✨»#𝟘𝟜; "𝕊𝕔𝕠𝕡𝕖𝕣𝕥𝕒"«✨

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“Acquisizione alla conoscenza e all'esperienza umana di luoghi, fenomeni, nozioni, oggetti prima sconosciuti”

๑✨๑,¸¸,·*·,¸¸,๑✨๑

“Allora, chi vuole provare per primo?”
Kileah sorrise, sistemandosi davanti agli undici ragazzi, che si rivolsero a vicenda occhiate un po’ intimorite o perplesse. Lander allora decise di farsi avanti: insomma, si sentiva quasi in dovere di farlo essendo comunque responsabile dei ragazzi.
“Posso provare io?”
Domandò quindi, e la ragazza annuì facendogli segno di sistemarsi accanto a lei. Amstel tirò un mezzo sospiro di sollievo.. nonostante fosse stato il primo ad utilizzare il proprio potere più o meno volontariamente, aveva paura di provarci di nuovo. Insomma, tralasciando sfortuna e maledizione, fare esplosioni dalle mani sarebbe rischioso per chiunque, no?
“Lei aveva il simbolo viola, giusto?” La maga domandò all’uomo, che annuì “Allora possiamo presupporre che il suo elemento primario sia legato al Vento od al Tifone, al Suono, od al Tempo.. quest’ultimo sarebbe il più complicato da individuare, ma anche il Suono non scherza. Comunque, provi a concentrarsi sulla propria mano e cerchi di incanalare la propria energia al suo interno: di solito le prime manifestazioni dei poteri si hanno dalle mani, o dalle braccia”
Lander ed i ragazzi annuirono, ascoltando con attenzione. In effetti, era proprio ciò che era successo sia a Mitchell che ad Amstel, nonostante non ci avessero effettivamente provato.
“Va bene, ho capito”
L’uomo allora abbassò lo sguardo alla propria mano, aggrottando le sopracciglia quasi come se stesse riflettendo. Sentiva gli occhi dei suoi studenti puntati su di lui, insieme a quelli di Kileah: la ragazza non sapeva cos’aspettarsi, e sinceramente sentiva una leggera apprensione. Insomma, e se i loro poteri fossero stati diversi da quelli di normali maghi Hiiraniani? Le sue preoccupazioni durarono però pochi secondi, perchè notò i polpastrelli delle dita dell’uomo assumere pian piano un colorito violaceo, sempre più intenso, che iniziò pian piano ad allungarsi anche verso il resto delle dita ed il palmo della mano. Kileah gli si avvicinò e schiuse le labbra, rimanendo però per un attimo in silenzio, come se quella vista le avesse ricordato qualcosa. Quando il professore le rivolse uno sguardo interrogativo, lei parve rinvenire.
“Oh, sembra proprio del Veleno.. dev’essere il vostro elemento secondario, signor Lander”
Sorrise la maga, alzando il capo e guardando il professore. Lui annuì, inclinando appena la testa e chiudendo appena la mano; con il movimento, il color viola scomparse immediatamente.
“Perchè ha manifestato il secondario e non il primario?”
Domandò Nadine, incuriosita, mentre Lander si toccò la mano.
“Potrebbe significare che quello primario sia il Tempo, o forse il Suono.. ma non è detto”
Spiegò Kileah, guardandosi attorno in ricerca di una foglia caduta naturalmente. Non le ci volle molto, e la porse al professore.
“Provi a concentrarsi su questa, adesso”
L’uomo fece ciò che gli era stato richiesto e, dopo pochi secondi, il bel colore verde della foglia iniziò pian piano a sbiadire, avvicinandosi poi ad un colorito giallastro. I ragazzi -insieme allo stesso Lander, ovviamente- strabuzzarono increduli gli occhi, osservando la foglia ingiallita.
“Sì, è decisamente il Tempo”
Decretò Kileah, sorridendo fiera ed anche un po’ sollevata.
“Quindi, è in possesso degli elementi del Tempo e del Veleno?”
Chiese ancora una volta Nadine, e la maga le diede una risposta affermativa.
“Esatto! A giudicare dal modo in cui la foglia ha iniziato ad appassire, credo che entrambi i suoi poteri si basino sul tocco.. alterando lo stato di oggetti, in pratica”
Lander cercò di contenere il proprio stupore, prendendosi la mano sinistra -quella che aveva ‘usato’- in quella destra.
“Capisco.. un po’ pericolosi, credo” Osservò, voltandosi poi verso i propri studenti “Beh, non è difficile.. qualcuno se la sente di provare?”
Tutti coloro che lo avevano come insegnante rabbrividirono: aveva utilizzato esattamente lo stesso tono che aveva quando invitava a rispondere a delle domande in classe.
“Provo io!”
Dopo pochi secondi di silenzio, la prima a farsi avanti fu Nadine, mentre Lander decise di spostarsi ed osservare da lontano. Non che avesse timore, figuriamoci..
“Prego, provaci quando vuoi”
Sorrise Kileah, e Nadine portò entrambe le mani davanti a sè, con i palmi rivolti verso l’alto. Sinceramente non sapeva cos’aspettarsi, quindi non era sicura su cosa si sarebbe dovuta concentrare, ma dopo poco iniziò ad avvertire qualcosa di diverso. Era simile ad un capogiro, con l’unica differenza che non le sembrò di sentirsi stordita.. piuttosto, l’istinto le suggerì di guardare verso il basso. Il terreno sotto di lei tremò così appena, poi sollevandosi leggermente sotto i suoi piedi. La ragazza, sorpresa, fece un piccolo salto e con il suo movimento il terreno sottostante si alzò di più, forse anche di un centimetro. Nadine, ancora con le braccia tese davanti a sé, guardò prima i propri compagni e poi il piccolo rilievo che aveva creato.
“Uhm.. sono stata io?”
Mormorò: al momento, la sorpresa superava l’emozione dello scoprire i propri poteri.
“Direi proprio di sì!”
Sorrise Kileah, mentre Nadine si chinò su un ginocchio per sfiorare la terra. Quando le sue dita entrarono in contatto con l’erba però, il terreno si sollevò di nuovo, questa volta però ad emergere fu una formazione rocciosa che seguì il movimento della mano della ragazza, alzandosi quindi di qualche centimetro. Sempre più sorpresa, Nadine accennò una risatina, incredula.
“Sono stata di nuovo io..?!” Ripetè a voce più alta, ma quasi non fece in tempo a finire la frase che dal palmo della mano iniziò a colarle un liquido ribollente, cadendo sulla punta della piccola ‘struttura’ in roccia che aveva creato “.. ah?!”
Istintivamente, scosse la mano e qualche goccia di lava finì nell’erba vicina, bruciandola. Isolde si scansò per un pelo, muovendosi d’istinto all’indietro ad una velocità decisamente sovrumana, e quando posò il piede a terra una lingua di ghiaccio coprì le gocce di lava che avevano iniziato a dar fuoco all’erba circostante, raffreddandole a sufficienza. La bionda si paralizzò, osservando lo spesso ghiaccio che partiva dal proprio piede e finiva a circa un metro da lei, poi si voltò verso gli altri ragazzi. I loro movimenti le parvero essere a rallentatore, anche se per mezzo secondo: le loro espressioni, già sorprese, mutarono lentamente sotto ai suoi occhi mentre tutti si girarono nella sua direzione, poi il tempo riprese a scorrere normalmente.
“.. che avete da guardare?-”
Borbottò quindi, un po’ rossa in volto ma anche terribilmente confusa.
“Non te ne sei accorta?! Ti sei mossa tipo, alla velocità della luce! E poi hai cacciato quel coso dal nulla!”
Gesticolò Ib, riferendosi al ghiaccio che aveva tempestivamente raffreddato la lava creata da Nadine, ancora inginocchiata a terra accanto al magma raffreddato e la roccia che aveva ‘creato’.
“... è stato fighissimo” Disse semplicemente, voltandosi poi verso Kileah “Quindi io ho la Roccia? Ed il Magma??”
Il tono della ragazza divenne gradualmente più eccitato ed emozionato, e di conseguenza i palmi delle mani iniziarono a ribollirle.
“Sì, ma contieniti- .. per favore-”
Isolde le indicò le mani, e la francese trattenne un urletto.
“Oh, ops-”
Agitò piano le mani, soffiandoci anche sopra nel tentativo di raffreddarle e riuscendoci effettivamente dopo poco. Kileah, con una mano sulla guancia ma senza aver abbandonato un dolce sorriso, sospirò.
“I vostri poteri sono ancora instabili, a quanto pare.. è come se foste bambini, ma dai poteri del tutto sviluppati. Proprio per questo dovrete fare attenzione ed imparare a controllarli per evitare.. questo” Spiegò, osservando la lingua di ghiaccio creata da Isolde “Però è davvero impressionante, avete del potenziale”
Nadine le sorrise fiera -nonostante avesse quasi appiccato un fuoco-, mentre Isolde era ancora un po’ confusa.
“Quindi.. ho fatto quello perchè mi ero spaventata?” Dopo una risposta affermativa da parte della maga, la ragazza si passò una mano fra i capelli “Che cazzo di figata, però”

