PIUMA ROSSA (Lily POV)

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Il tempo non guarisce. 

Ci insegna a vivere con il nostro dolore.

(Tokyo Ghoul)

Lily's Pov

Passai una notte agitata, molti sogni fecero capolino nella mia mente e alla fine mi svegliai più stanca di quando ero andata a letto. Il display del cellulare segna le dieci già passate, addio colazione al buffet.

Simone sarà già al lavoro da un pezzo. Non ho voglia di gironzolare da sola per il paese deserto. Mi è rimasta addosso un po' di malinconia, non capisco se per colpa di qualche sogno o per l'incontro con Sabbath o per le confidenze di Marco. Magari e un mix di tutto ciò.

Prendo l'accappatoio, e le ciabattine di servizio, ed entro nella spa dell'albergo. Ci siamo solo noi come clienti e il locale è stato trasformato in un set: Marco e Seth sono impegnati a sistemare i fondali per le foto, al centro della piscina vi è una conchiglia enorme e al suo interno Alberto che imita la Venere del Botticelli. Un uomo in quella posa normalmente sarebbe ridicolo ma coi suoi lineamenti androgeni, la parrucca lunga fino ai piedi, e la grazia dei movimenti lo fanno apparire seducente.

Davide è invece seduto sul bordo piscina e indossa una bellissima coda di tritone, piena di brillantini, che sembra uscita da un quadro di Klimt.

«L'hai disegnata tu quella coda?» dico ad una indaffarata Simone che mi risponde di sì con la testa, ha gli spilli tra le labbra, mentre corre a sistemarla. Non so se ama più Davide o la sua creazione. Difficile da capire.

Il set è pronto e le truccatrici stanno sistemando gli ultimi ritocchi.

Seth viene a sedersi accanto a me.

«È molto bella la foto che state usando come sfondo, più la guardo e più mi sento rapita dal paesaggio» gli confido.

«Non è una foto» si sporge per guardarmi in viso «È un dipinto, lo ha fatto Marco»

«Cosa? Sa dipingere così bene?» sono allibita. Oltre che fotografo pure pittore!

«Sì, è bravissimo. Ha fatto il liceo artistico. Ha dipinto diversi fondali anche se la sua specializzazione è la stoffa» sorride rivelando due fossette, sembra un padre orgoglioso del figlio.

«La stoffa? La donna in kimono è un suo dipinto?»

«Bellissimo non trovi?» gli scappa una risata leggera «Birichina che ci facevi nella sua camera?»

Rosso fuoco. Sicuramente sono fosforescente.

«No no! Non è come pensi!» le parole si confondono nella mente e non riescono ad uscire.

Seth ride di gusto «Lo so! Marco mi ha raccontato della trasformazione» si asciuga una lacrima «Scusami la tua espressione è davvero divertente, avrei dovuto fotografarti e tenerti come santino nel portafoglio per i momenti tristi»

Cerco di incenerirlo con uno sguardo ma con lui è impossibile: Seth è adorabile anche quando mi prende in giro.

«Vi confidate molto, avete proprio un bel rapporto» sono sincera, il loro affetto è evidente.

«Marco sa più cose di me che io di lui, mi comprende anche se non parlo» sorride prima di alzarsi e riprendere a lavorare.

Ripenso alla donna in kimono, Marco è davvero un bravo pittore, un ottimo fotografo e scrive anche articoli per il giornale. Io non so fare nulla. Lily non è ora che decidi cosa vuoi diventare da grande? Tutti si impegnano, studiano e danno il massimo. Devo trovare il mio posto nel mondo.

Li osservo lavorare ancora per un po' poi decido che posso permettermi il lusso di utilizzare il centro benessere: sauna, bagno turco, idromassaggio e di nuovo sauna... che bella vita! 

Seduta al caldo secco chiudo un attimo gli occhi per assaporare quella pace.

Ho la sensazione di non essere più sola.

Li riapro e vedo due puntini rossi che mi fissano, appartengono ad una creaturina simile ad un folletto. Un dolore al petto improvviso mi costringe a rannicchiarmi su me stessa in posizione fetale. 

Qualcosa dentro lo sterno mi lacera coi suoi artigli, scava tra i muscoli, strappa i tendini, dilania la pelle, e alla fine riesce ad uscire spalancando la bocca in un grido silenzioso.

 L'orribile essere del mio sogno è ora davanti a me, dentro di me. È reale. E siamo un'unica entità malefica. Vuole possedere, soggiogare e divorare qualsiasi emozione incontri. 

Si volta verso il piccolo folletto e lancia i suoi, i miei, tentacoli scuri verso di lui. No! Non voglio ferire nessuno! Non voglio fargli del male! Tento di afferrare la creatura con le mani per ricacciarla dentro il mio corpo ma è fatta solo di fumo e d'ombra. Mi sfugge tra le dita. Il terrore scorre nelle vene, sono davvero un mostro. Un essere pericoloso. 

