Capitolo 7 L'amore, stavolta!

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Gli ospiti si erano cortesemente accomiatati, nel tardo pomeriggio. L'appartamento era un disastro, bicchieri di plastica e rimasugli di cibo, ovunque. Steve girava con un sacco nero per il pattume, tentando di riordinare.

'Lascia stare, domani mattina verrà la signora delle pulizie. Ha le chiavi e sistemerà tutto' la Tyler lo aveva informato e lui aveva smesso.

'Se non hai bisogno di altro, vado via. Oppure ti accompagno a casa tua, come preferisci!' lo mormorò, mestamente. Era ancora molto turbato dalla scoperta del regalo che Andrew gli aveva fatto trovare e dell'assenza di soluzioni al suo problema principale...scusarsi con la ragazza.

'Ci sarebbe una cosa...una volta mi hai detto che correre in moto ti aiutava a liberare la testa dai pensieri...mi porteresti da qualche parte? Sempre se ti va e te la senti!' fece la sua insolita proposta.

'Certo...Non ci crederai, avevo avuto la medesima idea' lo aveva pensato per davvero.

'Ci credo, invece...'.

'Dove ti piacerebbe andare? Scegli tu!'.

Fu decisa 'Al mare!'.

Rogers amava la velocità e guidava egregiamente. Aveva fatto lo slalom con la Harley fra le auto, nel tratto stradale cittadino. Appena imboccata la superstrada, molto più libera, aveva dato gas.

Rafflesia si era ritrovata a stringerglisi saldamente, per tenersi in equilibrio. 'Capitano, mi pare quasi di volare!' Era la stessa sensazione, diversa ed analoga insieme. Lanciata sull'asfalto, tagliando l'aria ed il vento, la moto era come il jet. Ed aveva ragione il collega. La sua mente era vuota, scevra di ragionamenti, almeno in quel tragitto.

L'uomo aveva scelto una località balneare poco distante da New York, ed aveva parcheggiato davanti alla spiaggia. Un muretto separava il marciapiedi dalla battigia e si erano seduti lì, ad osservare il tramonto.

Lui era silenzioso, come mai.

Il Tenente, che aveva imparato a riconoscerne intenzioni e timori, lo spronò 'Spara, Steve!'.

'Come?'.

'Hai qualcosa che ti frulla in testa e non sai se dirmela...' rise, gli occhi fissi sulle onde.

Dio, quella donna era telepatica 'Non merito il modellino che tuo padre mi ha voluto lasciare. E nemmeno l'orologio...'.

'Il Quinjet in scala era un regalo che sentiva di farti, col cuore, è evidente; temo non possa rimandarlo al mittente. Non lo terrò al tuo posto e non credo tu voglia darlo ad altri, eri talmente contento quando lo hai visto!' lo bisbigliò, dolcemente.

Non faceva una piega come argomentazione e non controbatté. Ora si trattava di affrontare la questione che più gli premeva. 'Forse non è il momento più opportuno per chiarirsi. Vorrei ridarti il Breitling...se avessi una bacchetta magica, cancellerei quella serata...Ed i miei assurdi comportamenti!'.

'Io no. Non cancellerei nulla...doveva andare così' lo stupì 'compreso Steve...oh...Steve' Ridacchiò, ricordando lui che le faceva il verso.

Si era voltata, scrutandolo, mentre arrossiva, ed aveva continuato 'Ho scommesso l'orologio ed ho perso...riprenderlo non sarebbe corretto. E...Steve...mio padre ti si è tanto affezionato, nel momento più difficile della sua vita e della mia. Desidererei che lo tenessi, per favore' lo pregò.

Si era preparato 'Immaginavo una risposta simile. Ho pensato che potremmo fare un baratto, insomma una permuta. In cambio del Breitling...questo!' Dal portaoggetti della moto, tolse una bustina trasparente, dentro il cappellino da baseball degli Yankees degli anni Quaranta...glielo porse.

