❣CAPITOLO 4: Loving you right❣

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Monday, Tuesday, Wednesday, Thursday, Friday
Saturday, Sunday (a week)
Monday, Tuesday, Wednesday, Thursday, Friday
Seven days a week
Every hour, every minute, every second
You know night after night
I'll be lovin' you right, seven days a week




Accarezzo il dorso di Tookie con nervosismo.
«Come sarebbe a dire che annulli l'incontro di questa sera e non rinnovi il nostro contratto?» domando quasi in preda all'isteria.

«Mi spiace ma -»

«Non dirmi anche tu l'ennesima stronzata! La compagnia non vi ha dato nessuna escort in "omaggio", non hanno firmato alcun accordo! Non mentirmi Mingyu!».

Dall'altro lato del telefono cade il silenzio.
Nervosa arrotolo un lungo ciuffo di pelo tra le dita ma il gatto non gradisce. Tokkie infatti si gira e mi morde, affondando i lunghi canini nel polpastrello prima di andarsene indispettito.
Trattengo un gemito di dolore e mi alzo, sorpassando lo stivale che ho rotto una volta per tutte non appena ho ricevuto la chiamata del ragazzo.

«Minmin dimmi la verità...almeno tu dimmi la verità» mi ritrovo a implorare mentre mi dirigo verso il bagno alla ricerca di un cerotto «Per favore. Ci conosciamo praticamente da quando sono arrivata a Seoul. Sono stata il tuo primo bacio. La tua prima volta. La tua prima vera amica. Non mentirmi».
Lo sento sospirare dall'altro capo del telefono e lo immagino mentre si passa una mano fra i capelli dalla disperazione.
«Stava andando tutto bene fino a poche settimane fa. Nessuno di voi si è mai lamentato. Christopher mi aveva persino proposto un contratto di esclusività dopo la festa a casa tua» mi fermo un istante «È per quello? È perché non ho accettato la sua proposta che ora state annullando ogni accordo?» chiedo bloccando la mano davanti al viso e osservo il sangue colare lento sulla pelle.
Quella situazione sembra assurda, è assurda.
«Vi ha detto di annullare i vostri contratti così non avrò più alcuna scusa per non accettare la sua offerta?» domando in un lampo di lucidità, poco prima di aprire un cassetto ed estrarre un cerotto.

Ancora silenzio.

«Mingyu cazzo rispondimi!» sbraito, mentre incastro il telefono tra la guancia e la spalla e cerco di allontanare quelle due maledettissime striscette bianche tra loro.

«Qualcuno...qualcuno effettivamente ci ha intimato di non rinnovare gli accordi con te per...per potere avere così un contratto d'esclusiva».

Mi tremarono le mani.
«Chi è stato, Mingyu? È stato Christopher?» domando posando il cerotto sul morso di Tokkie.

«No» risponde il ragazzo in un sussurro.

«Allora chi?» insisto accartocciando le linguette di plastica.

«Non so se dovrei dirtelo...mi ha fatto promettere di...mi uccide se lo scopre» borbotta l'idol.

«Chi è stato Mingyu?»

«Mi fa diventare un sacco da boxe e mi usa per i suoi allenamenti finché non esalo l'ultimo respiro non mi va di -»

«Un sacco da boxe?» lo interrompo. Una scarica elettrica mi attraversa la colonna vertebrale e mi tendo, come la corda di un arco pronto a scoccare.
«È stato Jungkook-ah? È stato lui?» domando, faticando a stento a trattenere la rabbia che ha iniziato a scorrere nelle mie vene.

«Io non -»

«Mingyu, cazzo! È stato Jungkook-ah vero? È stato lui!» ripeto sempre più convinta.

«Non ho mai detto nulla del genere» cerca di difendersi il ragazzo ma ormai è troppo tardi.

«È l'unico tra tutti i miei clienti che si allena a boxe e guarda caso assieme a te è l'unico che ancora non mi ha chiamata per annullare quei fottuti contratti» affermo, sentendomi per un secondo come Sherlock Holmes. Sherlock Holmes che però sta per trasformarsi in Jack lo squartatore.
«È Jungkook!» affermo, ormai del tutto sicura, lanciando ciò che resta del cerotto nel cestino.

«Ti prego» mormora Mingyu in un sospiro esasperato, confermando di fatto i miei sospetti.

«Non ti preoccupare Minmin non farò il tuo nome quando andrò a spaccargli la faccia» dichiaro.

«Ti prego non fare nulla di stupido. Ti prego. Non dirgli nulla. Aspetta che ti chiami» mi prega il ragazzo.

«E perché dovrei farlo?»

«Te lo chiedo in nome dell'amicizia che ci lega. Non fare nulla di stupido. Aspetta la sua chiamata e aspetta di sentire quello che ha da dirti» ripete.

«Stai giocando sporco Mingyu» rispondo infastidita.

« Lo so, ma davvero ascoltami questa volta»
Sbuffo.

«Lo faccio solo perché hai tirato in ballo la nostra amicizia sappilo! Solo per quello» dichiaro seccata.

«Grazie» risponde lui.

«E per quanto dovrei rimanere ad osservare il mio conto in banca che cala a vista d'occhio?» sbraito iniziando a camminare in circolo.

«Al massimo qualche giorno. Adesso gli scrivo che ti ho chiamata e ho annullato il nostro accordo quindi sì, penso proprio che si farà vivo fra qualche giorno» risponde Mingyu.
Sospiro di nuovo.

«Aspetterò al massimo due giorni. Due giorni e poi se non si farà vivo andrò a riempire di pugni il suo bel faccino» dichiaro fermandomi davanti al lavabo.

«Pensi abbia un bel faccino?» domanda Mingyu con uno strano tono nella voce.

«Tutti voi siete belli da far paura Mingyu. Non fare finta di non saperlo» dichiaro, percependo però una strana tensione addensarsi all'imboccatura del mio stomaco.

«Sarà, ma a me non hai mai detto che ho un bel faccino» commenta.

«Sei geloso?» ribatto.

«Potrebbe essere» risponde lui ridacchiando e io mi sento un pochino più leggera.

«Attenderò due giorni, ma lo farò solamente per te».

«Grazie infinite, sei una vera amica» dice lui e la sua voce torna ad essere dolce «Ora devo andare. Fai una coccola a Tokkie da parte mia, passerò a salutarlo settimana prossima...se sarete ancora lì » commenta prima di chiudere la nostra telefonata con una risatina.

«Cosa vuol dire "se sarete ancora lì"? » domando ma il ragazzo ormai non mi sente più «Mingyu! MIngyu! Cosa vuol dire se sarete ancora li?» urlo praticamente contro la schermata del mio telefono.
Sospiro per l'ennesima volta. Ormai non faccio altro che sospirare, così decido di tornare in soggiorno ma a metà strada devio verso la cucina.
Ho decisamente bisogno di bere qualcosa di forte.

Poso il telefono sul pianale scuro e mi abbasso, aprendo l'anta della mia personale cantina delle delizie.
Afferro una bottiglia di "Amaretto" che mio padre mi ha spedito direttamente dall'Italia e ne verso una bella quantità in un piccolo bicchiere di vetro. Il liquido ambrato colora le pareti trasparenti e per un istante lo osservo incantata, prima di andare a prendere qualche cubetto di ghiaccio dal frigorifero. Ora è perfetto.
Mi porto il bicchiere alle labbra e faccio appena in tempo ad assaggiarne il gusto dolce che il mio telefono si illumina.
Lo guardo svogliata, cercando di capire il simbolo di quella nuova notifica e quando mi accorgo che arriva da Weverse serro i denti. C'è una sola persona che può fare una live a quell'ora.
Afferro il telefonino e, bevendo un lungo sorso di liquore, lo sblocco.

«Taehyung?» mormoro non appena leggo il nome dell'unico altro BTS per cui ho avuto il piacere di lavorare, se escludo la festa che Yoongi aveva organizzato per il compleanno di Jungkook.
«Dovevo capirlo da allora che saresti stato un problema» commento ripensando a come quella grande orgia di gruppo si era trasformata in una sessione di BDSM solamente tra me e il festeggiato.

Lo schermo del cellulare mi fa vedere il bel volto dell'idol, ma il mio sguardo viene subito catturato dallo sfondo dietro di lui. Taehyung non si trova nella propria casa.
Lo osservo per qualche istante interagire con i suoi fan finché, all'interno dello schermo, non compare anche Hoseok e lì capisco. Quella casa la conosco bene. Fin troppo bene.
Il fuoco della rabbia torna ad incendiarmi le vene e nell'esatto momento in cui vedo Jungkook comparire con la cesta del bucato esplodo.

«Devo fare il bucato» dice sorridendo alla telecamera e in quel preciso istante me ne rendo conto.

Non avrei mai avuto la forza di aspettare due giorni.




JUNGKOOK POV

Leggo l'ultimo commento, saluto i miei Army e chiudo la live.

Non avevo pensato di far partire una diretta quella notte, il giorno dopo dovevo partire per l'America ed ero decisamente stanco ma, dopo che Taehyung aveva deciso di far partire la sua, mi era davvero venuta voglia di passare del tempo con loro. E poi, sinceramente, non sarei riuscito ad addormentarmi tanto presto.
Non appena gli Hyung avevano lasciato il mio appartamento, infatti, avevo ricevuto una telefonata da Mingyu che mi aveva avvisato di aver annullato il contratto con la mia Mistress e quella notizia mi aveva lasciato decisamente su di giri.
Tutto stava andando secondo i piani. Anzi, meglio dei miei piani.
Non pensavo che il mio amico cedesse così facilmente su di lei, ma evidentemente la scenata che avevo fatto il giorno dopo la sua festa lo aveva colpito.

"Stupido Jungkook, ha capito subito che ti eri innamorato di lei. Non hai nemmeno dovuto dirglielo" mi dico ripensando all'esatto momento in cui Mingyu mi aveva dato del coglione.

Sorrido da solo.

«Adesso ti basta solo andare in America, registrare velocemente la canzone, tornare indietro e dichiararti» mormoro prendendo la cesta con le mutande e i calzini piegati e dirigendomi verso la camera da letto.
Tuttavia non faccio nemmeno in tempo a fare qualche passo lungo il soggiorno che sento la porta d'entrata aprirsi. Mi fermo immobile al centro della stanza e osservo la penombra davanti a me.
«Taehyung-ie, sei per caso tu? Hai dimenticato ancora una volta il telefono sul divano?» chiedo, ben sapendo che le guardie all'entrata del palazzo non avrebbero mai permesso ad uno sconosciuto di entrare.

Nessuno risponde e io inizio a preoccuparmi. Che qualche pazza saesang sia davvero riuscita ad introdursi in casa mia?

Una scarica di adrenalina mi fa contrarre tutti i muscoli del corpo e sono pronto ad usare il cesto della biancheria come arma, ma quando vedo una piccola furia castana correre verso la mia direzione rischio di avere un infarto.
Cosa diavolo ci fa lei qui?

Non faccio nemmeno in tempo a chiamarla per nome che mi è addosso. Mollo il cesto per terra e provo a fuggire, ma lei come una vera gatta supera quell'ostacolo con un balzo e poi mi immobilizza contro il muro accanto alla televisione.

«Cosa diavolo ti è saltato in testa?» urla furibonda e io faccio finta di non capire a cosa si stia riferendo.

«Non è stata una buona idea piegare mutande in live?» domando usando il mio sguardo da cerbiatto.
Non funziona.

«Chi cazzo se ne frega delle tue mutande? Che poi ci hai messo davvero dieci minuti per piegare cinque mutande?»

«A dire la verità erano dieci e c'erano anche diversi calzini, ma hai visto veramente la li-».

«Porca puttana Jeon Jungkook non cambiare argomento e rispondi alla mia domanda: cosa cazzo ti è saltato in mente?» i suoi occhi neri sono ridotti in due piccole fessure piene di rabbia. Non l'ho mai vista così incazzata, fa quasi paura. Quasi.

«Io davvero non so di cosa tu stia parlando» rispondo, ma questa volta la mia voce trema e lei come un segugio fiuta la mia menzogna.
Le iridi scure brillano e si fa più vicina.

«Davvero non sai del motivo per cui Baekhyun,Junkyu, Jeno,Jake,Sehun,Sungjae,Jaehyun e infine Mingyu abbiamo tutto ad un tratto deciso di non rinnovare i loro contratti con me? Davvero non ne sai nulla Jeon Jungkook?».

