Capitolo 28: La bottega

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Lex passò a prendere Thomas con la scusa di portarlo a conoscere un'insegnante privata che avrebbe potuto seguirlo nel suo percorso d'istruzione.

"Quando mia madre si accorgerà che non è vero..." disse il ragazzino scoppiando in una fragorosa risata

"Come non è vero? Dopo essere passati dalla strega ti porto davvero dalla tua nuova insegnante... e cerca di comportarti bene!" rispose lei puntigliosa smorzando ogni speranza di divertimento che provava il ragazzo... lui rispose con una smorfia di disappunto, ma l'interrogatorio alla strega che stavano andando a fare lo riempiva di eccitazione e accettò di buon grado anche quella prospettiva noiosa.

Arrivarono all'indirizzo della bottega e si trovarono davanti un negozio senza vetrine, con solo un'insegna metallica ad indicare l'attività che si svolgeva all'interno manufatti di metallo.

La porta era spalancata, ma davanti per tre quarti c'era una tenda marrone di panno, entrambi si affacciarono per vedere cosa ci fosse dentro ma non riconobbero quasi nulla perché la penombra offuscava la loro vista. Lex e Tom si guardarono attoniti e poi tornarono a dare attenzione all'interno della bottega, si decisero ad entrare e Lex fu la prima a varcare la soglia: l'odore di umido e di polvere la tramortirono inizialmente, ma poco dopo realizzò che anche alcuni libri della nonna avevano lo stesso odore e si tranquillizzò sentendosi quasi a casa. Si perse qualche istante nei pensieri e si ricordò di quando, da bambina, andava a casa della nonna chiedendole di poter vedere e sfogliare i suoi vecchi libri, annusandone l'odore di ogni pagina.

Tom entrò poco dopo e gridò "Permesso!". Lex si spaventò a quel grido e si girò dando una pacca sulla spalla del ragazzo che le sussurrò "Scusami eh? Ma è educazione"

Una finestra davanti a loro si spalancò rumorosamente facendo entrare moltissima luce, tanto da accecare i due ospiti e obbligarli a coprirsi parzialmente gli occhi, quando vi si abituarono videro una donna in piedi davanti a loro che sorrideva "Benvenuti" disse loro con un largo e accogliente sorriso "Vi stavo aspettando".

La donna era molto bella, con lunghi capelli corvini e ondulati, tenuti fermi da un foulard rosso che le avvolgeva il capo. Aveva profondi ed intensissimi occhi tendenti al viola. Indossava un paio di orecchini a cerchio molto vistosi con dei pendagli che le sfioravano le spalle e tintinnavano ad ogni movimento. La pelle era chiarissima, diafana, quasi come quella di una creatura che non aveva mai vissuto alla luce, lievemente rosata sulle guance ma nulla più. Indossava vestiti che sembravano raccattati qua e là e totalmente fuori moda. Nonostante i suoi lineamenti esotici e il suo strano abbigliamento, non incuteva timore, anzi, sembrava piuttosto amichevole. Lex prese la parola con coraggio e si avvicinò "Sono Alexandra e lui Thomas" disse indicando con una mano il ragazzo

"Iniziamo male" rispose la donna scoppiando a ridere "Mi nascondete la verità..." e si portò elegantemente una mano alle labbra

I due si guardarono attoniti e attesero che la donna riprendesse la parola

"Io sono Samar, molto piacere" e allungò una mano piena di anelli e tatuaggi ai due,

Lex si fermò ad osservare quegli strani simboli tatuati, la donna sorrise ancora "Sono simboli angelici, non dovete temermi".

"Siamo venuti perché forse tu hai creato il ciondolo della mia amica, vorremmo farti delle domande" riprese Thomas senza lasciarsi abbindolare dal fascino magnetico di quella donna

"Certo, l'unicorno... l'ho fatto io, vi stavo aspettando" rispose la donna muovendosi lentamente

"Puoi dirci di più di questo ciondolo? In particolare del corno di questo ciondolo?" riprese Lex

La donna camminò leggiadramente per la piccola bottega e da sotto uno scaffale estrasse una scatola completamente impolverata, vi soffiò sopra alzando una nuvola di polvere che fece starnutire i suoi ospiti e poi lentamente la aprì. Dentro vi erano ammassi ossei di un materiale del tutto simile all'avorio, luminoso come la perla e con filigrane d'oro avvolte a spirale, la forma a cono allungato non lasciava spazio a fraintendimenti: erano i corni degli unicorni. Lex sobbalzò, erano esattamente identici a quello che Shedir portava sulla fronte, assunse un'espressione sorpresa e non riuscì a dire nulla, anche Thomas riconobbe subito il contenuto ma riuscì a mantenere uno stato d'animo tranquillo e composto "Come li hai? Sei una strega?"

