IX

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Il giardino d'inverno era l'orgoglio del padre di Lara, un luogo in cui poteva sperimentare l'incrocio di diverse piante, un posto in cui pareva di essere in piena primavera anche quando fuori la neve avvolgeva tutto. All'interno di quel giardino coperto c'erano piante ovunque, rampicanti, carnivore, esotiche, c'era solo l'imbarazzo della scelta. Una volta avevamo giocato là dentro, l'obiettivo era raccogliere tipi di foglie e di fiori che avevamo visto disegnate su un libro. Sembrava passata un'eternità da quel momento.

-Quindi ora tocca alla mia paura- sussurrò George. Era pallido, molto pallido e Lara si stringeva a lui, come se volesse dargli coraggio e allo stesso tempo cercasse di calmarsi anche lei. Pareva quasi che avesse preso il posto di Sarah.

-Di cos'hai paura?- chiese Peter.

-Dei serpenti-

Ragni, acqua, serpenti...mi sembrava di stare vivendo un brutto sogno.

-Bene- mormorò Peter, poi si rivolse a Lara –non c'è la possibilità di evitare questa stanza?-

Lei scosse la testa. –Il giardino d'inverno è collegato ad una stanzetta che porta al piano superiore, direttamente nello studio di mio padre, così lui può andare avanti ed indietro senza dover passare per altre stanze-

-Quindi non posso proprio evitarlo- disse George, inspirando a fondo.

-Lo studio...dopo tocca a me- mormorò Ambra.

-Una cosa per volta- esclamò Peter –ora occupiamoci dei serpenti- si guardò intorno –ci serve qualcosa per tenerli lontani-

-Il corrimano delle scale- esclamai sfiorandolo –è di ferro, dovrebbe essere abbastanza robusto-

-Ottimo e mi pare che non sia stato fissato bene al muro- esclamò Peter –George, dammi una mano a toglierlo-

Ambra mi lanciò un'occhiataccia, come se la infastidisse il fatto che avessi proposto una buona idea. Peggio per lei.

Peter e George staccarono rapidamente il corrimano, quindi si prepararono ad entrare.

-Dietro di noi, ragazze- ed entrarono nel piccolo, delizioso, giardino d'inverno.

La prima cosa che notammo non appena fummo dentro fu che le piante sembravano essere marce, come se avessero preso un morbo misterioso e letale. Le bellissime rose rosse di cui mio zio era molto orgoglioso, erano appassite ed emanavano un odore talmente dolciastro da risultare nauseabondo. Per terra la ghiaia scricchiolava sotto i nostri piedi. Notai che Peter stava leggermente tremando. Come avrei voluto stringerlo forte a me e sussurrargli che quella brutta storia presto sarebbe finalmente finita. Questo in realtà sarebbe stato come mentire, perché sicuramente quella storia non sarebbe finita presto, a meno che i serpenti non ci avessero uccisi tutti, ma in quel caso sarebbe finito molto male.

-L'uscita è laggiù- sussurrò Lara e tutti noi potemmo vedere la porta nascosta dietro un'enorme pianta dalle foglie a cuore, l'unica che pareva non essere marcia.

-Continuiamo a procedere con calma- disse Peter –non si corre e ci si guarda intorno-

Nessuno rispose, ma tutti noi sentimmo ed ubbidimmo. Un passo per volta. Ambra pareva barcollare nel suo vestito turchese che era diventato verde a causa del fango. Eravamo quasi arrivati alla porta, quando George urlò. Ci misi un attimo a comprendere il perché del suo grido: un serpente si era attorcigliato alla sua caviglia e lo stava trascinando via. Peter balzò in avanti e colpì, coraggiosamente, l'animale con il corrimano...inutilmente.

-Non è un serpente- sussurrai, osservando meglio.

-Radici, sono radici- urlò Lara.

-Ci vuole qualcosa per tagliarle- esclamò Ambra.

-Mio padre tiene le cesoie da qualche parte- disse Lara.

-Corri a prenderle allora- urlò George, ormai in preda al panico, mentre cercava di aggrapparsi ai rami delle piante che aveva accanto.

Lara si mise a cercare tra dei fiori. –Non c'è, le cesoie non ci sono- gridò poi.

Peter indietreggiò. –Mi dispiace, George- disse solo, quindi si lanciò verso la porta.

-Cosa? Non puoi lasciarmi qua, non puoi, noi siamo amici- gridò George con tutto il fiato che aveva in gola.

Ma non potevamo nemmeno rischiare di morire per lui. Lo superammo, solo Lara restò immobile a fissarlo.

-Lara, almeno tu, io ti ho sempre amata, non ho mai voluto sposare tua sorella-

-Non mentirmi- disse lei –so cosa facevate voi due, so tutto, non credere che Sarah non si confidasse con me- e corse alla porta.

Girai la testa per osservare un'ultima volta il giardino d'inverno ed allora potei notare qualcosa che scintillava attaccato al muro, solo un attimo prima che la porta si chiudesse compresi che si trattava di un paio di cesoie.



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