UNA NUOVA VITA.2 (pov Lily)

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Lily's POV

«Non credo sia difficile trovare il residence in questo mini villaggio, sarà l'unico esistente?» sospiro afflitta. Ora che girovaghiamo sperdute tra le vie questo luogo non mi appare più come un'oasi di pace e serenità. Come ho potuto abbandonare Milano per richiudermi qui? Come passeremo il nostro tempo libero in questa landa desolata e noiosa?

Mi fermo afflitta ad un incrocio sperando di orientarmi seguendo le indicazioni della brochure visto che Google Maps non funziona, non riconosce le vie e continua ad andare in modalità riposiziona.  Fantastico!

Svoltiamo in una stradina identica a quella appena lasciata alle nostre spalle, c'è da perdersi senza punti di riferimento. Le case sembrano tutte uguali, siamo nel labirinto di Minosse, e in strada non incrociamo nessuno. Inizio a temere questo villaggio, perché ho seguito Simone in questa avventura? Perché ho il terrore di rimanere sola. 

Ovviamente.

Finalmente giungiamo alla piazzetta, ha la forma di un cerchio perfetto sul quale si affacciano numerosi negozi e il residence dovrebbe trovarsi proprio in quella via che scorgo dietro a quella chiesa stranamente tonda, forse è una navicella aliena atterrata qui per le vacanze estive. Individuo un bar, un piccolo negozio di alimentari, un fioraio, una farmacia e, visto un gruppo di ragazzi meravigliosamente belli: l'agenzia. A quanto pare tutte le attività commerciali sono concentrate qui.

Attraversiamo la piazza e imbocchiamo la via, in fondo intravedo il residence a chiuderne l'uscita. Il vociare della piazza si attutisce man mano che percorriamo la strada inoltrandoci in questo silenzio quasi surreale.

Vi è una villa particolarmente estrosa lungo la via, tanto vicina al residence che i balconi degli alloggi quasi si accostano alla cinta muraria, dubito che i proprietari siano felici che gli ospiti  possano affacciarsi impunemente sopra il loro giardino.

«Simone guarda che strana questa casa» cerco di attirare la sua attenzione ma lei procede a passo spedito picchiettando coi tacchi sull'asfalto trascinandosi dietro le gigantesche valigie senza sminuire la propria femminilità, al suo posto sembrerei un gorilla traballante sui trampoli. Elimino l'orribile immagine dalla mia mente e torno a fissare la casa che mi attrae come la fiamma con la falena.

Non scorgo la fine del giardino, deve essere immenso, un parco magari. Forse hanno anche i daini e i pavoni oppure i fenicotteri rosa come in via Cappuccini a Milano. Devo trovare il modo di visitarla. Il giardino però non sembra curato: l'erba è alta, le piante avrebbero bisogno di una potatura e quelle meravigliose ortensie viola stanno morendo di sete. Potrei offrirmi per sistemarlo: adoro fare giardinaggio, il contatto con la terra addormenta l'instancabile neurone eremita che vive nel mio cervello e in quel lasso di tempo mi sento veramente in pace con me stessa, tutte le preoccupazioni e le ansie scompaiono.

La villa è in stile vittoriano, non pensavo di vederne in Toscana, il tetto è nero fumo mentre il resto della casa è viola scuro, ha anche un grazioso porticato adatto per le zucche di halloween e una piccola torretta con alte finestre. Sul lato destro intravedo anche un balconcino nascosto da una meravigliosa quercia, quanti anni avrà quella pianta? Sicuramente più di cento. Chissà se ci abita la famiglia Addams, non vedo l'ora di conoscere Mercoledì. 

Voglio visitarla. 

«Allora che fai?» Simone mi riporta coi piedi per terra.

«Hai ragione, scusa» lancio un'ultima occhiata alla casa: la amo già. Deve esser apparsa su qualche rivista, o forse era tra le foto della brochure, perché il suo aspetto è familiare.

Entriamo nel giardino d'ingresso del residence e noto gli stessi fiori presenti in tutte le case viste fino ad ora, un po' monotono per un villaggio dove dovrebbe regnare la creatività. 

Subito ci viene incontro la rubiconda proprietaria «Venite! Avanti! Voi siete le milanesi che hanno chiamato due settimane fa, vero?» pronuncia milanesi come se fosse una malattia grave e incurabile «Una di voi due deve iniziare a lavorare nell'agenzia, vero? Vedrete come vi troverete bene qui! È un villaggio tranquillo» così dicendo inizia a salire le scale con una delle mastodontiche valigie di Simone e il mio borsone come se non pesassero nulla, la seguo arrancando con i beauty-case.

