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Ci sedemmo un attimo sulle scale, per riprendere fiato e tranquillizzarci un po'. Eravamo tutti e quattro distrutti. Cosa dovevamo fare?

-Ora tocca a me- sussurrò Ambra, tremante. Lara le circondò le spalle con un braccio.

-Vedrai che andrà tutto bene-

Ambra chiuse gli occhi e potei vedere le lacrime rigarle le guance. –Moriremo tutti-

-Ce la faremo invece- disse Peter, inginocchiandosi davanti a lei.

Ambra gli prese la mano e se la strinse al petto. –Io...penso di doverti dire una cosa prima di continuare e...-

Delle urla la interruppero. George, George che veniva fatto a pezzi o divorato o chissà cos'altro.

-Non ora, Ambra, dobbiamo proseguire prima che ci raggiungano- e Peter l'aiutò ad alzarsi. Notai il modo in cui lei gli posava una mano sul petto, quindi avvicinò la sua bocca al suo orecchio. Non sentii cosa si dissero, vidi solo che Peter sbiancò, ma parve riprendere subito il controllo della situazione. –Ne parliamo più tardi- disse con fermezza e mi chiesi cosa mai Ambra gli avesse detto di così importante.

-Di cos'hai paura, Ambra?- chiese Lara.

-I topi...una volta uno mi ha morsa, i miei genitori temevano che mi fossi presa una malattia, è stato tremendo-

-Almeno il corrimano contro i topi serve- disse Peter, ma non c'era ombra d'ironia nella sua voce.

-Come ci organizziamo per l'ingresso?- chiesi.

-Direi di tenere Ambra in mezzo- disse Lara.

-Sì, è la soluzione migliore- mormorò Peter, pensieroso.

Dopo un attimo d'esitazione cominciammo a salire, un passo per volta. I gradini scricchiolavano sotto il nostro peso, tanto che temetti che si sarebbero rotti sotto di noi facendoci precipitare nel vuoto. Gli addobbi natalizi erano appesi lungo la scalinata, ma non erano addobbi allegri, parevano quasi insanguinati.

Ci fermammo tutti davanti alla porta dello studio.

-Tranquilla Ambra- disse solo Peter, poi abbassò la maniglia e la spalancò.

Lo studio era piccolo con una scrivania in un angolo su cui faceva bella mostra una cartolina di auguri di Natale. Entrammo un passo per volta. La porta che volevamo raggiungere era proprio davanti a noi, così vicina da poterla quasi toccare allungando una mano. Praticamente eravamo arrivate.

Ambra gettò un grido. –I topi, topi ovunque- gridò.

-Dove?- chiese Paul, facendo un giro su sé stesso.

-Là- e Ambra indicò un punto sotto la scrivania, un punto in cui qualcosa si stava muovendo.

-Non è detto che siano topi- mormorai.

E invece erano topi e un attimo dopo i piccoli esseri si lanciarono contro Ambra. Erano ben più grandi di quelli che vedevo nella casa di campagna e per un attimo restai immobile, il sangue gelato nelle vene.

-Aiuto- urlò Ambra, nascondendosi dietro me e Lara.

-Presto- gridò Peter –dobbiamo difenderci-

Fu così che tutti ci mettemmo a scacciarli. Io afferrai un oggetto appuntito che si trovava sulla scrivania e ne colpii qualcuno. Lara iniziò a lanciare tutti gli oggetti che le capitarono tra le mani. Ambra si limitava a cacciarle. Peter roteò un paio di volte il corrimano, quindi si lanciò verso l'altro lato della stanza, un movimento rapido ed elegante, come uno spadaccino che combatte contro un pericoloso nemico.

-Veloci, veloci- urlò Peter, aprendo la porta d'uscita.

Fui la prima a gettarmi dall'altra parte, con Ambra attaccata al mio braccio, dolorante per la stretta, ed in lacrime.

-Mi hanno morsa, mi hanno morsa- continuava a urlare.

Cademmo entrambe a terra, esauste, sul pavimento freddo e polveroso. Peter chiuse la porta non appena Lara passò.

-Ce l'abbiamo fatta- sussurrò lui.



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