Sicuramente, la perla di saggezza di Isolde era il pensiero che accomunava gran parte degli esseri umani. L’idea di avere poteri sovrannaturali era, senza dubbio, spaventosa.. ma insomma, chi non aveva mai sognato qualcosa di simile da bambino? Grigory, così come probabilmente tanti altri, si era posto tale quesito mentre cercava di concentrarsi sui propri poteri. La polverina violacea che si era formata sulle sue dita aveva suggerito l’elemento del Veleno, simile a quello del suo professore. Grigory non ne era entusiasta.. affatto. Insomma, rischiava di avvelenare qualcuno dei suoi compagni così, no? Ed una polverina era senza dubbio più difficile da controllare rispetto al tocco, com’era capitato al professore. Ad ogni modo, il rosa non riusciva a capire quale fosse il suo elemento primario: non importava cosa facesse, non riusciva ad ottenere nulla! Non una folata di vento, non un suono e nemmeno un viaggio nel tempo o qualsiasi cosa avrebbe fatto con quell’elemento. Cioè, Isolde aveva la velocità.. ma Kileah aveva sottolineato come la manifestazione di un elemento fosse davvero soggettiva, quindi era poco probabile che fosse simile fra più persone. Un po’ irritato ed impaziente, decise di chiudere gli occhi e smetterla di concentrarsi sulle proprie mani, pensando piuttosto a sé stesso come insieme. Gli venne da pensare principalmente all’elemento del Vento.. se lo avesse avuto, sicuramente non si sarebbe manifestato come forti folate che avrebbero potuto spettinargli la chioma. Piuttosto, gli sarebbe stato senza dubbio più utile sottoforma di piccole brezze che si sarebbero potute tranquillamente mimetizzare fra i normali spostamenti d’aria.. sì, Grigory avrebbe voluto utilizzare così il proprio elemento. Cioè, un momento. Chi aveva detto che sarebbe stato proprio quello il suo elemento? Quasi come a togliergli ogni dubbio, avvertì una piccola brezza accarezzargli la pelle del volto, percependo poi perfettamente la direzione che prese dietro di lui. Grigory aprì gli occhi e si voltò d’istinto: gli aveva dato quasi l’impressione che qualcuno gli fosse passato accanto, ma tutti si erano sistemati lontano da lui -nuova prassi decisa da Kileah-. Realizzò quindi, che al centro della radura dovevano esserci unicamente lui, ed il vento.
“Hai capito qualcosa?”
Ib interruppe il monologo interiore del russo, che trattenne un sospiro ed annuì alla sua domanda.
“Sì.. credo proprio che sia il Vento, il mio elemento primario”
Arrossì leggermente, non pensando che avrebbe pronunciato quelle parole con così tanta sicurezza. Si guardò poi le mani, le cui dita erano quasi prive della polverina violacea che aveva creato poco prima. Con una certa apprensione nel cuore data dall’elemento del Veleno, ritornò fra i suoi compagni in modo da lasciare che qualcun’altro provasse a scoprire i propri elementi. Sinceramente, l’andazzo della situazione non piaceva molto ad Eileen: era come essere messi al patibolo, a cercare di fare qualcosa che non avevano mai fatto davanti a tutti! Quindi, si riguardò anche solo dal mettere piede un centimetro oltre alla linea che si era creata con i corpi dei ragazzi. Per fortuna, Ib si offrì presto volontario e la rossa tirò un sospiro di sollievo: almeno, non sarebbe stata la prossima.. ma il suo turno sarebbe comunque arrivato.

