UNA NUOVA VITA.1 (pov Lily)

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Non si impara nulla da una lezione senza provare dolore,
proprio come non puoi guadagnare senza sacrificare qualcosa in cambio.
Ma, quando superi il dolore e impari la lezione, ottieni in cambio un cuore forte ed insostituibile...
un cuore d'acciaio.
(Fullmetal Alchemist)

Lily's POV

Il pullman riparte dopo aver rigurgitato un passeggero sulla strada dissestata. Il rombo del suo stomaco copre lo stridio delle cicale mentre incespica su per una salita, chissà se riuscirà a portarci a destinazione oppure ci abbandonerà lungo la via e la sua carcassa resterà a marcire nei secoli come monito per avventurieri sprovveduti.

Rimetto gli auricolari, alzo il volume al massimo e appoggio la fronte al vetro sperando di sentirlo fresco. 

Illusa. 

Osservo rapita il mondo che scorre davanti ai miei occhi: il cielo è azzurro come nelle favole, i colori fuori dalla metropoli acquistano un'intensità disarmante.

Con un sobbalzo procediamo per questa interminabile strada serpeggiando tra le colline color oro, nemmeno i corvi osano avventurarsi in cerca di semi tra le spighe di grano sotto questo sole. Un vecchio rudere divide in due la via, forse un tempo era una torre che sfidava il cielo e accoglieva viandanti, ora non rimangono che pietre cadute sovrastate da un leccio. Lo superiamo e il paesaggio muta davanti ai miei occhi ad una velocità che mi lascia attonita: ora è tutto verde brillante. Un filare di cipressi indica il cammino verso un cascinale isolato. Durante tutto il viaggio non ho notato un solo lampione, di notte la Via Lattea deve apparire brillante come nei sogni e la strada invece inquietante come gli incubi.

Recupero dallo zaino la brochure informativa del residence dove ci stiamo trasferendo: sembra accogliente e fornito di tutti i servizi essenziali, forse non mi troverò male qui

...forse... 

Cerco di calmare il tumulto del cuore prima che peggiori, un paio di respiri profondi e mi sento già meglio. Rileggo per l'ennesima volta la pubblicità sperando di autoconvincermi che questa sia stata la scelta migliore che potessi fare. Ma ho avuto davvero una scelta?

"Il residence dispone di 12 appartamenti completamente insonorizzati, 8 bilocali e 4 monolocali con ampi terrazzi. Tra i vari servizi offerti dalla struttura troviamo un ristorante e un bar, sala fitness" così riporta la didascalia nella prima pagina. Per fortuna il nostro affitto sarà pagato per metà dall'agenzia, non credo che potremmo permetterci tutto questo altrimenti. 

Cosa sarebbe di me se non avessi Simone accanto? Me lo domando spesso e non sono in grado di darmi una risposta. La mia vita senza di lei è un baratro oscuro. Le sfioro delicatamente il polso per attirare la sua attenzione ma dorme serenamente e mi arrendo subito, non mi va di svegliarla. Sono stati giorni frenetici quelli prima della partenza e lei ha gestito sia la vendita dell'appartamento che la ricerca di un alloggio da condividere tutto da sola. A volte penso che senza di me sarebbe più felice, per lei sono solo un peso che le impedisce di volare libera nel cielo, ma sono estremamente egoista e non riesco a lasciarla andare.

Ormai sono due anni che viviamo insieme condividendo spese e cuori infranti.

È incredibile pensare che la nostra amicizia sia nata dalla mia triste ricerca di un appartamento in città per risparmiare sull'affitto, ancora non sono riuscita a perdonarmi per aver venduto la casa di famiglia a causa dei debiti.

"Si pronuncia SimÓn senza la e finale" così ha decretato il giorno in cui ci siamo conosciute, allora non mi sarei mai aspettata che una ragazza così intraprendente e determinata potesse affezionarsi a una mediocre come me.

Quando Simone ha ricevuto la proposta di trasferirsi per lavoro ho sentito il mondo crollarmi addosso ma nonostante la mia infelicità non potevo non gioire del suo successo. Si è guadagnata questa promozione con sudore e fatica, ha lavorato per un anno come aiuto costumista per piccole produzioni televisive mentre studiava per un master al Teatro della Scala dedicato al costume storico. A volte mi domando dove trovi tutta l'energia per affrontare le sfide che si propone e ogni volta che penso che stia per crollare mi sorprende con un nuovo traguardo. La sua luce interiore illumina anche il mio cammino, con lei accanto riesco ad arrivare a fine giornata senza crollare nell'autocommiserazione. 

Asciugo col fazzoletto di carta il sudore che mi imperla la fronte, ho cercato inutilmente di accendere e spegnere l'interruttore dell'aria condizionata nella speranza di un miracolo. Non mi resta che sistemarmi meglio la coda di cavallo per non sentire i capelli appiccicarsi alla pelle.

Il pullman è semi vuoto a parte una coppia che si bacia in prima fila nonostante il caldo opprimente, siamo solo noi e l'autista che è talmente magro da poter partecipare come comparsa in un film zombie. 

Sono stanca di starmene seduta, ormai il fondoschiena ha preso la forma del sedile. L'autobus singhiozza per lo sforzo e, raggiunta la cima della collina, emette un triste rantolo, si ferma sfinito all'ombra di un castagno.

Le gambe intorpidite incontrano un ostacolo invisibile e quasi cado mentre scendo velocemente i tre scalini che mi separano dall'asfalto bollente. 

Guardo attorno curiosa di scoprire se quest'oasi sia davvero così carina come nelle foto: vicino alla fermata dell'autobus c'è un piccolo giardinetto dove i bimbi giocano sulle altalene mentre le loro mamme si sventolano con le riviste che avrebbero dovuto leggere, dal lato opposto della strada scorgo una piccola pizzeria e un negozietto che sembra fungere da cartoleria, biglietteria ed edicola, davanti ad esso due adolescenti appoggiati al motorino stanno discutendo. Dietro loro intravedo passare un curioso uomo con una bombetta in testa che svanisce nei pressi di un albero. Mi strofino gli occhi, si vede che questo caldo gioca brutti scherzi alle mie capacità visive, lo cerco ancora un po' prima di arrendermi. Forse l'ho solo immaginato.

Respiro a pieni polmoni l'aria calda e profumata di fiori, quasi sento la mancanza dello smog, sistemo la sacca sulla spalla e recupero la valigia dal vano portabagagli mentre scocco uno sguardo in tralice alla mia amica Simone che finalmente si è svegliata. Su di lei il caldo opprimente sembra non aver presa, non una goccia di sudore o il viso arrossato o un accenno di occhiaie, è perfettamente in ordine come alla partenza, di contro io rilascio un fetore da cadavere in putrefazione nell'aria. 

Mi sorride estasiata mentre recupera l'ultimo dei tre beauty case dal vano dell'autobus. Si è portata dietro almeno tre armadi di vestiti stipati in due valigie giganti, prima di conoscerla non credevo che ne esistessero di queste dimensioni in commercio.

«Allora Lily? Andiamo?» Con un luminoso sorriso mi richiama all'ordine, prende le sue valigie e la seguo scodinzolando.

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