Typhoon

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22 gennaio 16, ore 20:15

Noctis


Le fiamme avvolgevano la centrale della Sicurezza Planetaria: l'edificio era quasi completamente distrutto, i suoi detriti contorti e anneriti sparsi nell'area circostante. I soccorritori cercavano disperatamente di domare le fiamme e trarre in salvo gli agenti che ancora si trovavano all'interno, ma le speranze sembravano poche.

Gli agenti Forti e Lion erano scesi ad aiutare, mentre Mia osservava la scena a debita distanza, appoggiata alla fiancata del rover. Dal suo riparo sicuro, guardava le lingue di fuoco che ancora avvolgevano la stazione, ipnotizzata dal loro movimento incessante.

I suoi due colleghi fecero infine ritorno, sporchi di fuliggine, esausti e sudati.

«Non è sopravvissuto nessuno all'interno.» annunciò Forti. «Sono tutti morti.»



23 gennaio 16, ore 6:02

Noctis

Appartamento 7, settore B


Mia venne risvegliata da un'animata conversazione.

«Signore, questo è un attacco completamente diverso da quanto visto finora, dobbiamo aspettarci un'ulteriore escalation.» esclamò l'agente Forti.

«Non dica sciocchezze, agente. I Fantasmi sono un piccolo gruppo, non un esercito: li staneremo, e li stermineremo uno a uno.» rispose una voce calma e misurata, leggermente distorta dai microfoni dell'oloproiettore, ma che Mia riconobbe comunque all'istante: era il capitano Gerard.

Desiderando ascoltare meglio la conversazione, uscì sbadigliando dalla propria stanza, senza prestare particolare cura al proprio aspetto: non aveva importanza, perché Gerard non avrebbe potuto vederla.

Gli oloproiettori erano costituiti da due piattaforme circolari, un ricevitore e un trasmettitore: per potersi vedere, bisognava salire sulla piattaforma corrispondente, mentre l'audio veniva catturato dai microfoni posizionati nella stanza. Facendo quindi meno rumore possibile Mia si diresse verso il tavolo della cucina, dove era seduto l'agente Lion che la salutò con un cenno.

«Capitano, la maggior parte degli agenti di Noctis è morta nell'attacco: abbiamo bisogno di rinforzi consistenti.»

«I rinforzi arriveranno, ma nel frattempo potete usare il cervello e scoprire da dove colpiscono i Fantasmi: posso anche mandarvi l'intera MPS, ma non servirebbe a nulla senza sapere dove si trova la loro base.» ribatté Gerard, spazientito. «Seguite le indicazioni dell'agente Haywood: almeno lei ha un barlume di intelligenza.» aggiunse prima di interrompere la chiamata.

«Beh, lo avete sentito.» esclamò Forti. «Mettiamoci al lavoro.»

I tre passarono l'intera giornata visionando tutti i filmati disponibili sulla sera dell'attacco, senza trovare alcun indizio; con il passare delle ore, la loro frustrazione aumentava di pari passo alla loro stanchezza. Mia fu la prima a cedere, addormentandosi davanti al computer ancora acceso.



24 gennaio 16, ore 7:00

Appartamento 7, settore B



Dopo l'infruttuosa giornata precedente, Mia decise di cambiare approccio: aveva lavorato fino allo sfinimento per cercare un indizio indeterminato, senza sapere esattamente cosa stesse cercando. Se voleva ottenere qualcosa, doveva fare un passo indietro e partire dal quadro generale.

Il suo primo errore era stato dare per scontato che uccidere il direttore Von Trips fosse l'obiettivo del primo attacco: era altrettanto probabile che fosse invece la miniera stessa. In effetti, i lavori per renderla di nuovo agibile non erano ancora terminati e dopo il nuovo attacco sarebbero ulteriormente rallentati.

Questa leggerezza l'aveva portata a trascurare di informarsi sull'esatta natura delle miniere di Noctis. Come scoprì in poco tempo, a Noctis veniva estratta una parte considerevole del litio di Marte, metallo essenziale nella costruzione dei reattori a fusione nucleare. Bloccarne l'estrazione voleva dire impedire la costruzione di nuovi reattori, e questo poteva essere un motivo molto concreto per attaccare una cittadina altrimenti irrilevante.

Decisa a non commettere altri errori, riguardò tutte le informazioni in suo possesso, mettendo a confronto i due attacchi: chiaramente erano accomunati dal medesimo modus operandi. Usare esplosivi rappresentava un notevole vantaggio: potendo innescarli da remoto, non c'era alcun bisogno di essere fisicamente presenti nel luogo dell'attentato, ma bisognava comunque avere occhi sul posto per scegliere il momento propizio. Questo portava Mia verso una sola conclusione logica: droni.

