Capitolo 19: La bolla

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Camminammo lentamente, per il resto della notte, seguendo la lucilla che ci indicava la strada da percorrere. Respirai l'aria umida e fresca della foresta e mi persi nei miei pensieri. Iniziai a razionalizzare la mia avventura in quel mondo e cercai di fare ordine tra i miei ricordi e le informazioni raccolte in quell'avventura.

"Se le lucille sono un regalo che il vostro mondo ha fatto alla Terra, significa che i nostri mondi erano in pace" dissi ad alta voce attirando l'attenzione dei miei compagni

"Sì, lo erano. Lo sono sempre stati. I portali sono sempre esistiti e si crede che gli umani di questa dimensione derivino da colonie di terrestri che si sono insediate ed adattate a questa dimensione. Non si spiegherebbe altrimenti l'assenza di poteri magici degli umani, sono le uniche creature che non possono fare magie a parte gli animali" mi rispose Daffodil dolcemente

"Ma poi cosa accadde?" chiedi ancora più incuriosita

"Dianthus diventò una creatura del buio. Diventò avida di potere e di ricchezze e fece un patto con il capo dei terrestri, lei li avrebbe lasciati venire qui a saccheggiare le nostre ricchezze se loro fossero diventati suoi schiavi. I terrestri diventarono il suo fido esercito ma si insediarono qui distruggendo gli equilibri che vi regnavano. Distrussero interi ecosistemi e furono la causa della scomparsa di diverse popolazioni di creature, prima su tutte gli unicorni. Avevano trovato un modo infallibile per ucciderli e poter estirpare il loro corno da vendere sulla terra a prezzi elevatissimi. Una parte del ricavato andava a Dianthus che usava il denaro per soggiogare le altre creature avide e stupide, come i troll, gli orchi, alcuni folletti, alcuni elfi ecc. che passarono così dall'essere creature della luce ad essere creature del buio e quindi suoi schiavi" continuò Daffodil

"Cosa distingue le creature della luce da quelle del buio?" insistetti, tante volte avevo sentito questa distinzione tra creature della luce e creature del buio, ma mai avevo capito bene e fino in fondo il significato di quelle parole

Intervenne Flysch con il suo vocione triste: "Ci sono creature naturalmente avide, come i troll, che nascono già con un'essenza negativa: sono egoisti, stupidi e a volte anche volutamente cattivi. Non esistono troll della luce. Le azioni delle creature del buio sono tutte a scopo di trarne un solo vantaggio personale o procurare dolore agli altri" compresi solo in quel momento quanto doveva essergli costata quella confessione

Continuò Daffodil "Poi ci sono creature solo della luce, come le fate, che nascono con un'essenza positiva e le loro azioni sono tutte a scopo di far trarre vantaggio alla natura o alle creature della luce che le circondano. Noi creature della luce siamo potentissime proprio perché siamo unite verso un unico scopo: il bene. Una fata che non agisce così, muore"

Delichon prese la parola "Poi ci sono le creature che nascono come creature della luce ma che sono dotate di libero arbitrio, ossia possono decidere se ottenere vantaggi per se stesse oppure se farli ottenere alle altre creature. Queste sono la maggior parte delle creature magiche che abitano questo mondo. Ad esempio noi elfi siamo creature della luce, ma ci sono anche elfi che fanno parte delle creature del buio e questi sono soggiogati a Dianthus. Visti dall'esterno sono identici a noi e hanno gli stessi nostri poteri. Non puoi riconoscere a prima vista un elfo della luce o del buio, siamo identici. Puoi accorgertene solo guardando le nostre azioni. Prima o poi gli elfi del buio si tradiranno e verranno scoperti. Vale anche per tutte le altre creature come gnomi, folletti, streghe ecc."

Il cielo si schiarì lentamente e i primi raggi di luce del mattino ci raggiunsero colorando la buia foresta di mille colori.

Flysch abbassò lo sguardo "Devo lasciarvi ora, non sono amico della luce"

Daffodil gli si avvicinò e gli prese una grossa mano con entrambe le sue "Grazie amico, sei stato molto forte e coraggioso. Ci hai salvato la vita più volte. Sei una creatura preziosa. Sei unico, un troll che si comporta come creatura della luce. Ti vogliamo bene" e lo abbracciò con riconoscenza. Delichon non potendo comunicare con lui gli saltò sulla spalle e gli diede un bacio sulla guancia. Senja e Sebastian gli diedero una pacca sulla spalla e un abbraccio piuttosto veloce e Cathy gli strinse la mano. Il troll sorrise compiaciuto e arrossì timidamente, poi lentamente si raggomitolò trasformandosi in pietra.

La lucilla ci indicò di seguire il sentiero delle foglie rosse per uscire dalla foresta e scomparve anch'essa.

Mi sentivo forte e ritemprata, avevo una squadra di amici pronti a tutto per salvarmi e io ero a mia volta pronta a tutto per salvare loro, come disse poco prima Daffodil siamo creature potentissime perché unite verso un unico scopo: il bene. Mi crogiolai in quella sensazione di forza e di potere dimenticandomi totalmente che di lì a qualche minuto saremmo entrati nella terra dei draghi.

"Non andate da quella parte" disse una vocina provenire da chissà dove, credetti si trattasse di Delichon, ma anche lui si guardò in giro furtivo.

"Da quella parte ci sono i draghi, non andate, è pericoloso" ancora quella vocine sottilissima e flebile. Ci voltammo tutti assieme, ma non vedemmo niente.

Cathy si spazientì "Chi sei! Mostrati!" e impugnò con forza l'arco

Una creatura minuscola come una libellula venne verso di noi svolazzando, era veramente una creatura bizzarra: ed aveva delle sottilissime ali simili a quelle delle fate, ma aveva anche le orecchie a punta come quelle degli elfi ed era vestita in modo strano con un buffo cappello a cilindro in testa e boccoli rossi che le cadevano sulle spalle. Aveva sembianze femminili e sembrava una creatura molto delicata e leggiadra, assolutamente non pericolosa

"Eccomi, sono Clynis" si presentò con aria amichevole allungandomi una manina

"Che creatura sei?" le chiesi

"Un folletto" e si mise a ridere imbarazzata dalla mia ignoranza "Vi seguo da un po' e state andando nella direzione della terra dei draghi. Siete 3 umani e i draghi vi mangeranno in un sol boccone" e rise ancora

"Dobbiamo andare all'accampamento delle streghe, non si può andare là senza passare dalla terra dei draghi" specificai

"Sì che si può, passando per le dune sabbiose ci mettereste meno tempo e sicuramente non correreste il rischio di essere mangiati dai draghi" mi rispose amichevolmente e sicura delle proprie parole

Guardai in faccia i miei compagni di viaggio ma loro non risposero e sembravano piuttosto indispettiti da quelle parole, non mi avevano mai prospettato di passare per le dune sabbiose, Delichon infastidito ci spronò a continuare il cammino verso Puia A Ahi.

Gli alberi svanirono d'un tratto e ci ritrovammo in un terra bellissima ma spaventosa.

Il colore predominante era il giallo, intervallato da inspiegabili chiazze blu; dal terreno usciva del vapore e una distesa sconfinata di vulcani e di alte colonne di lava si espandevano davanti ai nostri occhi, sentivo la terra vibrare, quasi respirare sotto i miei piedi e nonostante non vidi nessun drago, già solo quel luogo mi incuteva timore. Non c'era vegetazione, solo desolazione.

Vidi davanti a me scorrere un rigagnolo d'acqua, mi accorsi di avere sete e mi chinai per prenderne un sorso, il folletto accanto alla mia spalla mi urlò "Non farlo! Non si può bere, scotta!"

Alzai lo sguardo verso di lei e ancora mi sorrise, immersi per un istante la punta delle dita nel ruscelletto ma dovetti estrarle subito perché quell'acqua aveva una temperatura elevatissima che mi ustionò i polpastrelli.

Clynis mi spiegò "Sotto questa terra scorre il fuoco liquido, per questo non c'è quasi vegetazione e l'acqua che arriva dal sottosuolo è ustionante. Questa è la terra dei draghi perché i draghi nascono dal fuoco ed escono dalla bocca dei vulcani portando dentro di sé la forza del fuoco che li ha creati" Mi rimisi in piedi e guardai spaventata i miei compagni che annuivano alle parole di quella saccente creatura.

Sebastian aveva smesso di parlare, anche lui scrutava l'orizzonte con timore reverenziale; Cathy aveva in mano una freccia a ne accarezzava delicatamente la coda piumata con la punta delle dita. Eravamo noi 3 umani a rischiare di più, eravamo noi 3 umani a dover trovare il coraggio per fare il passo successivo.

Un fumo dall'odore sulfureo ci circondò ma svanì dopo qualche istante.

D'un tratto, dalla bocca di un vulcano uscì una bolla trasparente come il vetro che galleggiando nell'aria venne verso di noi

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