“Okay, quindi mi concentro e dovrebbe succedere da sé?”
Ib iniziò a fare un po’ di stretching improvvisato e probabilmente inutile, ma non gli andava di rimanere fermo.
“Sì.. probabilmente sarà così naturale che non te ne accorgerai nemmeno!”
Disse Nadine, facendogli poi un pollice in su. In effetti, non era stata l’unica ad attivare la propria magia senza farci caso.. anche se lei era stata un po’ più pericolosa, vista l’erba circostante- Per questo, Amstel era piuttosto restio nel provare ad usare le sue esplosioni.
Tornando al nostro Ib, fece un gesto simile a quello che aveva fatto la francese poco prima, portando le mani davanti a sè e concentrandosi su di esse. Più o meno, sapeva cosa aspettarsi: avrebbe generato del vento, forse, oppure sarebbe diventato improvvisamente lentissimo o velocissimo.. o, ancora, avrebbe emesso una qualche onda sonora. Ovviamente, avrebbe di gran lunga preferito avere come elemento il Suono: così il suo intero corpo sarebbe diventato uno strumento musicale gigante, no? Cioè, non era sicuro del come, a dirla tutta. La situazione dei maghi e dei poteri continuava a confonderlo tremendamente, ma quello non era il momento di farsi ulteriori domande.. quindi, cercò di concentrarsi come meglio poteva. In pochi secondi gli parve di avvertire una leggera vibrazione sui palmi delle mani, e poi si udì un lieve tash, simile al rumore dei piatti di una batteria. Ib sussultò, ed il suono divenne più chiaro e forte.
“L’avete sentito anche voi?!”
Esclamò, ed il gruppo annuì. Ib allora cercò di riprodurre altri suoni, riuscendoci almeno in parte con qualche percussione. Con esse, generò anche delle piccole onde d’urto quasi impercettibili, che lui però riuscì a percepire. Anche a Lodewijk parve di sentire qualcosa, ma non ci diede troppo peso pensando si trattasse solo di una sua impressione. Nel gesticolare per continuare a produrre suoni, Ib fece un movimento un pelino più ampio con un braccio e questo portò il ghiaccio precedentemente creato da Isolde, scioltosi ormai in semplice acqua, a muoversi seguendo il suo gesto. Il ragazzo non ci fece nemmeno caso, quindi Kileah si preoccupò di farglielo notare con gentilezza. Lui si voltò nella direzione dello schizzo d’acqua che aveva in un certo senso manipolato e scrollò le spalle.
“Oh, figo!”
Osservò semplicemente, tornando poi in mezzo al gruppo e dando una pacca sulla spalla a Lodewijk, producendo un altro suono di piatti.
“Perchè non provi tu, adesso?”
Sorrise al ragazzo, che annuì ricambiando il suo sorriso.
“Va bene..!”
Lodewijk prese ‘posizione’, prendendo un bel respiro. Aveva capito come si sarebbero manifestati gli elementi relativi all’Aria, quindi non sarebbe stato troppo difficile, no..? Sinceramente da un lato credeva di essere stato in grado di percepire un qualche spostamento d’aria come aveva fatto Grigory -il rosa l’aveva infatti spiegato agli altri nella possibilità di aiutarli con i propri poteri-, ma il Vento non gli sembrava.. ‘giusto’. Osservando le proprie mani però, riuscì presto a far sbocciare un paio di piccoli boccioli nei propri palmi. Sembravano avere i petali bianchi, anche se era difficile dirlo. Li mostrò al gruppo, non sicuro di cosa avrebbe dovuto fare.
“Dei fiori! Allora si tratterà del tuo elemento secondario, come per Mitchell”
Sorrise Kileah, sollevata dall’andazzo della situazione: tralasciando il piccolo incidente con il magma, non era successo più nulla di male. Mitchell guardò i fiorellini creati da Lodewijk e poi si voltò verso Kileah.
“Ma sono piuttosto diversi da quelli che avevo fatto io.. cioè, mi erano spuntati su tutto il braccio!”
In realtà non lo ricordava nemmeno bene, forse aveva esagerato. L’unica cosa che ricordava perfettamente era lo spavento nonostante il conseguente ed immediato svenimento. Lodewijk guardò ancora i propri fiori, ed annuì appena: il biondo aveva ragione.
“Infatti, questi non sbocciano nemmeno..”
Mormorò, un po’ confuso. Kileah inclinò la testa, pensandoci su.
“É possibile che il tuo corpo abbia reagito alla vicinanza con la regina..”
Ipotizzò. Mitchell sbattè le palpebre.
“Per quanto sia bella, guarda che sono gay. E non sarei nemmeno così disperato”
Silenzio.
“.. scusa, intendevo che i tuoi poteri avessero reagito”
“Oh, okay”
Lodewijk decise di ignorare l’infelice gaffe.
“Quindi essere vicino alla regina ha reso i suoi poteri più potenti?”
Domandò, facendo rientrare i boccioli.
Cioè, non era sicuro di come avesse fatto.. ma almeno ci era riuscito.
“Non proprio.. diciamo che potrebbe averli ‘risvegliati’ ulteriormente. In pratica è successa la stessa cosa con il vostro arrivo ad Hiiaron, visto che prima non avevate idea di essere in possesso di poteri”
Entrambi i ragazzi -così come tutti gli altri- annuirono: in effetti, aveva senso.
“Quindi, se provasse a crearne adesso sarebbero come i miei?”
Chiese Lodewijk, incuriosito.
“Perchè non lasciamo che provi? Non sembra abbiate poteri potenzialmente pericolosi insieme..”
I due non sembravano molto convinti, ma la ragazza li rassicurò ed esortò Mitchell a provare. Il ragazzo allora fece qualche passo in avanti e distese le braccia, prendendo un bel respiro. Si concentrò come tutti gli altri sulle proprie mani, ma ancora una volta i fiori sbocciarono sulle sue braccia. Erano in una quantità significativamente inferiore a quelli che erano cresciuti in seguito all’incontro con la regina, ma si erano tutti schiusi immediatamente.
“Che strano..”
Mormorò il ragazzo, e Lodewijk aggrottò le sopracciglia. Kileah li osservò, quando sembrò avere un’idea.
“Lodewijk, prova a posare la mano per terra o sul muretto lì vicino e poi crea di nuovo dei fiori. Forse sarai più abile nel far sbocciare fiori su altre superfici”
Sorrise, avvicinandosi a lui. Il corvino ubbidì, chinandosi e sfiorando l’erba con le dita, cercando poi di far sbocciare dei fiori. Non era ben sicuro di cosa dovesse fare, ma ci riuscì piuttosto in fretta. Dei boccioli bianchi crebbero dal terreno, andando poi a fiorire in bellissimi gigli. Le labbra di Lodewijk si formarono in un sorriso fiero e, soddisfatto, si alzò. Non aveva ancora capito quale fosse il suo elemento primario, ma anche solo quest’abilità gli sembrava incredibile. Come suggerito da Kileah, si avvicinò anche ad un muretto poco lontano, sfiorandolo con i polpastrelli e riuscendo a far sbocciare dei piccoli fiori. Sembravano più deboli degli altri, ma almeno ci era riuscito.
“Wow.. quindi quello io non saprei farlo?”
Mitchell si voltò verso Kileah, curioso.
“Forse con dell’allenamento, ma è sempre meglio sviluppare al massimo i propri poteri in un’unico modo piuttosto che svilupparlo poco ma in diversi”
Spiegò la ragazza, che per la cronaca non era affatto stanca di seguire ed aiutare i ragazzi, anzi: il suo ruolo le stava piacendo moltissimo.
“Oh, capito!”

