Capitolo 10

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Tobias




Mi ritrovo davanti questa ragazzina cocciuta, che mi sbraita addosso come un'indemoniata. Con tutti gli occhi puntati su di lei, come se fosse una pazza visionaria esclama: «Se non dovessi parlare con le teste di cazzo, allora non lo dovrei fare neanche con te! Non sei tu a decidere con chi posso conversare.»

Ad un tratto, si avvicina una biondina dicendole: «Natalie, tutto ok? Se non ti senti bene puoi anche staccare, qua finisco io.» Vedo Natalie dirigersi nel retro del locale come un uragano a passo deciso. Ho bisogno di aria, anche se in modo "metaforico". Cosa cazzo ci fa Chris con lei? Dovrebbe essere da tutt'altra parte ad occuparsi dei nostri affari.

Chris e io, fin da bambini, siamo sempre stati uniti: i nostri padri erano in società insieme, ma la sua situazione era diversa dalla mia. Nonostante l'assenza del padre, lui aveva una madre, che faceva per entrambi i genitori. La mancanza di una figura di riferimento maschile veniva compensata dall'amore e dalle cure della madre; la mia invece era una donna viziata legata ai beni materiali.

Nonostante mio padre fosse sempre fuori per sbrigare faccende, quelle poche volte che tornava, il suo studio diventava un via vai di prostitute. Ma a lei stava bene così, le bastava avere i suoi comfort e il mondo ai suoi piedi. Come la miriade di uomini con cui usciva, ovviamente alle spalle di mio padre. Fino a quando non l'ha beccata a letto con il figlio del capo del clan rivale.

Quella sera ero in camera mia, immerso in un'infinità di giochi. Anche se la stanza agli occhi degli altri risultava piena, ai miei risultava solo vuota, priva di gioia. Improvvisamente la camera si riempì di un rumore assordante che fece tremare i muri. Corsi giù dalle scale, pensando che mia mamma questa volta fosse morta davvero. Invece trovai il corpo di un uomo steso ai piedi di mio padre, con un buco in testa e un fiume di sangue che sgorgava dal suo cadavere.

Riuscivo a percepire l'odore pungente di polvere da sparo di quella Luger P08 che mio padre teneva saldamente in mano. Quella sera lui firmò la sua condanna a morte, solo per orgoglio e gelosia. Nei confronti di una donna che in qualche modo amava, in un modo così perverso che non riuscivo a percepirne il significato.

La voce di occhioni mi risveglia dai miei atroci pensieri. Quella ragazza è in grado di far disperdere, quelle chiazze di nero che macchiano la mia anima. Riuscendo a trasformarle in sfumature che risultano più sopportabili.

Noto che sta parlando con Chris «Tutto bene piccola? Prima mi sei sembrata un pò irritata.» Come se potesse sentirmi, mi intrometto con un tono di voce abbastanza alterato «Piccola? Ma che è tutta sta confidenza?» Lei mi lancia uno di quegli sguardi, che ti danno l'impressione di essere all'inferno per quanto bruciano sulla pelle.

Dopo svariati secondi di imprecazioni mentali che mi sta lanciando dietro, torna a posare quelle sue malefiche pozze su Chris, dicendo, con un mezzo sorriso: «Sì sì tutto bene, quindi dove mi porti di bello questa sera?»

«Wow, piccola, non ti credevo così intraprendente, sei piena di sorprese. So io dove portarti, ti piacerà.»

Dannata donna cocciuta! Vuole farmi andare su di giri? Bene, questa sera avrà quello che si merita.
E così, tutti e tre, ci dirigiamo verso quella sua spocchiosa Lexus.






Natalie







Mi dirigo verso la macchina di Chris affiancata da lui, con alle spalle quella testa di cazzo che farfuglia qualcosa.

«Se per te va bene, potremmo andare a bere qualcosa in un locale nella zona del National Aquarium.» dice il bellimbusto con fare sicuro.

«Certo, mi sembra un'ottima idea», dico con fare accondiscendente. Ora voglio proprio vedere come reagisce il fantasma gelosone, nessuno può dirmi cosa devo fare.

Appena mi siedo in auto, comincia ad assillarmi il pensiero che ho fatto una grande cavolata a proporre questa uscita. Solamente per fare un dispetto al Patrick Swaize dei poveri seduto qua dietro. Che, tra l'altro, non sta zitto un'attimo: «Occhioni, non ti ha detto nessuno che non si esce così con gli sconosciuti? Invece che stare qui con lui, potresti fare la cosa che ti viene meglio... Per esempio, vai a farti una bella nuotata al molo».

