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Quando sbollì la rabbia, lei non c'era più. La vide tornare dopo una decina di minuti insieme a Fabiana, dovevano essere andate al bagno del bar sulla spiaggia. Mentre si avvicinavano, furono raggiunte dai ballerini che ritornavano con le mani occupate da cartoni di pizza e buste con bibite varie.

Poco distanti, Simone gridò indicando Ginevra: «Guardate chi ho trovato: Miss maglietta bianca bagnata!».

A Damien ci volle un secondo per infuocarsi di nuovo, la rabbia si era solo sopita.

«Damien, non siete voi americani che fate queste gare? Che dici, la vincerebbe?» Ancora lo stava sfidando, voleva farlo reagire.

Ginevra in effetti, aveva cambiato maglietta ma il costume sotto, tolto in un secondo momento, le aveva lasciato delle chiazze bagnate proprio sul seno e ora era oscenamente sexy. Lei, con nonchalance, si sdraiò sul suo telo a farsi asciugare dal sole. Simone stava per aggiungere altro ma Mathias lo interruppe dicendogli di passare la pizza.

«Ginevra, quale vuoi?» Fabiana le mise davanti un cartone.

«No, per me niente, grazie.» Rimase sdraiata, gli occhi nascosti dagli occhiali da sole, i capelli aperti a ventaglio sopra di lei ad asciugare.

Damien desistette dall'andarle vicino, certo che Simone avrebbe commentato e lui avrebbe ceduto alla voglia di spaccargli la faccia.

Gisella gli si mise accanto porgendogli una birra e un pezzo di pizza coi funghi, il modo in cui gli parlava e si toccava i capelli ricci gli fece capire che si era messa in testa di provarci, quel giorno. Pensò infastidito che avrebbe fatto una bella coppia insieme a Simone. Poi la sentì lanciare un urlo e si accorse che si era versata la birra addosso per bagnarsi anche lei la maglietta. Tutti si voltarono verso di loro e lei prese a ridere e a buttarglisi addosso. Anche Ginevra aveva girato la testa nella loro direzione, ma avendo gli occhiali scuri, Damien non riuscì a scorgere il suo sguardo. Un attimo dopo era di nuovo girata dall'altra parte.

«Ti va di fare due passaggi a pallavolo?» Flavia si alzò di scatto.

Ginevra era già in piedi.

Si misero a giocare sul bagnasciuga e lei tirò fuori molta più potenza di quella usata durante la partita. Aveva i muscoli completamente contratti e non sbagliava una schiacciata, per fortuna Flavia era brava e incassava i colpi mentre le parlava in italiano. Ogni tanto Ginevra passava la mano sul viso, sotto gli occhiali da sole.

Damien con una scusa si allontanò da Gisella, che oltretutto iniziava a puzzare di birra in maniera particolarmente sgradevole, e andò vicino a Mathias.

«Bisogna fare attenzione, le cose possono degenerare in un attimo», sentenziò Mathias dopo qualche minuto di silenzio, mentre entrambi seguivano il gioco delle due davanti a loro.

Passarono una buona mezz'ora così, Damien era tentato di chiedere a Ginevra di fare una passeggiata ma aspettò che arrivasse il momento giusto.

Lei, dopo essersi buttata a prendere una palla, entrò in acqua fino al ginocchio, uscì e poi rientrò di nuovo.

«Cazzo», mormorò Mathias e la raggiunse, lasciando lì Damien. Le guardò la gamba, lei fece segno di lasciar perdere e ritornarono tutti e tre verso gli altri.

Aveva il ginocchio pieno di sangue, doveva averlo strusciato su qualche sasso.

Mathias ancora parlava mentre lei si toglieva gli occhiali pieni di schizzi di acqua salata.

«... da adesso in poi devi stare attenta, non puoi andare a fare il concerto con le ginocchia sbucciate come una ragazzina...»

Lei guardò per aria. «Nessuno guarderà me.»

«Invece sì.»

«Invece no.» Aveva lo sguardo duro.

Simone ne approfittò subito. «Vuoi?» le offrì della vodka alla pesca ancora ghiacciata.

Lei non rispose, andò da lui e ne prese un lungo sorso, come se fosse acqua.

«Non hai mangiato!» la sgridò Mathias.

Lei lo guardò con sguardo cupo e ne bevve un altro sorso.

«Almeno metti qualcosa nello stomaco», insistette.

«"Sometimes I close my eyes and dream of somewhere else, anywhere away from here, anywhere away from here, anywhere away from here"», cantò lei ad alta voce per sovrastare la sua, andandosi a sdraiare a pancia sotto sul suo telo.

«Cos'è, oggi l'unico adulto sono io?» Mathias si guardò intorno.

Nessuno gli rispose.


Damien passò il tempo a fissarla, chiedendosi più volte se si fosse addormentata. Poi la vide muoversi e immaginò che volesse solo stare da sola. Cos'era andato storto? Di chi era la colpa stavolta, sempre di Simone? Era lui l'elemento di disturbo che esagerava con i suoi comportamenti. Poi considerò che lei aveva cambiato umore da quando Gisella si era messa vicino a lui, cercando di mettere la testa sul suo braccio mentre rideva della birra che si era - per niente accidentalmente - buttata addosso. Era solo un modo per dimostrare la sua gelosia? Allora forse era il caso che le si avvicinasse. Fece per alzarsi ma alla radio passò un pezzo che attirò l'attenzione di tutti.

«Questa è la vera canzone da spiaggia!» esclamò Jacopo. Iniziarono tutti a cantarla a squarciagola, era italiana. Damien non l'aveva mai ascoltata.

Anche Ginevra iniziò a cantare, mettendosi prima supina, poi tirandosi su a sedere, con le gambe rannicchiate verso di lei. Ormai non avevano avuto un contatto visivo da ore, se non di sfuggita, e se pensava all'inizio della giornata in macchina non se ne capacitava.

Dopo essersi guardata il ginocchio col sangue secco, si alzò, ancora cantando: «"... e adesso non ci sei che tu, soltanto tu e sempre tu, che stai scoppiando dentro al cuore mio..."» e andò verso il mare.

Piegata in avanti, si bagnava la ferita senza spingersi troppo in acqua, ormai il sole non era più così caldo e già diverse persone si erano messe una felpa addosso, anche lui.

Lei era ancora con il pezzo del costume sotto e la maglietta sopra. Il suo splendido sedere, se pure lo colpisse ancora, non prosciugava tutta la sua attenzione che era rivolta più che altro al suo stato d'animo.

Ginevra notò la sua presenza ma non disse nulla.

«Facciamo un giro?» ebbe paura di ricevere un secco rifiuto. Invece fece spallucce, era già qualcosa.

«Ti fa male?» le chiese indicando la gamba.

«No.»

Rimasero in silenzio per un po'.

«Avevo capito non bevessi.»

«Ho un padre e due fratelli e tutti si fanno i cazzi loro. Non mi servite voi due», non gli si era mai rivolta così.

Rimase colpito, forse anche ferito, vedendola cantare pensava si fosse calmata.

«Non voglio essere né tuo padre, né tuo fratello, questo non vuol dire che non mi importi di te.»

«Oddio, vi giuro che faccio la brava e al concerto ci arrivo senza escoriazioni e sobria. Va bene così?» alzò la voce esasperata.

«Intanto, stai parlando solo con me... e se pensi che Mathias lo faccia per lo spettacolo, pretendo che tu creda, ormai, che per me non è così.»

«"... Anywhere away from here, anywhere away from here, Sometimes I close my eyes and dream of somewhere else..."» riprese lei a cantare guardando il mare.

«E dove vorresti essere, di preciso?» Non gli rispose. Le prese il braccio fermandola. «Mi spieghi adesso dove sei? Dove siamo?»

«Da nessuna parte, dove siamo sempre stati. Da nessuna parte.»

«Allora andiamo dove vuoi andare tu.»

«C'è posto solo per me. Ed è così piccolo che ci sto entrando a pezzi.»

«Allora cambiamo, cerchiamone uno grande abbastanza per entrambi», si avvicinò di più, tenendole la vita con l'altra mano.