๑✨๑

Dopo poco, Mitchell era riuscito a scoprire anche il proprio elemento primario: il Tuono. Aveva creato delle potenti scosse elettriche fra le mani, non riuscendo però a separarle da esse e rimanendo alquanto scettico riguardo alla loro utilità. Lodewijk invece, proprio non riusciva a capire come avrebbe dovuto utilizzare l’elemento primario, che stava iniziando a credere essere il Suono, dopo essersi confrontato con Ib. Il ragazzo cercò così di aiutare l’altro, mentre era arrivato il turno di Adriaan. Gli altri presenti erano ancora piuttosto timorosi.. cioè Amstel aveva paura di dare fuoco all’intero bosco, mentre Eileen ed Émilien non erano entusiasti dell’idea di essere sotto ai riflettori in quel modo, quindi continuavano a ritardare il proprio turno. Lo stesso valeva per Cynthia, ma allo stesso era tremendamente curiosa.. anche se un po’ spaventata da ciò che sarebbe potuto succedere se avesse avuto poteri troppo ‘pericolosi’. Decise di non pensarci e guardare piuttosto ciò che stavano combinando i suoi compagni d’avventura.
Adriaan, allontanatosi dal gruppo quanto bastava, tese il braccio destro davanti a sè, con il palmo rivolto verso l’alto ma forse un po’ troppo verso l’interno. In quel modo però, pensava che se avesse avuto il Magma o le Esplosioni sarebbe riuscito a controllarne la potenza distruttiva. Quando invece vide formarsi all’interno della propria mano una bella fiamma, tutti i problemi per cui aveva cercato di prepararsi scomparvero: una fiammetta così piccola sarebbe stata semplice da controllare! Ma un nuovo, inaspettato problema si presentò quando la suddetta fiamma iniziò a muoversi verso di lui, allungandosi. Prima che potesse reagire, una lingua di fuoco risalì tutto il suo braccio fino ad arrivare alla manica della t-shirt che aveva deciso di indossare per l’escursione. Tutti i suoi vestiti si dissolsero così in un’unica fiammata, che si fermò almeno alle scarpe e quindi non arrivò a terra. Ciò avvenne in forse un paio di secondi, quindi il rosso non registrò subito cosa fosse successo, così come tutti i presenti. Émilien in particolare, guardò per qualche secondo di troppo per via della sorpresa e lasciò lo sguardo.. cadere. Arrossì di botto e si coprì gli occhi con le mani, creando attorno a sé dei fiocchi di neve, ma non ci fece caso.
“I.. I miei vestiti?!” Adriaan abbassò lo sguardo al proprio corpo nudo, non avendo ancora l’idea di coprirsi, e preoccupandosi piuttosto di ciò che aveva perso “... la mia Armani!”
Grigory, adesso incurante del fatto che il rosso non avesse più i vestiti, spalancò la bocca e si voltò di scatto verso di lui.
“Perchè hai messo una cintura Armani per fare un’escursione?!”
Il rosa quasi urlò, scioccato. Si mise anche le mani tra i capelli.
“Perchè non pensavo potesse prendere fuoco!”
Squittì quindi Adriaan, quasi in lacrime così come Grigory.
“Potresti almeno coprirti?! Sei indecente-”
Commentò quindi Isolde, disgustata. Teneva una mano a coprire alla propria vista il corpo del ragazzo, non avendo proprio voglia di vederlo anche per sbaglio. Adriaan quindi arrossì appena.
“Oh, giusto-”
In quel momento, Kileah gli porse un telo bianco con cui coprirsi e lui accettò ovviamente di buon grado.
“Grazie..-”
Mormorò, un po’ imbarazzato ma soprattutto devastato dalla perdita dei suoi cari vestiti. Grigory scosse la testa, in lutto.
“Va’ pure a prendere altri vestiti, intanto qui continuiamo..”
Kileah sorrise al rosso, che annuì.
“Okay.. grazie-”
Disse Adriaan a bassa voce e rosso in volto, dirigendosi poi verso l’ostello.
Kileah scosse piano la testa, sospirando. Poverino-
Émilien aspettò qualche secondo prima di togliere le mani dagli occhi in modo da essere sicuro di non poter vedere l’altro nemmeno per sbaglio.. fu in quel momento che, con la coda dell’occhio, notò che accanto a lui sembrava essere apparso qualcosa che prima senza dubbio non c’era. Si voltò alla propria sinistra, realizzando che si trattava di un piccolo cumulo di neve. Non collegò subito e si guardò attorno, confuso, attirando così l’attenzione degli altri.
“Oh, neve! Incredibile come non si sia ancora sciolta..” Riflettè ad alta voce Kileah, facendo poi un pollice in su ad Émilien “Almeno questo episodio ci ha aiutati a scoprire un altro elemento”
La bionda ridacchiò, mentre il francese tornò paonazzo, ma cercò di non concentrarsi sulle sue parole. Piuttosto, anche sotto esortazione di Nadine, cercò di creare altra neve, questa volta per sua volontà e non per via della sorpresa e dell’imbarazzo. Ci riuscì decisamente in fretta e senza troppe difficoltà, creando piccoli fiocchi di neve che andarono a posarsi sul cumulo che non sembrava aver intenzione di sciogliersi. Il francese si portò una mano sulla bocca, sorpreso e soprattutto emozionato.
“Il mio elemento.. è la Neve?”
