Capitolo 1 Agli ordini, Capitano!

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Steve Rogers, il potenziato che vestiva i panni di Capitan America, aveva visto la donna venire verso di sé. L'uniforme blu dell'Aviazione degli Stati Uniti, con le stellette sulle spalle, la spilla col nome e qualche medaglia appuntata sopra il seno armonioso, la gonna a sigaretta, il berretto in mano. Aveva subito capito che fosse un regaluccio dei colleghi per il suo compleanno, che cadeva proprio in quel giorno. Un regalo fantastico!

La ragazza era davvero attraente. Mora, capelli corti e mossi, splendido personale e gambe affusolate, la carnagione candida, la boccuccia a forma di cuore e gli occhi del colore dell'oceano in tempesta. Molto fine ed elegante, per quel genere di lavoro. I colleghi avrebbero potuto scegliere un tipo consono ai suoi gusti, più sfacciata, modello Pamela Anderson...poteva accontentarsi, era uno schianto ugualmente. La mattinata si presentava in discesa.

'Capitano Rogers?' la voce educata di lei, che gli si rivolse, gli dette un brivido sulla colonna vertebrale, immaginando cosa sarebbe venuto dopo. Da vicino, era ancora meglio.

'Sono io!' borioso e supponente.

'Tenente Rafflesia Tyler, sono ai suoi ordini, da oggi' gli fece il saluto militare e gli porse una busta di carta.

Riproduzione perfetta, pensò. Anche la divisa, identica a quella vera. I servizi che fornivano ragazze per feste e varie amenità, erano perfezionisti fino nei minimi dettagli.

'Bene, tesoro, posso chiederti tutto quello che voglio? L'importante è che inizi a spogliarti e prima possibile! Andiamo di là?' le fece l'occhiolino, con sguardo provocatorio, indicando la sala relax e la vide perplessa.

Il suo amico più caro, James Buchanan Barnes detto Bucky, limitrofo, lo toccò sul braccio 'Steve, che stai dicendo?'.

Si voltò, Barnes era serio e leggermente in imbarazzo. Thor, Bruce Banner e Sam Wilson lo fissavano, esterrefatti. Intuì, in un secondo, che non gli avevano prenotato alcuna prestazione straordinaria. Aprì la busta che la moretta gli aveva dato, rompendo il sigillo...Dio Santo...quella donna era stata comandata a far parte degli Avengers, ed era ai suoi ordini!

Gli sovvennero alla mente le lunghe disquisizioni con Tony Stark, nuovo leader del gruppo, e gli altri colleghi Vendicatori.
Clint Barton, l'agente arciere alias Occhio di Falco, era andato definitivamente in pensione per dedicarsi alla famiglia; Natasha Romanoff, la Vedova Nera, lasciatasi proprio con Bruce Banner, era in giro per il mondo, e Stark, alla sua età e coi suoi acciacchi, spesso soprassedeva a partecipare alle missioni con gli altri Vendicatori. Cosicché solo lui e Buck erano in grado di pilotare il Quinjet, in maniera quasi decente.

Tony aveva selezionato una decina di curricula e glieli aveva dati da esaminare; alla fine, erano stati tutti concordi su uno solo...in effetti, non c'erano nomi, sugli stati di servizio che avevano esaminato, solo numeri. Cavolo, quella era il pilota che avevano tirato fuori dal cappello a cilindro?!

Urtato a morte, e pronto a litigare col Direttore dello Shield, la interloquì 'Deve esserci stato uno spiacevole equivoco. Tenente, mi dia cinque minuti' le fece cenno di sedersi, sul divano della sala d'attesa.

Subito dopo, a passo svelto, si mosse verso l'ascensore.

***

Steve, entrando, con la furia di un uragano, aveva quasi divelto la porta. Tony, certo che il collega si sarebbe precipitato nella sua stanza, aveva avvertito Maria Hill, da tempo diventata la sua assistente personale, pregandola di tentare di fermarlo. Non c'era stato verso.

'L'ho scambiata per una spogliarellista! E' tutta colpa tua!'. Sbraitava. Gesticolava, con le mani. Farneticava. Enunciava le teorie bislacche sul genere femminile che aveva maturato, nel post Thanos.

A seguito della vittoria sul mostro viola e del ripristino dell'universo conosciuto, il Capitano era profondamente cambiato. Forse per lo shock. Aveva perso i modi gentili e garbati che lo avevano caratterizzato. Quell'educazione tipica del millennio precedente, dal quale proveniva. Non era più il ragazzo galante, timido, impacciato ed introverso che aveva avuto il piacere di conoscere.

Le donne, intuendo le sue debolezze, lo avevano sempre preso in giro, usato e fatto soffrire, avvicinandolo perché era un Avenger e Capitan America.

Si era scocciato, decidendo fosse giunto il suo momento per le conquiste e le avventure. Aveva acquisito, da un giorno all'altro, una strana ed assurda consapevolezza di sé.

Strumentalizzando la propria avvenenza e la propria fama, intrecciava una relazione via l'altra. Relazione...parola grossa, aveva commentato Bruce. Per Steve, erano notti isolate, di sfrenata ginnastica a due. Aveva comprato un letto, con una testata di legno, e, con un coltellino svizzero, ci incideva una tacca col rispettivo nome di ciascuna donna, dopo averla utilizzata come un kleenex. Sposate, fidanzate o single. Importante, che gli piacessero e fossero disponibili a soddisfarlo.

Non guardava in faccia nessuno. Frequentava ragazze comuni, modelle ed attrici. Era finito pure più volte sui tabloid. Una figuraccia per i Vendicatori.

Ogni volta che uscivano tutti insieme, la serata si concludeva con Rogers che corteggiava, sfacciatamente, la malcapitata di turno. Gli amici erano sempre più urtati. Thor, Bruce e Sam avevano quasi smesso di frequentarlo, in quei frangenti. Banner non voleva proprio più saperne; aveva rotto con Nat, malamente, e a seguito della batosta, le scene ed i racconti del collega gli erano sgraditi più che mai. Da scienziato, tormentava Stark perché convincesse Steve ad andare da un bravo psicologo...meglio, un sessuologo.

Pure Tony si era allineato. Il Capitano si era portato a letto tutte le amiche di Pepper, senza remore o vergogna. Sua moglie era così arrabbiata, per le invettive ricevute dalle ex conoscenti, che lo aveva quasi bandito; senza contare che, da quando erano diventati genitori del piccolo Danny, facevano una vita molto riservata e non volevano stare in mezzo alle imbecillità altrui.

Persino Sam Wilson, l'ex paracadutista che indossava l'armatura alare di Falcon, sfuggiva l'Avenger proprio mentore.

L'unico che teneva duro era Barnes, per via della storica e viscerale amicizia. A volte, persino lui pareva volersi arrendere, di fronte a questo spiacevolissimo cambiamento. Erano addirittura venuti alle mani; in occasione di un aperitivo, gli aveva presentato una ragazza, cui pareva tenesse particolarmente, e Rogers se ne era bellamente fregato. A mo' di sfida, l'aveva conquistata, per un'unica e solitaria notte di sesso. Giù, il giorno seguente, botte da orbi, come solo i maschi sapevano fare, alla palestra della base. Almeno Bucky si era sfogato.

In questo delirio di onnipotenza, c'era un'unica regola, che Steve rispettava, impostagli da Tony, che, dalla dipartita terrena di Fury, era il nuovo Direttore dell'Agenzia: niente relazioni con colleghe e dipendenti dello S.H.I.E.L.D..

Aveva acconsentito, controvoglia, ed era riuscito a darsi una calmata, per lo meno sul lavoro.

In fondo, le tentazioni erano poche, pochissime.

Finora...

Stark attese che smettesse di urlare.

***

'Dovevi dirmelo. Un Tenente dell'Aeronautica! L'ho invitata ad appartarsi con me per lo spogliarello, perché pensavo fosse un vostro regalo!' Cap era fuori di sé.

'A proposito, tanti auguri. Me ne stavo scordando. Comunque te lo avevo anticipato. Anzi, voi altri, e soprattutto tu, avete avuto l'ultima parola nella scelta del pilota del Quinjet' Tony - il miliardario filantropo dagli occhi e capelli scuri che vestiva i panni di Iron Man, quasi in pensione - tentò di rabbonirlo.

'Solo perché, sui curricula che ci hai dato, non c'erano le foto. Non avrei mai scelto lei! È bellissima. Uno schianto. E in divisa! Una istigazione al peccato!' Era stato chiaro e diretto.

Dalla porta aperta, si affacciarono Bruce, Thor, Sam e James.

'Meglio così, Rogers. Se fosse stata una racchia, ti saresti lamentato ugualmente' Bucky non aveva torto.

'Steve, abbiamo fatto un accordo, tempo fa. Fuori dall'ambiente lavorativo, frequenta chi vuoi e come vuoi. Qui, per piacere, contieniti!' Stark gli ricordò la promessa e l'altro annuì.

'È di là, che ti aspetta. Che pensi di dirle?' Banner era in imbarazzo, per il collega. Timido, cortese e paffuto, era l'alter ego della creatura verde nota come Hulk, sgradito effetto di un esperimento mal riuscito coi raggi gamma.

'Qualcosa mi inventerò, cavolo!' non era affatto convinto di poter rimediare alla figuraccia.

'È venuta per pilotare e pare sia un asso. Mostriamole l'aereo. Secondo me, amico, in questi casi, il silenzio è d'oro' Thor - biondo e splendido principe asgardiano, rimasto sulla Terra a seguito della distruzione del suo regno, semidio fornito di mantello rosso e armi magiche - saggiamente, suggerì.

'Andate, firmo delle carte e vi raggiungo, per salutarla' Tony li invitò ad affrettarsi.

***

Aveva letto su tabloid ed internet delle innumerevoli storie di Capitan America. Era pieno di foto sue, con ragazze appariscenti e discinte. Una a sera, si vociferava. L'interessato aveva rilasciato, spesso, interviste dal contenuto di cattivo gusto. Commenti surreali sulle donne. Si era preparata ad un modo di fare sui generis. Ma mai così...l'aveva scambiata per una spogliarellista, caspita!

Resosi conto di aver mal interpretato, l'aveva lasciata lì, ad attenderlo. Gli altri Avengers si erano, educatamente, presentati, e dopo, avevano seguito Rogers. Passata mezz'ora, erano tornati, tutti insieme.

L'avevano scortata all'hangar della base, per un primo approccio con il jet. In evidente disagio, Steve non le aveva rivolto la parola. Per fortuna, i colleghi erano leggermente più loquaci, vista la situazione, soprattutto Bucky. Capelli castani lunghi all'orecchio, le iridi azzurre ed uno splendido sorriso, il braccio in vibranio che spiccava alla vista, tentava di colmare i silenzi dell'amico.

Smise di farci caso, non appena vide il Quinjet. Dio, era favoloso! Le brillarono gli occhi e, senza dire nulla a nessuno, affrettò il passo. Fece un giro intorno al velivolo, quasi correndo! Ed un altro!

I quattro uomini, di lato, furono raggiunti da Tony e dal Colonnello James Rodhes - il nero amico del cuore di Stark che guidava il guscio metallico del robot War Machine - che ogni tanto partecipava alle missioni coi Vendicatori e quel giorno era in visita.

'Rafflesia' il nero la chiamò.

La ragazza lo raggiunse 'Colonello! Non speravo di trovarti qui!'. Era evidente si conoscessero.

'Benvenuta fra noi! Lui è Tony Stark' lo presentò.

'Sono quello che ha fatto carte false per averla, Tenente' Iron Man la lusingò. Era moro, col pizzetto, come lo aveva visto in tv,
degli occhiali da vista eccentrici, vestito con un completo formale, ma coloratissimo.

'La signorina qui presente è un pilota eccezionale, un grande talento, come suo padre, d'altronde. Come vanno le cose?' Rodhes la sollecitò.

Lei impallidì 'Non bene, ma è un combattente'. Lo aveva fissato negli occhi, con tristezza.

Probabilmente non era in buona salute, rifletté Rogers, incerto sull'identità del genitore a cui si era riferito Jim.

La Tyler continuò, muovendo la testa, in direzione dell'aereo 'Posso salire?'.

'Certo, è tutto suo!' Stark acconsentì, vedendola dirigersi verso la scaletta.

La seguirono, a ruota, per fare gli onori di casa, ma non fu necessario. Dette una rapida scorsa alla strumentazione, parecchio incuriosita.

'Chi pilota di voi?' domandò loro.

'Tony è molto bravo, io e Barnes ce la caviamo...per questo è qui, cavarsela per gli Avengers non è sufficiente!' Steve rispose, per tutti.

La donna sfiorò l'imbottitura del seggiolino di pilotaggio, quasi timorosa. Poi sedette al posto di comando, quello che le sarebbe spettato. Esaminò, a fondo, la plancia e pose diverse domande tecniche.

Stark ribatté, in difficoltà, pregandola di approfondire con ingegneri e progettisti, a cui l'avrebbe indirizzata. In seguito, considerando concluso l'itinerario turistico, propose un pranzo veloce, alla mensa dell'Agenzia, dove i Vendicatori si recavano spesso, per motivi di socialità.

In fila coi vassoi, intanto che il Colonello Rodhes faceva conversazione con la nuova arrivata e Steve non smetteva di sbuffare, a più non posso, e, parallelamente, di rispondere agli innumerevoli messaggi di auguri ricevuti sul cellulare, ad Iron Man venne un'ideona! L'ispirazione l'aveva tratta dalle parole della sua dolce mogliettina, che inveiva, spessissimo, contro Cap ed i suoi insensati comportamenti.

'Tenente, potrei farle una domanda indiscreta?' si buttò, non appena si sedettero a tavola. La donna le era accanto, di fronte Rogers e Barnes, gli altri limitrofi.

'Sì, certo. Forse sarebbe meglio smettere di far riferimento ai gradi militari e darsi del tu, se per voi va bene. Credo mi sentirei più a mio agio' lei tentò con Stark; Steve le pareva un tipo rigidissimo e non faceva che scrutarla di sottecchi, fra un boccone e l'altro.

'Ottimo, concordo. Dunque, Rafflesia, ho letto, nel tuo stato di servizio, che non sei sposata. Sei fidanzata, o stai con qualcuno?' il Direttore lanciò la bomba, nel mezzo del pasto.

Che razza di richiesta cretina e poco opportuna! Bruce alzò gli occhi al cielo, ci mancava si mettesse a cazzeggiare pure Tony. Comunque, un po' di curiosità l'avevano, era una ragazza tanto bella.

La Tyler replicò, meravigliata 'Non frequento nessuno, in questo periodo. Perché volevi saperlo? Sarebbe stato un problema?'.

Rogers, stranamente sollevato dalle parole appena pronunciate, si voltò verso Stark, che aveva, in viso, quell'espressione peculiare e compiaciuta di quando fregava qualcuno.

'Tutt'altro. Stasera ci sarà una festa, organizzata dallo S.H.I.E.L.D., per il compleanno di Steve, che cade proprio oggi! Vorrei che lo accompagnassi! Si tratta di lavoro!' si era buttato.

'Assolutamente no, ti avevo detto che mi sarei introdotto da solo!' il Capitano quasi si alzò dalla sedia, gridando. Poiché i commensali dei tavoli attigui si erano girati verso di lui, si rimise giù. Detestava le chiacchiere. 'Perché?' sibilò, a bassa voce.

'E' l'occasione per presentare Rafflesia alla stampa, come componente della squadra. Soprattutto, visto l'ultimo party a cui abbiamo partecipato tutti assieme, vorrei un po' di tranquillità. Si tratta di poche ore. A mezzanotte, mangiata la torta, sarai libero di fare quello che ti pare, con chiunque tu voglia, come al solito' il collega tentò di convincerlo, ricordando la rissa che avevano dovuto sedare ed in cui Steve era stato pesantemente coinvolto, mesi prima, in una nota discoteca della città.

'Tony, non ha tutti i torti, ci siamo conosciuti stamattina...' la moretta non era affatto contenta.

'Mi dispiace che non vi aggradi...tuttavia, sono il vostro capo, e per quello che mi riguarda è un ordine. In caso contrario, annullo la festa; dei soldi sprecati, non mi interessa' minacciò.

'Sei diventato un ricattatore?! Va bene, mi arrendo!' Steve dovette acconsentire, aveva invitato tanta di quella gente e non poteva tirarsi indietro all'ultimo; tutto sommato la collega era molto carina, con lei a fianco avrebbe fatto un figurone e dopo averla riaccompagnata, avrebbe dato inizio alla vera baldoria con le altre pollastrelle, che teneva in caldo.

Il Tenente annuì, malvolentieri.

'Perfetto, vi manderò a prendere da una limousine. Ci vediamo più tardi e mi raccomando la puntualità! Devo andare a letto presto!' Stark si congedò, lasciandoli interdetti.

***

Copertina stupefacente by 8Azzurra, che ringrazio infinitamente! 💘💘💘💘💘💘💘

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