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 Cloe

Ci sediamo a tavola, e Ophelia, come sempre, trova rifugio tra le braccia di Bob. È una scena familiare, che si ripete ogni volta che siamo in compagnia di estranei. Vedere la piccola abbracciare  suo fratello mi riempie il cuore di tenerezza.

Bob le poggia un bacio tra i capelli neri, e Ophelia sorride, serena nel suo abbraccio protettivo.

Mentre servo la cena, mi rivolgo a Jake.

«E quindi, Jake, cosa fai nella vita?»

Chiedo, cercando di far scorrere la conversazione in modo naturale.

Jake sembra esitare per un istante, poi risponde con un sorriso imbarazzato.

«Oh, beh, un po' di questo è un po' di quello. Non ho una professione stabile al momento».

Le sue risposte sono vaghe, e non posso fare a meno di notare la mia frustrazione crescere.

«Interessante».

Dico con un sorriso teso, cercando di mantenere il tono leggero.

Bob e io ci scambiamo uno sguardo complice, e so che condivide le mie stesse preoccupazioni.

Dopo aver gustato il secondo piatto, Ophelia comincia ad avvertire la stanchezza della giornata e mi chiede di tenerla in braccio. È un gesto che amo particolarmente, sentirmi così vicina a lei mi riempie il cuore di gioia. La prendo tra le braccia con dolcezza, avvolgendola nel mio abbraccio.

«Vieni, piccola».

Le sussurro, baciandole la guancia mentre la porto delicatamente in camera sua.

La lascio nella sua cameretta, coprendola con le lenzuola rosa che ama tanto, e le do un ultimo bacio sulla fronte prima di uscire. Quando torno in cucina, trovo Bob seduto di fronte a Jake, il volto serio mentre gli porge una domanda diretta.

«Perché tre anni fa hai lasciato mamma?»

Chiede Bob, la sua voce calma ma carica di significato.

Jake sembra esitare per un momento, prima di rispondere con una voce impacciata.

«Ero nei guai, Bob. Problemi che non riuscivo a risolvere».

La mia attenzione è ora completamente catturata dalla conversazione. Mi avvicino al tavolo, cercando di mantenere un'espressione neutra mentre ascolto le parole di Jake.

«Ma ora è diverso».

Continua Jake con un'espressione sincera.

«Sono cambiato, e vorrei davvero avere un rapporto con Ophelia. Essere parte della sua vita».

Le sue parole mi colpiscono, ma sento la necessità d'intervenire.

«Jake».

Lo interrompo con gentilezza ma fermezza.

«Prima di poter entrare nella vita di Ophelia, devi dimostrare che sei affidabile. Che puoi essere una presenza positiva per lei».

Il silenzio cala pesante sulla stanza mentre le mie parole si dissipano nell'aria.

Bob annuisce lentamente alle mie parole, mostrando di comprendere l'importanza della situazione.

Dopo aver espresso la mia opinione su Jake, decido d'ignorare i suoi sguardi mentre si alza per andarsene. Posso sentire la sua presenza pesante nell'aria, come un'ombra che si allontana, e so che non posso fidarmi completamente di lui. Se potessi, vorrei farlo sparire con uno sguardo, ma so che devo rimanere calma e composta.

Quando finalmente Jake se ne va, un sospiro di sollievo sfugge dalle mie labbra mentre cerco di scacciare via i pensieri negativi. Mi volto verso Bob, cercando conforto nel suo sguardo fidato.

«Voglio solo il meglio per lei».

Sussurro, avvicinandomi a lui.

Bob mi stringe leggermente la mano, una tacita conferma del suo accordo. Insieme, saliamo silenziosamente le scale fino alla camera di Ophelia.

La troviamo addormentata, avvolta nei suoi sogni tranquilli, e mi sento grata per quel momento di pace e serenità.

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