8 - Finalmente ti conosco

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Brad

Sono tornato di corsa all'appartamento dopo aver lasciato Deb dormire come un ghiro, nuda nel suo letto.

Indossava fiera la sua nuova catenina, senza minimamente sapere a chi appartenesse davvero. In realtà non gliele è importato nulla.

Una volta entrato nell'appartamento Marshall mi corre incontro trafelato.

<<Lo hanno maledizione! Hanno preso Zed!>> mi urla il mio amico mentre gira per la stanza strappandosi letteralmente i capelli dalla testa.

<<Stai calmo un minuto e dimmi cosa cazzo è successo!>> non lo capisco quando si agita così tanto, dice cose incomprensibili.

<<Stava aspettando un cliente vicino alla sesta quando un poliziotto gli è passato vicino... Larry invece è riuscito a scappare prima che lo vedessero!>>

Speriamo che quel coglione non dica una parola o siamo rovinati, tutti quanti.

<<Dimmi per favore dove sta adesso, che in un qualche modo lo raggiungiamo.>>  gli dico io, mente Larry piagnucola dallo spavento.

I miei amici non sono affatto d'aiuto in questo momento.
Uno se la sta facendo addosso, l'altro invece sragiona.

<<È in centrale. Larry ha detto che lo hanno fatto salire in un auto ufficiale, non può essere che li! >>

Scendiamo le scale di corsa e ci lanciamo sulla mia auto.
Marshall al mio fianco è nervoso, spera che Zed non dica nulla sul fatto del supermarket.

Arriviamo davanti alla centrale. Il viaggio in auto lo abbiamo praticamente fatto volando. Nessuno ricorda i semafori rossi.

<<È meglio se entra solo uno di noi, o potrebbero mangiare la foglia se ci vedono tutti e quattro insieme. Gli sbirri non sono così stupidi. >> dico a Marshall mentre lo vedo che vuole scendere dall'auto per salvare Zed a tutti i costi. Bisogna avere pazienza per certe cose.

C'è ben poco da salvare.
Lo interrogheranno e saremo rovinati.

Dirà tutto in preda al panico e noi quattro finiremo in gattabuia.

Decido su due piedi di inventarmi una scusa e mi auguro davvero che funzioni. Non ho altra scelta.

<<Entro io>> dico ai miei compagni, che nel frattempo si stanno innervosendo seduti ai loro posti. Nessuno stava pensando ad un piano migliore del mio. Fosse l'ultima cosa buona che riesco a fare per Zed.

Lo salverò!

__________________________

Appena dentro, un poliziotto con aria abbastanza minacciosa mi viene incontro insospettito.
Ha davvero un fisico robusto.

Un pugno da questo tizio e sono morto.

<<Che ci fai qui, ragazzino?>>  mi chiede con tono duro, come volesse impressionare. Non ne sarà capace.

<<Non è posto per te>> prosegue tenendomi per il braccio. Mi vuole chiaramente riportare all'ingresso.

Prendo coraggio e finalmente do inizio al mio spettacolo.

<<Un mio amico è qui. Lo so perché avevamo appuntamento sulla sesta con due ragazze, ma lui non si è presentato e una di loro dice di averlo visto su una delle vostre auto>>  spero che la mia scusa regga, ma non mi è venuto in mente niente di meglio.

<<Ah si, ho capito. Parli di Zed O'Connell>> mi conferma il poliziotto.

<<È di la, in sala d'attesa. Lo hanno appena interrogato per un sospetto>> continua l'uomo in divisa.
<<Sicuro di essere qui per questo? >> mi incalza.

Merda.
Adesso siamo davvero fregati.

Raggiungo Zed nella stanza accanto.
Lo vedo, è grigio in volto e non alza lo sguardo.
Si vede che è più piccolo di noi, che ha meno esperienza.

<<Fratello sono qui>>  gli dico battendogli una mano sulla spalla.

Zed alza lo sguardo e inizia a piangere.
Questa reazione non me l'aspettavo proprio.

Mi fa pena, ma la situazione è davvero ridicola.

<<Mi sono spaventato Brad, non sapevo cosa dirgli. Mi hanno chiesto perché gironzolavo da solo nel quartiere e io gli ho detto che stavo aspettando voi per farci un giro... Mi hanno perquisito. Mi hanno trovato una canna Brad!>> mi dice nel bel mezzo di un pianto che sembra un lamento.

La mia scusa può ancora funzionare.
Ha risposto in modo giusto, tutto sommato.

<<Stai sereno. Per una canna non ti fanno niente. Io ho detto a loro una cosa simile. Le nostre versioni si somigliano... Non ti fanno niente!>>

D'un tratto, un poliziotto esce dalla stanza e parla a Zed.

<<Signor O'Connell, per sta volta passa. Il suo amico qui, ha confermato la sua storia dell'uscita con gli amici. Non abbiamo prove che steste facendo un illecito. Tuttavia, dovrà pagare una multa per la canna... Per il resto, vi teniamo d'occhio. Ci sono dei furti nel quartiere, ognuno di voi è sorvegliato a vista. >>

Mi sono accorto che per tutto il discorso del poliziotto, non ho respirato.
Sono stati due minuti parecchio lunghi, i più interminabili di sempre.

Guarda in che guai ci andiamo sempre a cacciare!

______________________

Io e Zed usciamo dalla centrale mentre Marshall e Larry sono rimasti pazientemente ad aspettarci in auto.

Quasi pazientemente.

<<Ma come cazzo avete fatto? Cosa ti hanno detto?>> lo silura di domanda Marshall che ancora è in un terribile stato di ansia.

<<Niente, mi hanno lasciato andare con una multa per una canna. Per il resto niente, Brad gli ha detto che ero li perché vi stavo aspettando con delle tipe. E mi ha salvato il culo.>>

Mentre lo ascolto raccontare la storia agli alti due, mi sorge spontaneo un dubbio.

<<Ma se ti hanno trovato solo una canna, dov'è il resto della roba?>> chiedo a Zed che nel frattempo si sta iniziando a rilassare.

<<L'ho mangiata....>> risponde lui, davanti alle nostre facce allibite.

<<Che cazzo vuol dire che l'hai mangiata?>> fa eco Marshall al mio fianco.

<<Ragazzi, cosa dovevo fare. Quelli mi venivano incontro, non sapevo cosa altro fare! >>

Zed si è ingerito due ovuli senza bere.

Li ha buttati giù così, senza riflettere sulle conseguenze.
Ora inizio ad essere molto più preoccupato.

<<Devi bere un sacco. Sennò non andranno giù in fretta!">>mi fa eco Marshall.

Lo portiamo immediatamente nell'appartamento. Marshall gli fa ingurgitare un enorme sorso d'acqua e ci mettiamo tutti in attesa.
Ci vorranno ore prima che li espella.

____________________________

Ormai si è fatta sera.

L'ansia per tutta la faccenda mi sta ammazzando, così decido di uscire e fare due passi.
Zed si è addormentato, non sembra stare poi così male.
Dico ai ragazzi di chiamarmi se succede qualcosa, mi metto il cappotto e il berretto.

Esco.

Fuori sta facendo brutto.
Tra poco sicuramente pioverà.
Dopo qualche metro, mi trovo davanti al supermarket e subito mi viene in mente quella tipa.

Ancora... La sto pensando un po' troppo spesso.

Il tempo è beffardo, cosí decido di andare a farmi un bicchiere li al pub vicino, giusto per smaltire un po' le ansie della giornata appena trascorsa.

Potrei chiamare Deb volendo, ma ora non ho proprio voglia di fare sesso.

Ne con lei, ne con nessun'altra.

Mi accomodo al bancone del bar, dove un tipo con i baffi mi accoglie calorosamente come sempre.

<<Brad! Amico mio! È un po' che non ti si vede!>>  mi rimprovera il barista, Clint. Effettivamente è un po' che non passo da quelle parti, sono stato troppo occupato con gli amici fuori di testa che mi ritrovo.

Due bicchieri dopo a stomaco vuoto, sono un po' brillo.
La sensazione dell'alcol è sempre la migliore quando si è un po' tesi.

<<Senti Clint... Tu sai chi è la tipa che fa la cassiera qui al minimarket?>> le parole mi escono di bocca come un fiume, non ci penso.

È strano che io chieda proprio di lei, ma ho perso i miei freni inibitori.

<<Si, li conosco. Suo padre fa il ferroviere giù in città, lei lavora lì per arrotondare. Ha perso la madre qualche anno fa, in un incidente. Povera ragazza...>>

Emily, 27 Maggio 2012.
Porca puttana.

Ora capisco molte cose.
Probabilmente Emily era sua madre, e io sono un coglione.

Una grandissima testa di...

<<Clint, sai per caso dove abita?>> l'alcool ragiona per me. Non riesco a farne a meno. Il barista mi guarda storto visto il mio interesse.

<<Certo, sta alla fine della strada, nell'ultimo complesso residenziale. È un po' lunga a piedi però, in più con questo tempo.... Che devi fare con la figlia del ferroviere?>>

Non lo lascio nemmeno finire, pago i miei due bicchieri ed esco dal pub. Non lo saluto. Farò la figura del maleducato, ma ho fretta.

Fuori sta piovendo.

Mi alzo il bavero del giubbino e mi metto il cappuccio sulla testa.
Appena arrivo davanti al complesso, decido di dare uno sguardo ai campanelli per capire quale potrebbe essere il suo appartamento.

"Emily Joy
Mark Joy
Hilary e Josh Joy"

Beccata.

C'è ancora il nome di sua madre sul campanello. La cosa mi rende malinconico e mi fa sentire ancora più stronzo.

Osservo quel condominio fatiscente, passo da qui quasi ogni giorno, ma non lo avevo mai notato.
È logoro, i muri sono scrostati dal tempo e dalla pioggia.
Senza contare tutti i graffiti che ci hanno lasciato negli anni.
È davvero orrendo.

Ma è casa sua.

Salgo la scalinata che costeggia il palazzo fino al piano dove tecnicamente dovrebbe essere il suo appartamento.
I tuoni mi fanno sobbalzare ad ogni passo, mi sembrano colpi di pistola.

Raggiungo il quarto piano e mi sporgo per vedere meglio.

È lei.

Dorme nel suo letto, coperta fino al naso da un piumone grigio scuro.
Non è sexy come Deb, assolutamente.

Ma è....tipo dolce.

Resto li per un po', finché un tonfo non mi fa sobbalzare.
La ragazza si alza di soprassalto e guarda alla finestra come sapesse esattamente dove rivolgere la sua attenzione.

Cazzo, mi ha visto.

Mentre lei si alza dal letto probabilmente nel panico, io cerco di nascondermi velocemente.
Mi arrampico fino in fondo alla scala, sul terrazzo del palazzo.

Sto facendo una cazzata, mi ammazzeró con questo tempo se per caso scivolassi e perdessi l'equilibro.

Sento delle voci, la ragazza parla con un uomo. Sarà il padre, quasi di certo.
L'uomo apre la finestra, non mi vede.
Parlano di una Pistola. Mi si gela il sangue.

Mi è andata bene.
Potevano beccarmi e mi sarei cacciato nei guai.

Con calma torno giù dalla scala e la guardo un ultima volta stando più attento.
È seduta sul letto, si tocca il collo e piange.

Sono uno stronzo.
Sono veramente uno stronzo.

Non sono sicuro di quello che sto facendo sinceramente, ma una cosa la so.

Devo sapere qualcosa di lei.
La devo conoscere.

Lei è sicuramente la prova che l'apparenza inganna.

E io in questo momento non mi riconosco.

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