Capitolo 16

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Tobias






Da una settimana a questa parte, ho avuto un pensiero fisso: riuscire a capire il grande mistero che si cela dietro alla mia quasi morte. Ho seguito Chris letteralmente in qualsiasi posto, ho avuto il grandissimo coraggio di tenerlo d'occhio anche quando andava al cesso. L'immagine del suo amichetto là sotto mi fa ancora venire il vomito... E ovviamente, il mio grandissimo piano non ha portato a nulla, le mie speranze sono svanite in quel bagno.

A essere onesti, Chris non è il mio unico pensiero. Quella testarda ragazza riesce a insinuarsi nella mia testa, anche se ogni volta cerco di scacciare via la sua immagine. Ovviamente anche lì con scarsi risultati.

Da quando l'ho conosciuta mi ha portato un sacco di casini, è riuscita persino a farmi seguire il mio migliore amico al bagno. Sì ok, con quel bagno non smetterò mai di menarla, ma è stata la scena più brutta della mia vita. Al secondo posto dopo la mia quasi-morte. In ogni caso, lei è riuscita a scombinare tutto.

La mia esistenza era giunta al termine, potevo vivere la mia "vita" da fantasma, se così si può definire, in pace e serenità, oppure a crogiolarmi nei miei sbagli di una vita... e invece no, è arrivata lei e ha portato la tempesta! Un po' come quella che noto nei suoi occhi quando la guardo.Di solito si affianca la parola "tempesta" agli occhi blu, ma lei è diversa.

Vuole sempre apparire sicura di sé, vuole costruire una barriera, in modo tale da non far trapelare la sua fragilità.

Anche se l'ho notato, ho visto in lei un po' del mio buio, quello che mi trascino dietro da ormai troppo tempo. Non ho mai realizzato che forse è proprio per questo che con lei alzo le mie difese, più di quanto io non faccia già. Se per caso entrasse nella mia vita, il buio la inghiottirebbe e io non potrei permettermi di averla sulla coscienza. Ma senza rendermene conto, lei è già dentro e non ha intenzione di andarsene.

Questa sera Chris dovrà partecipare a un grande ballo di beneficenza, al Sir Baltimore Hotel. Ci saranno molti pesci grossi, tra cui imprenditori internazionali, alcuni rivali in affari. Ma per questa unica e maestosa serata, le rivalità dovrebbero cessare.

Chris presenzierà per mantenere l'immagine dell'impresa, siamo tra i primi a Baltimora e la faccia è tutto.

Come ci si può aspettare da Chris, si è agghindato alla perfezione. Indossa uno smoking nero su misura, di alta sartoria, abbinato a mocassini neri lucidi.

Arrivati all'imponente palazzo, Chris e io, ormai diventato la sua ombra invisibile, ci dirigiamo nell'enorme salone che farà da palcoscenico per la serata. Nonostante tutto, insieme ne abbiamo passate tante, è un pezzo importante della mia vita e dubitare così di lui mi fa sentire solo più che mai.

Non dimenticherò mai le cadute in bicicletta, le risate che mi facevo quando lo vedevo ruzzolare per terra mentre cercava di parare il pallone giocando a calcio. Le scappatelle da scuola, per fumarci le prime sigarette. I pugni che si prendeva per me. Già all'epoca ero una testa calda che istigava le persone sbagliate.

Chris, nonostante tutto, non si è mai tirato indietro, ha sempre incassato quel colpo al posto mio, sapeva quante ne avevo passate e lui forse più di me. Non voleva che cadessi a pezzi, così ogni volta che ne avevo bisogno, mi tirava quella pacca che bruciava sulla spalla. Ma che sapeva ricordarmi di tirarmi su, di non cedere e così, pian piano, siamo cresciuti. Lui non ha mai smesso di incassare il colpo per me.

Mentre sono perso nei ricordi, noto che tutti stanno danzando sulle note di Mozart. Tutti questi abiti eleganti e sfarzosi, ricopertii di pietrine luccicanti mi fanno venire la nausea.