Non ne posso più, facendo finta di tossire rispondo a denti stretti «Stai zitto.»

Chris esclama: «Hai detto qualcosa? Mi sembri troppo silenziosa, eppure non hai l'aria della ragazza timida.»

«A volte l'apparenza inganna, solitamente sono piuttosto timida e di poche parole.» mento spudoratamente per chiudere il discorso.

Sento dal sedile posteriore provenire una grossa risata «Tu timida? Ma se sembri uno scaricatore di porto!» dice divertito il "ragazzo" dietro le mie spalle. Se non fosse già un fantasma, lo ammazzerei con le mie mani.

Dopo circa dieci minuti di viaggio, trascorso quasi completamente in silenzio, ci fermiamo davanti ad un imponente locale in mattoni rossi a vista. Una grande insegna luminosa rosa e verde spicca sopra all'entrata, con un paio di palme ai lati e la scritta "Havana".

Percorriamo una lunga scalinata, illuminata da dei faretti posizionati lateralmente, che conduce all'ingresso. Lì troviamo un tizio robusto dall'aria minacciosa, che sembra il buttafuori. Quest'ultimo saluta con una pacca sulla spalla Chris e ci fa segno di entrare.

Appena siamo all'interno, mi trovo davanti una sala spaziosa con tavoli qua e là e molte piante, addirittura ce ne sono di rampicanti sulle pareti.
L'illuminazione è molto soft, prevalentemente sui toni del blu, e crea un'atmosfera molto carina.
Ci spostiamo verso il bancone del bar che è ampio, di forma circolare con degli sgabelli intorno.

Solo ora mi rendo conto di come sono conciata: in maniera inappropriata per un'uscita di questo genere.
Porto i capelli raccolti in una coda alta, il trucco è quasi inesistente. Indosso una canotta nera, un paio di jeans strappati.

Un ragazzo moro, dall'aria frizzante si avvicina da dietro il bancone rivolgendosi a Chris «Amico, cosa ti porto?»

«Fammi il solito. Uno per me e un altro per questa fantastica fatina.»

Questo no, non può avermi chiamata davvero così. Per caso ho un paio fottute ali, che non ho notato, appiccicate alla schiena? Credo proprio di no, allora perché affibbiarmi questi nomignoli assurdi?

Sfodero un sorriso forzato imprecando mentalmente, mordendomi la lingua per non fare uscire la camionista che c'è in me.
Il ragazzo ci porta i nostri drink di un colore decisamente scuro, ne bevo un grande sorso e me ne pento subito dato che sembra alcool puro.

Un silenzio imbarazzante comincia a calare su di noi, così decido di prendere parola: «Allora, Chris, di cosa ti occupi?»

«Sono socio di un'attività di import export, attualmente gestisco praticamente tutto io, visto che il mio socio ha avuto qualche problema...», Vedo il suo sguardo rabbuiarsi per un attimo, «E tu, Natalie, oltre al lavoro alla tavola calda cosa fai nella vita? Studi per caso? Sei troppo brillante per sprecarti a fare la cameriera.» dice con un sorriso smagliante che fa risaltare delle perfette fossette ai lati della bocca.

Improvvisamente, non so come, ma il suo drink gli si rovescia addosso. Lui si scusa e va in bagno per darsi una sistemata.

Penso proprio di sapere cos'è stato: quel fantasma rompi scatole si è messo in testa di rovinarmi la serata, che già di per sé non è una delle migliori a dirla tutta. Anche se Chris è molto bello non posso negare l'evidenza: sono partita col piede sbagliato, e non ho neanche la testa per uscire con qualcuno in questo momento.

Presa dal nervoso mi scolo quel liquido che sembra benzina tutto d'un fiato, per poi ordinarne un altro. Il mio accompagnatore torna e appena stiamo per riprendere a parlare gli squilla il telefono.

«Sì dimmi tutto... No ora sono impegnato occupartene tu, sai che non devi disturbarmi per queste sciocchezze», vedo i suoi occhi scurirsi e il viso contrarsi in una smorfia di disapprovazione, «Okay, arrivò, ma non costringermi a liberarmi di te. Questa è l'ultima volta che mi occupo al posto tuo di una cosa così futile.» Anche se si è allontanato ho sentito le sue parole, sembra quasi un'altra persona mentre parla... Come se avesse un lato oscuro.