Cerco di gridare al folletto di scappare via da me, lontano, ma la voce non esce. La piccola creatura fiabesca posa un dito sulle labbra: silenzio. Con l'altra mano lancia in aria un piccolo oggetto rosso luminoso, assomiglia ad una piuma di Marco. 

Di colpo il locale si illumina di rosso, i tentacoli vengono recisi, la creatura si dissolve con un sibilo e uno schiocco. Ne percepisco la scomparsa, è parte di me eppure ferirla non mi ha causato dolore. Tutto quanto è avvenuto in pochi secondi e io mi sento improvvisamente più leggera. Del folletto non vi è più alcuna traccia.

Quel sogno era reale, ho veramente manipolato Alberto e ho cercato di nutrirmi di lui. Il piccolo folletto è venuto per aiutarmi o per esorcizzare un demone? Sono veramente una creatura oscura e dannata.

Meglio uscire dalla sauna, rinfrescarmi e tornare dagli altri. Ho un disperato bisogno di compagnia ma sono consapevole che se condividessi questa esperienza sarei scacciata dal gruppo, non voglio diventare un'emarginata. Ho bisogno di loro, dell'affetto che mi danno, non posso perderli. Ho paura di me stessa, di quello che potrei fare, ma non posso nemmeno vivere da sola. Che creatura sono diventata?

Mi alzo dalla panca in legno e il mondo intorno a me inizia a girare. Oh no. Riesco ad aprire la porta ma le gambe cedono mentre la varco, non cado a terra perché qualcuno mi prende al volo.

«Cosa combini?» Marco.

«Come fai a soccorrermi tutte le volte? Hai i superpoteri e senti quando sto male?» è veramente incredibile.

«A dire il vero sono venuto a chiamarti perché hanno portato pizzette per tutti. Stamattina hai fatto colazione?»

«No» mi sento davvero una stupida ragazzina, non riesco a guardarlo in viso eppure sono felice che sia qui. Ho il terrore che possa vedere l'essere disgustoso che sono e perderlo definitivamente. Sono così egoista da anteporre la loro sicurezza al mio bisogno di affetto.

«Complimenti.» mi accompagna fino al bagno «Dai, sciacquati la faccia mentre ti sorreggo. Un po' di fresco e ti riprenderai subito»

In effetti l'acqua fresca aiuta molto, anche a schiarirmi le idee. Non posso tacere completamente su quanto è accaduto ma se rivelo una piccola parte, omettendo il resto, posso nascondere la mia vera natura. D'ora in poi starò attenta a non lasciar uscire la creatura che si cela in me, ora che sono consapevole della sua reale esistenza posso sentirla respirare accanto al mio cuore.

«Ho visto qualcosa nella sauna» ora riesco a stare in piedi «Sembravano due occhi rossi»

«È la prima volta che ti capita?» tiene aperta la porta del bagno mentre usciamo e raggiungiamo gli altri al tavolo col cibo.

«Ora che ci penso... no. Una mattina sono stata svegliata da un essere piccino che mi faceva i pizzicotti» abbasso il tono della voce man mano che ci avviciniamo al gruppo «magari è lo stesso»

«Può essere. Cerca di stare attenta e chiamami se non ti senti al sicuro» sussurra.

Gli faccio cenno di sì, sentendomi colpevole per aver omesso parte di quello che è accaduto. Addento una pizzetta e improvvisamente il sangue torna a scorrere nelle vene.

«Scusami» Alberto si siede vicino sul bordo piscina. Lo guardo perplessa, qualcosa in lui è cambiato. Sembra irradiare luce.

«Ho capito di non essermi comportato bene» continua «Sono diventato possessivo, insistente, e sinceramente non ne capisco il motivo. Di solito non mi comporto così. Quando ti ho conosciuto ho rivisto in te la mia sorellina minore. Mi manca tantissimo. È una pazza scatenata sai?» ride «forse, quando ho compreso che tu non eri assolutamente affascinata dal mio aspetto, si è spezzato qualcosa dentro di me. Non so ancora dare voce a quello che ho provato, erano sentimenti così alieni... mi rendo conto di aver perso il controllo. Perdonami» allunga la mano «Vogliamo ricominciare da capo come amici? Prometto che non ti infastidirò più»

Infastidirmi? Sono la sola responsabile di quanto è accaduto, sono disgustosa. 

Il senso di colpa mi toglie il fiato. Se quel piccolo folletto non fosse intervenuto che sarebbe accaduto? Lo avrei portato alla pazzia? Lo avrei legato a me per l'eternità divorando la sua tristezza? Tutto ciò è successo perché non so tenere a bada le mie ferite emotive.

«Sarebbe bellissimo» gli stringo la mano fingendo di essere una bella persona.

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Secondo IA Davide avrebbe questo aspetto.


Alberto versione Venere (¬‿¬)

Lo gnomo inquietante, creato con IA

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