«Vi ho riservato l'appartamentino più bello! Una camera con due letti separati come richiesto, un bagno, uno studio e un balcone che si affaccia sulla tenuta del signor Dozenith. È lui il fondatore del villaggio sapete?»

Il villaggio è suo? Guardo Simone con aria interrogativa ma lei distoglie lo sguardo ed entra in una stanza.

 «No, non lo sapevo. Bello l'appartamento» gli spazi sono ariosi e con pochi mobili, giusto l'essenziale. Lo apprezzo, non amo i locali pieni li trovo soffocanti.

«È un uomo un po' strano. È ricchissimo, sapete è anche il proprietario dell'agenzia, e vive tutto solo in quella villa scura e triste. L'avrete notata arrivando» continua il suo discorso come se non fosse stata mai interrotta, si avvicina al letto dove ho appoggiato lo zaino aperto e noto che lancia una fugace occhiata all'interno.

«Come funziona per la corrente e l'acqua?» ora Simone osserva il bagno con cura minuziosa.

«È compresa nel costo del locale»

«Bene. Non è male Lily, in bagno abbiamo sia la doccia che la vasca» annuisce mentre prosegue la sua meticolosa analisi di integrità del locale.

«Per la colazione, il pranzo e cena?» riporto la mia attenzione sulla locandiera che nel frattempo si è avvicinata e troneggia su di me, mi sento a disagio e faccio un passo indietro.

«La colazione la serviamo fino alle dieci, il pranzo da mezzogiorno alle due e la cena dalle otto alle nove. Se non mangiate qui dovete avvisare. Se non avete altre domande vi lascio in pace così vi sistemate. Sarete stanche dal viaggio, è stato lungo, vero

«Si abbastanza. Grazie ci vediamo a pranzo» le rispondo con un sorriso tirato sperando che colga l'invito a lasciarci sole.

«Simone, perché non mi hai detto che il tuo datore di lavoro è anche il proprietario del villaggio?» rientro dal balcone dopo aver ammirato il paesaggio, dalla nostra finestra si possono vedere le lunghe distese verdi delle colline oltre che una parte dell'immenso parco della villa, anzi con un salto potrei addirittura entrare nel loro giardino. Il balcone è praticamente appoggiato alla cinta muraria, strano che non abbiano fatto causa al residence.

Simone è impegnata a sistemare i vestiti nell'armadio dividendoli per colore, è sempre stata ossessionantemente ordinata: nel nostro vecchio appartamento in cucina teneva le scatole della pasta in ordine alfabetico, per non parlare del bagno! I profumi e le creme in ordine di grandezza. Non mi reputo una persona disordinata ma non credo che al mondo possa esistere qualcun altro come lei.

«Quando ho accennato al fatto che mi sarei trasferita per lavoro ti tremavano le mani e avevi le lacrime agli occhi, appena ti ho proposto di seguirmi hai accettato ma era evidente che fossi terrorizzata per questo cambiamento. Ho preferito non toccare più l'argomento aspettando che la tua incredibile curiosità riprendesse il sopravvento ma così non è stato, almeno fino ad oggi. Ti vedo molto energica, cosa che non accadeva da tempo»

Effettivamente ho vissuto i giorni prima della partenza in uno stato di totale apatia e solamente ieri notte, quando abbiamo terminato di svuotare l'appartamento, qualcosa dentro di me è scattato e ho preso in mano la brochure per vedere come sarebbe stata la nostra nuova casa. Fino ad ora avevo considerato casa solo l'appartamento di Milano e anche se l'idea di abbandonare quel nido sicuro mi terrorizzava avevo più paura di perdere Simone. L'ansia ha poi preso il sopravvento e non sono più riuscita a ragionare con lucidità, mi sono isolata nel mio mondo per non dover affrontare ciò che comportava tale cambiamento.

«Hai ragione, ora però sono pronta per affrontare questa nuova avventura e pomeriggio mi informerò se qualche negozio cerca personale» a differenza sua sbarcavo il lunario facendo di tutto, dalla cameriera alla commessa passando da un contratto a tempo determinato ad un altro, anche stavolta mi sarei adattata ad un lavoro qualsiasi pur di rimanere insieme. 



ミ★ Note

(•ᴗ•) il racconto parte un po' lento, questi primi capitoli sono d'introduzione ai personaggi, fate attenzione ai dettagli perché molte cose verranno riprese in seguito e spero che vi stupiranno.

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