«Non esiste un posto così.»

«Sì che esiste ma fai finta di non vederlo.»

Sentì qualcuno che li stava chiamando. Da lontano Kevin gli urlò che avevano deciso di andare via. Il sole era basso e tra poco avrebbe fatto buio e freddo.

«Arrivo!» rispose Ginevra che già si era tolta dalla sua presa. Fece qualche passo per tornare indietro.

«Dove vai?»

«A casa con loro», senza fermarsi.

«No, tu torni con me!»

Lei si voltò come se le avesse tirato i capelli e lo guardò dritto negli occhi.

«Tu non mi dici cosa fare.»

«E tu non mi pianti solo perché una tua amica mi si butta addosso.»

L'espressione che le si disegnò per un attimo in viso fu di sorpresa, poi tornò a guardarlo dura.

«È solo la punta dell'iceberg.»

«Lo stesso iceberg che incontro io, ma non mi sembra che abbia abbandonato la nave.»

«Questa non è una nave, è a malapena una zattera.»

«Potrebbe essere qualsiasi cosa tu voglia se non ti impegnassi tanto a farci i buchi per imbarcare acqua.»

«Non c'è bisogno che mi impegni, è fatta con legno marcio.»

«Vuoi litigare?»

«Voglio solo andarmene.»

«Non ti faccio tornare a casa con lui.»

«Cos'è che ti dà davvero fastidio? Perché ti sfida? Hai paura che sia più figo? È il tuo ego a rimanerne ferito? Qualsiasi sia il motivo, io non c'entro niente. Di me non frega un cazzo né a te né a lui.»

«A me di te importa eccome!» alzò la voce frustrato.

«A te di me non importerebbe neanche se mi si scopasse una compagnia di ballo intera», indurì ancor di più i lineamenti.

«Sei ubriaca...»

«No, non mi sto controllando. Non era questo che volevi vedere?» Riprese a camminare ma lui la raggiunse fermandola di nuovo e tirandola a sé per baciarla. Lei si tolse dalla presa dandogli una spinta.

«Non ci provare», lo ammonì. «Cosa pensi di fare? Il bacio di consolazione? Non voglio questo!»

«Non è un bacio di consolazione... io... tu non vuoi sentire quello che ho da dirti, credi solo a ciò che ti dice il tuo cervello. Come puoi pretendere di conoscere cosa penso davvero? Che devo fare?»

Lei si fece una risata amara. «Non mi considerare, distraiti. Sembra ti risulti facile.»

«Quella cretina lo ha fatto apposta per farci litigare e ci sta riuscendo.»

«Se non fosse lei, sarebbe un'altra.»

«Mi stai trattando come non merito, senza motivo.»

«Damien, non capisco perché stiamo discutendo. Nessuno dei due è qui per l'altro», cercò di tornare alla calma.

«E tu per quale motivo sei qui, allora?»

«Perché Marzio sta morendo e questo fottutissimo spettacolo deve essere portato avanti fino alla fine, sperando che ci arrivi. E solo Dio sa quanto vorrei essere io quella che tra qualche mese morirà», iniziarono a scenderle copiosamente le lacrime. «Questo è l'unico stramaledettissimo motivo per cui sono tornata, anche se è l'ultima cosa al mondo che vorrei fare. E prego tutti i giorni di non svegliarmi la mattina, perché so che più vado avanti e più sarà difficile per me quando sarà tutto finito. E ora, se è mai possibile, mi odio ancora di più per avertelo detto.»

Damien rimase impietrito, scioccato dalla notizia su Marzio ma anche dal dolore che sentiva nelle parole di Ginevra. Desiderò abbracciarla ma desistette, lei si sarebbe tolta di nuovo.

Ginevra riprese a camminare. Quando arrivarono ai loro teli, si era fatto buio. L'ultima auto dei loro amici li illuminò con i fari e andò via.


Rag'n'Bone Man e Pink, "Anywhere Away From Here", Life by Misadventure. Sony, 2021.

Claudio Baglioni, "E Tu...", E tu.... RCA Italiana, 1974.

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