Capitolo 6

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FRATELLO RITROVATO

Adriano, non sorpreso dall'incontro con il fratello, sorrise in modo sarcastico, «Sì, certo, carissimo fratello gemello. Sono qui per un po' di relax con i miei colleghi e per fare in modo che anche il Re mantenga il suo aspetto impeccabile, Tu, invece?».

Tristan rise, mostrando una falsa simpatia, «Beh, è stata la magia del tuo siero, direi, e onestamente non è bello vederti qui, ciò mi porta a chiedere il motivo, ma non mi interessa più di tanto. Però pensa, sarà divertente lavorare con il Re e il suo vice contemporaneamente!».

Adriano colse il sarcasmo del suo gemello, ma rispose solo un sospiro seccato.

Nel frattempo, Vittorio si sedette sulla poltrona del parrucchiere accanto a lui, osservando con curiosità il proprio riflesso allo specchio in lontananza e ignorando il battibecco tra i de Lancaster.

«Ma andiamo a fare le burle! Perché sprecare il tempo a litigare?», sbottò Tristan.

«Sua Maestà, mi dica, prima di cominciare a lavare, che tipo di taglio desidera?», chiese dopo.

Vittorio si prese un momento per riflettere, «Penso che sia giunto il momento di un cambiamento direi piuttosto radicale per la mia lunga chioma. Forse qualcosa di più fresco e moderno, ma che mantenga comunque un tocco di regalità».

Tristan annuì, «So perfettamente cosa fare, lasci fare a me, Sire! Mi affiderò al mio istinto da fratello gemello e di un de Lancaster sempre affidabile e talentuoso, come sono sempre stato!».

«Certo, e ci metterai la stessa grinta che hai impiegato per tradire la mia fiducia? Quando anche tu hai votato contro di me nel momento in cui nostro padre mi ha rinnegato come suoi figlio, quando confessai la mia passione per la scienza, invece che per il combattimento?», sbottò Adriano, lamentando vecchi ricordi che l'incontro con Tristan riportò alla luce nella sua mente.

Tristan, colto di sorpresa dalla brusca reprimenda del fratello, abbassò lo sguardo, mostrando un lieve segno di imbarazzo, «Hadrian... capisco che il nostro passato abbia avuto momenti difficili, e nostro padre non è stato il miglior padre in assoluto. Dopo che te ne sei andato ho sentito molto la tua mancanza, ma non ho avuto il coraggio dirti quanto ti volessi bene...».

Adriano alzò una mano per interromperlo.

«Non andare oltre, non è il momento giusto per discutere adesso, piuttosto pensa al tuo lavoro. Dopo che me ne sarò andato, io te non ci saremo mai rivisti», spiegò con tono serio.

Tristan sospirò, «Come se papà fosse sempre stato clemente con me, rinnegando te...».

Adriano aggrottò la fronte, sentendosi toccato da quel ricordo doloroso, «Non giustificare le tue azioni con le decisioni di nostro padre. Tu avevi la possibilità di fare la differenza, di rimanere al mio fianco invece di voltarmi le spalle».

Tristan si passò una mano tra i capelli, visibilmente turbato, «Lo so, Hadrian. E mi dispiace profondamente per quello che è successo. Vorrei poter tornare indietro e cambiare le cose, ma purtroppo non posso».

«Potevi avvisarmi della tua presenza, ora con i cellulari si può comunicare meglio, ma tu non hai pensato a farlo, ti sei solo concentrato su te stesso, come hai sempre fatto fin dalla nascita», disse Adriano con sottile rancore mentre abbassò il capo per farsi lavare i capelli nel lavabo.

Tristan rimase in silenzio, colpito dalle parole di suo fratello. Si sentì sopraffatto dalla sensazione di colpa per aver agito egoisticamente, senza considerare gli altri. Mentre lavava i capelli di Adriano con attenzione, cercò di trovare le parole giuste per rispondere.

«Hadrian, capisco il tuo punto di vista. Mi dispiace davvero per tutto quello che è successo», disse con sincerità, cercando di esprimere il suo pentimento. «Forse avrei dovuto avvertirti della mia presenza, ma ero incerto su come avresti reagito».

«Certamente ti avrei compreso, io ci sono sempre stato per te, lo sapevi, e lo sai ancora...».

Tristan annuì, riconoscendo la validità delle parole di Adriano, «Lo so, Hadrian. Hai sempre dimostrato di essere un fratello premuroso e leale, anche quando le cose si facevano difficili».

Adriano sollevò lo sguardo, incontrando quello di suo fratello sopra di lui mentre gli spargeva lo shampoo sui capelli.

«Sappi che apprezzo il tuo gesto di venire qui oggi», disse Tristan con un tono più morbido, aprendo l'acqua e risciacquando i capelli bianchi di suo fratello gemello, «Forse possiamo cercare di superare le nostre divergenze e trovare un modo per lavorare insieme?».

«Giammai! Hai già avuto la tua possibilità, mi dispiace Tristan», rispose Adriano.

«Allora perché sei venuto a farti fare i capelli proprio da me?», ribatté Tristan.

Adriano sbuffò, «Ti ho trovato per caso, visto che non mi hai avvisato della tua presenza!».

I toni cominciarono a essere più severi, quando, improvvisamente si alzò il tono della voce di Luka da lontano nella stanza, «Eddai fate la pace!».

L'intervento di Luka richiamò l'attenzione dei due fratelli de Lancaster, che si guardarono per un istante, interrompendo momentaneamente la loro interazione. Sophie, avendo sentito le parole di Luka, si unì a lui con un'espressione incoraggiante.

«Sì, fate la pace! Non c'è senso a portare avanti vecchi rancori!», aggiunse, convinta.

Adriano si alzò dalla poltrona e guardò intensamente negli occhi di Tristan, poi gli si avvicinò, «Il passato non è facile da digerire quando ti ferisce, soprattutto quando si tratta della mancanza di rispetto di un padre per suo figlio. Sono scappato, non ricordo molto, ma non volevo tornare più indietro... forse lo avrei fatto per te, se mi avessi supportato nella fuga», cominciò.

«Ma...», abbassò lo sguardo, «Hai avuto paura di dirmi che fossi vivo, come io ho avuto paura di rivelarti i miei progetti riguardo il siero, il motivo per il quale sono qui con Sua Maestà e questi ragazzi...», disse, indicando gli altri detectives, «Non ti perdonerò facilmente, ci vorrà del tempo, ma per adesso...».

Adriano approcciò Tristan e lo abbracciò, «Sei sempre mio fratello, in fin dei conti, Tristha».

Tristan si sentì il cuore battere a mille quando udì il nomignolo con il quale il fratello era abituato a chiamarlo fin da quando erano piccoli, e qualche lacrima di commozione attraversò il suo volto, ricambiando l'abbraccio.

«Ti voglio bene, Adrhia», replicò anche lui con il nomignolo di Adriano.

I due rimasero abbracciati per un momento, poi, quando Adriano si allontanò leggermente, posò una mano sulla spalla di Tristan, guardandolo negli occhi, «Non possiamo cambiare il passato, fratello mio, ma possiamo decidere il nostro futuro. Infatti, sono disposto a mettere da parte le nostre divergenze e a lavorare insieme per il bene di entrambi».

«Bene! Ora basta con le smancerie! Sire, si sieda che le devo lavare i capelli e tagliare, non tanto, così le darò un look da vero Re moderno! Si fidi di me!», esultò Tristan.

«Mi fido, e sono contento che ti sei riappacificato col mio vice, siete stati maturi», disse il Re.

Tristan ridacchiò, «E voi, rimanete lo stesso pacifista di sempre, eh, Sire?».

«Come sempre, fino alla mia seconda morte», rispose Vittorio.

«Ah, a proposito, Adrhia, avevi accennato al siero? Ho sentito della Lugubre Unità a Enigley, quel caso che ha coinvolto anche Ceniville... quindi sono loro i ragazzi della Smith & Co?».

«Sì, e io e Sua Maestà abbiamo partecipato alle indagini», rispose Adriano.

Il volto di Tristan si illuminò mentre cominciò a lavare i capelli di Vittorio, «Oh? Allora dopo che finisco mi dovete per forza raccontare tutto! Sono curioso di sentire come ve la siete cavata!».

«Certamente, Tristha, e ti presento anche la banda. Ti assicuro che sono simpaticissimi!».

«Senza dubbio», replicò Tristan dando uno sguardo dietro di sé e scrutando il viso di Edoardo.

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