19 - In alto con te

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Hilary

Ho accettato il suo invito solo perché mio padre è entrato nella mia stanza esattamente due secondi prima che Brad la lasciasse.

Solo per questo, non perché mi piace.
Giuro.

Se avessi avuto più tempo per rifletterci, probabilmente lo avrei cacciato senza pensarci due volte.

Eppure il tempo non l'ho avuto e sono stata costretta ad accettare.

Costretta?....

Forse non è la parola giusta, forse mio padre è entrato in scena per un motivo, forse alla fine ci ha fatto un favore.

____________________

Domenica mi è piombata addosso come un fulmine a ciel sereno.

Brad mi ha promesso che saremmo andati al luna park e per fortuna da soli, senza i suoi scomodi amici.

<<Papà vado al luna park oggi! Ok?>> sto entrando in cucina, mio padre sta preparando le omelette. Decido di non mentire, almeno in parte.

Erano una specialità di mia madre, ma lui anche dopo la sua morte non ha smesso di cucinarle per noi.

Non gli vengono bene allo stesso modo però.

<<Con chi vai? Lo sai che sei appena stata graziata dalla punizione, vedi di non cacciarti nei guai adesso...>> me lo dice con tono quasi minaccioso, ma questa volta non farò tardi e rispetterò i suoi orari.

<<Vado con Maggie e con altri amici, puoi stare tranquillo.>>  so che è una bugia ma se gli avessi detto di Brad non mi avrebbe permesso di andare sicuramente.

"Ok, hai il coprifuoco alle undici e lo sai... Un minuto di ritardo e ti chiudo in casa fino a ventuno anni! >> me lo ripete ogni santo giorno, ormai ho smesso di credergli.

Più o meno.

Mi sto preparando nella mia stanza, quando sento picchettare sul vetro.

<<Lo sai vero che io ho una porta e un campanello?>>  dico a Brad che mi sorride dall'altro lato della finestra.

Corro a chiudere la porta a chiave per permettegli di entrare anche se so che non è un ottima idea.

<<Certo che lo so, ma preferisco usare vie secondarie...>> tutto sommato è un bel ragazzo, è strano ma è affascinante.

Indossa sempre maglioni neri, pantaloni larghi.
Non segue la moda, ma il suo stile è comunque interessante.

<<Sei pronta?>> mi chiede guardandosi intorno nella stanza.
Credo che la stia trovando parecchio triste dal modo in cui la guarda.

Chi non la troverebbe triste!?
Non c'è nulla di interessante qui.

<<Si, ma io non esco dalla finestra, mio padre dovrà pur capire che me ne sto andando... Ricordi? Io non vivo da sola...>> sono a braccia conserte ai piedi del letto.

Delle volte credo che lui veda tutto molto più facile di come è in realtà, si dimentica che ho un padre iper protettivo.

<<Già ok, allora ti aspetto di sotto...>> lascia la mia stanza uscendo nello stesso modo in cui è entrato.

Peggio di un ladro.

Dopo aver salutato mio padre e avergli promesso per l'ennesima volta di stare attenta, lascio l'appartamento.
Brad mi sta aspettando appoggiato alla sua auto, una non giovanissima berlina nera.
È comunque un modello ancora attuale.

"<<Andiamo in macchina?>> sono un po' preoccupata, non salgo spesso in auto con altre persone, a parte mio padre.

<<Certo che si, non ti vorrai mica fare quattro isolati per arrivare al luna park a piedi! >> Brad mi apre lo sportello per permettermi di entrare.
Attende paziente che salga.

Ho forse altra scelta?

________________________

New York in questo periodo dell'anno è bellissima.
I negozi, le case e le strade sono tappezzate di luci.
Il natale è alle porte e regala alla cittá un'atmosfera molto romantica e suggestiva.

Quest'anno il luna Park di natale è davvero enorme.
Bancarelle, giostre, cibo di ogni genere e una ruota panoramica immensa proprio posizionata al centro spicca tra le altre attrazioni.

Mi sembra immediatamente di essere tornata bambina.

<<Hai fame?>> Brad cammina al mio fianco, guardandosi in giro. Ho l'impressione che si senta fuori posto, però è premuroso.

<<Si abbastanza... Ho voglia di un panino.>>  gli dico io controllando le mie finanze.

Sono sempre scarse.

Brad mi toglie la mano dal portafogli e mi dice che ci penserà lui.
Non amo che gli altri paghino Per me, ma Brad non mi lascia alternative.

<<Ti va se ci sediamo un momento?>> sembra impaziente di parlare o almeno questa è l'impressione che ho mentre appoggia i due panini e la cola sul tavolo.

Prendo posto sulla panca e Brad mi allunga il mio panino.
Ho scelto una cosa leggera perché vorrei andare sulle giostre dopo senza correre il rischio di vomitare.
Non sarebbe l'ideale ad un primo appuntamento.

Non è un appuntamento sciocca!
Non è un appuntamento.....
O almeno credo....

<<Perché in tutto questo tempo non sei stato sincero con me?>> gli chiedo addentando con un morso il panino.

<<Innanzitutto non si parla con la bocca piena>> mi rimbecca Brad <<e comunque te l'avrei detto..>>

Sono Molto indecisa se credergli.

<<Vedi... >>continua lui <<io e te siamo gli opposti nel gestire le nostre vite... Tu studi, lavori, sei una ragazza...Normale. Io invece non sono uno studente modello, il mio lavoro non è apprezzato nel quartiere. Non sono uno di quei ragazzi alla moda che ti piacciono, che frequentano la tua scuola...>> dopo questa ultima frase si perde nei pensieri, sembra triste.

Addento ancora il mio panino.
Non capisco bene dove voglia arrivare, continuo a guardarlo con aria interrogativa.

<<Si è vero siamo diversi, ma potremmo essere amici... No?>> mi sembra una cosa normale tutto sommato.

Altro non credo, nemmeno in un altra vita.

<<Possiamo essere amici... Ma non garantisco che sia un amicizia normale. >>Brad sembra quasi minaccioso nel pronunciare l'ultima frase, ma non mi faccio intimorire.

Lo voglio conoscere così com'è, altrimenti non avrei accettato il suo invito al luna park, che altro non è che il modo migliore per redimersi.

<<Hai finito di mangiare? Vorrei fare un giro sulla ruota!>>  Brad si alza in piedi e getta la carta nel cestino in attesa che io faccia lo stesso.

Sono indecisa se dirgli che ho paura dell'altezza.

Odio le mie vertigini.

Lo seguo silenziosamente fino alla biglietteria dove un ragazzo poco più giovane di me ci fa salire sul vagoncino della ruota panoramica.

<<Mi devi dire qualcosa?>> mi esorta Brad quando nota che sono sbiancata e seduta all'angolo del seggiolino, immobile.

<<A dire il vero ho un po' paura di essere sospesa a metri da terra. Soffro di vertigini.>> mi sto vergognando come una ladra.

Brad mi tende la mano e io la afferro.
Per fortuna sono quelle ruote panoramiche al coperto, ogni celletta è chiusa e sicura, non c'è rischio di cadere di sotto.

Non che mi senta meglio comunque.

Mi alzo in piedi e Brad mi tira verso di se tenendomi per i fianchi.
Mi avvicina al vetro per permettermi di guardare fuori e lui resta dietro di me.
La sua presa mi rincuora molto, ma siamo parecchio vicini e sono certa che stia notando il mio forte imbarazzo.

Lo spettacolo di fronte a noi è una cosa mozzafiato.
New York di notte è stupenda, così piccola da quassù.
Qui in alto mi sento quasi padrona del mondo.

<<Allora, ti piace?>>  Brad mi strappa con forza dai miei pensieri.
È già fortunato che non sto facendo una crisi di panico.

<<Si è bellissimo, davvero. Non ci ero mai stata...>> ed è vero, fin da bambina avevo avuto paura della ruota panoramica, così quando i miei amici decidevano di andare, io non avevo Altra scelta se non di restare a terra.

<<Allora, ti fidi un po' più di me ora?>> sento il suo respiro sul collo e il mio corpo viene pervaso da brividi.

Mi volto a guardarlo.
Per un momento credo che si, potrei fidarmi di lui.
Nei suoi occhi non vedo più l'arroganza di prima, sono di un verde intenso, vivo.
Sono occhi sinceri.

Brad mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ha le mani calde, morbide.
Il suo tocco mi scioglie.
Siamo così vicini che riesco quasi a sentirne il profumo della pelle.
Giurerei che ci stiamo per baciare, quando la ruota panoramica si ferma e la porta si apre.

Siamo già a terra.

Brad mi lascia il fianco e si allontana da me quasi imbarazzato.
Sono certa che le mie guance siano in fiamme ora.

<<Devo rientrare alle undici! >> gli dico quando finalmente abbiamo lasciato la cabina della ruota panoramica.
Mi imbarazza avere il coprifuoco, ma è così quando si è ancora minorenni.

<<Certo, ora ti accompagno a casa.>> Brad sembra triste, o forse è solo una mia impressione.

Per cosa dovrebbe essere triste?

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Ci stiamo dirigendo fianco a fianco verso la sua auto quando sento delle voci che non avrei voluto sentire mai stasera.

<<Eccola, la piccola cozza.... Ah ma non è sola, è insieme ad un nuovo amichetto...>>

Tim Gordon si fa strada verso di noi in compagnia di Lucas e un altro ragazzo della squadra.
Mi sta guardando come si guarda un animale da macello, in cagnesco.

<<Lasciami in pace Tim, non è il caso. >> lo esorto a non rompere le scatole.
Brad al mio fianco è rigido.

<<Chi è questo tuo nuovo amico? È il tuo fidanzatino?>>  Tim non molla la presa.

Lucas al suo fianco è divertito.

È sempre bellissimo, porca miseria.
Eppure è anche così stupido.

<<C'è ne stiamo andando, non cercate guai....>> Brad che fino ad ora non aveva detto nulla, ora mi sembra arrabbiato.
È preoccupato per me.

<<Certo che c'è ne andiamo.... Ma prima abbiamo un conto in sospeso...ti piace ancora tirare sassi?>> non si sa bene come, ma Tim sa tutto.

<<Lasciatemi in pace, ve lo dico un ultima volta.>> Brad non vacilla.
Rimane in piedi di fronte a loro, li sfida.

Stiamo per andarcene voltandogli le spalle, quando sento un tonfo secco al mio fianco.
Brad è a terra e Tim lo sta riempiendo di botte.
Lucas mi afferra e mi fa spostare, la scena che ho di fronte mi fa tornare in gola il panino.

Tim lo ammazzerà.
Poi mio padre ammazzerà me quando con un'altra scusa dovrò giustificare il mio ennesimo ritardo.

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