Capitolo 1

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Bampton, Novembre 2002

Mancavano ormai poche settimane al venticinquesimo compleanno di Michael.
Sua madre aveva insistito per organizzare un piccolo viaggio nella vecchia residenza di famiglia, sulla costa di Norfolk.

Sapeva che il compleanno era solamente una scusa per la madre per ritornare alla vecchia villa, ormai disabitata da anni, con l'intenzione di restarci.

Lui non aveva molti ricordi di quella villa. Aveva circa dodici anni quando i suoi genitori si trasferirono a Bampton e nei sei anni precedenti aveva frequentato una scuola privata a Winchester.

I suoi genitori non erano mai stati molto presenti nella sua vita. Li vedeva molto raramente: una volta al mese, quando andavano a trovarlo a scuola, o durante le vacanze estive, quando trascorrevano un mese in giro per il mondo.

In realtà queste, non si potevano definire vere e proprie vacanze di famiglia.
Sua madre, Jane, era una ricercatrice in ambito storico e geologico. Le vacanze erano mirate anch'esse a saziare i suoi studi.

L'ultima vacanza l'avevano passata in Indonesia, tra le escursioni sul vulcano Krakatoa ed ai templi intorno a Bali e Giava.

Suo padre invece, Victor, lavorava come reporter.
I suoi genitori si erano conosciuti durante una spedizione in Turchia, più precisamente al Göbekli Tepe, il tempio storico più antico conosciuto fino ad oggi.

Michael era sempre stato affascinato da tutto ciò che fosse circondato da mistero.
Per lui, queste escursioni erano fonte di adrenalina e misticismo.

Dal padre aveva anche ereditato la passione per la fotografia, soprattutto dopo che al suo decimo compleanno gli avevano regalato la sua prima reflex.

Dopo la scomparsa del padre, lui e sua madre avevano continuato a viaggiare, ma molto più raramente.

L'anno prima, si era laureato in Geologia e Scienze Naturali.
Non aveva mai avuto una qualche aspirazione che andasse oltre il continuare a viaggiare e seguire le orme dei suoi genitori.

In quel periodo, stava conducendo insieme alla madre uno studio sul vulcano Hekla, in Islanda, ma non avevano ancora avuto modo di recarsi sul campo a causa della stagione troppo rigida.

*****

Michael si svegliò all'alba per caricare i restanti bagagli in auto e recarsi con la madre alla villa di famiglia.

Si recò in bagno e, dopo una doccia, si sistemò la barba biondo cenere, ormai troppo folta.

Jane era già pronta per la partenza, davanti alla porta, accanto a lei giaceva un baule in legno con inserti in ferro battuto. Quel baule era sempre rimasto in soffitta, almeno da quanto ricordasse, ma non fece domande e caricò anch'esso sulla Jeep Wrangler, ormai piena.

Stavano per uscire di casa, quando Michael inciampò in Jake, il suo fido compagno, un Bracco Ungherese che, da ormai sei anni, lo accompagnava ovunque andasse.

Finalmente partirono.
Il viaggio sarebbe dovuto durare circa quattro ore, escludendo le varie ed eventuali soste.

Appena salirono in auto, Jane accese la radio ed iniziò a canticchiare I Was Made For Loving You dei Kiss e, Michael le andò dietro.

Quella era la canzone dei suoi genitori, la prima che Victor aveva dedicato a Jane durante una delle prime serate in Turchia.

Forse era un segno del destino che la radio la stesse trasmettendo proprio in quel momento, mentre stavano per tornare nel luogo in cui tutto era cominciato.

A metà strada fecero una breve sosta. Michael scese dall'auto ed aprì la portiera posteriore per far sgranchire le zampette a Jake, il quale scese con un salto per poi immergersi nel campo al ciglio della strada.

Michael si soffermò a guardare Jake, per poi spostare il suo sguardo sul Mare del Nord che si intravedeva in lontananza.
In quel momento i suoi pensieri galleggiavano nei ricordi, quella strada non l'aveva più percorsa dal giorno del loro trasferimento a Bampton e, quel giorno, con loro c'era anche suo padre.

«Michael, penso dovremmo muoverci, sta per arrivare un temporale».
Si risvegliò dai suoi pensieri e si voltò verso l'auto, dove la madre lo attendeva impaziente per riprendere il viaggio.

