilità di essere parte della vita di Ophelia».

Un sospiro sguscia dalle mie labbra mentre cerco di dissipare l'incertezza che mi avvolge.

«Ho chiesto a Nathan d'indagare su di lui».

Aggiungo, cercando di alleviare un po' il peso delle mie parole.

«Non possiamo correre rischi, Cloe. Voglio essere sicuro che non rappresenti una minaccia per noi, per Ophelia».

Lo sguardo di Cloe si incrina leggermente, una miscela di gratitudine e preoccupazione danza nei suoi occhi. So che è preoccupata, come lo sono io, ma c'è anche un tocco di speranza in quello che facciamo. Ci stiamo aggrappando a quel filo di speranza, sperando che possa portarci verso la luce.

I movimenti di Cloe sono delicati, come una carezza che accarezza l'anima.

Si avvicina, mi abbraccia e posa un dolce bacio sulla mia guancia. Il suo profumo leggero si mescola con l'aria intorno a noi.

«Grazie».

Sussurro, lasciando che le mie parole si perdano nell'abbraccio di Cloe. Il suo sostegno è come un faro nella tempesta, una costante presenza che mi dà forza nei momenti d'incertezza.

I suoi occhi incontrano i miei, e posso vedere la comprensione riflessa in essi. Non c'è bisogno di parole tra di noi, perché il legame che condividiamo va oltre il linguaggio parlato. È un'intesa silenziosa, una connessione profonda che supera ogni barriera.

Il campanello squilla, interrompendo la quiete della serata. Mi dirigo verso la porta d'ingresso e la apro, rivelando Jake di fronte a me. Con un cenno, lo invito a entrare.

«Entra».

Dico, accogliendolo con un sorriso che nasconde la mia incertezza. Lo vedo guardare Ophelia con un'espressione curiosa mentre si avvicina.

«Chi è?»

Chiede Ophelia, il suo tono ingenuo ma curioso.

«È nostro zio».

Rispondo rapidamente, cercando di proteggere Ophelia dalla complessità della situazione.

Jake si inchina leggermente verso di lei, sorridendo gentilmente.

«Ciao piccola».

Dice con dolcezza, cercando di nascondere la sua stessa incertezza dietro una maschera di calma.

Poi, insieme a Jake, entriamo in cucina, dove Cloe ci attende con un sorriso teso ma cordiale. La tensione nell'aria è palpabile mentre ci scambiamo saluti formali.

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