Deglutisco e mi schiaccio contro il muro, sperando in qualche modo di riuscire ad oltrepassare la parete e fuggire così dal suo sguardo incendiario.
Non funziona.
Il suo indice si pianta al centro del mio petto e inizia a premere con forza, nonostante il cerotto macchiato di sangue.

«Dimmi per quale fottuto motivo hai mandato a puttane tutto il mio lavoro» sibila come una gatta.

Mi umetto le labbra mentre il cuore mi rimbomba nelle orecchie.
Cosa dovrei dirle?
Che l'ho fatto perché dopo il suo spettacolino a casa di Mingyu la gelosia mi ha fatto completare andare fuori di testa? Che non riesco più a sopportare l'idea che il suo bellissimo corpo venga toccato, baciato,leccato, morso,desiderato da qualcuno che non sia io? Che sono andato personalmente da ognuno dei suoi clienti ad offrire escort gratuite per un anno pur di far annullare i loro contratti con lei? Che Mingyu mi ha beccato subito e mi ha preso per il culo per giorni prima di farsi da parte senza voler nulla in cambio se non mantenere l'amicizia con lei?

Che la amo?

Follemente, totalmente, irrimediabilmente?
No, non posso.

O forse sì.

«Io.. » sussurro con un filo di voce.

«Tu?» domanda lei alzandosi in punta di piedi.

Il suo volto si avvicina pericolosamente al mio e il cuore rischia di esplodermi nel petto. Sembra un tenero gattino arrabbiato, un gattino che vorrei adottare e tenere con me per il resto della mia vita, sebbene io non sopporti i gatti.
Il suo respiro mi sfiora il mento e le sue labbra si portano a pochi centimetri dalla mia bocca.

«Tu cosa Jeon Jungkook?» insiste pronunciando il mio nome con un tono basso e rabbioso che mi fa letteralmente ribollire il sangue nelle vene.

Non resisto.

Con uno scatto improvviso la afferro, la ruoto di centottanta gradi e la spingo con la schiena contro il muro.

«Cosa diavolo stai fac- » non le lascio il tempo di finire.

Rinsaldo la presa sulle sue braccia, mi spingo contro il suo corpo caldo e la bacio.
Mi piego su di lei e la bacio.

E tutto il mondo sembra scomparire.




POV DI AERI

Le labbra di Jungkook premono con forza contro le mie e il cuore mi esplode nel petto.

No. Non può essere vero. Non può averlo fatto sul serio.

Sento il mio corpo sciogliersi tra le sue braccia, ma mi impongo di non cedere. Di non premermi contro il suo busto tonico, di non affondare le dita fra i suoi ciuffi morbidi, di non mordere il suo piercing come nei miei sogni e di non rispondere in alcun modo a quel bacio che mi sta letteralmente uccidendo.

"No Aeri no! No! Lui non è veramente innamorato di te! Lui ti desidera soltanto. Ti ha vista baciare i suoi amici e ora vuole prendersi la sua parte. Vuole fare solo quello che gli hai proibito per mesi" penso e con uno sforzo sovrumano impedisco ai miei sentimenti di prendere il sopravvento. Spingo il ragazzo lontano dal mio corpo. O per lo meno ci provo.

Jungkook infatti è un macigno, un macigno di muscoli irremovibili, e così decido di sfruttare la mia bassa statura.
Piego le gambe e scivolo lungo la parete, allontanandomi da quella bocca al gusto di fragola. Deve aver fumato di recente maledizione.

Per fortuna, quando sente il mio corpo scivolargli dalle mani, sembra rendersi conto di quello che ha fatto e non appena incrocia il mio sguardo trema.
Approfitto di quel momento per schizzare lontano da lui. Lontano dal suo corpo che mi richiama come un frutto proibito. Lontano da quegli occhi neri che mi intrappolano l'anima. Lontano da quelle labbra che vorrei tornare a baciare. Lontano da lui.

«Sei completamente impazzito!» urlo cercando letteralmente di fuggire da quella situazione, ma non appena faccio un passo in avanti la sua mano tatuata si stringe attorno al mio polso.

«Ti amo» sussurra e io sono sicura di aver appena sentito il mio cuore fermarsi.
Non può averlo detto davvero.
Mi volto e i suoi occhi scuri mi inchiodano al pavimento.

«Ti amo» ripete aumentando il volume della voce e fissandomi serio.

«Jungkook-ie no» e questa volta è il mio turno di sussurrare.

«Lo so che sembro un folle, un pazzo come dici tu, ma mi sono innamorato di te» dice con ancora più convinzione e questa volta non riesco. Non riesco a sopportare il suo sguardo.
Abbasso la testa e fisso la sua mano, ancora stretta attorno al mio polso.
Un brivido si propaga lungo tutta la mia pelle, ma devo resistere.

«Tu pensi di esserti innamorato di me ,ma è tutta un'illusione. Ti sei infatuato della tua Mistress, della tua Padrona, della tua puttana. Ti sei infatuato del personaggio che interpreto quando varco quella soglia, non ti sei innamorato di - »

«Non è vero!» mi interrompe.

«Tu pensi -»

«Io so cosa penso» dichiara facendo un passo in avanti e tornando a un palmo dal mio corpo «E so cosa provo. E nulla di quello che potrai dire mi farà cambiare idea. Io mi sono innamorato di te. Di Aeri! Non della mia Padrona. Non della mia Mistress. Non della mia puttana. Mi sono innamorato di te».

La mia anima freme nel sentire quelle parole, ma non mi permetto di cedere.

«Io non so nulla della mia Mistress» continua lui addolcendo la voce «Ma so che ad Aeri piacciono i biscotti al cioccolato, il caffè con praticamente mezzo litro di latte, il pollo fritto con la glassa piccante, gli hotteok con un chilo di cannella. E so ancora che adora guardare le stelle, ascoltare il suono della pioggia, accarezzare il pelo morbido del suo gatto e la sensazione del tepore di un camino sulla pelle. So che odia perdere, che canta sotto la doccia e che quando crede di non essere vista fa le pernacchie sulla pancia del mio cane» continua iniziando ad accarezzarmi il dorso della mano con il pollice «So tutto questo e anche di più... e so che ho ancora molto da scoprire...che voglio scoprire» afferma prendendomi delicatamente la mano e portandola verso l'alto.
«Ti voglio scoprire. Ti voglio conoscere. Ti voglio amare. Ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. Voglio sapere chi è la vera Aeri. Per amarla come merita di essere amata. Per amarla nel modo giusto. Per amarti nel modo giusto».

Mi manca il respiro e senza nemmeno rendermene conto una grossa lacrima inizia a solcarmi la guancia.

«Quindi, non ti chiedo di dirmi che sei innamorata, non sono ancora così folle. Ma ti chiedo di darmi una possibilità. Dammi una possibilità. Smetti di essere la mia Padrona e diventa la mia ragazza».

Tremo, a quella richiesta tremo come una foglia.
«Io - » non riesco a continuare la frase.
Vorrei tanto dirgli di sì, che sono stufa di questa vita, che sono stanca di farmi trattare come un oggetto, che vorrei finalmente trovare un lavoro normale. Un lavoro che mi faccia essere fiera di me stessa. Un lavoro che mi permetta di rimanere qui, in Corea, il paese di nascita della mia dolcissima nonna.
«Sono una puttana Kookie...come puoi volere una come me al tuo fianco?» chiedo alzando lo sguardo e incrociando i suoi occhioni da cucciolo.

«Tu non sei il tuo lavoro Aeri. Tu sei molto di più. Quello che fai per vivere non rispecchia chi sei veramente».

«Volevo aprire un ristorante» confido, sentendo le lacrime scorrere sul mio viso «Sono venuta qui con l'intento di aprire un ristorante e avverare il sogno di mia nonna...che era diventato anche il mio».
I suoi occhi si illuminano.
Non ho mai raccontato a nessuno questa storia.
«Non ho potuto farlo. I coreani non affittano attività commerciali agli stranieri e io, ai vostri occhi, sono una straniera. Una mezzosangue» dico, citando uno dei miei film preferiti «E così dopo aver lavorato in quello squallido bar sono diventata questo. Ora sono questo e non posso più tornare indietro» sussurro tra le lacrime.

«Tu non sei questo» ripete più convinto «Non siamo ineluttabili» continua, citando il suo film preferito. Sì, so qual'è il suo film preferito.
Sorrido tristemente prima di abbassare lo sguardo.