Sussurrò fra sé e sé, non prestando molta attenzione agli altri per una delle poche volte all’interno della sua vita. Insomma, in qualsiasi altra situazione i loro sguardi lo avrebbero almeno messo a disagio.. ma in questo caso, gli pareva che lì ci fossero solo lui e la neve che aveva creato dalle sue mani. La stessa neve che per tanti anni aveva aspettato con ansia per -più o meno- otto lunghi mesi, con particolare emozione proprio nel giorno del suo compleanno.. in quel momento invece, era riuscito a crearla come se niente fosse. Se per qualche miracolo fino ad allora era riuscito a ricacciare le lacrime indietro, i suoi pensieri si spostarono ai primi inverni che aveva vissuto serenamente, in seguito al suo trasferimento.. e quindi insieme ad Adriaan. Per un attimo -anzi, un millesimo di secondo- immaginò di voltarsi e trovare alla sua destra il volto sorridente del rosso, pronto ad ascoltare ciò che aveva da raccontargli per quanto riguardava la sua nuova scoperta. Ma ovviamente, sapeva che non sarebbe stato lì… e non perchè in quel preciso momento stesse salendo le scale da nudo. Con un sospiro tremante, il francese cercò di non pensare al ragazzo perchè altrimenti non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime. Abbassò nuovamente lo sguardo alla piccola montagnetta di neve, chinandosi appena per toccarla.
“È fredda?”
Domandò, curioso, Ib. Émilien annuì, tastando un po’ di neve con le dita.
“Sì.. è piuttosto strana-”
Mormorò, cercando di distrarsi anche se con poco successo. Dopo pochi istanti, il cumulo di neve iniziò a muoversi, rivelando poi la testa di quello che sembrava essere un gattino. Émilien strabuzzò gli occhi, sempre più incredulo.
“Un gatto..?” Isolde si chinò per guardare meglio il ‘nuovo arrivato’ “... fatto di neve?”
La ragazza inclinò la testa, mentre la gattina sbucò fuori dal cumulo tirando fuori da esso un cappello da moschettiere, indossandolo. Sul dorso aveva anche un mantello, da sotto al quale sbucava una lunga coda dall’aspetto morbido. Sembrava anche avere delle ‘macchie’ sul pelo simili a quelle di un gatto calico, ma era difficile da dire visto che era fatta interamente di neve. Fece un inchino ai presenti, affiancandosi poi ad Émilien e facendogli qualche fusa. Il francese guardò prima la micia, poi i propri compagni. Involontariamente, aveva attirato l’attenzione di tutti. Divenne, ovviamente, più rosso dei capelli di Adriaan.
“L’hai.. fatto tu?”
La gatta guardò male Grigory, che ricambiò il suo sguardo con uno confuso.
“Credo.. sia una femmina..” Parlò piano Émilien “.. ma no, non l’ho fatta io- Cioè, non volontariamente almeno..?”
Disse, essendo forse il più confuso fra tutti. Kileah si avvicinò al gruppetto che si era creato, salutando la gattina che ricambiò con un altro inchino.
“Che carina che è~ Non è facile creare esseri senzienti con una semplice magia, sai?” Alzò lo sguardo sul francese, che arrossì di più nel sentire nuovamente gli sguardi degli altri su di lui “Potrebbe significare che il tuo secondo elemento sia quello degli animali.. o forse, un altro particolarmente compatibile con la neve”
Ipotizzò la ragazza, ed Émilien scrollò le spalle.
“B-Beh.. qualsiasi cosa sia non voglio togliere troppo tempo agli altri.. cioè, alcuni non hanno ancora usato i loro poteri-”
Balbettò qualche scusa sconnessa, e Kileah capì che le troppe attenzioni lo stavano senza dubbio mettendo a disagio.. anche a giudicare dalla gattina, che stava cercando di allontanare chi si era avvicinato troppo al ragazzo.
“Va bene.. Amstel, perchè non riprovi con le esplosioni?”
Disse quindi la maga, voltandosi verso l’altro ragazzo mentre Émilien tirò un sospiro di sollievo. Intanto, la micetta aveva iniziato a cercare di attirare la sua attenzione, come a chiedergli qualcosa. Lui, confuso, si chinò alla sua altezza -più o meno- e notò che stava continuando ad indicare le sue mani. Le posò difronte a lei, perplesso, ma non appena la zampetta della creaturina sfiorò le sue dita, una bella spada in ghiaccio si materializzò fra le mani del ragazzo.
“Uh.. la vuoi?”
Émilien non era molto sicuro di voler mettere l’oggetto fra le zampe della gatta, soprattutto visto il caratterino che stava mostrando, ma lei riuscì a prenderla con un balzo, allontanandosi poi di un paio di metri per ammirarla tranquillamente. Il francese sospirò, portandosi le mani sui fianchi.
“Che bella spada! .. da dove l’ha presa?-”
Osservò Mitchell, rimasto accanto al più giovane che, per la cronaca, si prese un colpo a sentire la sua voce dietro di lui.
“Oh, uhm.. mi ha chiesto di crearla, credo.. e l’ho fatto.. involontariamente?-”
Spiegò in fretta il ragazzo, con gli occhi puntati sull’animaletto in neve che brandiva con fierezza la spada. Mitchell accennò un sorrisetto.
“Che carina.. ha un nome?”
Domandò con un tono di voce piuttosto dolce, che fece arrossire il francese ancora di più. Émilien annuì poi alla sua domanda.
“Sì.. non so perchè, ma credo di saperlo”
Rispose semplicemente, non facendo il tempo a rivelare il nome della gattina che lei rizzò le orecchie e sembrò puntare qualcosa. O forse, qualcuno. I due seguirono il suo sguardo e si voltarono verso l’ostello, notando che Adriaan aveva fatto il proprio ritorno, ovviamente vestito. Senza che Émilien o Mitchell se ne accorgessero -tanto che fu veloce!- la micina corse alla carica ed iniziò a colpire il rosso con la spada di ghiaccio.. o almeno, ci provava. Per fortuna, ciò accadde alle spalle del gruppo e nessuno ci fece particolarmente caso visto che Adriaan scappò nella parte opposta, inseguito da Chevalier Syndichatour -sì, era quello il suo nome- che a sua volta era inseguita da un Émilien sempre più imbarazzato e Mitchell, che si sentiva in colpa a non aiutarlo. Cioè, gli dispiaceva non aiutare Émilien. Di Adriaan non poteva importargli di meno, francamente.

๑✨๑

Qualche attimo prima che la scoperta dei poteri di Émilien prendesse una simile, rocambolesca direzione, Amstel era sul punto di tentare nuovamente ad utilizzare la magia, questa volta di proposito. Si era allontanato un po’ dagli alberi e dalla vegetazione, preferendo avvicinarsi all’ostello: forse, in questo modo avrebbe fatto meno danni. I suoi compagni lo seguirono, volendo lasciare spazio ad Émilien.
“Okay, quando vuoi~”
Kileah diede il via libera al ragazzo, che prese un bel respiro ed annuì.
“S-Sì, okay..”
Mormorò, balbettando sia per via della tensione che dell’imbarazzo. Cercò di concentrarsi sulle proprie mani come aveva fatto all’interno dell’ostello, sistemando entrambe davanti a sé. Forse sarebbe stato meglio provare con una sola, non sapendo se avesse generato esplosioni da entrambe le mani.. ma qualcosa dentro di lui gli aveva detto di provare ad utilizzarle insieme. Quindi, lo fece. In pochi secondi, delle piccole esplosioni iniziarono a scoppiettare dal palmo destro, mentre delle foglioline gialle iniziarono a crescere dal palmo della mano sinistra. Non sembravano essere particolarmente forti, o tantomeno in salute.. ma Amstel accennò comunque un sorrisetto. Si sentiva in controllo di entrambi i propri elementi: riuscì a fermare le esplosioni quasi senza alcun problema ed allo stesso modo le foglie rientrarono nella sua mano. Kileah gli sorrise ed applaudì piano.. per fortuna, era andata bene. Amstel arrossì appena, ma per una volta si poteva ritenere soddisfatto. Insomma, non aveva combinato nulla di male.
“Suppongo che quello secondario siano le Piante..?”
Domandò poi alla ragazza, che annuì.
“Probabile, sì. Si tratta di due elementi incompatibili però, quindi dovrai fare molto esercizio per riuscire ad utilizzarli al meglio.. soprattutto per il tuo Incantesimo” Kileah, osservando i volti confusi degli altri, si ricordò di non aver menzionato ancora gli incantesimi “.. ma di quello non dovete ancora preoccuparvi~”
Amstel, anche se un po’ perplesso, tornò a guardare il proprio segno, il cui rosso vivo tornò a non promettergli nulla di buono. Sospirò piano, cercando di non lasciarsi demoralizzare dalla nuova informazione datagli dalla ragazza. Dopotutto, c’era da aspettarselo-

