Chapter 7

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Negli occhi dei due giovani brillava sicura la luce della sorpresa che li aveva investiti, non trovando una spiegazione a ciò che era appena successo.

Com'era possibile che Vindy fosse riuscita a far attivare la spada angelica, se non era una Nephilim?

Era tecnicamente impossibile, eppure era appena accaduto di fronte agli sguardi increduli dei due.

La ragazza si portò le mani alla bocca nel tentativo di reprimere l'urlo che stava premendo per uscire, apparentemente l'unico metodo di sfogo a sua disposizione in quel momento.

«Sei proprio sicura di non essere una Shadowhunter?» Domandò leggermente sarcastico Jace

Egli si avvicinò alla spada per poi inginocchiarsi di fianco a essa, afferrandola per poterla esaminare da più vicino: la lunga e affilata lama di adamas brillava debolmente, così come le Rune che la decoravano parevano uscire e concretizzarsi nell'aria, l'arma bianca pronta per essere usata in una battaglia qualsiasi il prima possibile.

Non c'era alcun dubbio che l'avesse attivata lei: per quanto bizzarro potesse essere quell'episodio, era stata l'unica ad avere in mano la spada e ad aver pronunciato il nome di un angelo.

Il ragazzo era abbastanza sicuro che non ci fossero altre possibilità, quando la giovane disse: «Non è che sei stato tu ad attivarla? Nel frattempo che mi sistemavi nella posizione giusta?» Si sentiva dalla voce che non ne era convinta nemmeno lei, stava solo cercando una risposta plausibile allo strano evento che era appena accaduto.

Vindy si voltò dall'altra parte e diede le spalle al ragazzo, portandosi le mani tra i capelli data la confusione che le si stava creando in testa.

In tutti i libri da lei letti non c'era mai stato scritto che qualcuno, al di fuori degli Shadowhunters, avesse mai avuto la capacità di attivare un'arma così potente e preziosa, tanto meno gli Angelic Guardians, proprio a causa della presenza di sangue demoniaco pompato insieme a quello angelico nelle loro arterie.

Compiere un'azione del genere implicava la presenza di quest'ultimo, tuttavia la ragazza non apparteneva a quel mondo che, nel profondo, aveva sempre desiderato e ammirato con tutta se stessa.

Non era come Jace, non aveva alcuna facoltà o abilità per poter attivare la spada.

Dal canto suo, il ragazzo stava ammirando con attenzione l'arma che aveva appena raccolto da terra, rimanendo completamente attratto da quello che era appena successo.

Era curioso di sapere come aveva fatto Vindy a richiamare la lama affilata, con quale metodo era riuscita a fare un gesto che per tutti i Nephilim risultava oramai familiare dato l'intenso addestramento a cui erano abituati fin da molto piccoli.

Molto probabilmente, riuscendo in quell'intento, la ragazza era anche in grado di disegnare Rune, dato che aveva attivato quelle presenti sulla spada.

E se fosse stata in grado di usare gli strumenti Shadowhunters proprio per la presenza di sangue angelico nelle vene?

In fondo era questo che alimentava le capacità possibili ai Nephilim, tutto ciò che potenziava il ragazzo derivava dalla forza impressa dalle Rune che gli decoravano il corpo.

«Vindy, prendi questo» le disse Jace per attirare l'attenzione dell'altra, la quale si volto di nuovo verso di lui, nel frattempo che il biondo di alzava in piedi e le porgeva il proprio stilo.

Ella lo riconobbe dalla sua forma particolare: un bastoncino sottile e lungo all'apparenza innocuo, ma che celava la più grande risorsa messa a disposizione al popolo di Jonathan Shadowhunters.

«Perché mi stai dando il tuo stilo?» Gli chiese Vindy, nel contempo che afferrava l'oggetto un po' titubante.

«Voglio vedere se riesci a usarlo» rispose semplicemente Jace con una scrollata di spalle, aggiungendo subito dopo: «Anche se alle volte non funziona se non è il proprietario a utilizzarlo». Detto questo, senza dare la possibilità all'altra di controbattere, posò la lama affilata della spada angelica sul palmo della mano destra e diede un colpo secco, recidendo la pelle. Infine lanciò l'arma a terra, dove qualche schizzo di sangue saltò e finì per sporcare il pavimento.

La ragazza sussultò per la sorpresa, prima di gridargli dietro, la voce più alta di un ottavo: «Ma sei impazzito?!» Non si era minimamente aspettata un'azione del genere, soprattutto non così all'improvviso.

Il giovane si limitò a scrollare le spalle mentre una piccola risata divertita gli scappava dalle labbra rosse, porgendole il polso nudo.

«Disegnami un Iratze e vediamo se funziona» si limitò a dire, mostrandole poi con l'altro braccio la Runa che avrebbe dovuto copiare.

Vindy si trovava alle strette: non era convinta di riuscire a farcela, chi le diceva che la spada angelica non fosse stata solo una pura coincidenza?

Eppure Jace era così convinto delle sue idee che si era procurato autonomamente una ferita, un taglio da cui stava ancora uscendo del sangue, il quale pareva non volersi fermare.

Il ragazzo strinse la mano in un pugno, nel misero tentativo di bloccare, almeno in parte, l'afflusso di liquido scarlatto.

«Vuoi provare o hai intenzione di lasciarmi dissanguare lentamente?» La richiamò lui, indicandole di nuovo la mano sanguinante.

Vindy fece un respiro profondo e afferrò il polso dell'altro, tentando di disegnare nel miglior modo possibile la Runa di riferimento che le aveva posto di fianco.

Lo stilo che teneva tra le mani era quasi un estraneo per lei, fatto che ritenne assolutamente normale: esso altro non era che un'arma molto personale, infatti al suo interno vi era sempre rinchiusa una parte dell'anima del proprietario, creando così un legame quasi indissolubile tra lo strumento e colui che lo usava.

Quando ebbe finito, Vindy fece un passo indietro e osservò le linee nere che aveva appena tracciato, le quali scomparirono lasciando il posto alla pelle liscia del ragazzo.

I due si guardarono leggermente confusi, per poi scoprire che la Runa stava riaffiorando gradualmente sull'epidermide di Jace, guarendo e rimarginando la ferita alla mano.

Lui aprì e chiuse le dita, constatando che aveva avuto ragione: la ragazza era in grado di usare gli utensili degli Shadowhunters, tuttavia non poteva usufruirne in alcun modo.

Uno strano senso di soddisfazione lo invase, facendolo sorridere soddisfatto ed entusiasta della scoperta appena fatta.

Il giovane non riuscì in alcun modo a dire ciò che stava pensando all'altra, perché non appena alzò il viso su di lei con quel sorriso che gli increspava le labbra, quest'ultimo si spense, nel frattempo che afferrava Vindy poco prima che cadesse a terra a causa di un mancamento.

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