Rafflesia si intenerì, enormemente. Lo prese, lo indossò e, alzandosi, si rimirò nello specchietto dell'Harley, più limitrofo.

Il Capitano, di nuovo seduto, la guardava.

'Sto bene?' gli domandò.

'Molto...' Era magnifica.

Era vero, glielo lesse in viso!

'Sai che c'è, Rogers...' gli si avvicinò 'è stupendo e apprezzo l'idea, sapendo cosa significhi per te...però te l'ho detto, a suo tempo. Sono scaramantica e continuerò a mettere il mio, comunque, per tutte le partite che verranno. Tenere questa meraviglia in un cassetto, sarebbe un delitto...facciamo così...quando andremo a vedere i match insieme, me lo presterai...che ne dici? Accetti?'.

Era tanto premurosa e sensibile. Si sciolse e non poté che annuire.

La ragazza gli sistemò il berretto sul capo 'Sta meglio a te...'.

Si era fermata, in piedi davanti a lui, ancora seduto sul muretto. Gli occhi blu come il mare agitato alle loro spalle.

Gli carezzò il volto, con entrambe le mani, le dita fra la barba, e sul contorno delle labbra, sorridendo. Steve trattenne il respiro, sconvolto. L'aveva perdonato forse dei suoi modi eufemisticamente sgradevoli?

Ne fu certo, sentendo le labbra morbide che sfioravano le sue, per aprirsi subito dopo in un bacio più ardente ed appassionato. Si era messo in piedi, per stringerla a sé...'Non merito nemmeno questo' il senso di colpa lo annientava, ancora non riusciva a liberarsene.

'Andiamo a casa mia, Capitano?' Sembrò in apparenza non averlo udito e fece la sua controproposta, salendo sul sellino della moto e rimettendo il casco.

Rogers acconsentì, stupefatto e terrorizzato.

***

L'appartamento di lei era piccolo ma delizioso. Ordinato, arredato in maniera semplice ed elegante.

Steve era in imbarazzo. Intimidito. Non le aveva detto una parola.

Il Tenente pareva tranquilla, invece. Lo aveva preso per mano e condotto nella sua stanza da letto. Aveva iniziato a sbottonargli i pantaloni, estratto i lembi della camicia e si era dedicata a quella, ed alle sue labbra.

Lui era rimasto a torso nudo, a farsi accarezzare e baciare, estasiato dal tocco gentile delle sue mani e della sua bocca, lieve.

Atteso un po', aveva fatto lo stesso. Slacciatole i jeans, l'aveva liberata della camicia ed abbassato la candida canottiera di pizzo, sotto un meraviglioso reggiseno abbinato. Lo sganciò e glielo tolse, liberando le squisite mammelle. Tra mille remore...le splendide e carnose sfere, da stuzzicare, da gustare...davanti a sé...Cavolo, l'aveva fatto tante di quelle volte...e, ugualmente, con lei, sesso sfrenato...Non riusciva quasi a toccarla!

Rafflesia se ne accorse 'Che c'è?'.

Fu sincero 'Ho paura...'.

'Di me?'.

'Sì. Che mi farai soffrire, che mi mentirai, e tutto il resto...'.

'Siamo pari, fifone...essere un fazzolettino da gettare dopo l'uso, non mi si confà...ho capito che devo rischiare, con te' Lo baciò sul collo, sensualmente 'Oggi ho parlato con Bucky...' lo informò.

Mai che Barnes si facesse i cavoli suoi!

'Sostiene che vuoi solo me...è vero?'.

'Sì...' mormorò. Riduttivo, Buck! Almeno ti sei tenuto, pensò.

'Siamo pari, pure in questo, Capitano. Io voglio te...' Lo baciò, in maniera diversa, molto più appassionata, facendogli scendere i jeans, fino alle caviglie. Si staccò, si liberò dei propri, lo prese di nuovo per mano e lo guidò verso il letto. 'Qui niente testata da incidere...' asserì, spostando le lenzuola 'Con me, soltanto amore'.