«E se lo fossimo? Una puttana rimane una puttana, sempre»

«No» afferma lui posando le mani ai lati del mio volto e obbligandomi a guardarlo «Tu non sei una puttana...tu sei l'amore della mia vita! Ecco cosa sei: l'amore della mia vita» dichiara, asciugandomi le lacrime con i pollici «E il tuo lavoro è stato semplicemente il modo che ho avuto per incontrarti» continua serio e questa volta mi sciolgo.
«Sei l'amore della mia vita, non una puttana» ripete fissandomi intensamente e io non resisto più.

«Davvero lo sono?» domando come una ragazzina.

«Sì» risponde lui «E spero di diventarlo anche io...voglio diventare l'amore della tua vita un giorno».

«Non devi diventarlo».

«Ma io -» non lo lascio finire.

«Non devi diventarlo Jeon Jungkook» ripeto alzandomi in punta di piedi «Lo sei già» e dopo quella confessione spingo le mie labbra contro le sue, permettendomi finalmente di abbandonarmi a quel sentimento che mi sta facendo bruciare da mesi. Da quando in lacrime l'ho visto entrare nel mio appartamento, distrutto per la partenza del suo hyung.

Lui si irrigidisce per un istante, non aspettandosi probabilmente quella mia dichiarazione, ma non appena gli lecco il piercing con la lingua, permettendomi di avverare una delle mie tante piccole fantasie, lui si riprende.
Le sue dita premono nelle mie guance e chiude gli occhi. Poi è solo passione. Calda, densa, travolgente passione che ci avvolge con la sua coperta bollente e ci fa dimenticare persino di esistere.

O quasi.

Il ragazzo mi attira verso di sé, mordendomi, leccandomi, baciandomi. Gustandosi ogni centimetro della mia bocca e senza nemmeno rendermene conto inizio ad indietreggiare. Jungkook mi sta spingendo verso la sua camera da letto e io lo lascio fare. Affondo le dita tra le sue ciocche scure. Gli disfo il codino, arriccio qualche ciuffo attorno alle dita e mi premo contro il suo corpo, mentre superiamo l'entrata.

«Padrona» mormora direttamente sulle mie labbra quando gli tiro i capelli all'indietro per farlo godere.

«Aeri, chiamami Aeri» riesco a dire prima che le sue mani affondino nei miei fianchi facendomi gemere.

«Aeri» sussurra baciandomi di nuovo.
«Aeri» ripete ancora prima di lasciarmi una scia di baci infuocati sul collo.

Un altro brivido mi attraversa tutta la colonna vertebrale e sento la mia eccitazione colare tra le gambe. Lo voglio. E anche lui mi vuole.
Il suo cazzo infatti sta premendo contro il mio ventre e lo sento. Quanto è lungo, duro, pronto. Mi immagino la sua consistenza tra le dita, il suo gusto sulla lingua, la sua durezza tra le gambe.

«Jungkook» ansimo completamente travolta dal fuoco della lussuria e lui geme nel mio orecchio, prima di togliermi la maglia con un unico gesto. Io lo seguo e in una manciata di secondi siamo entrambi nudi. Nudi e vogliosi tra le lenzuola bianche del suo letto.

Lo faccio distendere sulla schiena e mi struscio sul suo corpo, sensuale, mentre affondo la lingua nella sua bocca e con la mano gli pompo il cazzo. Lui è già completamente sudato. È sudato e bellissimo. Non ho mai mentito su quello. Mi piace vedere come le gocce di sudore colano sulla sua pelle glabra, sui suoi muscoli definiti.
Le sue mani mi arpionano il culo e le sue unghie si conficcano nella mia carne. Per un istante mi si appanna la vista.
«Ti voglio» sussurro direttamente sulle sue labbra.

«Anche io» risponde lui e la sua mano tatuata mi accarezza tutta la schiena facendomi venire la pelle d'oca.

Mi rimetto a cavalcioni del suo bacino e mi alzo lievemente, afferrando la base del suo cazzo pulsante, ma nell'esatto momento in cui il ragazzo capisce quello che voglio fare mi ferma.
La sua mano stringe la mia, con una contrazione di addominali si rialza e poi ci ritroviamo a parti invertite.
La mia schiena affonda nel materasso morbido e il suo corpo mi sovrasta.

«Voglio fare l'amore con te. Non voglio che scopiamo e basta. Voglio fare l'amore» dice fissandomi direttamente negli occhi. E io mi perdo in quei due pozzi scuri.

