Capitolo 2 Il compleanno di Steve

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Arrivato sotto casa sua, si augurò fosse puntuale, come richiesto da Tony. Era già lì, e lo aspettava, all'interno del portone del palazzo.

Beh, meno male...le sue sgallettate lo facevano attendere per ore, a volte, ed era snervante.

Scese dall'auto, per farla accomodare e salutarla. Gli venne incontro, seria, un vestito di seta ed organza rosso scuro, con delle bretelline, scollato sulla schiena, la stoffa leggera della gonna che si apriva, lateralmente, come un fiore che sbocciava, i sandali altissimi scuri; un trucco impalpabile e sofisticato, i capelli sistemati sulla nuca, con delle mollettine ricoperte di strass, nessun gioiello tranne l'orologio di foggia maschile ed una piccola pochette a forma di bustina. Semplice, elegante e raffinata! Proprio una meraviglia; non era abituato a donne di quel genere!

'Ciao' le aprì lo sportello e lei salì.

'Buonasera, Capitano'.

'Steve, per favore...si era detto niente gradi' la pregò.

'Sì, tu però sei Capitan America' lo redarguì, ridendo.

'Appunto, non ricordarmelo!'.

'Steve, allora; mi spiace che Tony ci abbia incastrato in questa specie di assurdo appuntamento. C'è qualcosa che devo sapere?'.

'Ho il divieto assoluto di provarci con le dipendenti dell'Agenzia e le colleghe. Quindi, obbligandomi a presentarmi con te, è sicuro che stasera non combinerò i miei soliti guai. Devo scusarmi io, non tu, per questo coinvolgimento' era stato sincero.

'Ci sono stati dei problemi, in passato?'.

'Tendo a mettermi nei casini, da un po' di tempo a questa parte. Cerco di divertirmi il più possibile e di godermi la vita, come piace a me. I miei amici non condividono le scelte che ho fatto nell'ultimo periodo'.

'A volte capita. L'importante è che sia soddisfatto, contento! Lo sei?'.

Titubò 'Penso di sì'. Era graziosissima e gentile. Aveva al polso sinistro un orologio, da pilota, poco confacente all'abbigliamento tanto elegante obbligatorio per la serata. Lo incuriosì...

Caspita, non le aveva nemmeno portato nulla, di solito non si presentava a mani vuote. Ebbe un desiderio. Bussò al vetro divisorio della limousine e quando l'autista lo abbassò, gli chiese di fermarsi, un paio di isolati più avanti.

Scese al volo 'Aspettami, torno subito!'.

Lo vide sparire in un minuto, nel suo smoking scuro; le parve in un negozio di fiori. Rifletté, nel frattempo. Doveva ammetterlo, era l'uomo più attraente che avesse incontrato. Un bel corpo, ed un bel viso. Gli occhi azzurri, luminosi. I capelli castani chiari, leggermente lunghi. Il candido sorriso e la barba gli donavano un'aria molto sexy. La cosa che le piaceva di più era il suo aspetto da bravo ragazzo. Quello della porta accanto, quello da sposare. Non le erano mai interessati gli stronzi, i tormentati. Tuttavia, ciò che aveva letto e sentito su di lui corrispondeva alla persona che si era ritrovata davanti, almeno in parte; comunque era come voleva mostrarsi agli occhi del mondo, un dongiovanni alla ricerca continua di sesso occasionale.

Tra un pensiero e l'altro, lo vide ritornare e sedersi accanto, una scatolina di plastica trasparente fra le mani. 'Ecco, è per te!' le porse l'astuccio, che conteneva un nastrino da polso, rosso scuro, dello stesso colore del suo vestito, con sopra due rose bianche intrecciate. Faceva molto ballo dell'ultimo anno del liceo. Tuttavia, era veramente delizioso e romantico.

Lo tolse dalla scatola e lo indossò 'Grazie, è splendido, adoro le rose bianche! Non dovevi!'.

Certo di aver colto nel segno, controbatté 'Volevo, però! Mi faceva piacere, sul serio'.

Ci fu un attimo di imbarazzo ed alcuni minuti di silenzio, intanto che giungevano al locale. Gli era parsa un pochino sulle spine, non solo per il regalo.

'Tutto bene?'.

'No. Steve, perdonami, non sono granché amante di eventi sociali, fotografi, giornalisti e riflettori. Devo dire o fare qualcosa di particolare?'.

Gli fece tenerezza, pareva una bambina in difficoltà 'Stai tranquilla, io sono abituato. Ora che arriviamo, seguimi. Ti starò vicino ed entreremo, come nulla fosse. Non rispondere ad alcuna domanda. I media sono avvoltoi ed interpretano sempre tutto nel modo sbagliato!'.

C'era già una miriade di persone posizionate ad aspettarli; cameraman, giornalisti e semplici fan. La festa del Capitano era un evento. Quest'ultimo fece come promessole. Le aprì la portiera, la prese sottobraccio e l'accompagnò sul red carpet, davanti l'entrata. Dalle transenne urla e grida, pupazzi di pelouche lanciati verso Rogers, ragazze che piangevano. Un delirio. Lui si fermò per qualche autografo e foto, sempre tenendola stretta, accanto a sé, e provando a sorriderle. Sembrava terrorizzata, da quella folla.

'E' la tua fidanzata, Cap?' chiese un giornalista.

'E' il Tenente Rafflesia Tyler, il nuovo componente degli Avengers!' la presentò.

'Da quanto state insieme? Siete una coppia bellissima!' un'altra voce strillò. Le altre persone si allinearono, battendo le mani ed incitando 'Bacio, bacio' oppure 'Solo un bacio, solo uno scatto, dobbiamo lavorare anche noi!'.

La donna era turbata da tanti schiamazzi e dal loro tenore. Il collega la prese per mano, trascinandola all'interno del locale, sito all'interno di un grande albergo 'I soliti sciacalli, non badarci, vieni!'.

Fortunatamente, riuscirono ad entrare, senza ulteriori problemi. Limitrofi all'ingresso, ad aspettarli, Tony ed una donna bionda, molto fine, con in braccio un bambino moro, che piangeva a dirotto.

'Avevo detto niente ragazzini! Come vi è saltato in mente di portare Danny alla festa?' Steve si lamentò.

Pepper, sull'orlo delle lacrime anche lei, gli rispose malissimo 'La tata ha l'influenza, non sapevo a chi lasciarlo e sono giorni che strilla a tutte le ore, non dormiamo più...che dovevo fare? Invece di ringraziarmi perché ho fatto di tutto per non mancare!'.

Il piccolo era paonazzo nel volto, rigato da lucciconi.

'Posso provare?' la Tyler allargò le braccia, per farsi consegnare il pupo 'ho fatto la baby sitter, per molti anni, per pagarmi gli studi e ci so fare con i bambini...magari ha qualche colichetta'.

La bionda fu incerta.

'Lei è Rafflesia, te ne avevo parlato, Pep...dai' suo marito la esortò.

'Mi spiace, il tuo vestito è così bello: se lo sporcasse, come faresti?' l'altra era preoccupata.

'Lo porterò in lavanderia, comunque! Sei carino carino...' acchiappò il piccolo, gli dette un bacino e lo mise a pancia in sotto, utilizzando entrambe le braccia per cullarlo. Quello si zittì, all'istante.

'Sei brava sul serio!' Steve si complimentò.

'Grazie, è un miracolo' mormorò Tony.

Pepper si sedette, sconfortata e stanca morta, su un divanetto.

Rafflesia fece un cenno a Stark e lui la raggiunse.

'Direttore, ti conosco da poco, ma sia tu sia tua moglie avete delle occhiaie profonde. E necessità di riposo...in quest'hotel ci saranno delle camere libere e sei miliardario. Dammi retta, andate a dormire qualche ora, terrò io Danny. Lasciami la borsa del cambio e il seggiolino e dimmi quando deve fare la prossima poppata! Fidati, starà benissimo e tu non rischierai il divorzio!' fu assertiva e molto cortese.

Tony la osservò, rimuginando qualche secondo 'Rogers, non è che ti offendi se scompariamo?'.

'Figurati, ha ragione lei!' in effetti, i due amici erano a pezzi e la ragazza sapeva il fatto suo.

'Provo a convincerla!' si diresse verso Pepper, che acconsentì immediatamente, sollevata. Il Tenente le aveva fatto un'ottima impressione, e il figlio dormiva come un angioletto.

'Sei stata davvero in gamba, entriamo!' il Capitano, con la sacca dei pannolini in una mano ed il seggiolino nell'altra, la sospinse, in direzione dei suoi numerosi ospiti, che, pronti per gli auguri e gli abbracci, si zittirono, non appena videro il piccolo addormentato.

Certo, rifletté Steve, sai che serata si presentava!

'Ciao...guarda come dorme il diavoletto...come ci sei riuscita?' Banner, sopraggiunto, aveva dato un buffetto al bambino, di cui era padrino di battesimo. Il dottore era un uomo piacevole, occhi marroni e capelli castani perennemente arruffati, gli occhiali da vista che gli davano un'aria da studioso.

'Con un po' di calma e di pazienza; sai, a volte, i genitori sono troppo coinvolti, troppo emotivi!'.

'Vero! Ti possiamo aiutare?' Bucky si offrì.