Un drone kamikaze, costruito in modo da essere perfettamente identico ai droni minatori, avrebbe potuto introdursi nella miniera senza destare alcun sospetto, e i Fantasmi a quel punto avrebbero potuto attendere anche per giorni il momento migliore in cui farlo esplodere. L'attacco alla centrale della Sicurezza invece doveva essere stato sferrato in altro modo, o la visione termica delle telecamere cittadine avrebbe rilevato quantomeno il motore del drone.

Mia non era esperta di equipaggiamento militare: aveva bisogno di qualcuno che lo fosse.


24 gennaio 16, ore 10:28

Appartamento 7, settore B


«Un drone UAV, senza dubbio: probabilmente un bombardiere d'alta quota.»

Mia guardò la proiezione olografica del maggiore Faraday con incredulità, senza capacitarsi di come avesse trovato in pochi minuti la soluzione al mistero su cui lei aveva lavorato per due giorni.

«Non mi guardi in questo modo, agente Haywood: ho un po' più esperienza di lei.» disse il maggiore, sorridendo impercettibilmente.

L'ologramma non toglieva nulla alla sua autorevolezza: Mia si sentiva penetrata dal suo sguardo freddo e calcolatore esattamente come se fosse stato fisicamente davanti a lei.

«I velivoli senza piloti sono una tecnologia vecchia di secoli, ma sulla Terra i terroristi continuano a usarli piuttosto spesso.» le spiegò. «Rintracciarli può sembrare complicato, ma con un po' di fortuna potremmo avere qualche immagine dai satelliti: comincia da lì e quando scopri qualcosa fai rapporto a me. Direttamente a me, agente, non al capitano Gerard.»

«È successo qualcosa al capitano, signore?»

Il maggiore Faraday esitò a lungo prima di rispondere. «Nulla di cui preoccuparsi, agente.» disse infine, staccando la comunicazione. «Si metta al lavoro.»

Mia guardò il punto in cui l'ologramma di Faraday era scomparso, interdetta, chiedendosi cosa mai fosse successo al capitano, e perché non potesse saperlo.

Sospirando, tornò al computer e contattò il Centro Metereologico Marziano, chiedendo di poter visionare i filmati satellitari relativi alla sera dell'esplosione.

Ricevuti i filmati, impostò un programma di ricerca automatico perché passasse al setaccio le immagini, cercando traccia del possibile UAV che secondo Faraday doveva aver colpito Noctis. Senza nient'altro da fare, non poté fare altro che attendere pazientemente i risultati: passò un noiosissimo pomeriggio a guardare scorrere davanti ai suoi occhi riprese aeree in altissima qualità della Valle Viking fra il tramonto e la mezzanotte, una dopo l'altra.

Con il calare della sera, mentre la luce proveniente dall'esterno diminuiva sempre di più, e le immagini mostravano per la centesima volta lo stesso ruscello che scorreva nei pressi di una piccola scarpata, diventava sempre più difficile combattere la monotonia del suo compito: presto, il sonno ebbe la meglio su di lei.


25 gennaio 16, ore 03:43


Un fastidioso e ripetitivo allarme la ridestò dai suoi sogni: mugugnando, allungò la mano verso la fonte del rumore cercando di farlo smettere, impattando contro lo schermo del computer. Ricordando cosa stesse facendo prima di addormentarsi, spalancò gli occhi e cercò di mettere a fuoco l'immagine sullo schermo, abbagliante nella quasi completa oscurità della notte: quando la vide, non riuscì a trattenere un'esclamazione di trionfo.

Lo aveva trovato: l'immagine mostrava chiaramente un piccolo velivolo che si allontanava da Noctis alle 19:13, appena dopo l'attacco. Non aveva molti dubbi a riguardo, ma contattò ugualmente il maggiore Faraday.

Aspettò con trepidazione una risposta, fissando lo schermo del computer.

[03:45] M. HAYWOOD: Allego una possibile immagine del drone usato dai Fantasmi. Chiedo conferma.

[03:51] MJR. L. FARADAY: Confermo. Si tratta di un UAV modello Typhoon, di fabbricazione coreana. Ottimo lavoro. Rinforzi in arrivo nei prossimi giorni.

Soddisfatta, Mia tornò a guardare l'immagine del Typhoon: puntava in direzione nord-ovest, e Mia pensava di sapere dove stesse andando.

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