Con disinvoltura torna da me come se non fosse successo nulla «Purtroppo ho un impegno urgente di lavoro, mi dispiace devo andare. Ma tu finisci tranquillamente il tuo drink, mi assicureró che un taxi ti attenda all'uscita.» Prende la mia mano che è poggiata sul bancone e la avvicina al suo viso posandoci sopra delicatamente le labbra. Mentre lo fa, incatena il suo sguardo al mio e non lo distoglie neanche per un secondo. Io, presa alla sprovvista e leggermente annebbiata dall'alcol, non so cosa fare.

Mentre tiene ancora la mia mano tra le sue, un rumore di vetri rotti ci fa sobbalzare spezzando quel momento a dir poco strano: mi volto e un'intera fila di bottiglie dietro il bancone è caduta a terra. Questa cosa mi puzza, non c'era nessuno lì in quel momento, come è possibile?

«Ora però non posso andarmene se prima non mi lasci il tuo numero.» Non vorrei darglielo, ma prima che succeda qualcos'altro di assurdo glielo lascio per poi vederlo andare via a passo deciso.

Così, già un po' alticcia, mi scolo il secondo bicchiere colmo di quello strano liquido. Decisamente barcollante e con la testa che mi scoppia mi dirigo verso l'auto che mi attende fuori.
Durante il tragitto verso casa, continuo a pensare a quel rompi scatole e a come sia sparito nel nulla.

Scendo dal taxi. La strada è praticamente deserta. Comincio ad attraversarla per arrivare al complesso residenziale, ma quando sono a più di metà sento un forte rombo.
Mi volto e vedo due luci accecanti avvicinarsi a grande velocità.

Accade tutto in un attimo, sento una forte spinta alla schiena, accompagnata da un formicolio che si propaga per tutto il corpo. Mi ritrovo col culo a terra e una macchina che sfreccia a pochi centimetri da me.

Mi guardo intorno, per capire cosa è successo e vedo lui, il "ragazzo" del molo che urla arrabbiato «Sei pazza ad attraversare così? Potevi morire accidenti!» a quelle parole i miei occhi si riempiono di lacrime.
È stato lui a spingermi allora, non so come abbia fatto viste le sue condizioni, ma credo che sia andata proprio così. Oddio, lui mi ha salvato la vita...

Mi sento frastornata, con molta fatica riesco a arrivare fino a casa. Per tutto il tragitto il ragazzo mi segue con espressione truce, senza dire una parola. In fondo ha ragione, sono stata proprio una stupida.

Arrivati alla mia stanza comincio a sentire dolori dappertutto, sicuramente l'adrenalina che avevo in corpo per l'accaduto sta scemando e comincio a risentire della caduta.
Piccoli spasmi scuotono il mio corpo, ricomincio a piangere come una bambina e noto che lo sguardo del ragazzo si addolcisce per un attimo.

«Per favore puoi restare con me?» dico singhiozzando.
Non so come siano uscite queste parole dalla mia bocca, ma sento che in questo momento ho bisogno della sua vicinanza.

Sorridendo, risponde «Allora, occhioni, è proprio un vizio per te cercare la compagnia degli sconosciuti.»

«Dimmi il tuo nome, così non sarai più uno sconosciuto per me» rispondo con un lieve sorriso che mi increspa le labbra.

«Mi sa che comincio a interessarti troppo, lo sapevo che non potevi resistere al mio fascino! Comunque, mi chiamo Tobias.» dice con un sorriso da ebete stampato in faccia.

Lo guardo, con quell'espressione da furbo è proprio bello. Quando sorride, gli si forma una fossetta all'angolo della bocca, che addolcisce il suo viso. Senza contare che i suoi occhi si illuminano.
Tralasciando i miei pensieri deliranti, sicuramente a causa dell'alcol, prendo una delle maglie oversize che uso come pigiama e dico «Puoi voltarti che devo cambiarmi?».
Stranamente fa come gli chiedo senza controbattere e mi cambio velocemente.

Mi sdraio finalmente nel letto sotto le coperte, ma sono davvero devastata. Il freddo non vuole abbandonarmi e continuo a tremare come una foglia.

All'improvviso lo sento sdraiarsi dietro di me abbracciandomi. Lo percepisco chiaramente il contatto del suo corpo col mio, che irradia milioni di brividi caldofreddo fin dentro alle mie viscere.

Così come percepisco le dolci carezze sul mio braccio nudo, il suo tocco inspiegabilmente mi rilassa, placa ogni mio turbamento.

Tutti i muscoli del mio corpo si rilassano, e senza neanche accorgermene mi addormento.














Angolo autrici

Eccoci siamo tornate finalmente ✨
Scusate per l'assenza, prometto che da ora la storia verrà aggiornata più spesso ❤️
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Cosa vi aspettate che accadrà?
Non esitate a commentare 🌺

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