Cavolo, invece di fargli da spalla per il rimorchio, con tutte le ragazze che già aveva adocchiato e che lo attendevano adoranti, perdeva tempo col moccioso! Cap era fuori di sé.

'Non saprei. Trovatemi un posticino tranquillo, lontano dalla confusione!' li pregò.

'Sì, ottima idea, c'è già un caos pazzesco! Steve, hai invitato troppe persone, come al solito, e nemmeno li conosci. Sarebbe stato meglio organizzare solo fra noi' si lamentò Thor.

'E' un party ed è il mio compleanno, mica una messa! Siete dei rompiscatole, potevate rimanere a casa, invece di presentarvi col muso lungo fino ai piedi, senza un minimo di voglia di divertirvi. Comunque, a mezzanotte tolgo le tende, statene certi e senza di voi!' inquieto, si allontanò.

Barnes e Sam avevano individuato dei sofà, con una tavolo annesso, leggermente defilati e si erano seduti tutti lì, tranne Rogers. I colleghi erano andati in avanscoperta al ricco buffet, e tornati con piatti stracolmi di leccornie. Erano amabili e molto simpatici. Rafflesia aveva apprezzato la loro gentilezza. In fondo, erano ragazzi normalissimi. Dopo un'oretta, preparò il biberon per il piccolo, che si era destato e glielo somministrò. Quando si accorse di doverlo cambiare, pensò fosse meglio qualcuno la accompagnasse in bagno, gli altri erano al bar per una gara di shortini e preferì non disturbarli.

Notò che il Capitano, fra una chiacchiera e l'altra, si era fermato, da solo, a bere una birra e tentò con lui. Prese la borsa e gli andò vicino 'Scusami, mi aiuteresti con Danny?'.

Un incubo, questo ragazzino...'Che ti serve?'.

'Vieni ai servizi con me, sto più tranquilla!'.

La seguì, scocciato.

Lei entrò, nella toilette, dov'era il fasciatoio e, con mosse abilissime, cambiò il pannolino, dando a Steve quello sporco. 'Buttalo nel cestino, per piacere!'.

'Che puzza mostruosa...diavolo, un compleanno davvero di merda...oh scusa, mi è scappato!' la solita figuraccia, con quella ragazza non ne erano mancate.

Lei sghignazzò 'Figurati, ti capisco, ho trascorso tutta la serata con un mocciosetto di quattro mesi... delizioso, devo dire!'.

'Tieni duro, Cenerentola!' provò a essere spiritoso 'E' proprio bellino. Vorresti dei figli tuoi?' aggiunse, guardando Danny.

Chissà perché glielo aveva domandato...si rabbuiò 'Ho dei problemi all'utero, è molto improbabile che riesca a rimanere incinta!'. Non lo raccontava a nessuno, le era uscito con insolita naturalezza.

L'altro rimase senza parole 'Scusa, mi spiace, dico sempre la cosa più scema!'. Si mortificò, evidentemente, per lei, era un tasto molto dolente ed indigesto.

'Non importa, lascia stare...' fece la vaga, rientrando nel salone, col bambino in braccio.

'Giratevi da questa parte! Una bella foto, Capitano!' un fotografo fece diversi scatti, immortalandoli tutti e tre insieme 'Siete proprio favolosi e vostro figlio vi somiglia moltissimo!'.

'Non è nostro...guarda che roba, che idioti' Steve si stava stizzendo.

'E' inutile che te la prendi; il piccolo ha i capelli scuri come Tony e come Rafflesia e gli occhi azzurri come quelli di Pepper ed i tuoi, mica c'è nulla di male ad averlo pensato!' Sam provò a calmarlo.

'Per fortuna, non è tuo, Rogers...con un padre come te, sai come veniva su! Isterico!' Bucky lo prese in giro.

'Vi detesto, stasera mi state irritando più del solito!' tornò dai suoi invitati, per evitare ulteriori questioni coi colleghi.

Il Tenente Tyler fece riaddormentare il piccolo e lo posizionò nel seggiolino, lasciandolo a Banner e Thor, che le parvero adatti alla funzione. Voleva almeno fare un giro. Si sentiva osservata, e non sarebbe potuto essere altrimenti: era il nuovo componente gli Avengers e donna.

Si servì di un cocktail alla frutta ed uscì sulla terrazza. La serata era tiepida ed il cielo terso. Si vedevano le stelle, e giocò a riconoscere le costellazioni più note.

'Troppo casino dentro?' la voce del Capitano alle sue spalle. L'aveva seguita!

'No, mi ero incantata a guardare le stelle, hanno sempre il loro fascino...'.

L'uomo la contemplava, assorto, fissandola 'I tuoi occhi sembrano stelle...è una sfumatura di blu particolarissima, mai vista...'.

Lei non rispose, stupita di quel complimento inaspettato. Sentì che le sfiorava il polso sinistro, passando la mano sopra l'orologio e si ritrasse.

'L'avevo notato prima in auto...come mai porti un orologio di foggia tanto maschile, n un'occasione come questa?' il contatto con la sua pelle lo aveva avvinto ed era molto interessato all'oggetto. Era un cronografo in metallo, sia la corona sia il cinturino, col quadrante nero, con delle ali stilizzate all'interno...forse un Breitling.

'Era di mio papà, il riconoscimento dell'Aeronautica quando è diventato Tenente. Ha voluto darlo a me, e non lo tolgo mai'.

'Quindi ho capito bene, anche tuo padre volava?'.

'Sì, è Colonello dell'Aviazione degli Stati Uniti, ora in pensione. E' piuttosto famoso...pilotava i jet durante la Guerra del Golfo, forse ne avrai sentito parlare' minimizzò.

'Andrew Tyler? Scherzi?'.

'No, è lui!'

'E' un eroe di guerra, ha guadagnato tutte le onorificenze possibili! Cavolo, se buon sangue non mente, con te abbiamo fatto un affare' Steve era piacevolmente meravigliato.

'Capitano, ho imparato prima a volare e poi a camminare, già a pochi mesi di vita, mio padre mi portava con sé; per il resto non so...per pilotare, non mi batte nessuno' non lo disse per vantarsi, il tono era discreto e contenuto.

'Sono curioso di vederti all'opera! Non sta bene? Stamane ne parlavi con Jim!'.

'Il male del secolo, purtroppo; è complicato e no, non sta affatto bene, grazie per avermelo chiesto' non era solo stronzo, Capitan America; era affabile e cortese, quando voleva, quel poco che voleva!

'Prego; mi dispiace moltissimo, gli auguro il meglio. A proposito di auguri, mi tocca spegnere le candeline! Mi fai compagnia? Lo faccio e ce ne andiamo' la invitò a seguirlo.

***

Grazie a Dio, Steve aveva soffiato sulle sue candeline, e mezz'ora dopo, aveva salutato tutti, per congedarsi insieme alla Tyler, che aveva restituito il figlio ai coniugi Stark. Il piccolo dormiva ancora, con un'espressione angelica nel volto, ed i suoi genitori l'avevano ringraziata decine di volte.

Lei e Cap avevano ripreso la limousine.

'Non ce la facevo più, che pesantezza sono diventati i miei amici. Ti lascio a casa e continuo la serata, senza di loro, ovviamente' Rogers aveva già fatto programmi.

'Dove vai di bello?'.

'In un altro locale, con delle amiche. Una festicciola più riservata. Ti va di partecipare?' Non le pareva il tipo e non avrebbe dovuto invitarla, però aveva provato. L'attirava parecchio e l'idea che frequentarla fosse proibito e lei intoccabile rendeva il tutto più eccitante. Una sfida.

'Meglio di no' glissò.

'Capisco. Non ti fidi e non ti piaccio. Strano, hanno tutte un debole per me' mormorò, divertito.

'Siamo colleghi e Tony mi è parso chiaro, su questo punto. Ti conosco poco e le cose che ho letto sui giornali sono state confermate dai tuoi comportamenti, almeno in parte...'.

'Sono una cattiva frequentazione, intendi?'.

'Non mi permetterei mai e non credo sia così. Steve, cambiamo discorso, sennò non ne usciamo. Tanti auguri!' aprì la pochette e gli porse una busta di carta, ivi contenuta.

'Cos'è?'.

'Apri e lo scoprirai!'.

Strappò la parte superiore, sgranando gli occhi. Due biglietti, per la finale dei play off degli Yankees. Posti da urlo! Porca miseria, un super regalo!

'Grazie...sapessi quanto li ho cercati. Come lo sapevi?'.

'Stamattina ho sentito Bucky che ne parlava con Sam. Buon compleanno!'.

'È la cosa più bella di questa giornata! Grazie infinite!'. Era colpito.

'Anch'io adoro il baseball e sono molto tifosa della squadra. Ero certa ti avrebbero fatto piacere!'.

'Più che piacere!' Era esaltato.

'Sono contenta...ciao, a domani...divertiti, buona serata' lo salutò, scendendo dall'auto.

'A domani, Tenente!' Non la perse di vista, fino a che non entrò nel portone del suo palazzo, i biglietti ancora in mano, la bocca asciutta, uno strano senso di vuoto nel petto. Si sentì uno stupido, come ai tempi di Brooklyn, quando era alto un metro e mezzo.

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