Annuisco.

«Facciamo l'amore Kook-ie...facciamo l'amore» sussurro prima di allargare le gambe, in un tacito invito.

Lui sorride e il suo volto si illumina. Gli accarezzo la guancia con la cicatrice e gli sposto qualche ciuffo ribelle dietro l'orecchio prima di sollevarmi lievemente e tornare a baciarlo.
Lui si posa contro il mio corpo e percepisco il battito sfrenato del suo cuore contro un seno. È agitato.
Nonostante come Mistress abbia fatto avverare praticamente ogni sua perversione, è agitato. È agitato perché sta per fare l'amore con me.

Sorrido lievemente prima di approfondire il nostro bacio e sussurrare il suo nome con dolcezza.
Lui mi accarezza il fianco, scende fino alla coscia e poi risale. Si porta verso il mio inguine e poi con mano tremante inizia a stimolarmi. E io comincio a gemere.
Mentre le sue dita scivolano delicate tra le mie pieghe bagnate gemo il suo nome e lui riprende un po' della sicurezza che ha mostrato prima, quando mi ha sbattuta contro il muro.
Fremo a quel ricordo. E fremo ancora più forte quando le sue dita si insinuano dentro me.
Non mi sta stimolando come fa di solito. Non c'è vigore, smania, bramosia. Non c'è la voglia di dimostrarmi che è bravo, più bravo degli altri. No. C'è solo desiderio. Desiderio denso come il miele, denso come l'orgasmo che sta rapidamente montando dentro di me.
I suoi polpastrelli infatti mi sfiorano le pareti con movimenti perfetti, toccano i punti giusti e io mi contraggo contro di loro, ansimando ancora più forte. Lo voglio. Lo voglio da impazzire.
Con le unghie gli graffio la schiena e con i denti gli afferro il piercing al labbro, tirandolo verso di me.
Lui ansima e io mi contraggo di nuovo.
«Ti voglio, non riesco più a resistere» confesso mentre chiudo gli occhi e mi inarco.

Una scarica di puro piacere mi fa mancare l'aria nei polmoni e il suono umido proveniente dalle mie gambe si mescola al mio ansimo.
Lui mi bacia ancora una volta prima di uscire dalla mia femminilità e afferrarsi la base turgida. Poi la sento. La sua punta che mi sfiora. Si posiziona tra le mie pieghe, ma non entra. Lo prego con lo sguardo ma la luce che in quel momento illumina i suoi occhi mi fa tremare.

Il ragazzo, continuando a fissarmi, affonda lentamente dentro di me. La sua carne mi colma, centimetro dopo centimetro. E io continuo a guardarlo. Lui continua a guardarmi. Finché il suo bacino non preme contro il mio e i nostri corpi non si incastrano alla perfezione.
«Ti amo» sussurra, mentre con la mano tatuata torna a sfiorarmi il viso.
«Ti amo» ripete, rimanendo immobile.

«Anche io ti amo» rivelo e nel sentire quelle parole i suoi occhi, neri come la notte, si illuminano. E lo fanno anche i miei.

Lui torna a baciarmi e io torno a sciogliermi. Ad ogni suo tocco, ad ogni sua spinta, ad ogni sua carezza. Ad ogni perfetto movimento di bacino che mi fa annegare nel mare della lussuria. Ad ogni perfetto bacio che mi fa liquefare come neve al sole. Ad ogni perfetto morso che mi fa ansimare tutto il mio piacere nella stanza. MI sciolgo ancora una volta.
E vengo.
Vengo mentre chiamo il suo nome e stringo le sue braccia muscolose. Vengo mentre lui ripete che mi ama. Mentre io ripeto che lo amo. E continuo a venire anche quando lui si libera dentro di me, con un potente movimento di reni.
Poi, completamente sudato e con i capelli zuppi mi crolla addosso e io sono felice. Non sono mai stata così felice come in quel momento.
Sorrido e gli accarezzo la schiena con lenti movimenti circolari mentre il suo respiro ancora affannato mi solletica il collo.

«È stato stupendo» mormora prima di strusciare il naso contro la mia pelle.