Accomodandosi accanto a lei, notò sul comodino la polsiera con le rose bianche, che le aveva regalato la sera del party. Erano appassite e quasi secche. La indicò, stupito 'Perché l'hai tenuta?'.

Rafflesia lo guardò, gli ammalianti occhi del colore dell'oceano in tempesta, bisbigliando 'Perché me l'ha regalata l'uomo di cui mi sono innamorata...'.

Steve, emozionato, si voltò, di fianco, dandole le terga.

Gli si accostò, amabilmente. I suoi seni lo istigavano, sulla pelle liscia della schiena, il suo respiro addosso lo avvinceva.

Qualche attimo dopo, sentì la sua bocca sulle spalle...tanti piccoli succhiotti, da sopra la scapola fino al collo e poi a salire sul mento, sulla barba...una delizia...Si voltò verso di lei e la Tyler unì di nuovo le labbra alle sue, gradualmente. Un tempo interminabile, infinito. Una miriade di baci. Si mise supino e la donna continuò. Sul torace, sullo stomaco, sull'inguine, all'altezza dell'ombelico, fra le gambe, sopra la stoffa dell'intimo, teneramente, nella parte morbida fra le cosce. Gli parve di vaneggiare, dal desiderio...la compagna lo comprese e si fermò 'Steve, vuoi fare l'amore con me? L'amore, stavolta...'.

'Sì...' bisbigliò, preso.

Rafflesia lo aiutò a togliere i boxer e si liberò delle mutandine. Si sistemò sopra di lui, iniziando a muoversi, lentissima e voluttuosa 'Hai sempre fretta...vivi tutto nel modo sbagliato...' lo rimproverò, prendendogli le mani con le sue. Teneva un ritmo così piacevole che pensò avesse ragione, era diventato frenetico, in ogni aspetto.

Si portò le sue mani alla bocca e le riempì di baci, dappertutto, su ogni dito ed ogni falange. Poi se le posizionò sulle mammelline tenere, affinché Rogers potesse contraccambiare le sue carezze.

I fianchi morbidi della donna, uniti ai suoi, oscillavano, in una cadenza paradisiaca. Le carni umide e avvolgenti lo stringevano, in una presa d'amore.

La femmina sopra di sé, con le sue curve sinuose ed eleganti, era come un'opera d'arte, in cui il pittore aveva riprodotto per mero caso e forse per sbaglio pure la sua immagine...fortunatamente, però.

Rafflesia lo scrutò, con i suoi occhi blu, dolcissima e rapita da quel legame fisico che stavano vivendo. Sentì l'irrigidimento ulteriore del Capitano e si mosse un pochino più veloce, mischiando il proprio godimento all'appagamento del partner che vaneggiava sotto di lei, terminando quella danza frenetica.

Appena tornata in sé, lo strinse forte 'E' stato bello?'.

'Meraviglioso... Tu sei bella...ti amo, Tenente Tyler' mormorò, finalmente.

'Ed io amo te, Capitano Rogers' il sorriso scomparve, in un lampo, per lasciar posto ad un volto addolorato. Caddero le sue difese, che aveva tenuto in piedi con tutta la forza interiore che possedeva. Un unico pensiero, dopo l'adrenalina per la giornata appena trascorsa e per gli intensi e passionali momenti vissuti...'Steve, mio padre non c'è più...come farò?' scoppiò in un pianto dirotto.

L'abbracciò, commosso, soffrendo insieme a lei.

***

'Rogers, siamo venuti per prendere la tintarella, oggi pomeriggio. Smettila di guardarmi in quel modo...' Rafflesia si lamentò. Aveva appena finito di mettere l'asciugamani sulla sabbia e ci si era stesa sopra.

Avevano scoperto una spiaggetta poco frequentata...isolata e zero turisti. Il periodo dell'anno non attirava granché villeggianti. Erano solo loro due.

'Ti guardo come mi pare, Tenente' Steve non riusciva a staccarle occhi e mani di dosso. In nessuno momento o luogo.

La ragazza gli aveva chiarito che non potevano tornare a New York più bianchi di quando erano partiti e che avrebbe dedicato il pomeriggio ad abbronzarsi.

Dato che non c'era anima viva, si sciolse i laccetti del reggiseno del bikini, per prendere il sole in topless.

'Non vale così, mi istighi!' L'uomo ridacchiò, vedendola spalmarsi il solare sui seni. Le rubò il tubo di crema. 'Faccio io!' La avvertì.

'Lo sai come finirà...ridammela...'.

'O te la fai spalmare da me o niente' spostò il braccio dietro le spalle.

'Hai vinto...scocciatore' si stese, tranquilla.

Il Capitano le si affiancò e premette la confezione di crema all'altezza del capezzolino destro. Il liquido bianco gocciolò sulla pelle rosea, fresco e profumato. Con i polpastrelli lo massaggiò, sulla puntina rigida e sull'areola, delicato, con movimenti circolari, per spanderlo su tutta la mammella, fino alla base.
'Sei bellissima, amore. E sei mia'.
Ripeté la tortura sull'altro seno...'Steve...oh...Steve...' mugolò lei, fra le risatine. Era il suo modo, unico  e speciale, per dirgli che le piaceva tanto.

Era troppo eccitato per non approfittarne...le sciolse i nodini dello slip del costume. 'Sei impazzito, ci vedranno...'.

'Chi? Non c'è nessuno all'orizzonte...basta una sola tua parola e mi fermerò ' era certo che non gliela avrebbe detta!

Insinuò le dita nel suo boschetto umido...era pronta...le sfilò le mutandine e si insinuò in lei, con le dita, leggero. 'Rogers' gemette, prendendolo in giro 'Sei rimasto un teenager sempre in calore'.

'Per anni, sono stato costretto solo ad ascoltare le esperienze adolescenziali altrui, adesso mi voglio rifare...e non mi pare ti dispiaccia quando ti tocco' aumentò la cadenza e l'intensità della stimolazione dentro la partner, percependone i gridolini ed il solito violento piacere che le provocava in quel modo...si tolse i boxer da mare e le montò sopra. In un attimo era in lei, una spinta dopo l'altra. 'Non sono in calore soltanto io' la schernì, a sua volta.

'Ed io non sono la tua cagnetta, non ti azzardare a parlarmi in questo modo!' controbatte', fintamente inquieta.

'Tu sei la mia puledrina' era tanto dolce, mentre glielo diceva, la bocca sul collo e sul viso, la barba che le pizzicava la pelle...

'Capitano, sei megalomane...credi di essere il mio stallone?' domandò ironica, sentendolo al limite dell'esplosione del proprio climax. Adorava bisticciare con lui in quel modo, era troppo divertente.

'Lo sono eccome' affermò, convinto, con voce roca, scaricando un fiume di ambrosia nella sua cavallina, che si contorceva, deliziata, fra le sue braccia.

***

Era stato semplice, Tony non si era opposto...quando gli aveva chiesto il permesso di allontanarsi qualche giorno con Rafflesia, per una breve vacanza al mare, aveva acconsentito di buon grado. La Tyler aveva bisogno di staccare e riprendersi dal recente lutto. Soprattutto era stato lo sguardo felice ed innamorato di Steve che lo aveva convinto. Era tornato ad essere il Capitano che aveva conosciuto molto tempo prima. Tranquillo, pacato, affidabile, cortese. Addirittura meglio, era al settimo cielo. Il potere dell'amore...Stark e gli altri Avengers si auguravano che l'idillio durasse il più possibile.

La casetta sulla spiaggia che avevano affittato, vicino Cape Cod, era l'ideale, appartata, lontano dal resto del mondo. Facevano ciò che volevano quando volevano. Liberi...quello pensava, all'alba di quell'assolata mattina, il corpo nudo appiccicato a quello della sua donna, che dormiva profondamente. Ne udiva il respiro pesante e, nel contempo, ne rimirava l'armoniosa fisicità...sarà stato come per i maschi e la rigidità mattutina, avrebbe giurato che fosse parecchio su di giri, nel sonno. Il seno era gonfio, le fragoline puntavano il cielo e l'aiuola scura era già colma di rugiada. Forse avrebbe potuto scoprirlo...la baciò, fra le scapole, per destarla...nel dormiveglia, le domandò 'Posso giocare un po', amore?'.

Lei annuì, stordita.
Steve si diletto', senza forzarla, ponendosi nei suoi fianchi, entrando in lei solo di pochissimo. Pian piano si spinse in qualche altro centimetro di tormento nella sua strettura, strusciandosi fra le rotondità delle carni congiunte.
Premette con l'abituale intensità. Aiutato, involontariamente, dagli abbondanti succhi di lei, si ritrovò, in un attimo, a riempirla, in maniera completa. Era scomparso, nel Tenente, con estrema facilità e senza alcun intoppo. In un tunnel aderente e pulsante.

La Tyler, colpita dalla piacevolezza di quell'ennesima completezza, ed ancora insonnolita, fece una battuta 'Capitano, ogni volta è un battesimo del volo con te!'.

'Sì, Tenente, mia adorata' mormorò il partner, sentendola muoversi, sulla propria mascolinità.
Alla ricerca di appagamento, si era spostata per unirglisi di più. Impazzito da quella condizione, affondò, nella collega, con una cadenza regolare... per un paio di secondi... fu travolto dalla beatitudine vibrante di lei che si contraeva, su di sé, intensa. Si stringeva e si rilassava. Soprattutto si stringeva; percepì una scarica elettrica pazzesca su tutte le terminazioni nervose coinvolte...poi esplose in un momento  di lussuria infinita nella donna che amava, intanto che la moretta ne ripeteva il nome, incantata dalla novella estasi che stavano condividendo. Con Steve era tutto naturale, perché loro due si amavano, enormemente.

Mentre si sbaciucchiavano, consumato l'amplesso e la colazione, squillò il cellulare di Rogers. Rispose, controvoglia. 'No, non mi interessa comprarle...e secondo me, non ci sono lettori della sua schifosa rivista interessati a leggere di due che stanno insieme e si amano...faccia come vuole...buongiorno'.

'Chi era? Ti sei innervosito...'.

'Un fotografo...ieri in spiaggia ci ha scattato delle foto, stavamo pomiciando; voleva venderle a me perché non uscissero ma ho detto di no...se non sei d'accordo però lo richiamò era sereno in quel momento, lui che disprezzava i paparazzi.

'Hai fatto benissimo. Odio i ricatti, figuriamoci della stampa. Capitano, te lo avevo detto di tenere le mani a posto, non mi ascolti mai' ridendo gli carezzò la barba ed unì le labbra alle sue.

'Non riesco proprio, quando siamo vicini...per risolvere questo problema devi mandarmi via...mi vuoi lasciare per evitare i miei approcci?' scherzò.

'Ci penserò su!' fece silenzio per qualche istante e lo interloquì, molto seria 'visto che siamo in argomento e non ne abbiamo mai discusso: la foto in cui sono con T'Challa...'.

'Non devi spiegarmi nulla. Ho saputo da tuo padre cosa è accaduto. So che ti ha forzata' il Capitano minimizzò.

'Ti ha raccontato le mie confidenze. Non me ne meraviglio. Però quella vicenda ha causato un profondo strappo tra di noi ed è giusto che tu sia informato di come è andata'.

'Va bene...' era ancora scocciato, aveva ragione lei! Come al solito!

'Gli avevo specificato che, con molta difficoltà, avrebbe formato con me una sua famiglia e che era meglio non frequentarsi, quindi ha chiesto il conto e mi ha riaccompagnato. Questo lo sapevi già. Arrivati sotto casa mia, mi ha scortato al portone. L'ho salutato, dandogli la mano. Contatti diversi non mi interessavano. Mi ha attirato a sé e mi ha baciato, con forza. Io mi sono gelata. Ero incredula e schifata. Deve essere stato il momento in cui hanno scattato la foto. Mi sono scansata, il principe mi ha trattenuto e mi ha detto che così avrei saputo cosa avevo perso...'.

'Che modi assurdi; conosco una persona diversa, solo un combattente, un soldato. Dal punto di vista personale, ci siamo solo interfacciarti in occasioni sociali con gli altri colleghi. T'Challa è abituato ad avere ciò che vuole. Non ha saputo gestire il tuo rifiuto o quello che era...dimmi perché hai accettato il suo invito'.

Rafflesia tentennò.

'Dimmelo...'.

'Me lo chiesto davanti a te e volevo farti ingelosire, tu uscivi sempre con tante ragazze diverse' arrossì, gli occhi bassi. Era la prima volta, che la vedeva imbarazzata, da quando la conosceva. Gli fece una tenerezza infinita.

'Quelle sbagliate, amore' rise di gusto, baciandola sulla bocca.

***

Il gommone oscillava sulle onde. Riposavano, all'ombra del tendalino, sopra i divanetti, già luogo delle loro contorsioni amorose. Steve aveva noleggiato un'imbarcazione di sei metri, per visitare le calette più lontane e fare il bagno al largo. Gommone era leggermente riduttivo, era enorme.

'Rimaniamo un altro paio di giorni?' lui non sarebbe voluto andare via.

'Ne abbiamo già parlato. Dobbiamo tornare per forza, riprendere voli ed allenamenti. Le vacanze sono belle proprio perché finiscono...ne faremo un'altra appena possibile. Lo sai, devo sistemare le cose di mio padre. La banca e, soprattutto, la casa. Che dovremmo farci, secondo te?'.

'Sì, meglio se rientriamo. Dici dobbiamo, al plurale. Io che c'entro? Non voglio mettermi in mezzo, influenzarti...'.

'Siamo un noi, ora...sempre se lo vuoi...'.

Rogers, subito, replicò 'Lo siamo, è chiaro...l'appartamento è molto grande e per noi due è esagerato. Venderlo ora, con la crisi del mercato immobiliare, sarebbe un delitto. Potremmo affittarlo. Certo, prima sarà necessario sgomberare tutti gli oggetti di Andrew. Dove potremmo metterli? Ed a proposito, vieni tu a vivere da me o io da te?'. Stavano concordando i dettagli della loro futura convivenza.

'Casa mia è più comoda, è più centrale. Non è Brooklyn, tuttavia...' rise.

'Mi adeguerò...' la sbaciucchiò, felice.

'Amore, a noi difficilmente servirà una casa spaziosa. Intendo che, coi miei problemi, a meno che tu non voglia adottare un bambino, non saremo più di due...lo hai messo in conto? Se tu cambiassi idea, anche più avanti...ecco...lo capirei...' era incredibilmente malinconica nel confessarglielo. E molto sincera.

'Ha detto bene Bucky. Voglio te. Il resto non mi interessa...' figuriamoci, adesso che l'aveva per sé, si sentiva padrone del mondo!

'Capitano, ora la pensi così, un domani chissà...' lo redarguì, razionalmente.

'Non ho mai avuto velleità di diventare padre. Lo hai visto, i bambini mi piacciono poco. Dopo Thanos, desidero godermi la vita. Da quando ti ho conosciuto, insieme a te. I figli sono una palla al piede, almeno per i prossimi anni non se ne parla. Poi si vedrà, casomai...' era convinto, di quello che aveva detto, parola per parola.

'Bene, meglio così' Lo baciò sul collo e sull'orecchio, sentendolo tremare di piacere. Soprattutto, per quello che sapeva sarebbe venuto dopo.

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