Capitolo 17: Il buio

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Uscimmo da casa di Senja, era ancora notte e lo sarebbe stata per molte ore ancora. Yasur alzò nuovamente il suo testone e con un ringhio insoddisfatto ci guardò sbuffando fumo dal naso. Non era ancora il suo momento per mangiarci. Senja decise di non venire con noi, era un tipo solitario e poco propenso a viaggiare per il mondo o combattere, era decisamente più nel suo stile circondarsi di creature silenziose e studiare magia per giornate intere. Era uno stregone molto potente ma la predisposizione alla magia non bastava, occorreva studiare e sperimentare le magie prima di poterle dominare totalmente. Fare magie senza esserne pronti poteva portare all'autodistruzione. La magia è una disciplina alla quale dedicarsi totalmente, è come un muro di ghiaccio: più ci si avvicina velocemente e più si rischia di farsi del male, è necessario scioglierla piano piano con il calore delle mani.

Ci addentrammo nella foresta e il rumore predominante era la voce di Sebastian che parlava e parlava... e parlava... e parlava... non stentai a credere che la strega terrestre l'avesse trasformato in un gatto per avere un po' di quiete. Notai Daffodil stranamente silenziosa e stranamente triste, il suo cambio di umore coincise con l'aver salutato Senja, credo gli piacesse.

Non so in che modo pensai quella cosa, ma Delichon percepì i miei pensieri e mi spiegò che le fate non possono innamorarsi. Le fate sono creature rarissime, nascono solo quando una farfalla muore sulla corolla di un fiore e solo in quel momento, dall'energia sprigionata da una vita che se ne va, nasce una piccola fata che prende il nome dal fiore da cui e nata, Daffodil si chiamava così perché era nata dalla corolla di un narciso. Le fate non hanno mamma e papà, vengono cresciute nell'amore e nell'affetto delle altre fate che insegnano loro a usare i propri poteri e a dedicarsi esclusivamente al bene di chi li circonda. Vivono da subito a stretto contatto con gli animali e le piante, non esistono fate del buio e fate della luce, le fate sono solo creature della luce e quindi dedicate al bene. 

Una fata che usa la magia per scopi cattivi o per trarne vantaggio personale muore all'istante, altrimenti vive per sempre. Non possono mai attaccare per prime, possono usare la loro magia solo per difendersi. Quando una fata si innamora deve prendere una decisione: o dimentica il suo amore per sempre, oppure abbandona i poteri e l'immortalità per seguire il proprio sentimento. Queste creature sono amate da tutte le altre creature della luce e sono temute dalle creature del buio perché nessun loro potere potrà mai superare, in forza, il potere delle fate.

Mi rattristai a quelle parole, un cuore a cui è negato l'amore è in realtà un cuore solitario, e in quell'istante mi resi conto di quale malinconia regnasse in fondo agli occhi di Daffodil nonostante con me si fosse rivelata sempre sorridente e disponibile. Mi persi nei miei pensieri, venni riportata alla realtà da forti scossoni del terreno. Il buio non mi aiutava a capire cosa stesse succedendo ma venimmo assaltati.

Un branco di troll ci attaccò e uno mi catturò con le sue enormi mani, mi strinse e sentii dolore in tutto il corpo. Sentii le loro risate "Oggi carne fresca" disse quello che mi teneva pressata tra le mani

"Sì, e qui ci sono altri umani... gnaaam!" disse un troll femmina che impugnava Cathy in una mano e Sebastian nell'altra

Sentii i miei amici lamentarsi e cercare di divincolarsi, ma poi una vociona intervenne "Gneiss! Lasciala andare" urlò Flysch risoluto

Il troll che mi stringeva per tutta risposta scoppiò a ridere "Eccolo! Ecco il troll che si crede una fata. Ciao fatina" e suscitò la risata di tutto il branco.

Per tutta risposta vidi Flysch arrabbiarsi, abbassò la testa e caricò con tutta la sua forza il troll che mi imprigionava. Lo colpì in pieno petto con la testa e lo buttò a terra, nella caduta riuscii a liberarmi nascondendomi dietro ad una pianta.

Il troll femmina che teneva Sebastian e Cathy intervenne "Ehi! Ti metti ad attaccare i tuoi amici?" disse provocando un'altra risata in tutto il branco

"Smettila di prendermi in giro Marna, lasciali andare! Sono loro i miei amici" rispose Flysch imbufalito

"Tu non hai amici sciocco! Avevi noi, ma hai deciso di andartene! Ah ah ah ah! E guardati, sei costretto ad andare in giro con creature grottesche... un elfo e una fata. Vergognati" rise ancora la troll femmina Marna.