Quei vestitii non li rimetteranno più e,nonostante il loro costo elevato, se ne dimenticheranno, per sfoggiarne di nuovi. Altri stanno andando sul lastrico, cercano un barlume di speranza in questa serata. Spendono gli ultimi soldi in un vestito costoso, che probabilmente dovranno rivendere per mantenere quei pochi vizi che possiedono. Quasi mi divertirei a vedere quanti li stanno indossando con le etichette ancora attaccate.

Voltando lo sguardo, noto che Chris sta danzando con una ragazza. Immaginavo che avrebbe fatto colpo subito. Non sono mai riuscito a capire se sono i suoi soldi che attirano di più o la sua acqua di colonia: se ne percepisce l'odore inconfondibile a chilometri di distanza.

Quella ragazza è davvero bella, con quella pelle diafana e il suo abito, diverso dagli altri, raffinato.

Chris le fa fare una giravolta su se stessa, ha degli occhi... Non ci credo! È lei! Natalie sta ballando con Chris, sorridendo raggiante. Rimango scioccato e non capisco se dalla sua bellezza, o dal fatto che sia lì tra le sue braccia.

Mi risale un bruciore dall'interno, che non percepivo da tanto, da quando avevo scoperto il tradimento di mia madre nei confronti di mio padre. Sento improvvisamente scosse che accaldano il mio viso, le luci iniziano a accendersi e spegnersi. Ad un tratto esplodono tutte, il vetro ormai in mille pezzi cade sugli invitanti, il volto di Natalie viene colpito da un piccolo frammento che le provoca un graffio. Il sangue non esita a uscire dalla ferita, sporcandole la guancia, sento l'aria mancarmi e la vista appannarsi. Non capisco cosa stia succedendo.

Non era mia intenzione creare quel caos! Corro fuori sul terrazzo per cercare di riprendere ossigeno. Il rumore di tacchi mi fa sobbalzare e sento una voce dire: «So che sei qui. Fatti vedere!»

Natalie piomba sul terrazzo come una furia scagliandomi addosso tutta la sua ira: «Come ti permetti di rovinarmi così la serata? Cosa ti ho fatto per meritarmi questo?»

Si avvicina sempre di più facendo sparire quei pochi passi che ci dividono. «Su, forza! Parla! Hai così tante energie per far esplodere le luci, ma non riesci a parlare?»

Riesco finalmente a tirare fuori le parole, sento l'esigenza di darle una spiegazione: «Avevi ragione. L'incidente non è stato casuale, ma ben progettato da qualcuno. Sto cercando di trovare risposte, ma non posso, Natalie.

«Non posso tirarti dentro alla mia vita incasinata. Riesco a vedere quanto sei fragile e anche se cerchi di nasconderlo, percepisco le tue paure e le sento quasi mie, ma se ti facessi entrare, ti trascinerei a fondo. Non posso permettermelo, non me lo perdonerei mai.»

Alle mie parole lei rimane spiazzata, completamente immobile, come se fosse pietrificata.

Che mi mandino all'inferno per quello che sto per fare, ma non posso farne a meno. Il suo viso al chiaro di luna, nonostante quel graffio, è perfetto. Allungo una mano per sfiorarle la guancia e in un attimo bacio quelle labbra carnose e rosse.

Brividi e scosse percorrono veloci ogni parte del mio corpo, provocandomi sensazioni che da quando sono in questo stato non sentivo più e forse, anche da vivo non ho mai sentito.

Riesco quasi a percepire il calore delle sue labbra a contatto con le mie, un fuoco si irradia nel mio petto. Sento che lei si sta alzando in punta di piedi, come se riuscisse a sentire le mie labbra sulle sue. Si avvicina sempre di più, facendomi impazzire... Sei già entrata Natalie e sei il mio casino più grande.

Sento una voce rabbiosa: «Natalie, cosa stai combinando? Ti ho cercata dappertutto!»

Lei si scosta immediatamente da me, posando una mano sulle sue labbra, rossa in viso.

Un uomo alto, brizzolato, si trova all'entrata della terrazza e io mi avvicino meglio per capire chi sia.

Non ci posso credere, questo è il mio dottore! Sembra che mi stia fissando con i suoi occhi inquieti, ma è impossibile: sono un fottuto fantasma.

«Scusami papà, avevo bisogno di una boccata d'aria» risponde titubante Natalie.

Il dottor Hamilton è suo padre? Non può essere.

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