Kileah intanto aveva spostato la propria attenzione su Cynthia ed Eileen, le uniche che non avevano ancora provato ad utilizzare la propria magia.
“Adesso, perchè non provate insieme ad usare i vostri poteri? Avete entrambe il simbolo della Natura, quindi non dovrebbe essere pericoloso”
La bionda sorrise alle due, che annuirono. Eileen da un lato sperava sarebbe stata l’ultima, ma dall’altro era decisamente curiosa. Lo stesso valeva per Cynthia, sempre più intrigata dal mondo di Hiiaron.. si chiedeva quali fossero i propri elementi e come sarebbe riuscita ad utilizzarli. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo, non sapendo se dirsi qualcosa, ma la più alta le fece un semplice cenno con la testa che venne ricambiato dalla rossa, un po’ in imbarazzo. Poi, entrambe iniziarono a concentrarsi sulla magia. La prima ad ottenere un risultato fu Eileen, i cui polpastrelli iniziarono ad assumere un colorito violaceo. La ragazza si guardò le mani, aggrottando le sopracciglia: le mani del professore avevano fatto lo stesso, significava quindi che il suo elemento era il Veleno..? Perchè mai avrebbe dovuto avere un elemento così.. letale?!
Cynthia invece non notò subito alcun cambiamento, ma presto si rese conto che ai suoi piedi erano cresciuti dei piccoli germogli. Inclinò la testa, non essendo del tutto certa che fossero stata opera sua. Quindi tenne lo sguardo sulle piantine e potè appurare che, sì, le aveva create lei: non era sicura del come, ma più si concentrava su di esse, più crescevano. Si allungarono semplicemente, seguendo però i movimenti delle mani della ragazza. Ciò significava che il suo elemento primario era quello delle Piante.. il sorriso in cui erano tipicamente curvate le sue labbra si allargò: amando il mondo del giardinaggio ed in generale di piante e fiori, le sembrava più che adatto a lei. Insomma, stava provando dei sentimenti opposti a quelli di Eileen.
“Che belli..”
Mormorò quindi la rossa, osservando i germogli che Cynthia aveva fatto crescere. Nonostante fossero ancora piccoli, un po’ curvati e dotati appena di un paio di foglie, arrivavano alle ginocchia della ragazza.
“Grazie”
Rispose la violetta a bassa voce, notando che sul dorso della mano di Eileen era germogliato un fiore di ciliegio. Non essendo sicura di come avesse dovuto farglielo notare, Cynthia decise di indicarlo con un piccolo ‘oh’. Eileen, confusa, si guardò le mani e dopo aver visto il fiore quasi sussultò.
“Un fiore..! L’ho fatto io..”
Accarezzò appena i petali del fiorellino, sollevata: questo era senza dubbio un elemento migliore rispetto al Veleno. Il fiore emanava poi un profumo estremamente dolce, forse un pelino troppo. Cynthia notò il cambiamento nell’espressione della ragazza e, deducendo che non fosse felice del proprio elemento primario, si sentì felice per lei. Teneva ancora la mano vicino a quella di Eileen e, con un movimento della rossa, sfiorò appena il fiore di ciliegio, che rilasciò una polverina rosa che venne assorbita dalle dita di Cynthia, la quale sollevò le sopracciglia in un’espressione sorpresa. Anche Eileen era piuttosto confusa ed osservò il fiore, che appariva identico a prima; l’unico piccolo cambiamento era che il dolce profumo si era leggermente affievolito. Kileah ispezionò prima il fiore e poi la mano di Cynthia, i cui polpastrelli avevano assunto quello che sembrava essere il tipico colorito violaceo dato dal veleno.
“Sono stata io? L’ho avvelenata??”
Domandò Eileen, parlando velocemente per la paura di aver fatto del male alla compagna: non se lo sarebbe mai potuto perdonare.
“Io mi sento bene..”
Disse Cynthia, con sincerità. Kileah, dopo una veloce controllata, annuì.
“Infatti stai bene. Hai assorbito il veleno contenuto all’interno del fiore creato da Eileen utilizzando la tua stessa magia. Adesso si distruggerà all’interno del tuo organismo, ma in futuro potresti imparare a sfruttarlo per avvelenare altro, come piante od oggetti. Formate una squadra niente male!”
Spiegò sorridente la bionda, e le due ragazze annuirono.
“Oh, capito..”
Eileen era senza dubbio sollevata, ma un po’ ci era rimasta male. Cioè, quel bel fiore e quel buon profumo.. erano solo una maschera per coprire del veleno? Cosa diceva questo, di lei..?

๑✨๑

Una volta recuperata Chevalier Syndichatour, Émilien, Adriaan, Mitchell e Lander -che si era accorto della loro assenza ed era andato a cercarli- poterono fare ritorno, venendo aggiornati sulle scoperte fatte dai loro compagni.
L’unico a non aver capito quale fosse il proprio potere primario era Lodewijk: pensava si trattasse del Suono, ma proprio non riusciva a capire come usarlo. Che influenzasse solo il suo udito? Si era un po’ demoralizzato a dirla tutta, ma cercava di non darlo a vedere.. Kileah però se n’era ovviamente resa conto e aveva chiamato il ragazzo in disparte.
“Se vuoi, come ho già accennato, conosco qualcuno che potrebbe aiutarti.. che ne dici di andare a farti leggere il Segno?”
Propose la bionda, parlando dolcemente. Il ragazzo era un po’ confuso, ma non aveva nulla da perdere. Cioè, lo sperava.
“Va bene.. grazie mille”
Accennò un sorrisino, anche se non del tutto convinto. La maga fece per dire qualcosa, ma dei passi attirarono la sua attenzione.
“Oh, siete già di ritorno!”
Sorrise alla regina, questa volta però accompagnata anche dal re di Hiiaron. Kileah l’aveva visto dal vivo solo un paio di volte, ma ogni volta le aveva sempre trasmesso un’aria quasi rassicurante, nonostante la sua stazza. Lei e Lodewijk si inchinarono e Xil fece lo stesso, svegliato dal movimento del capo della giovane -stava avendo la sua pennichella mattutina, interrotta dall’arrivo degli umani-.
“Siamo di ritorno, e con delle novità. Se siano positive o meno, questo ce lo direte voi. Gli altri sono sul retro dell’ostello?”
Domandò l’uomo, e Kileah annuì.
“Sì, venite con me!”
I quattro fecero semplicemente il giro di una fiancata dell’ostello, ma Lodewijk lo trovò comunque davvero imbarazzante. Non sapeva se fosse più rispettoso guardare i sovrani oppure distogliere lo sguardo, quindi per sicurezza fece finta di interessarsi dei rampicanti che adornavano alcuni punti delle mura dell’ostello. Moh lo notò ed accennò un piccolo sorriso, intenerito.
“Ragazzi, la regina Leiye ha fatto il suo ritorno.. insieme all’illustre re di Hiiaron, Moh Hiirani”
Li annunciò Kileah, e tutti salutarono i reali con un inchino, fatta eccezione per Chevalier Syndichatour, che iniziò a soffiare puntando soprattutto Moh. Émilien, che continuava a tenerla in braccio per evitare che facesse danni alle caviglie di Adriaan, impallidì ed arrossì allo stesso tempo, allontanandosi per evitare problemi e mormorando qualche scusa.. almeno, aveva un motivo per evitare i due. Isolde colse la palla al balzo, seguendo il ragazzo e trasformando la sua scusa anche nella propria: le bastava avere a che fare con Lander, sinceramente.
“.. come avete potuto vedere, sono tutti dotati di due elementi”
Continuò Kileah, volendo apparire tranquilla e sicura e cercando soprattutto di distogliere lo sguardo dalla gattina. Moh l’aveva trovata piuttosto divertente a dirla tutta, ma tenne la propria, tipica espressione seria.
“Capisco.. come sapete, questo è senza dubbio un evento più unico che raro.. quindi, dovremo discutere il da farsi in un’assemblea al mio palazzo. Volevo però vedervi di persona il prima possibile, quindi mi scuso se la mia visita sarà inconclusiva”
Iniziò l’uomo, e Nadine scosse la testa.
“Non dica così, è un onore per noi!”
Lander annuì, avvicinandosi ai due, potenti maghi.
“Infatti, non sappiamo come ringraziarvi per la tempestività con cui avete agito”
Strinse la mano di entrambi, riuscendo abilmente a recitare la parte dell’adulto responsabile della situazione. In realtà, gli piaceva pensare di esserlo davvero.
“Non è nulla, davvero..” Moh scosse piano la testa, fermandosi poi a guardare l’uomo “.. mi dica, anche in lei si sono risvegliati dei poteri?”
Domandò, per curiosità. Il professore annuì, sfiorandosi la nuca con una mano.
“Già.. ne avete già individuato la causa?”
Non si aspettava una risposta, in realtà, ma ci provò comunque.
“Di questo ne parleremo durante la riunione a palazzo”
Disse infatti semplicemente Moh, con un tono tranquillo.
“Possiamo anticiparvi solo che ogni sovrano cercherà di reclutare dei maghi volontari che possano aiutarvi, proprio come sta facendo Kileah”
Leiye sorrise alla bionda, che ricambiò con orgoglio.
“Bene, io continuerò a farlo il più possibile! Infatti, se è possibile, vorrei venire alla riunione a palazzo..”
La regina annuì alla richiesta della giovane.
“Certo.. ormai siete già una squadra”
Disse quindi, con un occhiolino. Moh si fermò per un attimo a guardarla, avendola vista così espressiva davvero poche volte.