«Lo è stato davvero» rispondo e decido di non muovermi. Decido di godermi quella sensazione di pace e benessere ancora per qualche secondo. Finché lui non si sfila.
«Vado in bagno a pulirmi» dico come ogni volta rotolando su un fianco, ma lui mi ferma.
Il suo braccio mi afferra per la vita e mi riporta contro di lui.

«Rimani qui» sussurra tra i miei capelli.

«Ti sporcherò il letto» rispondo, sentendo già il suo sperma denso e caldo colarmi tra le cosce.

«Non mi interessa»

«Ma -»

«Non mi interessa» ripete «Rimani qui. Rimani nel mio letto. Rimani per la notte. Rimani per sempre».

«Per sempre?»

«Sì, rimani per sempre»

«Non ti sembra di correre un po' troppo» dico ridacchiando mentre mi rigiro tra le sue braccia e torno a fissarlo.

«No» risponde fermamente «Vieni a vivere qui da me. La casa sembra troppo vuota quando non ci sei».
Lo fisso per un istante, mordendomi il labbro dubbiosa.

«Ma Tokkie? Come faccio con lui?» domando.

«Portalo qui. C'è posto anche per lui» risponde.

«Davvero me lo lasceresti portare?» chiedo stupita.

«Certamente! Per quanto quel gatto mi odi e ho seriamente paura possa uccidermi nel sonno tagliandomi la carotide, so benissimo quanto tu ci sia legata. Quindi portalo. Non voglio che vi separiate».

Nell'udire quelle parole la felicità che fino a quel momento imperversava nel mio corpo diventa incontenibile. Un enorme sorriso si forma sul mio volto e torno a baciarlo.
«Grazie» mormoro scostandomi dalle sue labbra.
Lui sorride felice.

«Domani partirò per l'America, starò via una settimana circa. Porta le tue cose qui nel frattempo».

«Tutto quanto?» chiedo maliziosa.

«Oh sì, ogni cosa...ogni cosa» risponde prima di tornare a baciarmi.

Le nostre bocche si assaporano ancora per qualche lunghissimo minuto, finché Jungkook non si scosta e sbadiglia tutta la sua stanchezza.
«Penso sia meglio che vada. Ti devi riposare. A che ora hai l'aereo?» domando.

«Fra qualche ora? Quattro circa?» risponde alzando il sopracciglio.

«Oddio, sì, devo decisamente andare» dico provando a scostarmi dal suo corpo caldo, ma lui serra la presa.

«Rimani» sussurra «Rimani a dormire qui. Rimani finalmente a dormire qui» chiede e nel sentire quella dolce supplica mi abbandono tra le sue braccia.

«Rimarrò qui» mormoro «Dormirò con te».

Il suo sguardo brilla e il ragazzo torna a baciarmi dolcemente.
Dopodiché felice come un bambino il giorno di Natale si accoccola contro il mio corpo. Mi cinge la vita con un braccio e affonda il volto alla base del mio collo e io lo abbraccio.
Lo abbraccio e lo stringo contro di me, mentre gli accarezzo i capelli e penso che alla fine di tutto quel nomignolo che gli ho affibbiato all'inizio della nostra frequentazione è davvero azzeccato.
Jungkook è proprio un cucciolo.

Il mio Cucciolo.




❣FINE❣



Come promesso eccoci giunti alla fine di questa mini storia.
Alla fine il dolce Cucciolo è finalmente riuscito a dormire assieme alla sua Padrona che abbiamo scoperto chiamarsi Aeri! E direi che tutto è bene quel che finisce bene.
Non trovate?

Spero che questi due personaggi vi siano piaciuti e che la breve storia che vi ho narrato vi abbia dato qualche emozione.
Mi sono davvero divertita a scrivere questi capitoli e devo ammettere che un po' mi dispiace non potervi più raccontare della Mistress e del suo Cucciolo ma questa storia era nata come una mini e al momento così là lascerò (anche perché come vi ho precedentemente detto ci sono molte cose che stanno bollendo nella mia enorme pentola) ma chi lo sa...se questa storia dovesse ricevere un certo numero di visualizzazioni magari potrei aggiungere un capitolo bonus...solo per voi!

Come sempre vi ringrazio per tutto l'amore che mi dimostrate e se volete rimanere aggiornat* sui progetti futuri correte a seguirmi sulla mia pagina instagram : white_cat.00

A presto!
E ricordate...

He'd fuck you right seven days a week!


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro