XII

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Il nostro prossimo nemico erano le altezze, lo sapevo senza dover neppure chiedere a Peter. Da ragazzini quando giocavamo in giardino lui non voleva mai salire sui muretti.

-Ho il terrore di cadere- diceva in giro, ma un giorno a me aveva detto qualcosa di diverso –ho paura di saltare di sotto, che il vuoto mi attragga così tanto da non riuscire a resisterci...lo so che pare folle, ma è così- ed ora c'era proprio da sperare che lui non ascoltasse quell'oscuro richiamo, perché altrimenti sarebbe finito male.

-Sei pronto a entrare?- gli chiesi, fermi davanti alla porta della biblioteca. Aveva lasciato cadere il corrimano, certo che non avrebbe potuto aiutarlo.

-Non lo sarò mai-

-Ti starò vicino- dissi io –se hai paura chiudi gli occhi, ti guiderò io-

-Grazie- si spinse un po' avanti ed inspirai il suo dolce profumo –io ti seguirò- e aprì la porta.

La biblioteca era davvero enorme. I libri parevano parte della struttura della stanza. L'uscita era dietro una piccola svolta.

-Qui c'è parecchia strada da fare- sussurrò Peter.

E proprio mentre lo diceva il pavimento si sollevò. I libri iniziarono a cadere come foglie e dovemmo portarci le braccia intorno al viso affinché non ci ferissero. Alla fine eravamo a circa venti metri dal pavimento.

-Tutto bene?- chiesi a Peter.

Lui non rispose.

-Peter?-

-Penso di sì...no...sì...dobbiamo uscire di qua il prima possibile-

-Tranquillo, ti guiderò io-

E sentii la mano di Peter stringere la mia. Inspirai a fondo, il cuore in gola per l'emozione, improvvisamente mi pareva di essere tornata a molto tempo prima quando durante un ballo lui mi aveva stretta forte e mi aveva detto che ero la più bella. Oh, come mi ero sentita felice in quel momento, la ragazza più felice del mondo.

Lentamente, molto lentamente cominciai a camminare, stando attenta a non perdere l'equilibrio e soprattutto a non guardare di sotto. L'ampio e pesante abito mi rendeva molto difficoltoso procedere.

-Manca molto alla fine?- chiese Peter.

-No, stai tranquillo- mentii. Doveva solo mantenere la calma e allora saremo arrivati alla fine di quel lungo percorso.

Un libro mi colpì la spalla, provocandomi un forte dolore. Inspirai a fondo e sforzai le mie gambe tremanti a continuare quella camminata sul nulla.

-Ahia- gemette Peter.

-Continua, concentrati sul percorso e non guardare di sotto- ripetei.

I libri continuavano a cadere. Fui colpita nuovamente e capii che era necessario affrettarci. –Dobbiamo camminare più velocemente- dissi, il cuore in gola, stringendo forte la mano di Peter, un modo per darmi coraggio. Un altro libro mi colpì e per poco non persi l'equilibrio.

-Io non posso andare più veloce- urlò Peter.

-Devi, non c'è altra scelta-

E poi sentii la mano di Peter perdere la presa. Mi voltai e fui tirata a terra. Sbattei con violenza il mento e con la mano libera mi aggrappai al bordo di quel ponte appena nato per non cadere. In bocca sentii il sapore metallico del sangue. Peter penzolava per aria, unica cosa che gli impediva di precipitare era la mia mano nella sua. Strinsi con forza.

-Non lasciarmi- gli urlai –non lasciarmi-

-Non puoi sollevarmi-

-Sì che posso, ma tu devi aiutarmi-

Peter allungò il braccio libero e riuscì a stringere il bordo del ponte. Ci volle molta forza, ma alla fine, in qualche modo Peter fu finalmente al mio fianco. Mi sfuggì un sospirò di sollievo.

-Grazie- sussurrò lui, stringendomi a sé.

-Non ti fare più prendere dal panico- gli sussurrai –ho bisogno di te per finire questo gioco-

-E io ho bisogno di te- mormorò lui, sollevandomi delicatamente il mento.

Il bacio fu delicato, proprio il bacio che avevo sempre desiderato da lui, un bacio dolce e romantico, quello di un principe.

-Ci manca solo il vischio- sussurrai.

-Guarda in alto-

Alzai lo sguardo e vidi del vischio pendere dal soffitto, solo che era un vischio scuro, quasi fosse marrone. Ma in fondo il vischio è sempre il vischio e deve pur portare un pò di fortuna.

-Ora andiamo- disse Peter.

Ci rimettemmo in piedi e proseguimmo insieme, fino a quando giungemmo al termine di quell'odioso cammino e superammo la porta. Insieme potevamo superare qualsiasi avversità, di questo ero sicura.



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