«Hai ragione mamma» rispose guardando verso il cielo a nord, seguendo con lo sguardo il dito della madre che indicava una grande nube scura che si stava espandendo verso di loro.

«Jake! Vieni bello, andiamo».

Jake risalì in auto e tutti e tre insieme ripresero il viaggio.

«Ho sempre amato questa campagna. Sai, tuo padre ed io dopo esserci conosciuti ed essere tornati in Inghilterra facevamo molte passeggiate in queste zone».
A Michael scappò una risatina «Davvero mamma? Non pensavo che foste persone così temerarie da fare dei picnic».
«Tuo padre era un uomo molto dolce, me lo ricordi tanto, gli assomigli molto. Il tuo temperamento è molto simile al suo. Sono molto orgogliosa di te, anche se non te lo dico mai».
«Grazie mamma. A volte penso che avrei voluto conoscere di più mio padre, passarci più tempo insieme. Avrei voluto un rapporto normale con lui, da padre e figlio, non solo un mese di vacanza l'anno.
Non fraintendermi, so che la persona che sono diventato lo devo tutto a voi. Mi avete trasmesso delle passioni che pochi miei coetanei possono solo lontanamente immaginare.
Mi sarebbe piaciuto però che papà avesse assistito alle mie partite di football, che mi avesse rimproverato quella sera che, dopo che Annie mi ha lasciato sono tornato a casa ubriaco e che ci fosse stato quando abbiamo portato a casa Jake. Lui l'avrebbe adorato».

«Lo so tesoro mio, tuo padre era un uomo straordinario. So che non hai avuto una vita semplice a causa nostra e che devi aver sentito molto la mancanza di una vera famiglia. Me ne rammarico ogni giorno credimi».

Il viaggio continuò in silenzio, se non per le canzoni di sottofondo che trasmettevano in radio.
Il cielo era cupo ed in lontananza si potevano scorgere dei lampi.

Jake, sul sedile posteriore, era raggomitolato sulla sua copertina, dalla quale non si separava mai durante le ore di sonno.

Dopo qualche ora raggiunsero finalmente la costa. Quanto gli era mancato quel posto.
Jane guardava davanti a sé, con gli occhi lucidi e la mente persa nei ricordi di quel posto che aveva sempre amato.

La guardò di sfuggita, mentre Jane, pensierosa, si scioglieva la coda di cavallo lasciando cadere i lunghi capelli biondi sulle spalle.
Il colore dei capelli lo aveva preso da sua madre, biondo cenere, ma dal padre aveva ereditato il colore degli occhi, color miele.

Assomigliava molto a suo padre, con la mascella definita, il naso leggermente in stile greco e, la caratteristica che amava di più, le spalle larghe, le quali gli avevano permesso di essere un ottimo giocatore di football nella squadra universitaria.

Arrivarono finalmente ad un bivio.
«Prendi questa stradina» disse Jane a Michael.

Svoltando, imboccarono una strada sterrata e, dopo circa due chilometri arrivarono davanti ad un cancello in ferro battuto.
Fermò l'auto ed attese che la madre scendesse ad aprire il cancello, sul quale era affissa una lastra in metallo con la dicitura "Wells House".

Percorsero il lungo vialetto, ormai lasciato a sé stesso durante gli anni, per poi fermarsi davanti all'ingresso.

Scesero dall'auto. Michael si fermò a guardare la villa con sguardo sbalordito.

Quando si è bambini, ogni cosa che ci circonda sembra enorme, ma quella villa, non la ricordava così maestosa. Maestosa e tetra allo stesso tempo.

Una scalinata con soli sette gradini portava al patio d'ingresso dove, un tempo, ricordava esserci un dondolo, accanto a due poltrone in vimini ed un tavolino in legno.
Adesso il patio era decorato con centimetri e centimetri di foglie umide, sotto le quali s'intravedeva un tappeto di terriccio portato dalle intemperie.

Il cielo nel frattempo si era coperto di nuvole scure ed iniziava a sentire delle piccole gocce di pioggia accarezzargli le guance.

Prese i bagagli dall'auto, mentre la madre aprì il portone in legno massiccio.

Appena entrarono in casa, fecero solamente pochi passi quando, da dietro, il portone si chiuse con un tonfo rumoroso, probabilmente trascinato dal vento della tempesta in arrivo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro