Capitolo 8

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Il viaggio in auto durò circa un'ora. Dopo essersi lasciati alle spalle il paesaggio antropico di Bustonville, Michael e Drew percorsero per gran parte del tempo le strade immerse nelle campagne inglesi.

Il navigatore li condusse esattamente nel punto in cui avrebbero dovuto parcheggiare l'auto.

Da lì, i tre chilometri da percorrere a piedi, sembrarono aver fermato il tempo.

Non esisteva una vera e propria strada, erano semplicemente immersi fino alle ginocchia nell'erba dei campi.

Erano quasi arrivati sulla scena del crimine, quando intravide le forze dell'ordine che stavano ancora isolando la zona con del caution tape.

«Non avevi detto che non si poteva raggiungere questa zona con l'auto?» chiese a Drew fissando sorpreso le auto della polizia ed un'altra anonima.

«Ehm, si, almeno così mi avevano detto. C'è anche l'auto del professor Gordon, è quella verde».

«Fammi capire, mi ha fatto camminare per tre chilometri, con lo zaino in spalla, l'attrezzatura in mano ed un polmone che quasi mi sta uscendo dal torace e poi si poteva arrivare fino a qui in auto?».

«Se l'avessi saputo non ti avrei fatto parcheggiare così lontano. Pensi a me piaccia camminare?».

«No certo, visto che la tua attrezzatura la sto trasportando io!

Lascia perdere Drew. Muoviamoci ora».

Una volta arrivati accanto alle auto, videro il dottor Gordon, poco distante da loro, chiamarli a sé con un cenno di mano.

Michael lasciò l'attrezzatura di Drew a terra con nonchalance, per poi estrarre la sua reflex dallo zaino ed avvicinarsi a Gordon.

«Buongiorno dottore» disse Michael.

«Salve Erick» salutò Drew.

«Buondì ragazzo, Drew. Ben arrivati. Seguitemi».

I ragazzi seguirono il dottor Gordon, un uomo di mezza età, piuttosto basso ed anche un po' in sovrappeso.

La prima volta che lo vide lo associò subito all'attore Danny DeVito, a causa della somiglianza fisica e soprattutto per la visibile stempiatura.

Quando Erick Gordon si fermò, Michael restò basito dalla scena alla quale si trovò davanti.

Davanti a loro, a circa un metro di distanza, giaceva a terra un uomo.

Il corpo era visibilmente in stato di composizione ed i vestiti erano sgualciti e sporchi.

«L'hanno trovato qualche ora fa, due turisti» esordì Gordon accennando un gesto del capo in direzione di due ragazzi che stavano parlando con la polizia.

«Attualmente non abbiamo nessuna informazione in merito al decesso, non sembrano esserci evidenti segni di contusioni o ferite visibili. Il corpo, a giudicare dallo stato di decomposizione, potrebbe essere qui anche da due settimane».

Per lui era la prima volta che si trovava davanti ad un cadavere.

Aveva visto il corpo di alcuni suoi parenti, ma erano tutti deceduti per cause naturali e di vecchiaia.

Questo era un estraneo ed ancora non sapevano se fosse morto per cause naturali o a causa di un trauma subìto, però quella scena gli fece raggelare il sangue nelle vene.

«Ragazzo, Micol».

«Michael» lo corresse.

«Si Michael, scatta delle foto. Tu, Drew, invece definisci l'area ed indica al ragazzo cosa e come fotografare. Voglio foto di ogni dettaglio del corpo, della sua posizione, degli abiti e cercate se attorno trovate qualche indizio utile a capire la storia di questo poveretto».

Drew rispose solamente con un cenno di capo, per poi camminare verso la sua attrezzatura e prendere del cartellini numerati.

Michael aveva vesto quei cartellini solamente nei film, erano gialli e su ad ognuno c'era stampato un numero, in questo caso andavano da uno a trenta.

«Vieni con me, dove appoggio il segnalino, tu fotografi. Effettua scatti con un'inquadratura panoramica, in primo piano e scatti medi a seconda della tipologia d'indizio che andremo ad evidenziare. Stai tranquillo, ti suggerisco io» Drew disse l'ultima frase con un pizzico d'ironia, ironia che a Michael non piacque molto, ma la seguì.

Durante la definizione dell'area e degli indizi, si rese conto che Drew ci sapeva proprio fare col suo lavoro. Vedeva indizi dove lui vedeva solamente terra ed erba.

Scattò circa venti foto attorno al corpo prima di avvicinarsi alla vittima e scattare le foto della posizione e dei minimi dettagli visibili.

Il corpo era il posizione prona. Drew chiamò un tirocinante per girarlo, in modo che Michael potesse effettuare degli scatti anche al volto e, insieme al dottor Gordon, verificare se ci fossero delle ferite visibili.

Continuò a scattare imperterrito, quando un dettaglio attirò la sua attenzione.

Sull'angolo del colletto della giacca della vittima c'era un logo, con due parole, le cui iniziali erano in maiuscolo e visibili "G" ed "A", ma il resto delle lettere era abbastanza sbiadito e rovinato dalla terra.

Dopo circa un'ora e mezza il loro lavoro era finito e si ritrovò ancora in auto accanto a Drew, la quale stava rivedendo le foto che aveva scattato poco prima.

«Sai, sei davvero bravo. Sembri nato per scattare foto ai dettagli».

«Non posso dire sia il genere di foto che preferisco scattare, ma è stata una giornata..istruttiva? Peccato che, a prima vista, gli indizi non mi siano sembrati un granché».

«È normale tu lo pensi. Con il tempo imparerai a riconoscere ciò che è essenziale e ciò che invece è trascurabile.

Come le foto all'abito della vittima. Potrebbe sembrare un fattore molto banale, invece in alcuni casi è essenziale tipo.....tipo in questo caso» disse Drew, con un tono agitato e balbettante prima di prendere il cellulare.

Compose un numero «Dottore, il logo sul colletto della vittima. Michael ha scattato molte foto. Prima, forse a causa della scarsa luminosità, non l'abbiamo notato ma, zoommando la foto, penso si legga abbastanza in chiaro. Il logo riporta la dicitura "Greenside Asylum"».

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