Capitolo 29: La ferita

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Mi avvicinai ai miei compagni di viaggio e subito mi accorsi che i toni erano concitati, Sebastian era in piedi e si teneva le mani nei capelli come fosse preso da un'improvvisa disperazione, Senja era in piedi che mi voltava le spalle e poco a poco vidi riconobbi chi era a terra. Cathy era sdraiata sulla schiena, con una mano si teneva il fianco sinistro a coprire una ferita molto profonda che sanguinava copiosamente. Mi feci spazio e mi lanciai in ginocchio al suo fianco. "Cathy..." le dissi, ma non poteva sentirmi perché era in uno stato di semi incoscienza "cos'è successo?" chiesi agli altri.

Senja mi guardò e si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che non trovava "Siamo stati attaccati da un drago. Il drago l'ha afferrata con gli artigli ma lei è riuscita a liberarsi scoccando una freccia, nella caduta è rimasta ferita dagli artigli. Dov'è Daffodi?" mi rispose nervosamente

"Non c'è" dissi con il terrore di quello che stavo per dire "E' stata catturata da Agrigan, non è più tornata"

Sentii Sebastian lanciare un urlo disperato e scoppiare a piangere

Delichon mi spiegò che i poteri di Daffodil erano l'unica speranza di salvare Cathy. Mi sentii impotente, quasi colpevole di quella situazione che si era venuta a creare. Mi tornarono in mente tante cose: il giorno in cui la conobbi, quando mi salvò la vita con arco e frecce, la sua silenziosa devozione e mi tornò soprattutto alla mente come mi sentivo protetta quando ero in sua compagnia. Cercai, senza fortuna, di allontanare almeno quel senso di colpa ma non riuscii. Mi aggrappai alla speranza che se fossi stata messa subito al corrente dell'esistenza di un percorso alternativo, le dune sabbiose, tutto questo non sarebbe successo e che quindi ciò che era accaduto non è imputabile a me... ma quel pensiero si dissolse in un istante. La ferita era troppo grave e profonda per guarire da sola in breve tempo ed eravamo in un luogo dove da un secondo all'altro saremmo potuti essere attaccati nuovamente, e questa volta, senza fortuna.

"Può servire un po' di erba magica? Non l'ho usata tutta per l'ustione" lo dissi senza staccare gli occhi da dosso alla mia amica, controllando ogni istante che continuasse a respirare

Seb improvvisamente si girò a guardarmi interrompendo la sua cascata di lacrime "Ne hai ancora?"

"Sì, solo un po'" dissi estraendola dal grimorium che avevo con me. Quando nella grotta Daffodil me la passò per metterla sulla caviglia, ne tenni per me un rametto con tante foglie e la misi tra le pagine del libro di mia nonna per farla essiccare senza perderla, pensai che sarebbe potuta tornare utile.

La passai a Delichon che la prese e la cosparse con un po' della sua polverina che aveva nel fagotto di pelle marrone, appoggiò l'erba magica sulla ferita e quella sembrò rimarginarsi parzialmente, almeno negli strati più profondi, smise di sanguinare ma non guarì.

"E' troppo poca" disse Delichon

"Almeno ha fermato l'emorragia" rispose Senja serio e distaccato come sempre "Muoverla è un pericolo, non dovrebbe camminare. Il rischio è che la ferita si riapra... e questa volta non abbiamo erba magica"

"Per quello ci può aiutare Shedir" dissi suscitando la curiosità dei miei compagni di viaggio, nell'agitazione collettiva nessuno di loro si era accorto che ero arrivata a cavallo di un possente e candido unicorno, si girarono nella direzione che indicai e fecero tutti un'espressione esterrefatta, rimasero tutti estasiati e sorpresi nel vedere quella creatura.

Senja, che era sempre stato il più distaccato, si avvicinò senza parole e poco a poco accarezzò il muso dell'animale, che si lasciò toccare senza problemi "Un unicorno, non ne avevo mai visto uno! Credevo fossero estinti!" disse lo stregone incredulo

"Lo credevano tutti" rispose l'unicorno "Io ero e sono l'unico superstite della strage. Porto con me magie e conoscenze ormai perdute, ho la responsabilità di mantenere viva la nostra dinastia e mantenere il giusto equilibrio qui su Miharo Heimi. Mi sono nascosto nella terra dei draghi perché piena di grotte di pietra magica e lì non mi avrebbe rintracciato nessuno, con nessun incantesimo. Oltretutto è l'unico posto su tutto il pianeta in cui Dianthus non si azzarderebbe mai a venire, qui sono al sicuro. Sono stato costretto ad uscire per salvare la vita ad Alexandra e conservare intatto l'antico grimorium della terra"

A quelle parole Senja sussultò, sapeva benissimo di cosa si trattasse, del più antico e potente libro di magia esistente sulla terra, con quel libro si potevano dominare tutti gli elementi della magia terrestre. Ne esisteva uno anche su Miharo Heimi ma se ne persero totalmente le tracce quando Dianthus si ribellò alla propria creatrice... Pemba. Si girò e vide il libro tra le mie mani, si avvicinò lentamente allungando le mani e pregandomi di potergli dare un'occhiata, glielo accordai e lui lentamente, quasi assaporandone ogni pagina, lo sfogliò leggendo i titoli di ogni incantesimo.

"PERSPICUUM, questo incantesimo lo abbiamo anche qui; FLUCTUATIO, quanto sono impazzito per dominare questo incantesimo... ancora adesso faccio un po' fatica" diceva Senja tra sé e sé sorridendo al girare di ogni pagina. Poi chiuse il libro e ne aprì l'ultima pagina "Eccolo, questo è l'incantesimo più potente esistente in tutte le dimensioni. E' un incantesimo terreste e può essere fatto solo una volta nella vita e solo da streghe potentissime: IANUA AETERNA"

Lo lasciammo finire di consultare il grimorium mentre caricammo Cathy sulla groppa di Shedir, lei respirò forte, quasi un rantolo e poi aprì gli occhi, ci vide e sorrise debolmente, le presi la mano "Va tutto bene Cathy, guarirai presto, adesso riposa" Lei mi guardò grata per le mie parole e mi sorrise, lasciandosi andare sulla groppa dell'unicorno. Lentamente ci incamminammo per uscire almeno da quella terra così pericolosa.

"Come facciamo con Daffodil" ci interruppe Sebastian

Effettivamente eravamo tutti talmente preoccupati per le sorti della nostra amica umana che ci dimenticammo che anche Daffodil si trovava in pericolo.

"Agrigan deve averla portata al castello, dobbiamo andare a salvarla!" intervenni

"No, è troppo pericoloso per te" mi disse Senja, abbandonando la sua aria sognante che aveva tenuto fino a qualche minuto prima mentre guardava il grimorim "Andrò io, da solo e cercherò di liberarla, voi proseguite il cammino verso il villaggio delle streghe, trovate Ellesmere e parlate con lei" mi restituì il libro con decisione e senza guardarci negli occhi

"Dove ci troveremo quando l'avrai liberata?" chiesi

"Non lo so ancora, farò un incantesimo di localizzazione e vi troverò. Fidatevi di me" rispose Senja alzando le mani al cielo impugnando il suo bastone, di lì a poco arrivò con forza e leggiadrìa Yasur che atterrò proprio di fianco a lui accarezzandolo con il possente muso. Senja disse una serie di parole in una lingua incomprensibile e poi urlò "REFUGIENS!" un fascio di luce si liberò dal bastone investendo sia lui che Yasur e tramutandoli in esseri piccoli piccoli, grossi poco meno di un palmo di mano "Così potremo entrare ovunque senza essere visti! Andiamo Yasur" disse lo stregone saltando in groppa al suo drago e sparendo nel giro di qualche istante

"Buona fortuna" disse Delichon tra sé e sé, ma lo percepimmo tutti e percepimmo molto bene anche la sua preoccupazione.

Sentii un rumore vicino all'orecchio e mi girai di scatto, era la piccola Clynis che uscì dalla criniera dell'unicorno, dove aveva trovato un rifugio sicuro durante gli scontri con i draghi, si sedette sulla mia spalle e la sentii sussurrarmi qualcosa "Tra poco saremo fuori di qui... direi di prendere per le dune sabbiose, passare per Roto Hohonu è davvero troppo, troppo pericoloso. Lì vivono delle creature malefiche, bellissime ma che ti rapiscono e portano nel loro mondo uccidendoti. Nessuno è mai tornato da lì" Quelle parole di Clynis mi fecero riflettere su come i miei amici mi avessero già messo in pericolo una volta, facendomi passare per la terra dei draghi

"Che strada faremo per andare al villaggio delle streghe?" chiesi al gruppo

"Passeremo per Roto Hohonu, è un lago salato molto ampio, ma non lo navigheremo, passeremo sulla costa" mi rispose Delichon

"Non ci sono pericoli lì?" chiesi ancora per mettere alla prova la sincerità dei miei compagni di viaggio

"Sì, come da tutte le parti, ma ti proteggeremo noi" mi rispose Sebastian più rilassato.

Le loro risposte non mi convinsero, i dubbi sul vero scopo dei miei compagni di viaggio si fecero più vividi. Perché mi stavano mentendo?

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