Chapter 2

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Vindy deglutì forte, sapendo benissimo dove voleva andare a parare: spesso la madre si vendeva in cambio di favori, senza neanche andare troppo in profondità però, a volte bastava anche solo una cena romantica per ripagare il suo cadetto del gesto compiuto.

Da quando il marito non c'era più si era presa talmente tante libertà da disgustare la figlia in certe occasioni, fatto che tuttavia non le importava ma anzi, spesso la donna spingeva e incoraggiava la ragazza a seguirla e comportarsi come lei, insegnandole come il potere e il fascino fossero due caratteristiche fondamentali da raggiungere nella vita.

La più giovane, a quel punto, storceva il naso e si voltava dall'altra parte, ripromettendosi ogni volta che non sarebbe mai diventata anche lei così, ma che avrebbe percorso gli insegnamenti del padre.

Di tutta altra sponda, Ryan Campbell le aveva sempre trasmesso l'importanza del saper amare qualcuno e l'aiutare il prossimo, oltre al dover mantenere rispetto e gentilezza nei confronti di chiunque.

Kristen l'aveva sempre definito "senza spina dorsale", considerando quegli atteggiamenti come delle evidenti manifestazioni di debolezza e mollezza.

Tuttavia erano proprio quegli insegnamenti che Vindy sentiva suoi, i quali le sembravano essere stati piantati dentro di lei ancora prima che avesse potuto decidere se volerli seguire oppure no, germogliando lentamente dentro la ragazza fino a quando, all'età di ormai sedici anni, erano sbocciati del tutto.

«Credi veramente che ti lascerò prendermi e riportarmi indietro da mia madre, senza fare nulla?» Vindy scosse la testa ridendo e facendo un passo indietro, pronta a correre e scappare al momento giusto, quando lui avrebbe abbassato la guardia a causa della sua superiorità.

«Sei una ragazzina di quasi vent'anni e io un lupo mannaro di venticinque, chi credi che potrebbe avere la meglio in uno scontro?» Replicò sicuro di sé il moro, avvicinandosi a lei man mano che la giovane indietreggiava.

«Ma esiste solo la forza fisica per te? Pensi davvero di essere così forte?» Gli domandò ancora, tentando il più possibile di distrarlo e giocare sul suo egoismo.

Se c'era una cosa che aveva imparato, vivendo in quel mondo che non le apparteneva, era proprio la capacità di aggirare le persone e giocare sui vari punti che avrebbero giovato a suo favore, proprio come stava facendo in quel momento.

«Sono il licantropo più forte che sia mai esistito, tu che ne dici? Credi che non riuscirei a fermarti?» La sicurezza nel tono di voce del ragazzo era palpabile, era certo che nella vita avrebbe conquistato qualsiasi cosa lui volesse semplicemente perché possedeva un briciolo di forza fisica.

«È per questo che mia madre ti ha scelto? Solo per la tua forza?» Incalzò Vindy, rimbalzando da una parte all'altra nella speranza di far convergere tutta la sua attenzione su se stesso, fatto che sembrava fin troppo facile. «A me sembra che ti abbia scelto anche per il tuo bel faccino.»

«Vero? Effettivamente sono molto attraente pure con gli artigli, anzi dicono che sia più sexy con quelli» si pavoneggiò il ragazzo, alzando la mano destra nel frattempo che le unghie di allungavano e affilavano, completando la loro trasformazione e risultando affilate come rasoi.

La ragazza fece una piccola risata divertita, assecondandolo in quella dimostrazione patetica di se stesso, nel frattempo che faceva un sorriso scherzoso e commentava: «Devo ammettere che la situazione si sta facendo più calda».

Tuttavia, contrariamente alla sua constatazione, il vento gelido di fine ottobre le sferzava e graffiava il viso e i punti in cui la pelle era scoperta, entrandole nelle ossa e ghiacciandole il sangue nelle vene.

La testa stava iniziando gradualmente a dolerle per un motivo a lei del tutto estraneo, sembrava la premonizione di qualcosa che sarebbe accaduto a breve.

Udì all'improvviso, nel contempo che si afferrava con una mano la testa dolorante, un fruscio provenire da sopra gli edifici, come se ci fosse un'altra persona che si muoveva furtiva sul tetto, convinta di non essere sentita da nessuno.

Vindy scosse la testa, per uno strano motivo che non riusciva ancora a comprendere stava perdendo la ragione, forse passare un'intera nottata in piedi per escogitare un piano di fuga non era stata la miglior decisione che potesse prendere.

«Perché invece di parlare, non vieni con me? Torniamo da tua madre, vedrai che comprenderà il motivo per cui sei scappata» tentò di dissuaderla il lupo mannaro con voce smielata, ottenendo indietro solo una smorfia disgustata dall'altra, la quale non era così stolta da cadere in quella trappola fin troppo esplicita.

Vindy rise senza alcun gusto nella voce, scuotendo la testa decisa.

«Devono sapere che cos'ha in mente di fare, non trovi? Non hanno fatto niente per meritarsi quello che lei ha in mente di fargli» ribatté la ragazza, rimpiazzando la linea dritta e stretta che erano diventate le labbra con un sorriso divertito, soprattutto perché aveva trovato il modo decisivo per distrarlo e riuscire finalmente a fuggire in tempo.

A dividerla dall'Istituto c'era ancora un'intera strada da dover attraversare, mentre la distanza con il licantropo si era ridotta a semplicemente cinque metri.

«Okay, devo ammettere che sei anche furbo, oltre che forte e bello,» gli concesse falsamente, in mondo tale da addolcirlo e instaurare in lui una falsa sicurezza che ruppe dopo due secondi, aggiungendo: «Ma come reagirebbe mia madre a sapere che non l'hai nominata per nome?» La donna odiava quando qualcuno, al di fuori della figlia, le affiancava quell'appellativo che le donava lo spirito moderno che non aveva mai sentito proprio, infatti anche la crescita della giovane, fino ai dodici anni, era stata affidato a un'altra persona.

Il suo obiettivo fece centro: il ragazzo, non più sicuro, indietreggiò spaventato e balbettando qualcosa, a cui però lei non diede affatto peso.

Era pronta a scappare ormai, era talmente concentrato su se stesso e quello che gli sarebbe potuto accadere che non si sarebbe mai accorto della sua assenza, nel frattempo che lei fuggiva verso l'Istituto alle sue spalle.

Tuttavia qualcosa cambiò totalmente i suoi piani: di fronte alla ragazza, frapposto tra Vindy e il lupo mannaro, atterrò un ragazzo sconosciuto, le spalle e la schiena dritta erano avvolte da una divisa nera, mentre nella mano destra stringeva un'arma bianca che la mora riconobbe come spada angelica.

«E tu chi diamine sei!» Esclamò Vindy, riuscendo a vedere solo di sfuggita il viso sorpreso del nuovo arrivato, perché una strana pesantezza e stanchezza la stavano avvolgendo.

Non seppe che cosa le stesse accadendo precisamente, l'unica cosa di cui fu consapevole era che una strana aura la stava avvolgendo, strappandole via ogni energia che aveva in corpo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro