Capitolo 22: La cassapanca

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"I draghi!" Alexandra si svegliò di soprassalto e si massaggiò subito il piede ferito, per fortuna nemmeno l'ombra dell'ustione "Mamma mia, meno male che mi sono svegliata". Si portò una mano alla fronte sconsolata "Vio dove sei? Ho bisogno di te, ho bisogno di parlarti e di conoscere il tuo parere su tante cose. I miei amici sono davvero amici? Perché hanno voluto portarmi lì?" e una lacrima di sconforto le rigò il viso.

Aveva appuntamento da Thomas per accompagnarlo dal terapeuta.

Non appena lui salì sul taxi lei lo salutò con un sorriso e gli sussurrò "Tom, non ho capito una cosa: quando ti hanno fatto l'incantesimo di reincarnazione?"

Tom iniziò a raccontare che dopo la morte della fata, quanto lui prese la decisione che avrebbe combattuto per la causa delle creature della luce, contattò una potentissima strega su Miharo e lei lo portò da due streghe sue alleate sulla terra. Si dimostrarono tutte e tre comprensive su quello che era il suo stato d'animo e nel vederlo così pentito ma deciso verso la sua nova missione e decisero di proteggerlo. Quel che lui voleva fare era importantissimo ma estremamente rischioso e loro non potevano permettersi di perdere una sorgente di informazioni così importante. La strega terrestre più giovane e inesperta decise di sacrificare la propria vita per poter fare l'incantesimo di reincarnazione. L'incantesimo era molto complesso e consisteva nel lasciare il corpo e la memoria del folletto immutati, ma nel reincarnare la sua anima in un umano. Finché il corpo avesse continuato a vivere non ci sarebbero stati problemi, ma appena la morte fosse sopraggiunta, i ricordi avrebbero raggiunto l'anima sulla terra senza bisogno di nessun portale o passaggio dimensionale. Quello che era successo era esattamente quello: Eriopis era morto per qualche motivo ancora da scoprire e i ricordi si stavano risvegliando poco a poco in Thomas.

Il tassista li guardò stranito, quasi spaventato, dallo specchietto retrovisore e Lex con una risata disse "Bravo ragazzo! Vedrai che al provino teatrale andrai benissimo, la parte l'hai ripetuta a meraviglia" e si misero entrambi a ridere vedendo l'uomo rilassarsi al posto di guida.

Quando furono quasi arrivati dal terapeuta, la segretaria dello studio chiamò Alexandra per avvertirla che il dottore si era dovuto assentare urgentemente e che la seduta era spostata al giorno successivo.

Indecisa sul da farsi, Lex, portò il ragazzo con sé a fare il sopralluogo alla casa della nonna. Lui sembrava particolarmente eccitato dall'idea di fare qualcosa di nuovo e lei particolarmente infastidita dal fare qualcosa di nuovo. Entrarono nel palazzo e a Thomas venne una fitta alla tempia, si toccò i lati della fronte premendo con le dita come se fosse un mal di testa da gelato e qualche secondo dopo il dolore svanì. La ragazza si preoccupò, ma lui spiegò che probabilmente passando dalla luce forte esterna al buio dell'androne il suo cervello aveva avuto un attimo di black out. Salirono le scale e poco dopo Thomas dovette fermarsi di nuovo, un'altra fitta alle tempie a ancora gli occhi gli giocarono un brutto scherzo, per qualche istante vide davanti a sé un prato verde. Ma ancora il tutto si risolse subito.

L'appartamento della nonna di Lex era all'ultimo piano di un palazzo di 5 piani. Il quinto piano non comprendeva veri e propri appartamenti, ma un sottotetto trasformato in mansarde. La mansarda aveva un lucernario sul soffitto posizionato in una posizione stranissima, per ¾ dava luce alla camera da letto e per ¼ al soggiorno. Thomas ne venne completamente attratto e si posizionò perfettamente nel sottile fascio di luce che si proiettava sul pavimento vicino alla parete spoglia del soggiorno, guardò attraverso il vetro del lucernario e disse "Da qui entra la luce della luna piena".

Lex lo guardò con attenzione vedendolo completamente assorto "E come lo sai?"

"Che cosa?" rispose lui sorpreso

"Che da lì entra la luce della luna piena" gli rispose ancora più sorpresa

"Non lo so, perché dovrei saperlo?"

"Perché l'hai appena detto" le rispose lei spazientita

"Ma non è vero!" rispose lui ancora più spazientito

Lex gli si avvicinò e da sotto il lucernario guardò fuori, poi guardò il ragazzo "Tom, hai appena detto che da qui entra la luce della luna piena. Non ti ricordi?"

Lui la guardò seriamente e scosse la testa, poi si appoggiò una mano alla fronte quasi si sentisse sopraffatto da una qualche energia.

Lex continuò a perlustrare la casa per farsi un'idea di quante cose dover portare via, quante tenere e quante buttare, il compito era più gravoso del previsto. La libreria conteneva tantissimi libri, la nonna doveva essere davvero una grande lettrice e i mobili erano tutti pieni di soprammobili e oggetti dalle forme più disparate e nemmeno particolarmente belli. Anche Thomas se ne accorse e chiese alla ragazza se la nonna non fosse in realtà una collezionista seriale.

Attaccata alla parete del soggiorno, proprio sotto al lucernario c'era una vecchissima cassapanca di legno molto grande e perfettamente intagliata a mano, il ragazzo ne fu subito attratto e si avvicinò "E' bellissima questa cassapanca"

Lex lo raggiunse e confermò la bellezza di quel complemento d'arredo, sottolineando che il comodino che lei aveva portato nel suo nuovo appartamento era della stessa serie, solamente più piccolo. Colto dalla curiosità il ragazzo volle aprire la cassapanca ma appena vi appoggiò le dita, una scarica elettrica gli si scaricò nella mano per poi scomparire nell'aria, il tutto accompagnato da uno scoppio. Sia Lex che il ragazzo fecero un balzo indietro spaventati "Ti sei fatto male?"

"No, non ho sentito nulla, ma mi sono spaventato... non mi aspettavo una reazione del genere..." rispose ancora con il fiato spezzato per lo spavento. Ritentò l'avvicinamento e la reazione della cassapanca fu la stessa.

Provò Alexandra a aprirla e questa volta la cassapanca si aprì palesandro un'immensità di oggetti tra i più disparati, tutti ammucchiati uno sull'altro fino all'orlo.

"Dove metterò tutte queste cose!" disse ad alta voce affranta, sedendosi senza forze sul pavimento e appoggiando le mani sul bordo della cassapanca

"Non lo so e figurati che io non posso nemmeno aiutarti a trasportarli. Appena provo ad avvicinarmi la cassapanca cerca di uccidermi" disse il ragazzo sarcasticamente

La perlustrazione dell'appartamento continuò e le attenzioni del ragazzo questa volta si fermarono sui libri della libreria vicino alla cassapanca. I libri del ripiano più basso, a sinistra, erano tutti senza nemmeno un granello di polvere, mentre gli altri ne erano pieni. Si chinò per cercare di dare una spiegazione a quel fenomeno e si soffermò sul primo libro a sinistra, un libro antichissimo con una copertina in pelle nera rilegata a mano. Lo afferrò delicatamente e lo aprì, in quel momento si alzò in piedi di scatto lasciando cadere il libro, un'energia fortissima gli si sprigionò nella testa tanto da farlo urlare. Lex lo raggiunse, raccolse il libro e tranquillizzò il ragazzo "Cosa succede Thomas?"

"Non lo so Alexandra, ho avuto una fortissima sensazione di morte, ma è passata subito"

Lex aprì il libro e sulla prima pagina era riportata la scritta GRIMORIUM.

Ormai non c'erano più dubbi, era un libro di magia.

"Portalo con te nell'altra dimensione Lex, devi trovare il modo di farlo vedere a qualche strega affidabile di Miharo Heimi".

Rientrata a casa, la ragazza, fu accolta da una terribile scoperta: qualcuno si era introdotto furtivamente in casa sua e le aveva distrutto la cucina, piatti e bicchieri erano frantumati in mezzo alla stanza, il tavolo capovolto con le gambe rotte e le antine strappate dai cardini. I cuscini delle sedie erano stati squarciati con un coltello, usando tantissima violenza e l'imbottitura sparsa sul pavimento. I cavi della corrente di forno ed elettrodomestici erano stati bruciati, strappati ed intrecciati quasi a formare una corda che terminava con un cappio. I coltelli erano stati conficcati violentemente nella porta del frigorifero, tutti, nessuno escluso. Per come si presentava, la cucina sembrava lo scenario perfetto di un delitto. La porta non aveva segni di effrazione e tutto il resto della casa sembrava perfettamente a posto ed intonsa. Un biglietto con alcune frasi stampate era stato lasciato a terra senza cura, lei lo raccolse e c'era scritto: vuoi distruggere la mia vita? Ora che sono entrato nella tua la distruggerò come ho fatto con la tua cucina. Buon appetito!

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