๑✨๑

Poco lontano, il ghiaccio e la neve creati dai ragazzi si erano sciolti del tutto, dando vita ad una piccola pozza d’acqua. La sua superficie era leggermente increspata nonostante non ci fosse vento e rifletteva cristallina la luce solare nonostante fosse messa all’ombra dalle fronde degli alberi. Non appena i sovrani andarono via, un fascio di luce parve alzarsi dalla pozza, saltando di goccia di rugiada in goccia di rugiada fino ad arrivare ad un piccolo fiume. Risalì la corrente con abilità, non sembrando infastidito da nulla e continuando a muoversi sulla superficie dell’acqua, udendo la voce soffusa delle persone ignare accanto alle quali passava.
Il suo viaggio continuò di affluente in affluente, di pozza in pozza e di goccia in goccia, fino ad arrivare alla propria destinazione. Entrò in una sorgente che portava in quella che sembrava essere una piccolissima caverna scavata dall’acqua, ma il fascio di luce superò l’illusione della parete rocciosa fino ad arrivare ad uno spazio molto più grande, seguendo la corrente di un’altra sorgente, opposta a quella che segnava l’entrata del covo. Nell’enorme grotta, oltre ad una distesa d’acqua che ne sostituiva gran parte del pavimento, si ergeva un altrettanto grande castello, sistemato sottosopra. Dall’acqua uscì per l’ultima volta il fascio di luce, tramutandosi in una donna dai lunghi capelli azzurri. Indossava quella che pareva essere una tunica bianca, però adornata da una sopravveste in stoffa azzurra dai dettagli dorati. Era totalmente asciutta nonostante fosse uscita dall’acqua, ma aveva gli occhi piuttosto stanchi. Forse, un tale viaggio era faticoso anche per una maga potente come lei. Si voltò poi verso la parete in roccia della grotta, iniziando a camminare. Tutto sembrò muoversi sotto ai suoi piedi e roteare fino a quando non si trovò con l’immensa distesa d’acqua sopra la testa ed il castello davanti a sé. Si sistemò appena i capelli, ormai del tutto abituata alla magia illusoria del luogo. Proseguì tranquillamente verso il palazzo, osservandone le torri dai tetti appuntiti, le cui tegole erano di un bel color porpora. Era una struttura piuttosto vecchia, riprendeva infatti l’antica architettura di Riitros prima che subentrassero le influenze di Liikros.. francamente non le dispiaceva: non le sarebbe piaciuto vivere in un luogo che le ricordava uno di quei orribili templi in pietra.

Una volta entrata nell’edificio salì velocemente le scale, arrivando all’ufficio del Mondo quasi con il fiato corto. Aveva delle informazioni importanti, ed avrebbe detestato dover aspettare per fare rapporto.. poi, sperava di non essere in ritardo.
Quasi con timore, bussò alla porta di Apokrifiya. Attese qualche secondo e, proprio quando le balenò l’idea di provare a bussare una seconda volta, la porta si aprì da sola. Seduta alla propria scrivania, la donna dai lunghi capelli viola osservò l’altra. Le fece segno di entrare e di prendere posto e, non appena l’azzurrina fece un passo avanti, la porta si richiuse automaticamente dietro di lei.
“Mia Papessa..” Esordì Apokrifiya quando Agnós prese posto davanti a lei “.. raccontami tutto, e non tralasciare alcun dettaglio”

๑✨๑,¸¸,·*·,¸¸,๑✨๑

Hello, eccomi di ritorno :D
Per prima cosa, scusate.
Lmao.
È ancora più lungo del primo capitolo 💀 ma non mi sembrava giusto che alcuni scoprissero i propri poteri 'off camera' (?) e per motivi di trama mi serviva che lo facessero tutti insieme, quiiiiindi eccoci qui
Spero di non avervi annoiati e che il mio umorismo cringe abbia un po' alleggerito sto mammone 😭

Also voglio spammarvi il mio spotify wrapped perchè sì
Così valutate quanto i vostri oc stiano messi male in base alle canzoni che ascolto mentre scrivo
(in realtà ho mentito perchè mentre scrivo uso youtube e per il 70% ascolto musica di project sekai ma okay)

Slay

E okay, credo di non avere altro da dire (?) soooo ci si vede nel prossimo capitolo :3 si spera sarà più umano coff coff-

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