"No, certo che no, sono solo un'artigiana. Ma provengo da una stirpe millenaria di streghe terrestri potentissima. Nella mia famiglia ci sono state streghe bianche, streghe nere, streghe della luce, streghe del buio, eravamo in grado di fare ogni genere di magia ed incantesimo, dominare il visibile e l'invisibile, la mia era la famiglia di streghe più potente della terra e di tutte le altre dimensioni" rispose seriamente la donna

"Perché usi il passato?" chiese Thomas rimanendo impassibile

"Perché io non sono più una strega, mia nonna ha commesso un errore madornale che ha compromesso irrimediabilmente gli equilibri dei mondi paralleli ed è stata punita con la morte. Ma prima di morire mi ha tolto il potere di fare magie. Ho dei poteri ma non posso fare incantesimi, sono un'ibrida" rispose tranquillamente la donna

Lex perse il contatto con la realtà e comprese solo una piccolissima parte di ciò che la donna aveva appena detto, era ancora assorta a guardare il contenuto della scatola: i corni si ammassavano uno sopra l'altro e data la loro dimensione e la dimensione della scatola, all'interno dovevano esserci almeno una cinquantina di corni, una cinquantina di vite di unicorno distrutte dall'avidità umana e dalla fame di potere. Si sentì mancare e si appoggiò allo scaffale con una mano, Samar lo notò e si rivolse a lei in tono brusco e preoccupato "Lex devi stare attenta, sei in pericolo, qualcuno vuole ucciderti qui sulla terra"

"Chi?" chiese lei trasalendo

La donna si portò una mano alla tempia e sembrò meditare, parlò lentamente e sottovoce "Non lo so, ho avuto una visione di morte molto chiara su di te, ma ora non vedo più nulla, non riesco a.... non riesco a captare l'energia di chi vuole ucciderti, è qualcuno coperto da magia" aprì gli occhi e guardò ancora Lex "E' una creatura magica che si trova sulla terra, ma vuole ucciderti e lo farà se non stai attenta" continuò con aria sinceramente preoccupata

"La mia migliore amica è in coma a causa di un incantesimo, potrebbe essere lei l'immagine di morte? Potrebbe essere lei che muore e non riesci a vedere il perché?" chiese preoccupata Lex

"Potrebbe" rispose seriamente la donna

"Puoi salvarla? Hai poteri magici" chiese ancora Lex aggrappata ad un ultimo ramoscello di speranza di salvare Vio

La donna abbassò la testa "Non posso fare magie, mi hanno tolto i poteri di creare o spezzare incantesimi, mi spiace"

Thomas, che fino a quel momento era rimasto in disparte ad allineare tutte le informazioni che aveva raccolto sbottò un po' nervosamente "Samar! Ci sono troppe cose che non tornano: Sei una strega ma non puoi fare magie; vieni da una famiglia millenaria di streghe e stregoni potentissimi... ma, da quel che ho capito, sei rimasta sola al mondo; parli di dimensioni parallele, hai una scatola piena di corni di unicorni, ma sembri non aver mai visto nessuna di queste dimensioni; sei una contraddizione vivente, mi sa che sei tu che ci nascondi qualcosa. Vogliamo la verità, vogliamo sapere tutto ciò che sai riguardo i mondi paralleli, la magia, le streghe... vogliamo sapere tutto e ne abbiamo tutto il diritto"

"Non so se ne siete pronti" rispose la donna seriamente

"Pronti a cosa?" chiese Lex preoccupata

"Alla verità, potrebbe fare male, molto male!" rispose ancora Samar

"Noi siamo pronti" rispose Thomas sempre più convinto

"Va bene" rispose la donna risoluta "Ma non oggi e non qui. Domani al tramonto, a casa della nonna di Lex"

"A casa di mia nonna? Perché? Cosa c'entra mia nonna?" Chiese la donna preoccupata, poi pensò che Samar doveva essere al corrente di quanto accaduto alla sua cucina (forse raccontatole da Matteo) e preferisse un luogo più tranquillo e raccolto "Devo lasciarti l'indirizzo"

"Non mi serve, ci vediamo là alle 19" rispose Samar sicura di sé

Lex e Thomas salutarono e se ne andarono ancora più pieni di dubbi di quando erano arrivati, quella donna sembrava sapere davvero tante cose ma era reticente a dirle, poi quel monito sulla verità... la verità sembrava essere davvero pesante da comprendere e dolorosa, entrambi furono assaliti da irrazionali paure del futuro, ma entrambi erano sempre più decisi a combattere per avere risposte alle proprie domande.

Alla fine della complessa giornata Lex tornò a casa e poco prima di entrare ricevette una chiamata da un numero sconosciuto "Pronto?"

Dall'altro capo del telefono una voce si fece riconoscibile, il professor Paleari, senza dubbio "Avvocato, spero le piaccia la carne di cavallo" e terminò con una risata sarcastica prima di riagganciare. Lex aprì la porta e nella cucina ancora distrutta, proprio al centro della sala, trovò il cadavere squartato, ma senza più interiora, di un pony sauro esattamente identico a Ben, il pony che aveva da bambina.

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