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<<Dovresti essere felice di far parte della squadra, non arrabbiata>> constata Cho <<mi avessero chiesto a me una cosa del genere... invece io ho dovuto combattere e conquistare quel ruolo con gli artigli>>

Alzo le spalle con indifferenza:<<Che colpa ne ho se i Serpeverde sono tutti scarsi e voi forti>>

Scoppia a ridere:<<Sei sicuramente la studentessa meno patriottica della storia di Hogwarts>>

<<Hey...>> mi fingo offesa<<si è vero>>

<<Dovresti essere felice di trovarti qua e di essere una strega... se non lo fossi stata, non saresti venuta qua e se non fossi venuta non avrei mai avuto l' onore di conoscermi>> constata e io sorrido divertita dal suo atteggiamento.

<<Uhm, forse è vero... oppure ci saremmo conosciute in vacanza>> cerco una via di mezzo <<magari al mare mentre giocavamo a palla sulla spiaggia>>

Lei ride:<<Non sarebbe stata la stessa cosa>> 

<<Forse>> ammetto.

Forse la mia vita non sarebbe stata vissuta nell' ansia di quale problema mi aspetta dietro l'angolo, avrei avuto la possibilità di uscire come volevo, quando volevo e soprattutto con chi volevo senza preoccuparmi del pensiero di un gruppo di smorfiosi ''purosangue''... o forse no, non lo posso sapere questo.

Forse se quel primo settembre il Cappello Parlante avesse deciso di smistarmi in Corvonero,  tutto sarebbe stato più facile e felice, così come se avesse deciso di mettermi in Serpeverde o Grifondoro... forse, in quel caso, essere una maga sarebbe stato un onore anche per me e avrei considerato anche io Hogwarts la mia casa.

Cammino affianco a Cho continuando a scherzare finchè non ci dobbiamo separare per raggiungere ognuna la nostra Sala Comune e sebbene desidererei passare ancora del tempo a chiacchierare con Cho, tra cinque minuti c'è il coprifuoco e non ho alcuna intenzione di mettermi nei guai facendomi trovare in giro o far finire Cho nei guai.

Appena entro nella sala Serpeverde vedo tutti messi in cerchio concentrati su qualcosa che non riesco a scorgere dalla soglia.

<<Che sta succedendo?>> chiedo avvicinandomi e un paio di miei compagni si spostano per farmi spazio nel loro cerchio e farmi vedere il soggetto delle loro attenzioni...

Un serpente, non troppo grande ma comunque spregevole che si attorciglia su se stesso facendomi girare la testa.

Faccio un passo indietro terrorizzata... io odio i serpenti, come se percepisse il mio terrore fa scorrere i suoi occhi su tutti fino a che non scorge me e concetra i suoi  spaventosi occhi vuoti su di me portandomi a fare un passo indietro. 

Mentre io prego che lui vada avanti e trovi qualcunaltro su cui concentrarsi, come se mi trovasse incredibilmente interessante inizia a strisciare verso di me.

<<Sta lontano>> sussurro <<non ti avvicinare>>

Un paio di persone attorno a me si voltano a fissarmi sconvolte come se avessi pronucniato qualcosa di indicibile, tra le quali Draco, e mi chiedo cosa ci sia di strano in quello che ho detto.

Il serpente si avvicina ancora a me.

<<Vattene, allontanati da me>> a dispetto lui si avvicina fino a sfiorarmi i piedi e mentre mi trattendo dall'emettere un urlo, una voce mi risuona nella testa provocandomi un dolore che mi lacera in due il cranio. 

Non rinnegare te stessa, non puoi cambiare la tua natura, il sangue puro di Serpeverde che scorre nelle tue vene...

Inizia a sfiorarmi la gamba e la voce nella mia testa diviene più forte rendendo anche il dolore più forte, talmente tanto da portarmia  emettere un urlo.

Qualcuno tira fuori una bacchetta e lo ritrasforma in ciò che probabilmente era originariamente: una cintura di pelle di serpente, in quel momento il dolore mi abbandona e finalmente riesco nuovamente a pensare lucidamente.

Hanno veramente trasfigurato una cintura in pelle in un serpente?

Ecco perché odio le cose di pelle... le ho sempre disprezzate, ma da oggi giuro che nel mio armadio mai ci sarà qualcosa in pelle vera.

Tutti iniziano a dividersi tra le varie poltrone libere per la Sala Comune, tranne un paio di ragazzi che ancora mi fissano sconvolti e Draco, che tiene ancora la bacchetta in mano e sebbene il suo volto è rilassato i suoi occhi mi fanno capire che è sconvolto quasi quanto me... è stato lui a trasfigurarlo?

<<Hai parlato serpentese!>> esclama un ragazzo..

<<Cosa?>> chiedo ancora sconvolta.

<<Hai sussurrato qualcosa di strano,  era serpentese>>

Prima che io possa dire qualsiasi cosa interviene Draco con il suo sorriso sfottente.

<<Ha provato a parlare sepentese, ma non ci è riuscita... è palese che non ne è in grado. Solo i migliori ci riescono, ti sembra una di loro?>> chiede sarcastico.

<<Ma ho sentito qualcosa>>

Draco fa degli strani versi con la bocca prima di rivolgere al ragazzo un occhiata carica di derisione:<<Anche io parlo serpentese, visto? Contento? Tutti sappiamo fare versi strani con la bocca!>>

<<Ma...>>

<<Già, gli avrebbe detto "assaliscimi'', vero?>>chiede sarcastico <<Vero Stella? Gli hai detto tu di assalirti?>>

<<Si, si>> dico ancora confusa e il ragazzo lascia perdere la questione con soddisfazione di Draco.

Ci metto qualche minuto, poi improvvisamente capisco tutto, io parlo serpentese.

E non mi piace affatto questa cosa.

Draco si siede accanto a me e mi poggia la mano sulla spalla:<<Andiamo in infermeria?>>

<<Non c'è bisogno>>

Mi tira un pizzicotto sulla spalla:<<Ti ho appena salvato la vita, ora andiamo in infermeria>> sussurra in un orecchio senza ammettere replice.

Butto gli occhi al cielo ma non avendo scelta annuisco ed esco con lui dalla Sala Comune,  tuttavia della strada che porta all'infermeria lui imbocca quella opposta.  

<<Draco?>>chiedo fermandomi <<Dove stai andando?>>

<<Seguimi e sta zitta>>

<<No>> protesto.

<<Ti fidi di me?>> dice tornando indietro e mettendosi di fronte a me.

<<No>>

Butta gli occhi al cielo.

<<Potresti fidarti di me per una stramaledetta volta?>>

<<No>>

<<Perché?>>

<<Da dove inizio? Bhe, potrei iniziare già dalla mia nascita... o forse, già da prima!>>

<<Okay, allora potresti fidarti di quello che ti ha appena salvata la vita?>>

Incrocio il suo sguardo:<<Era uno stupido serpente>>

<<Era una prova>> sbotta spazientito<<il serpente era una prova>>

<<Cosa intendi dire Malfoy?>>

Sento dei passi risuonare nel corridoio, io non faccio nulla, lui invece mi afferra per una mano e mi trascina con se in un aula vuota e blocca la porta con una semplice magia.

<<Parla piano>> mi ammonisce.

<<Cosa sta succedendo?>> chiedo in un sussurro mentre il cuore mi batte forte.

<<Ti stanno mettendo alla prova>> afferma <<volevano vedere se capivi il serpentese... menomale che eri così terrorizzata da essertelo izzata da sola contro>>

<<Perché io dovrei capire il serpentese?>>

<<C'è una leggenda, non lo sai Stella Lockwood?>> chiede soppesando il mio cognome<<Forse, non la conosceva nemmeno tua madre... era su tuo padre.>>

<<Mio padre?>> chiedo con un sopracciglio alzato, nessuno lo nomina mai qua dentro.

Sanno che sono cresciuta con mia madre nel disprezzo di mio padre, inoltre lui ormai è morto in circostanze sospette e nessuno vuole iniziare a porsi domande.

<<Puoi odiarlo quanto vuoi, ma hai comunque il suo sangue>>

Lo fulmino:<<So come si hanno i bambini... ma cosa centra?>>

<<Si diceva che la sua famiglia portasse il sangue di Salazar Serpeverde e quello è lo stesso sangue che scorre nelle tue vene... ora, immagino che riesci a capire quanto significa per il Signore Oscuro o i Mangiamorte che la discendente di Salazar Serpeverde, l'ultima, sia dalla loro parte.>>

<<E cosa c'entra il serpente?>>

<<Bhe, non so se hai notato ma a scuola non c'è il corso di Serpentese...>>

<<Ma Salazar Serpeverde lo parlava, quindi pensano che se anche io lo parlo sia un motivo in più per credere che io sia l'ultima discendente>> completo al posto suo e lui annuisce dandomi conferma.

<<E quindi che dovrei fare?>>

<<Pensano che hai solo paura dei serpenti, non che ci chiaccheri ,ma ti metteranno ancora alla prova e devi fargli credere che si sbagliano, che sei una ragazza normalissima... oppure devi fare quello che vogliono loro>>

Rimango pietrificata  dalle sue parole:<<Cosa scusa? Fare quello che vogliono loro?>>

Lui non risponde... non ci credo, veramente pensa che possa bastare parlarmi con dolcezza per convincermi a schierarmi nella parte del male?

Gli do le spalle e mi dirigo verso la porta, ma prima di uscire gli pongo un  ultima domanda.

<<Perché mi dovrei fidare di te? Perché dovrei credere che mi vuoi aiutare?>>

E come immaginavo, non risponde.

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