Prologue

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Non avevo nemmeno finito le superiori. E questo è un punto fondamentale della storia.

A primavera della terza liceo andavo talmente male che avevo iniziato persino a ignorare quello che mi dicevano gli insegnanti.

No, sia chiaro, non ero una cazzo di bad girl o altre stronzate simili, ero semplicemente una scollegata dalla scuola che frequentavo, e continuavo ad andarci perché avevo dei genitori che avevano mille occhi ovunque, mille orecchie ovunque e riuscire a non farsi sgamare quando saltavo la scuola era una impresa ardua, già tentata più volte e finita con punizioni che chiunque avrebbe definito sproporzionate.

La mia vita si era trasformata in un inferno senza uno schema fisso: un po' scivolando e un po' strappando, un po' per colpa del mio lasciarmi andare e un po' per colpa di chi mi aveva tirato con forza nel gorgo.

Ero una ragazza da sempre attirata dalla moda, dallo stile, dall'estetica e questo mi ha segnata nel rapporto con il mondo che mi stava attorno, sono stata la principessina di casa finché questo è stato possibile e poi sono stata la principessina contesa e poi sono stata la principessina rifiutata ed infine la principessina in fuga.

Tutti passaggi che, in un modo o nell'altro, centrano con questa storia.

Ho sempre amato stare al centro dell'attenzione ed è per questo che come principessina di casa ho fatto un lavoro egregio, cantando a squarciagola tutte le canzoni delle coronate Disney tanto da meritarmi video su video postati su Facebook dalla mia solerte genitrice.

Mia madre era una persona che aveva rinunciato a qualsiasi scintilla di amor proprio pur di avere in cambio sicurezza. Aveva barattato persino parte della sua socialità per essere sicura di avere una bella casa, un marito solido ed una vita senza troppe preoccupazioni, ma senza hobby e senza passioni, l'unica sua passione era stata proiettare le sue voglie castrate su di me, mettendomi al centro dell'attenzione con foto e video.

Mio padre non era bello, ma era benestante, e questo lo rendeva in fin dei conti interessante, come lo aveva visto mia madre. Era abbastanza alto, ma fisicamente sproporzionato, con spalle strette e cosce grosse che gli davano una forma vagamente a pera. Ricci neri incorniciavano un naso aquilino e due occhi leggermente troppo vicini. Era contento di avermi come figlia, partecipava con trasporto ai miei siparietti, ma più o meno la sua idea di genitorialità non andava molto oltre l'averci messo lo sperma.

Il rapporto tra loro era convenzionale e per me andava bene, anche perchè non avevo molte pietre di paragone, ero anzi felice che i miei stessero assieme a confronto di genitori di qualche mia amica, separati, divorziati o a volte dispersi.

Ma si sa che la vita non è sempre tutta rose e fiori e così con il tempo il rapporto tra i miei due genitori si è logorato a tal punto che mia madre ha cercato la soluzione nelle braccia di qualcun altro e questo ha fatto sì che una volta scoperta e messa davanti alle sue responsabilità, io diventassi l'ago della bilancia di quel conflitto: da una parte un genitore che era stato disinteressato fino al momento prima, ma che da ferito nell'animo voleva sentire confermare le sue ragioni anche da parte mia.

Dall'altra parte una madre che cercava in tutti i modi di farmi capire come erano state disilluse le sue aspettative nella vita di coppia e quindi era stato naturale andare a cercare uno "sfogo" prezzo qualcun altro.
Non avevano ottenuto nient'altro che farmi sentire una principessina contesa che ora di qua ora di là chiedeva sempre di più per accordare un minimo di fedeltà a una delle due parti. Giocavo con questo, inconsapevolmente esacerbando gli animi dei due genitori nei miei confronti.

Fino a che anche mio padre nella parabola di un rapporto logoro si era trovato un'amante decisamente più giovane di mia madre e decisamente più costosa tanto che non era stato più possibile per lui reggere le spese per me e per la nuova amichetta. Secondo voi a chi aveva rinunciato?

La conclusione della vicenda era stata piuttosto drammatica per me: i miei genitori avevano trovato un modus vivendi ipocrita che gli permetteva di continuare le rispettive storie parallele, ed io, in mezzo, cagna di due padroni, progressivamente ignorata, tolta dal mezzo della scena dove era sempre stata.

Il mio rendimento scolastico, nella media, aveva iniziato a scendere, scendere ed ancora scendere, immerso in un mix di disinteresse e improvvise sfuriate quando chiedevo soldi per lo shopping, il makeup. I miei pianti, inizialmente fitti, erano diminuiti, fino a scomparire, per lasciare posto semplicemente a lunghe sessioni di rabbia ribollente, in cui pensavo a scappare di casa il più lontano possibile, verso grandi città e grandi opportunità, verso poli di luce che da sempre mi attiravano: fotografie sovraesposte di Tokyo e Londra mi balenavano continuamente nella mente quando cercavo di vedermi lontana da lì, finchè un giorno, o meglio, una notte, ero partita.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro