XIV

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La stanza degli ospiti conteneva solamente un letto e un comò. Come tutte le altre stanze di quell'orrendo gioco anche quello aveva un'altra porta proprio davanti a noi, così vicina, ma sapevo bene che non saremo arrivati in tempo.

-Stai indietro- mi sussurrò Peter, spostandomi dietro di lui e mettendosi tra me e il letto.

Inspirai a fondo. Una ghirlanda adornava la finestra appannata. Mi chiesi se fuori stesse ancora nevicando.

Non dovemmo aspettare molto perché il mostro uscisse da sotto il letto. Trattenni a stento un urlo, era proprio come nei miei peggiori incubi, una creatura solo vagamente antropomorfa, un essere che quasi si trascinava al suolo, con lunghi artigli che rigavano il pavimento e denti aguzzi e sporgenti. Emetteva dei versi orrendi, quasi fosse agonizzante.

-Corri- mi urlò Peter, lanciandosi su di lui.

No, non lo avrei lasciato solo, in quel gioco dovevamo restare uniti. Sollevai il sopramobile e colpii anch'io il mostro con tutte le forze che avevo, tanto che alla fine mi doloravano le braccia. Liquido scuro usciva dalle ferite dell'essere. Sia io che Peter colpimmo con la forza della disperazione, quella che spinge a compiere qualsiasi gesto pur di salvarsi.

-Andiamo- disse Peter, quando vedemmo che l'essere restava immobile. Mi prese per mano e mi tirò con sé, fino alla porta che aprimmo rapidamente e dietro la quale ci nascondemmo, tirando un lungo sospiro di sollievo.

-Ce l'abbiamo fatta- urlai, saltando e aggrappandomi a lui. In quel momento ero certa di poter fare qualsiasi cosa.

-Cosa ti avevo detto?- gridò lui, sollevandomi e facendomi fare un giro su se stesso.

Oh, come lo amavo in quel momento, come lo amavo! E poi vidi qualcosa cadere per terra, un foglietto. Oh no, il mio desiderio! Ma non era il mio desiderio, bensì quello di Peter e fu allora che lessi il suo desiderio.

Sposare Ambra

E il mondo mi crollò addosso.

Peter si chinò rapidamente per prendere il foglio, ma ormai era troppo tardi.

-Tu ami Ambra- mormorai, fissandolo negli occhi, incredula.

-Non l'amavo, non come te-

-Allora perché hai scritto che desideri sposarla?- gli chiesi, fuori di me dalla rabbia.

-Era solo per gioco, nulla di più-

Mi allontanai da lui.

-Aspetta, io non l'amavo, lei era...facile-

Mi bloccai e mi voltai a guardarlo. C'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Strinsi forte il sopramobile che colava del sangue del mostro. –Cosa vuoi dire?-

-Non era certo il tipo di donna che un uomo vuole sposare-

-Cosa vuoi dire?- gli chiesi e la mia voce rimbombò nella stanza.

-Era incinta-

Mi sentii gelare e ripensai a quello che lei gli aveva sussurrato nell'orecchio, all'espressione di lui, al fatto che non fosse riuscito a portarla fuori dalla stanza .

-Di chi era il bambino?-

-Non lo so, davvero, era una ragazza facile, non come te-

Non come me. Quelle parole parvero rimbombarmi in testa. Perché Peter avrebbe voluto sposare Ambra, non me, lui voleva la ragazza facile ed io questo proprio non potevo sopportarlo, proprio no. Avevo ancora stretto in mano il sopramobile. Senza ulteriore indugio lo sollevai e colpii. Il sangue schizzò ovunque. Peter cadde a terra senza neppure un lamento, svenuto o morto, non aveva importanza. Mi voltai e mi diressi verso la soffitta per terminare il gioco.


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