Ne seguì una colluttazione molto violenta tra i tre troll fino a quando arrivò quello che doveva essere il loro capo, Skarn, un esemplare grosso il doppio di tutti gli altri e con il corpo coperto completamente da cicatrici, parlò e sentii le note basse della sua voce rimbombarmi nel petto incutendomi un forte timore "Smettetela caproni! Stasera non mangeremo queste strane creature, ricordate cosa ci ha detto la regina Dianthus: li dobbiamo catturare e portare da lei, vivi! E solo allora ci darà da mangiare"

Flysch sgranò gli occhi "Siete ancora al suo servizio? Ancora non avete capito che vi usa e basta? Per questo me ne sono andato, io non faccio del male a delle persone solo perché me lo dice qualcun altro. Io non faccio del male agli altri solo per paura di essere torturato da un essere meschino e malvagio!"

Con quelle parole suscitò l'ira di Skarn che con un gesto rapido e potente afferrò il tronco di un giovane albero sradicandolo e facendolo roteare in aria, colpì Flysch che cadde rovinosamente a terra parecchi metri dopo. Skarn gli si avvicinò muso a muso e urlò "Non parlare male di lei! Ci ha sfamati quando non avevamo nulla da mangiare"

"Sì, ma quello che ha voluto in cambio valeva molto di più..." rispose Flysch con la stessa aggressività.

Skarn si girò verso il proprio branco ordinando loro di catturarci.

Cathy iniziò a combattere agilmente colpendo i troll da lontano con le frecce, alle sue spalle Sebastian colpiva, con la sua spada intagliata, tutti i troll che osavano avvicinarsi. Daffodil creò un muro di luce tra me e i troll così che loro nel cercare di catturarmi toccavano la luce trasformandosi in pietra. Delichon creò un fuoco dal quale fece partire delle sfere infuocate contro quelle orribili creature. Il combattimento tra Skarn e Flysch continuò fino a quando dalla cima degli alberi si intravide una figura enorme e scura che volava agilmente verso di noi, dalla sua bocca si librarono delle potentissime fiamme e i troll terrorizzati scapparono e gambe levate. Prima di andarsene, però, Skarn si girò un'ultima volta verso di noi urlandoci "Ci rivedremo! Abbiamo il compito di portarvi dalla regina! Ormai avete una taglia sulla testa!" e sparì tra gli alberi.

La creatura venuta in nostro soccorso era la draghessa Yasur, che portava sulla sua groppa Senja, che ci guardò con il suo solito sguardo altezzoso "Pochi minuti che vi ho lasciato e già vi siete messi in pericolo, complimenti!"

"Ce l'avremmo fatta anche senza di te, grazie!" rispose Cathy raccogliendo da terra le frecce ancora utilizzabili

"Lo vedo... lo vedo... 3 terrestri di cui una che non sa nemmeno combattere, un elfo, un troll e una fata che per definizione non può attaccare ma solo difendere. Tutto questo contro 15 troll. Avreste vinto sicuramente, ne sono certo" rispose lo stregone sagace

Ci voltò le spalle, accarezzò Yasur che aveva ancora le froge fumanti e le disse qualcosa prima che lei si involasse sopra le nostre teste. La vidi sparire dietro la cima degli alberi.

Senja continuò "Comunque complimenti! State anche andando dalla parte sbagliata!"

"Non è facile capire dove stai andando quando è buio pesto!" rispose stizzito Sebastian riponendo la spada nel fodero

"E allora invoca una lucilla cretino, non ci vuole mica un incantesimo" lo spiazzò lo stregone

Vidi Sebastian ridere e portarsi timidamente una mano alla nuca "Ah ah ah! Non ci avevo pensato!" e rise ancora con la bocca larga.

Vidi Cathy unire le mani in preghiera e poi appoggiare la fronte sulla punta delle dita. Subito dopo aprì le mani e apparve un minuscolo puntino di luce che poco a poco si ingrandì e diventò una strana ma bellissima creatura. Era una bambina, anzi, una ragazzina che indossava un vestito a veli e un mantello, portava in mano una lanterna e ci salutò con un sorriso appena accennato.

"Queste dovresti conoscerle Lex" mi spiegò Delichon "Sono spiriti della notte che appaiono quando un pellegrino le invoca per essere guidato nel buio. Sono creature silenziose e possono essere invocate solo da creature della luce oppure da umani che abbiano uno scopo benevolo. Non appaiono a chi ha intenzioni malvagie. Le dovresti conoscere perché ci sono anche sulla terra. Miliardi di anni or sono chi governava Miharo Heimi regalò queste creature a chi governava la Terra come segno di pace e fratellanza. Non essendoci, però, sulla Terra spiriti visibili, decise di trasformarli in piccoli insetti: le lucciole, con lo scopo di guidarvi e farvi compagnia nel buio della notte. Per voi le lucciole sono come delle piccole stelle che dal cielo scendono per farvi sentire meno soli" 

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